CIR 2015. 99a Targa Florio: a Chardonnet il brindisi inaugurale

CIR 2015. 99a Targa Florio: a Chardonnet il brindisi inaugurale
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La gara “mito” italiana diventa il Rally salotto-bene del CIR. Atmosfera di tensione alla vigilia della prima giornata di gara e grande pubblico alla prova-spettacolo di Collesano. Vince lo “straniero” Chardonnet (Ford)
29 maggio 2015

Campofelice di Roccella, 28 Maggio. Atmosfera indecifrabile, ma tesa. Il 99° Targa Florio si presenta così, vagamente isolato, tra Palermo e la “barriera” autostradale di Scillato che da qualche tempo taglia in due la Sicilia del Nord, e concentrato su se stesso. Non certo affollato, il CIR riunisce 30 partenti e sei dei dieci Equipaggi in corsa per il Titolo 2015, il Rally ringrazia la passione del TRN e delle Storiche per raggiungere il livello di partecipazione di un evento quantitativamente “medio”. Ma, per fortuna, il “concentrato” di partecipazione rende, se possibile, ancor più interessante la lettura del confronto tra i suoi protagonisti. Sarà il difficile asfalto della Madonie a dire, con tutta probabilità, chi può accedere al San Marino e alla seconda parte del Campionato con le migliori, o ridimensionate, chances di successo.

 

 

 

Campionato a tre, con Chardonnet quarto incomodo?

Gli assenti in Sicilia, per quanto “giustificati”, naturalmente si chiamano fuori dalla corsa al Titolo, riservandosi il diritto, eventualmente e grazie al nuovo regolamento, di “togliere” al Campionato dei punti che andranno a sciogliersi nel nulla. Potranno disturbare l’avanzata dei leader, come per esempio Albertini, oppure scegliere di seguire altre linee di programma, come nell’esempio di Caldani o “Ciava”, concentrandosi sui test di sviluppo degli pneumatici.

Il fatto che alcuni degli Equipaggi siano ormai da considerarsi fuori gioco, come i casi sopraccitati o come Perico, che per quanto bravo non può considerarsi in corsa partecipando solo alle gare su asfalto, isola ancor di più l’evidenza che il confronto per il Campionato Italiano resta un affare quasi “storico” tra Andreucci, Basso e Scandola, tra i quali si inserisce quest’anno Sebastien Chardonnet.
E perché l’atmosfera dovrebbe essere così tesa, allora, se di fatto non ci sono novità agonistiche così clamorose? Beh, per “colpa” del Targa, naturalmente. Perché la “rarefazione” del lotto dei “papabili” al Titolo rende più evidente il confronto, e perché le variabili in gioco, proprio al Targa Florio, si moltiplicano.

2015 img CIR Rally Targa Florio chardonnet 21
Il vincitore della prima prova, Sebastien Chardonnet, in azione


Intanto è una gara da vincere, per aggiungere il proprio nome ad un Albo d’Oro che è una Storia leggendaria, e nella quale un’eventuale sconfitta difficilmente può essere considerata onorevole, almeno nel senso della passione dei tifosi. C’è il fattore emotivo rilevante di correre su strade che sono le pagine della storia del motorismo, non solo italiano, e di mettersi in mostra davanti a un pubblico che conosce quella Storia e che si “avvicina” proprio per riviverla. E se non bastassero le variabili emotive, ci sono le tangibili, reali variabili oggettive.
Una di questa, la più importante, è la natura degli asfalti del Targa. La zona siciliana del Rally si “muove”, e la terra si riassesta “spaccando” le strade. Piloti e tifosi che hanno percorso le strade della prova per definizione del Rally, la Targa eliminata da quest’edizione, hanno scoperto che il suo manto stradale è disastrato, impraticabile. Ma anche sulle strade recuperate per questa edizione le condizioni sono paragonabili, gli “scalini” e i dislivelli improvvisi si sono moltiplicati. La prima parte del rebus della corsa da risolvere, dunque, è la scelta dell’assetto, la seconda quella delle gomme. L’una e l’altra suggeriscono di optare per un assetto più “confortevole”, sospensioni e pneumatici più “morbidi”. Ma quanto “morbidi”? Azzeccare una soluzione di compromesso non è mai facile, e al Targa Florio lo sarà ancora meno.

 

Spingere a fondo il mezzo meccanico: ne vale la pena?

L’ultima piccola, ma non trascurabile variabile è il meteo, che avrebbe un’ulteriore incidenza sulla scelta della gomme

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Un’altra variabile importante sarà quella della “tenuta” al rischio. Quanto varrà la pena di spingere, correndo il rischio di un errore, o di osare mettendo sotto pressione la meccanica?
La variabile “tecnica” resta invariata dall’inizio del campionato. Alla resa dei conti del Targa si allineano scelte tecniche anche molto diverse. Vediamole. Andreucci-Andreussi con la più giovane, per ora, R5, la Peugeot 208 T16 della coppia “regnante” del Campionato. Per inciso, Andreucci ha vinto il Targa otto volte e ne è il recordman. Basso-Granai, con la più “anziana” delle R5, la Ford Fiesta, ma nella configurazione alimentata a GPL del leader in materia, BRC. Scandola-D’Amore, in attesa della loro R5 ancora con la Super 2000 “superstite”, la Skoda Fabia che mantiene un altissimo valore di competitività, proprio nella mani del veronese. E poi c’è una R5 “tradizionale”, ancora una Fiesta però a benzina, che è quella portata in gara da Chardonnet e De la Haye.

2015 img CIR Rally Targa Florio andreucci 28
Paolo Andreucci, il Campione CIR in carica, alle prese con la nuova 208 R5


L’ultima piccola, ma non trascurabile variabile è il meteo, che avrebbe un’ulteriore incidenza sulla scelta della gomme. Ha piovuto, resta nuvoloso e di tanto in tanto, soprattutto nell’interno, la prima giornata del Rally ha rischiato di “bagnarsi”. Per i due giorni chiave del Rally le previsioni sono buone, ma non si sa mai.


Così è partito il Targa Florio numero 99. Da Palermo, per un avvio “ufficiale” di risonanza politica, e da Collesano, per l’inaugurazione dell’edizione con la prova spettacolo Città di Collesano, che ha riunito i grandi numeri della tifoseria. Sul rettilineo “spezzato” da chicane ricavato nel centro della cittadina sono andati in testa, man mano che completavano il chilometro virgola trentacinque dello strappo in notturna, Andreucci e Perico. Alla fine ha vinto lo “straniero”, Sebastien Chardonnet e, primo colpo di scena del… primo chilometro, Andreucci è rientrato a Campofelice con il cambio piuttosto “ruvido”, tanto che i suoi meccanici avranno 15 minuti, lo spazio di un record prima della partenza del “tappone” di venerdì, per sostituirlo.

 

Un nonnulla, poco più di un chilometro per poco più di un minuto sotto i riflettori. Venerdì è tutta un’altra cosa. Nove prove speciali, Campofelice di Roccella, Cefalù e Collesano per tre volte, oltre 110 chilometri sul totale rilevante di 420 della prima tappa. E l’accesso privilegiato al sabato che, più corto, stabilirà infine quale delle tensioni personali avrà il sopravvento nella 99sima edizione della Targa Florio.

 

Piero Batini
 

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