CIR 2015. Adriatico. La Gara Perfetta di Scandola (Skoda Fabia S2000)

CIR 2015. Adriatico. La Gara Perfetta di Scandola (Skoda Fabia S2000)
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Tre vittorie nelle ultime tre edizioni, ma questa ha il sapore del capolavoro. Sul podio di Cingoli anche un Chardonnet in crescita e un equilibrato Basso. Podio “storico” senza Andreucci, in giornata no.
2 maggio 2015

Cingoli, 2 Maggio. Tanto è stato soporifero il primo “troncone” del Rally Adriatico 2015, quelle due Speciali buttate lì il venerdì sera senza una reale prospettiva tattica, e tanto è stata avvincente la giornata “piena” che ha decretato la limpida, bellissima vittoria di Umberto Scandola e Guido D’Amore. E della Skoda Fabia Super 2000, beninteso. Nove Prove Speciali, su tre tracciati per tre esecuzioni di ciascuna, tensione agonistica variamente interpretata in funzione dei valori messi in campo dai protagonisti, colpi di scena, spettacolo, passione. Tanto, e di più, è quello che emana dal Rally marchigiano terza prova dell’Italiano 2015. E pensare che c’è qualcuno che vorrebbe togliere di mezzo questo episodio di autentica esaltazione del gesto sportivo della disciplina!

Vittoria emozionante per Scandola

Credo che Scandola potrebbe ora concorrere alla carica di sindaco di Cingoli. La vittoria ottenuta, e in modo così chiaro è bello, si somma infatti alle altre due ottenute, per un totale di tre successi consecutivi. Questo finisce inevitabilmente per avere un peso sulla appassionata folla locale, che ormai riconosce nel trentenne Campione Italiano 2013 il testimonial di un Rally e di un modo di correre ben più che convincente. Se poi andate a sentire lui, il vincitore, ecco che tutto viene riportato al contesto favorevole di un “sistema” che gira alla perfezione. Semplice e compassato, umile di fronte all’esternazione dei meriti altrui, Scandola si considera nient’altro che un anello della catena. E non è falsa modestia, credete. Un solo momento, di quelli magici, esce dallo “standard”, quello difficile da controllare che corrisponde alla chiusura della tabella di marcia, sinonimo di gara finita, di Rally vinto, di liberazione emotiva. Allora, lanciato per aria dalla “masnada” dei suoi fans, Scandola è gioia pura, abbracci a Guido D’amore ma anche al primo che gli capita a tiro, sorrisi e gioia, emozione al limite della lacrimuccia.

Competizione serrata

CIR 2015 Adriatico sab 17
Basso, storico rivale di Scandola

 

Il che dimostra che non è stato un Rally facile. E possiamo confermare che dare del “facile” all’Adriatico è puro peccato di superficialità. Anche di fronte a un risultato così netto ed eloquente. In effetti la vittoria di Scandola è evoluta in un contesto abbastanza complicato. Per primo è venuto fuori il francese, quel Sebastien Chardonnet che ha scelto il Campionato Italiano non solo per far girare le sue quotazioni ma per confrontarsi con avversari “veri”. E Chardonnet, rispetto a Sanremo dove è arrivato praticamente all’ultimo minuto, ha cercato in tutti i modi di attaccare Scandola, dapprima episodicamente, speciale dopo speciale, e poi sistematicamente fino a vedere gli stop della Fabia davanti a se, a una quindicina di secondi a metà giornata. Quindi, per Scandola, non si è mai potuto parlare di tirare i remi in barca. Poi, naturalmente, c’erano gli avversari “storici”, Basso e Andreucci.

 

Di Basso viene da dire che, non perfettamente in confidenza almeno con una parte delle Speciali, soprattutto quelle nelle quali il peso in più del “bombolone” del gas si faceva sentire, abbia ben presto deciso di capitalizzare, con il pensiero rivolto al Campionato e con l’obiettivo di uscire indenne da un Rally per certi versi infido e quindi foriero di errori. Ma si fa presto a dire “amministrare”, quando si ha alle spalle uno come Andreucci che nonostante la giornata decisamente “no” ad un tratto era lì a otto secondi. Su una terra così scivolosa otto secondi sono nulla, e al contrario possono diventare un campanello d’allarme. E allora non resta che attaccare.

