CIR 2015. Andrea Crugnola nel WRC3: «Renault? Una scelta vincente»

CIR 2015. Andrea Crugnola nel WRC3: «Renault? Una scelta vincente»
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Il prossimo appuntamento portoghese del WRC segnerà il debutto dell’avventura Mondiale di Andrea Crugnola, portato da Renault nel WRC3 con una Clio R3T. È solo uno dei successi del progetto inaugurato nel 2008
28 aprile 2015

Punti chiave

Archiviato, a malincuore, il file dell’incredibile Mondiale argentino, la stagione dei Rally si articola ora su due sequel dalle premesse invitanti, la terza prova del Campionato Italiano Rally a Cingoli e il successivo appuntamento del Mondiale in Portogallo. Per la passione italiana sono due date che abbracciano aspetti diversi, naturalmente, ma non meno interessanti se considerati nell’arco di continuità che, una volta tanto, rappresentano.

 

All’Adriatico sarà disputata la 22ma edizione di uno dei più tecnici, e sopravvissuti, Rally su terra, e in Portogallo inizierà l’avventura Mondiale di Andrea Crugnola, momento cruciale di un percorso che porta la matrice dell’impegno Renault, la Casa che ha costruito e offerto al Pilota questa rara opportunità. Crugnola sarà schierato, insieme al Navigatore Michele Ferrara, al via del Mondiale WRC3 con una Clio R3T assistita dal Team spagnolo ASM H. Motorsport, con la benedizione della Casa madre e della Filiale italiana che ha reso possibile tutto questo.

 

Il “percorso” è, naturalmente, alla base del momento magico del 26enne Pilota di Varese, e vale la pena di ricordare che con una Clio N3 Crugnola è “nato” sportivamente nel 2007, e che con una Clio R3C e con una Twingo R2B ha vissuto nel 2013 una delle stagioni più belle conquistando il Trofeo Renault e il Campionato Italiano Junior. E proprio Renault può “leggere”, nel primato di presenze nella disciplina in Italia, il successo delle attività promozionali inaugurate nel 2008, e legate ai Trofei rivolti alle nuove leve che hanno raccolto la ragguardevole cifra di ben 600 adesioni.

 

Si parla molto di giovani, ma i giovani cosa avvertono, in concreto, di tutto quello che si dice e si fa?

Andrea Crugnola. «Credo che in questo momento si stia facendo molto per noi giovani. Da una parte il Progetto ACI Team Italia, attraverso soprattutto il supporto di Piloti e Navigatori di grande esperienza, Andreucci, Longhi, Andreussi, Granai, professionisti affermati che indubbiamente significano molto. Dall’altra c’è Renault, che sta facendo davvero molto per i Giovani attraverso i Trofei. È un momento in cui credo che stiamo crescendo molto, e lo dimostra la presenza di un numero cospicuo di partecipanti al Campionato Junior. Ovviamente il budget resta uno degli aspetti più difficili da affrontare, soprattutto in questo periodo di grande crisi, ma penso che il lavoro che si sta facendo possa darci una vera mano».

 

L’obiettivo è in due argomenti, imparare e partecipare, correre a un certo livello. Cosa si riesce ad avere in tal senso?

«I meeting dello scorso anno a Vallelunga sono stati molto interessanti. Secondo me in questa disciplina l’esperienza gioca un ruolo chiave, prima di tre-cinque anni non si può arrivare ad essere “top”, quindi il fatto di avere a disposizione dei Campioni disposti a condividere la loro esperienza ci consente di fare in poco tempo dei passi in avanti notevoli. In due o tre giorni possono farti fare dei salti di anni. Guidare accanto a professionisti di questa levatura è un’opzione fondamentale». 

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Presupponendo un piano a lungo termine, quindi, ogni opportunità diventa d’oro?

«Sì, per arrivare ad essere qualcuno, un Pilota ha bisogno di un progetto almeno a medio, meglio a lungo termine. diversamente dalla pista, che si possono fare molti test e imparare a memoria i tracciati, nei Rally i test richiedono un grande impegno nel tempo e con le corse. Il contributo di un Pilota di esperienza diventa cruciale per la crescita».

 

Esperienza significa anche essere scelti per affrontare un Progetto e, d’altra parte lavorare bene… per essere scelti.

«Indubbiamente, e devo dire che sin da quando ho iniziato a correre, quelli che mi hanno supportato mi hanno sempre spinto a correre all’estero, proprio per un discorso di esperienza, di conoscenza dei percorsi e delle caratteristiche dei Rally all’estero. È la chiave del Progetto di Renault e del Mondiale WRC3 che stiamo per affrontare, e che giunge alla fine di un piano ben più complesso di scelte e motivazioni. Con i Trofei, con i premi e con i salti che tali iniziative possono offrire, uno impara anche a rappresentare degnamente le scelte della Casa Madre che investe su di te, in tutti i sensi, dalla tecnica alle pubbliche relazioni, dalla preparazione fisica alla conoscenza delle lingue». 

clio r3t andrea crugnola
La Clio R3T che Crugnola e Michele Ferrara utilizzeranno nel Mondiale WRC3 in Portogallo

 

Hai sempre avuto un occhio di riguardo per Renault?

«Direi di sì. All’inizio ho scelto una Clio perché era una macchina piccola e non avevo nessun obiettivo particolare, se non quello di divertirmi. Quando ho visto che potevo valere qualcosa, ho optato per il Trofeo Renault perché mi offriva, attraverso la configurazione del montepremi, la possibilità di andare avanti nella carriera. Il fatto che io sia qui, oggi, ad affrontare con Renault il Mondiale Rally, è una dimostrazione che è stata senz’altro una scelta vincente».

 

Misurata da zero a cento la crescita di un Pilota, tu a che punto ritieni di essere?

«L’esperienza è molto importante, e non si smette mai di imparare. Io corro ormai da sette-otto anni, e tante volte trovo cose nuove da imparare o da provare. Vedo ancora tanta strada da fare, è come se al 100% non si potesse arrivare mai. Ma diciamolo un po’ più concretamente, su una strada “media” direi di essere già al 90% su asfalto, e sulla terra, che è sempre stato il mio tallone d’Achille e che nelle gare del Mondiale è una componente fondamentale, devo ancora lavorare molto. Non mi spingerei a giudicarmi pronto oltre il 70% delle mie potenziali possibilità!».

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