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Roma, 20 Settembre. Gara interessante e combattuta, con qualche piccolo colpo di scena e un notevole tenore agonistico per tutta la prima tappa del Rally Città di Roma Capitale. Dopo l’inaugurale prova cittadina al Colosseo Quadrato, infatti, ben tre giri e otto prove speciali non sono bastati a Umberto Scandola e Guido D’Amore per “scrollarsi” di dosso la pressione di Giandomenico Basso e Lorenzo Granai, grandi protagonisti della fase centrale della gara.
L’Equipaggio di Skoda Motorsport Italia, in ogni caso, ha così esorcizzato lo sfortunato debutto della nuova Fabia R5 nel CIR e, dopo averne preso le misure con la recente vittoria ottenuta con l’en plein al Rally sloveno di Nova Gorica, è riuscito a portare anche in Italia il notevole livello di competitività del “pacchetto” Auto-Equipaggio-Pneumatici Michelin. Dopo la disputa della Prova spettacolo del Colosseo Quadrato, appena 1.800 metri, d’accordo, e delle otto PS del sabato, tra cui i due passaggi sulla lunga, “antologica” e particolarmente impegnativa Monte Livata “Caput Mundi” di oltre 31 chilometri, la Skoda ha ottenuto tre vittorie, la BRC Fiesta di Basso due ed è lecito ricordare che una “crono”, proprio la cittadina dell’EUR, è condivisa tra i due avversari che hanno ottenuto lo stesso tempo.
Scandola al comando a due terzi di gara
A due terzi di gara Scandola precede Basso di appena 3,1 secondi, e questo consente di vedere il risultato come un pareggio “quasi” perfetto che, pur registrando la supremazia del veronese, lascia intatte le ambizioni del Campione di Montebelluna e del tutto aperto il Rally organizzato da Max Rendina. La prospettiva dell’ultima giornata di gara, dunque, è un confronto apertissimo e franco tra due contendenti particolarmente motivati, cui il successo del Rally laziale, penultima prova del CIR, farebbe davvero comodo per porre su un binario più ragionevole una stagione a dir poco bizzarra.
A dare al confronto del Città di Roma Capitale la configurazione “match race”, uno contro uno, a dire il vero è il parziale chiamarsi fuori del più autorevole e noto dei terzi incomodi, Paolo Andreucci, che dopo aver vinto le prime Speciali del mattino ed aver condotto in testa la prima parte della gara, sul primo passaggio sulla “lunga” alla fine del primo giro, è incorso in una foratura accusando quel “minutino” di ritardo che, in un contesto così “tirato” è praticamente incolmabile. L’Equipaggio della Peugeot 208 T16, che è già Campione d’Italia dallo scorso Rally del Friuli, si deve così accontentare, sulla carta almeno, di un insolito ruolo da osservatore. Fa parte del gioco.
Un Rally aperto
Il Rally Città di Roma resta aperto ad un risultato tutt’altro che scontato e solo in parte prevedibile, e comunque ha proposto ad un pubblico eccezionale già tre fasi agonistiche di elevatissimo interesse. La prima caratterizzata dalla supremazia del favorito numero 1, Andreucci, che comunque mette in archivio tre vittorie di Speciale, la seconda improntata al ritorno e al “sorpasso” di Basso, vincitore di tre Prove consecutive e passato al comando della gara, e la terza, segnata dalle vittorie parziali finali di Andreucci, Basso e Scandola e dalla foratura costata a Basso l’interruzione della serie per un ritardo di CO, che ha definito e assegnato la leadership di fine giornata a Umberto Scandola.
Il risultato conferma, comunque, il progresso di affiatamento tra Pilota e Macchina, che era comunque necessario per riportare l’Equipaggio Skoda ad un buon livello di competitività anche nella nuova configurazione tecnica. Di nuovo forte Scandola con la nuova Fabia, dunque, e di nuovo fortissimo Basso e velocissima la BRC, tornano sull’arricchito palcoscenico del CIR due dei protagonisti più amati e “temuti”.
Il Rally Città di Roma ha proposto ad un pubblico eccezionale già tre fasi agonistiche di elevatissimo interesse
Mancano adesso tre Prove Speciali, i tre passaggi sulla Guarcino “Bonifacio VIII”, tre volte poco meno di dodici chilometri, per risolvere definitivamente l’enigma della terza edizione, particolarmente riuscita, del Rally Citta di Roma Capitale.
Fuori dal podio, ma non lontanissimi, due Equipaggi in configurazione parzialmente inedita, “#NC3” Caldani-Farnocchia ora con una Citroen Ds3 R5 e Andolfi Jr.-Savoia per la prima volta nel CIR con una Fiesta R5, e uno più collaudato, Baccega-Menchini con la già loro Fiesta.