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San Marino, 11 Luglio. Qualcuno ha detto che l’arancione è il colore dell’adrenalina. Se così è, l’intero Titano al tramonto dovrebbe presentarsi di questo colore. La lunghissima prima tappa del 43° Rally di San Marino, infatti, è stata una non-stop di scariche elettriche, di emozioni e di colpi di scena. In testa al Rally, al termine della prima giornata di gara e dopo la spettacolare prova cittadina che conclude l’articolato programma del Rally, ci sono Paolo Andreucci e Anna Andreussi, e la Peugeot 208 T16 che, per l’occasione, ha adottato i colori del lancio commerciale della Nuova 208. Arancione. Anzi, ”Orange Power”, che è la variante cromatica dell’adrenalina… scaricata a terra.
Se il risultato parziale, quando mancano i 30 chilometri delle due ultime Speciali alla conclusione del Rally, non può certo definirsi inedito, è tuttavia almeno atipico il modo in cui è maturato. A determinarlo è stata anche una lunga serie di colpi di scena, che non hanno risparmiato neanche l’Equipaggio Campione d’Italia, e che è diventata l’elemento caratterizzante della lunga e rocambolesca prima tappa.
Tempestini e Scandola escono di scena
Fuori due dei protagonisti “presunti” del Rally, è facile immaginare che la sceneggiatura della corsa potesse svilupparsi sul duello tra Andreucci e Basso.
Ma il Pilota BRC non risponde all’appello, e si defila progressivamente. Difende il terzo posto, ma è disturbato dalla polvere, da una foratura e da uno scarso feeling di guida che deriva, secondo Basso, dall’aver “caricato” la Fiesta alimentata a GPL con una seconda ruota di scorta. E fuori un altro.
Campedelli alla riscossa
Si conclude il primo giro, ed è già successo di tutto. Due ritiri, due frustrati, tre vincitori di PS e altrettanti leader al termine di ogni frazione. Avanti.
Si dice che la macchina migliore del mondo è quella che si rompe un metro dopo un traguardo vittorioso. Mentre Chardonnet aggiunge il problema della rottura del collettore di scarico, Andreucci vince la seconda San Benedetto, quarta del programma, rompe un ammortizzatore in una compressione, ma non se ne accorge. Se ne accorgono i tecnici dei Racing Lions, che trovano una perdita di lubrificante.
Secondo Fabbri, al 99% è l’effetto di un semiasse che ha “lavorato” il paraolio di uscita a causa della rottura dell’ammortizzatore. Ma resta un 1% che è la possibilità di un cedimento del cambio. Nel dubbio, giù il cambio vecchio e su uno nuovo. Adrenalina a fiumi, ma solo per i meccanici. Il Pilota si preoccupa soltanto del livello di potassio, e fa sparire un casco di banane.
L'Orange Power di Andreucci
Ad Andreucci, tutto sommato, basterebbe anche un secondo posto ma, sarà un riflesso dell’Orange Power, diventa una questione di orgoglio, e il toscano prende gradatamente, ma inesorabilmente, il largo. Un ultimo colpo di scena. Andreucci fora prima del controllo di partenza dell’ultima Rofello, terzultima speciale del giorno.
Il San Marino diventa duro, insidioso, ma ormai è un affare tra Andreucci e Campedelli
Entra in Speciale con un minuto di ritardo, e paga o conseguenti dieci secondi di penalità. Stravince la Speciale, e subito dopo l’ultima Sant’Agata, e per concludere in bellezza anche la prova-spettacolo cittadina che si arrampica verso Rocca di San Marino. In tutto sono 6 speciali vinte e, al riposo, quasi venti secondi di vantaggio sul bravissimo Campedelli. Coraggio, un ultimo sforzo nelle due Sestino che restano.
Il ritmo è indiavolato. Giandomenico Basso, terzo, è a un bel minuto e mezzo, Reggini a due e trenta, Mauro Trentin, che è primo del Trofeo Rally Terra, è quinto a due e quarantacinque. Michele Tassone, leader della Junior, entra nei dieci assoluti.
Il loop di Scandola-D'Amore al Rally di San Marino 2015 - il video:
Il loop di Scandola-D'Amore al Rally dell'Adriatico 2015.ŠKODA Italia #ForzaSka
Posted by AutoMoto.it on Domenica 12 luglio 2015