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Più del successo provvisorio di Giandomenico Basso, al paddock di Sanremo ha suscitato grande sensazione il ritiro di Paolo Andreucci che, dopo aver vinto la prima speciale del giorno e del Rally con un “risultatone”, è rimasto in panne a causa della rottura di un manicotto del circuito di raffreddamento della nuovissima 208 T16.
Un danno da due lire, come si dice, ma quanto basta per far passare il “dio” di Castelnuovo di Garfagnana dall’altare alla polvere, nel giro di meno di venti chilometri. Uno di quei guasti che fanno parte del “circuito” dello sviluppo di un prodotto nuovo, e che a essere fortunati capitano durante i test, o tuttalpiù durante lo shakedown. Ma quando la luna si mette di traverso…
Un grande evento, Paolo, finalmente torniamo tra gli umani. Che è successo, esattamente?
«Eh, abbiamo fatto molto bene la prima Prova speciale, e in quella occasione abbiamo visto che lo sviluppo fatto da Peugeot Italia sulla T16 aveva dato i sui frutti, perché se al Ciocco prendevamo un secondo al chilometro qui ci stavamo permettendo di darle. Purtroppo a fine prova si è rotto un tubo del radiatore, un “gommino”, il liquido di raffreddamento del motore è fuoriuscito e, c’era poco da fare, abbiamo preferito fermarci prima di rompere tutto. Siamo stati anche sfortunati, perché una rottura del genere, un tubo di gomma…»
Andreucci costretto al ritiro al Sanremo 2014
Allora bisogna sdrammatizzare, considerare che l’”intoppo” è venuto da una questione di dettaglio. Ci proviamo?
«Sì, credo proprio di sì. È normale che una macchina nuova abbia qualche problema, tanto più normale quanto piccolo è il problema. Proprio per questo una buona macchina si cerca sempre di migliorarla correndo contro il tempo, in modo da evitare ogni tipo di sorpresa al più presto per sfruttarne la competitività al 100%. In questo momento le Peugeot 208 T16 sono pochissime, quando ce ne saranno di più avremo anche degli altri riferimenti, altre esperienze e altre informazioni che accorceranno i tempi del suo sviluppo. Certo non siamo stati fortunati».
Cosa significa questo stop nell’ottica del Campionato?
«Beh, purtroppo sono già passate due gare, abbiamo un terzo posto ma la strada davanti a noi non è facile. Però, per fortuna, sappiamo di avere un bel mezzo, un’ottima Squadra e delle ottime gomme, perché anche le Pirelli, con il nuovo regolamento dell’Europeo, sono andate benissimo. Direi che siamo avanti, e quindi si vedrà. I Campionati sono lunghi, e in ogni caso sarà una bella lotta, secondo me a ogni gara. Chiaramente Giandomenico Basso, chi vincerà qui a Sanremo, Umberto Scandola, saranno più avvantaggiati di noi, perché potranno contare su un numero maggiore di risultati, ma la pelle dell’orso non è ancora venduta. Io sono di quest’idea».
“Purtroppo sono già passate due gare, abbiamo un terzo posto ma la strada davanti a noi non è facile”
Dunque sono cose che capitano. Ma cosa si prova quando si rompe un incantesimo dopo non so più quanto tempo?
«L’incantesimo durava da 58 gare, tutte quelle fatte insieme a Peugeot, 63 se contiamo anche quelle con altre macchine. 63 Rally consecutivi senza un ritiro, e oggi è capitato! È una sensazione stranissima, come se fosse una novità, un modo diverso di vivere il Rally. Oggi siamo qui, c’è la gara ma siamo a seguirla, io e Anna, fuori dalla macchina. Una sensazione strana, sì, non trovo altre parole».
Torni a casa?
«No, restiamo, abbiamo un’altra occasione, e di “altro tipo”, per stare insieme alla Squadra, per analizzare l’accaduto, i passi in avanti che ha già fatto la macchina, la sua indubbia competitività, per fare dei programmi. È un’occasione per poterci parlare senza subire la tensione della gara, un po’ come stare sugli spalti e tifare per la nostra Squadra del cuore, sulla curva Nord».