Guai per Andreucci

CIR 2015 Adriatico sab 35
Rally tribolato per Andreucci

 

Andreucci, già. Piccoli guai a ripetizione e la sensazione che già portare a casa un quarto posto, in queste condizioni, è grasso che cola. Senz’altro sulla gara del Campione Italiano gravava la condanna di dover partire per primo in undici delle undici Speciali disputate, e fare lo “spazzino” ad ogni primo giro, specialmente in un Rally su terra, è il compito senz’altro più ingrato. Ma questo è un peso “psicologico”. Reale, invece, è il peso di una valvola pop-off che non va, e dai, del motore che all’improvviso si mette ad “andare e tre” per poi, in odore di parco assistenza e di meccanici, far finta di niente e rimettersi a marciare impeccabile, e infine un problema di frizione che costringe i meccanici di Lions ad una spettacolare corsa contro il tempo per buttare giù la scatola del cambio e mandare sù quella nuova, tutto sul filo dell’ultimo secondo a disposizione prima del CO.

 

Questo è il contesto reale della vittoria “facile” di Scandola. Un francese che spinge per venirti a prendere, Basso che non può gestire il proprio vantaggio di posizione perché troppo labile, e quindi costretto se non ad attaccare almeno ad andare veloce quanto basta per dare l’impressione di farlo, e un “diavolo” con… un diavolo per capello subito dietro che spinge alla ricerca almeno di un successo parziale che rimetta, se non il risultato, almeno la prestazione sui binari della “tradizione”.

 

Ma il risultato, in effetti, alla fine è un chiarissimo segnale Scandola. Otto Speciali vinte, due a Chardonnet e una a Basso per gentile concessione, in testa dalla prima all’ultima frazione cronometrata, ovvero per tutti i 125 chilometri contro il tempo, e infine venti secondi a Chardonnet, cinquanta a Basso e più di un minuto a Andreucci.

In classifica Scandola tallona Andreucci

Verrà da dire che Scandola sulla terra è bravissimo. Beh, è vero.

La Super 2000 del "pacchetto" Scandola-Skoda-Michelin si dimostra tutt'altro che obsoleta

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Che la sua vittoria può contare più per il morale he per il Campionato, ed è vero anche questo se si pensa che l’Italiano 2015 avrà solo due prove su terra, questa appena vinta e San Marino, e che questa benedetta Fabia R5 di cui si parla dall’inizio del campionato non è ancora arrivata, e potrebbe tornare utile contro il dilagare di R5 efficienti. Intanto, però, la Super 2000 del “pacchetto” Scandola-Skoda-Michelin si dimostra tutt’altro che obsoleta, e poi, quale che sia lo sviluppo della stagione di Scandola, il Campionato intanto si agita un po’ di più. In testa resta Andreucci con 29 punti, ma Scandola è ora secondo con 23 punti, uno di più rispetto a Basso.

 

Ah, un’ultima cosa. Parlando dei “soliti” Assi, quasi ci dimenticavano di un altro di questi. Quel Mauro Trentin tornato sulla terra a ricordarci che se le gare fossero tutte così ci sarebbe anche lui. Quinto assoluto e primo nel Trofeo Rally… Terra.

 

Il camera car di Scandola-D'Amore:

 

 

 

22° Rally Adriatico. 1-2 Maggio 2015. Classifica Finale Assoluta.

1. SCANDOLA-D'AMORE (Skoda Fabia S2000) in 1:20'45.0;

2. CHARDONNET-DE LA HAYE (Ford Fiesta R5) a 21.0;

3. BASSO-GRANAI (Ford Fiesta R5 LDI) a 50.3;

4. ANDREUCCI-ANDREUSSI (Peugeot 208 T16) a 1'08.4;

5. TRENTIN-DE MARCO (Peugeot 207) a 2'13.4;

6. RICCI-PFISTER (Ford Fiesta R5) a 2'29.1;

7. COSTENARO-BARDINI (Peugeot 207) a 3'09.5;

8. SUNINEN-MARKKULA (Skoda Fabia S2000) a 3'16.0;

9. DETTORI-PISANO (Skoda Fabia S2000) a 5'06.9;

10. CIAVA-CIUCCI (Ford Fiesta R5) a 5'55.8;

11. BIOLGHINI-CASTIGLIONI (Skoda Fabia S2000) a 6'04.7;

12. SUCCI-GUZZI (Mitsubishi Lancer Evo IX) a 6'17.7;

13. DIPALMA-BERNIER (Subaru Impreza Wrx STI) a 6'33.9;

14. COBBE-TURCO (Ford Fiesta 1600 Turbo) a 6'37.3;

15. MANFRINATO-CORSO (Mitsubishi Lancer Evo IX) a 7'03.0;

16. TASSONE-MICHI (Peugeot 208 Vti) a 8'07.1;

17. HAAPAMAKI-SALMINEN (Citroen DS3 Max) a 8'08.2;

18. TESTA-INGLESI (Peugeot 208) a 8'31.9;

19. FERRAROTTI-FENOLI (Renault Clio) a 8'52.3;

20. MARCHIORO-MARCHETTI (Peugeot 208) a 9'21.1

 

Piero Batini

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