CIR 2015. Andreucci-Andreussi (Peugeot) Giganti a Sanremo

CIR 2015. Andreucci-Andreussi (Peugeot) Giganti a Sanremo
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Con un controllo perfetto l’Equipaggio della 208 T16 ufficiale porta a tre i successi del Fuoriclasse Toscano nella Grande Corsa ligure. Posto d’onore per Basso, Scandola cede il terzo posto ad Albertini | <i>P.Batini</i>
11 aprile 2015
Sanremo - Altro capitolo, l’ultimo giorno di gara, ma la storia non cambia. È il thriller perfetto, emozione dopo emozione sul filo della suspense già conoscendo il finale. Nemmeno Levinson e Link e il loro tenente Colombo!
Sette speciali su dieci, compreso il “carrico da undici” della strepitosa Ronde di 45 chilometri in notturna, e Paolo Andreucci scende dalla 208 T16 vittorioso per la terza volta al Sanremo, abbraccia la compagna Anna Andreussi e saluta il pubblico straripante che lo conferma Presidente per acclamazione con uno sfacelo di preferenze.
 
Il 62mo Rally di Sanremo si chiude con il risultato che paga meno di tutti al totalizzatore, inutile dire che Andreucci era il grande favorito, ma l’esaltazione della gara perfetta di Andreucci ne magnifica le strade diaboliche, il profilo agonistico di un’autentica battaglia sportiva e la formula raffinatissima che consente tutto questo, e di più. Non è il remake del Mondiale che forse non si rifarà mai, ma il modo migliore per celebrarlo con un evento che lo fa rimpiangere ancor di più.

Come è andata

Il Rally è partito sul filo dei secondi di margine, e così è rimasto costantemente incollato al leit motiv della demolizione controllata degli avversari da parte dell’equipaggio di Peugeot Sport Italia. Solo alla fine quei secondi inflitti come stilettate assumono i contorni di un KO. Vittoria non facile, anzi. Complessa, delicata, soppesata in ogni dettaglio, ma si sa, tanto più è perfetta una gara e tanto più ogni curva e ogni “cambiata” diventano un tassello piccolissimo che va inserirsi in un disegno la cui vastità viene restituita solo a quadro completo.

Vittoria non facile, anzi. Complessa, delicata, soppesata in ogni dettaglio. Un disegno la cui vastità viene restituita solo a quadro completo

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Il sabato del Sanremo, il gran finale, è tutto sommato equilibrato. Due delle 4 prove speciali sono appannaggio di Andreucci, due di Scandola. Solo nell’ultimo strappo, il decimo, Andreucci, ormai pago del risultato anche in termini di quantità, rallenta qual tanto che basta per portarsi ben al di sotto della soglia di rischio e concludere, come per inerzia, sull’onda di tutto quello che ha costruito nelle nove prove precedenti. Il margine resta, così, nettissimo ma non umiliante.
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Basso è arrivato secondo

Basso: nulla può contro il team Peugeot

Giandomenico Basso riflette perfettamente la forma di impotenza che ha “infettato” pressoché tutta la concorrenza. Fuori di scena per un guasto all’idroguida Alessandro Perico, sia Basso che Scandola, ma anche Albertini nel finale, hanno comunque confermato la loro competitività, inesorabilmente assestata, tuttavia, su un livello più basso. Basso ha combattuto come sempre da raffinato e spettacolare specialista, non ha sbagliato e ha ceduto con l’onore delle armi nella parte finale della Ronde quando, non più perfettamente assecondato dalla macchina, non ha potuto far altro che inchinarsi.
 
Anche Scandola ha fatto “vetrina” e messo in mostra tutto il meglio del suo repertorio, e forse anche qualcosa di più. Velocissimo sin dallo shake down, il Campione Italiano 2013 ha sfruttato molto bene il potenziale rappresentato dalla sua bravura, dalla conoscenza del terreno di gioco e dall’orgoglio nel mettere in mostra l’affiatamento con una configurazione di auto, la Skoda è l’ultima S2000 nella scia delle nuove R5, che è al canto del cigno.
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Gran gara per Michele Tassone con la Peugeot 208 R2

Scandola andava forte. Peccato per i freni

Scandola ha perso definitivamente il contatto durante la Ronde notturna, per un problema di freni amplificato dalla rottura di un differenziale e, abbandonata ogni velleità di rimanere sul podio, ha favorito l’inserimento al terzo posto di Stefano Albertini. Quest’ultimo, disturbato da incertezze di vario genere durante la prima giornata di gara, nel finale è andato a cercare anche il merito con il quale “giustificare” il risultato. È salito di tono e di sicurezza e, girando sui loro tempi, è andato ad affiancarsi, come direbbe Caldani anche lui costretto al ritiro, a “quelli buoni”.

Per Peugeot Sport Italia è un Sanremo Magico

Un po’ più in alto nella classifica Costruttori e vincente, oltre che con Andreucci & Signora, anche con il leoncino Junior Michele Tassone che ha tirato fuori…i denti.
 
Ma magico è, prima di tutto e di tutti, il Sanremo di Sergio Maiga & Co...
 
Piero Batini
 
CIR, Rally di Sanremo, Classifica finale 11/04/2015
1. Andreucci/Andreussi - Peugeot 208 T16 - 1.45'55"8
2. Basso/Granai - Ford Fiesta R5 LDI - +34"3
3. Albertini/Fappani - Peugeot 208 T16 - +1'25"4
4. Scandola/D'Amore - Skoda Fabia S2000 - +2'01"9
5. Chardonnet/Vilmot - Ford Fiesta R5 - +3'08"1
6. Baccega/Ottaviani - Ford Fiesta R5 - +6'52"5
7. "Ciava"/Ciucci - Ford Fiesta R5 - +7'23"1
8. Rossetti/Chiarcossi - Renault Clio R3T - +8'28"4
9. Ferrarotti/Fenoli - Renault Clio R3T - +8'32"3
10. Tassone/Michi - Peugeot 208 R2 - +8'57"9

 

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