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Lo straordinario palcoscenico del Sanremo 2014 è stato scelto anche da Citroen per il debutto ufficiale della nuova Ds3 specifica R5. A portare la macchina di ProCar all’esordio mondiale il Pilota toscano Rudy Michelini.
Rudy, per favore, ci racconti la storia delle scelte incrociate che hanno portato al debutto di Sanremo la Citroen DS3 R5?
«Il progetto è “vecchio” nell’ambizione, ma abbastanza recente nella sua realizzazione. Insieme ai miei sponsor e a ProCar Motorsport, referente in Italia di Citroen Racing, abbiamo deciso di fare il grande salto. Si parlava già da tempo di Citroen e della nuova R5, e di fare con questa macchina il Campionato Italiano. È stato facile arrivare a un accordo, grazie agli sponsor, ma non altrettanto avere una data certa di inizio dell’avventura, perché in Citroen Racing sono piuttosto riservati e si sapeva che lo sviluppo della nuova macchina stava richiedendo più tempo del previsto. È così, inoltre, che di conseguenza si sono allungati anche i tempi dell’omologazione. Di fatto non siamo riusciti a partire con il Ciocco, Rally al quale abbiamo partecipato con una Peugeot 207 S2000, e non era certo che ci saremmo riusciti al Sanremo, fino all’ultimo momento. È stata una partenza molto sudata, perché finalmente l’omologazione è arrivata il giorno prima della gara. Poi tutto è andato a pallino, ProCar è stata eccezionale, e sono contento di aver avuto l’opportunità di portare al debutto mondiale la Ds3 in configurazione R5, pur se non abbiamo avuto il tempo necessario per prendere un minimo di confidenza con la vettura».
Quante volte l’hai guidata, quindi, a parte i due giorni di gara?
«Il problema è che la macchina è arrivata in ProCar il sabato notte, prima del Sanremo, e non era ancora del tutto finita. Nel reparto del Team è stata completata il più in fretta possibile, ma di fatto non abbiamo avuto il tempo di effettuare alcun test. Abbiamo comunque deciso di partecipare al Sanremo, perché non vedevamo l’ora e perché il ritorno mediatico ci avrebbe ripagato in parte delle lunghe ansie dell’attesa, ma eravamo consapevoli di non poter esprimere che una parte del potenziale della macchina, soprattutto in quello che ritengo sia il Rally più difficile che si organizza in Italia».
Un banco di prova eccellente, comunque…
«Sotto questo punto di vista senz’altro. Il primo impatto lo abbiamo avuto durante lo shakedown, quattro giri e 14 chilometri. L’approccio con la macchina è stato molto buono. L’ho trovata ben bilanciata, un bel motore e un’immediata sensazione di grande equilibrio di guida. All’inizio del Rally, a causa delle strade bagnate che abbiamo trovato nelle prime battute, il feeling non era ottimo. Sentivo che non riuscivo a far scorrere la vettura come volevo, e avevo anche un po’ di paura, soprattutto di inaugurare il debutto facendo dei danni. Poi le cose sono migliorate rapidamente e abbiamo concluso la giornata con un terzo posto assoluto, non male per un debutto. Eravamo tutti contenti, l’ingegnere Citroen venuto dalla Francia per seguire il debutto e tutti gli uomini del Team. Domenica abbiamo avuto un problema al cambio, che reputo dovuto a un difetto di gioventù, e non abbiamo potuto continuare a progredire come speravamo il sabato sera, poi ci siamo ripresi e abbiamo ricominciato ad andare un po’ più forte. Non c’era un obiettivo di risultato, anche se certamente non ci sarebbe dispiaciuto fare un exploit, l’importante era iniziare subito a fare chilometri, capire la macchina, lavorare sulla messa a punto sulle nostre strade, con i nostri tecnici».
“Vogliamo fare una bella figura nel Campionato Italiano, che dovremo prendere però una gara alla volta, ma soprattutto vogliamo portare rapidamente ed efficacemente la macchina a un buon livello di messa a punto e di sviluppo”
Quali diventano gli obiettivi di una stagione così impegnativa?
«Certamente vogliamo fare una bella figura nel Campionato Italiano, che dovremo prendere però una gara alla volta, ma soprattutto vogliamo portare rapidamente ed efficacemente la macchina a un buon livello di messa a punto e di sviluppo. Bisogna stare più tempo possibile in macchina, e nel contempo ridurre il più possibile il rischio di commettere degli errori, nello sviluppo e nell’affrontare le gare. A Sanremo abbiamo spinto con circospezione, ancora ben lontani dal potenziale della macchina».
E come hai sentito la macchina? Che sensazioni iniziali ti ha dato?
«Sotto questo punto di vista è come me l’aspettavo. Citroen non ha mai sbagliato una macchina da Rally, e questa non fa eccezione. Ero e sono tranquillissimo, e anche il ritardo nella “consegna” deve essere visto nell’ottica di far uscire la macchina già ad un punto avanzato di efficienza e di sviluppo. Effettivamente posso dire, già dal primo Rally, che la macchina mi piace moltissimo. È divertente e da sicurezza. Con questi due ingredienti fondamentali credo che anche i risultati non tarderanno ad arrivare».
Senti la responsabilità di ottenere dei risultati?
«No, non direi, no ancora perlomeno. Siamo tutti consapevoli che l’obiettivo del Pilota, del team e della Macchina è vincere, ma non è quello che cerchiamo in questo momento. Tempo al tempo. La responsabilità di portare la Ds3 al debutto mondiale, quella sì che l’ho sentita».