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Verona, 10 Ottobre. L’inizio era stato incerto, roba da poco, ma era un falso allarme. Si trattava solo di un attento avvio in sordina. D’altronde era impensabile che Umberto Scandola, ora che ha preso le misure della sua nuova Fabia R5, non infilasse la mano sino in fondo alla manica alla ricerca dell’asso da utilizzare come un jolly per far contenti i suoi tifosi.
Lungo com’è, il Pilota ci ha messo un po’ a trovarsi l’asso addosso, dando così il tempo ad Andreucci, che già aveva vinto la prova-spettacolo della sera prima, di aggiudicarsi anche la prima “esecuzione” della Porcara, la Prova che rompeva gli indugi della lunghissima prima giornata di gara. Poco più di sette chilometri, che sommati ai poco più due e mezzo della Torricelle, anche non volendo tenere conto del “niente” chilometrico sin lì coperto, offrivano un risultato costante e “sospetto”: Andreucci-Basso-Scandola. Stai a vedere che Scandola non ce la fa neanche questa volta!
No. Errore. Arriva la Ca’ del Diaolo, tutto un programma già nel nome, la prova per definizione del Due Valli. Lunga, quasi 24 chilometri, tortuosa, e con un’alternanza infernale di salite e discese. Nervi saldi, ci vogliono, e ritmo. Andreucci commette un errore, surriscalda i freni, si ferma e riparte. Niente di cui essere orgogliosi, e infatti il tempo di Basso che arriva dopo di lui è più… basso di tredici secondi e quello di Scandola di altri due. Scambio di figurine sul podio. Basso sta al suo secondo posto, Andreucci e Scandola invertono l’ordine degli scalini, il veronese passa al comando e inizia a mandare in temperatura l’atmosfera della sua Terra.
Andreucci perde terreno, Basso tallona Scandola
Questa diventa la tendenza anche sulle successive Badia Calavena e Marcemigo, che chiudono il primo giro. Andreucci non è proprio in giornata, e correre in sicurezza pensando solo al Titolo Costruttori di Peugeot non lo aiuta. È come una pop off che entra in azione prima del previsto.
Nella quinta PS Paolino addirittura si… migliora, ottenendo un quasi imbarazzante quinto posto, e deve arrendersi alla constatazione di non aver scelto le gomme più adatte alla giornata. Sotto la tenda di Peugeot Sport Italia si consolano con il terzo posto ottenuto d’assalto da Michele Tassone, che inizia a prendere la mano della più potente 208 T16 che ha “in uso” per l’occasione.
Siamo nella situazione in cui Basso è ancora “attaccato” a Scandola, che ha vinto tre Speciali consecutive ed è in testa, mentre Andreucci perde terreno. Per fortuna arriva il Parco Assistenza, e con questo la possibilità di “correggersi”.
Premiata l'accortezza di Scandola
L’inizio del secondo giro, al quale non partecipa Perico, fermato da un guasto elettrico, ravviva il confronto a tre quando Scandola finisce alle spalle sia di Basso che di Andreucci, e Basso gli si fa pericolosamente sotto, un secondo e uno. Ma c’è una spiegazione, al Pilota Skoda si è spenta la Macchina sulla partenza, e comunque Scandola rimette le cose al suo “proprio” posto nel secondo passaggio alla Ca’ del Diaolo, quando solo Andreucci gli resiste appena, ma intanto Basso si deve fermare, spegnere e resettare sperando di rimettere in moto anche… l’idroguida.
Scandola se ne va, Andreucci si fa sotto nella generale. La Fiesta di Basso torna a funzionare, e Andreucci si distrae proprio nel finale della successiva Badia Calavena girandosi sul tornante e “toccando” l’anteriore. Il bel tempo all’intermedio si trasforma in un senza gloria e senza infamia a cinque secondi da Basso e Scandola che hanno finito nell’ordine.
Mercenago conclusiva. Scandola e Guido D’Amore che vincono ancora, Basso e Granai di nuovo alle prese con lo sterzo duro, Andreucci e Andreussi secondi con il “ragazzino”, Michele Tassone, alle sue spalle.
Non c’è dubbio, la gara regolare e “accuorta” di Scandola ha avuto un bel successo sulle alterne fortune dei suoi inseguitori.
Basso e Andreucci, che affrontano l’ultima giornata del Due Valli in questo ordine alle spalle del leader, “pagano” un po’ troppo, 35 e 40 secondi. Potranno avanzare delle pretese sul Rally… di Scandola? Difficile, ma sarà senz’altro il finale sul doppio passaggio della Erbezzo a dircelo con esattezza.