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San Marino, 5 luglio - Via i piccoli “accorgimenti” utilizzati per affrontare la prova cittadina di fine Day 1, ammortizzatori, differenziali chi poteva, e due giri di vite qua e là, dentro gomme nuove e di nuovo l’assetto da terra con le eventuali varianti di regolazione suggerite dalla Rofelle. Inizia così, in assistenza, la giornata conclusiva, e clou, del San Marino. Sant’Agata Feltria, Monte Benedetto e l’inedita Santa Sofia, 11.20, 6.82, 7.43 km.
Tre PS in programma
Sono le tre PS in programma. Tre giri, un totale di 68.92 km in otto settori cronometrati (via l’ultima Santa Sofia). E vai, tutto, o quasi, da decidere. Anche un extra a tavolino. I Racing Lions, infatti, hanno presentato un reclamo per le gomme utilizzate da Scandola nelle due prove cittadine del primo giorno. Troppo poco battistrada? Per regolamento le scolpiture devono essere profonde almeno 1,6 millimetri, e gli pneumatici usati da Scandola apparivano ben più “usati”. Per il Team di Andreucci e Albertini una puntualizzazione è necessaria.
Di fatto, non appena si riprende, sulla Sant’Agata, Andreucci è rallentato da un anomalo funzionamento della valvola pop-of, e Basso fa meglio di Scandola. Le piccole differenze che pure compattano ancor di più il trio di testa passano in secondo piano, surclassate dall’exploit di Simone Campedelli, in odore di ritiro per i problemi a freni e centralina del venerdì, e ora, improvvisamente, padrone della scena.
Scandola conquista Monte Benedetto
Scandola vince la successiva Monte Benedetto, e sulla prima Santa Sofia Campedelli prende ancora il volo mentre Basso, che aveva quasi raggiunto Andreucci, sfiora il “disastro” con un mezzo testa coda per la rottura della barra stabilizzatrice. Il primo giro è vicinissimo alla tangente dei colpi di scena, ma si chiude senza grosse sorprese. Scandola resta al comando, Basso si “scolla” un pelo e Andreucci resta in mezzo, equidistante. Avanti.
Con il secondo giro il Rally che covava sotto la cenere esplode. Arriva il verdetto del collegio dei commissari sportivi sulle gomme di Scandola. Una mazzata. Il reclamo di Peugeot è accolto e il pilota Skoda è squalificato ed escluso dal Rally. Per un attimo il veronese sparisce anche dalle classifiche, poi, in virtù dell’appello presentato dalla Squadra al TNA, il ilota torna in gioco, ma la sua prestazione sarà comunque sub judice. Sono questioni da ufficio, che il tribunale sportivo si riserva di risolvere prendendosi fino a un mese di tempo.
“I riflettori sono puntati sul duello tra Andreucci e Scandola. In due speciali Andreucci assottiglia a poco più di un secondo il ritardo da Scandola che, avvertito della squalifica, reagisce vincendo l’ultima Santa Sofia di appena un decimo di secondo”
Relatività
Chi è al volante non ha tutto questo tempo, e non sta seduto in poltrona. Sulle strade del San Marino la gara s’incendia. Campedelli continua a strabiliare, velocissimo e vince le due prime PS del giro, e come era successo nella tornata precedente Basso accusa ancora il problema alla barra stabilizzatrice e si chiama suo malgrado fuori da una bagarre nella quale era stato sin lì uno dei protagonisti.
I riflettori sono puntati sul duello tra Andreucci e Scandola. In due speciali Andreucci assottiglia a poco più di un secondo il ritardo da Scandola che, avvertito della squalifica, reagisce vincendo l’ultima Santa Sofia di appena un decimo di secondo. Mancano due Speciali, del vantaggio di Scandola, che era salito fino a sette secondi e due, resta un misero secondo con due decimi, e il finale diventa ovviamente incandescente. Neanche Campedelli, che ha ormai finito le gomme, può reggere all’urto di una battaglia la cui posta in gioco si è alzata a dismisura e che è diventata una questione personale.
Andreucci vince l’ultima Sant’Agata, ribalta la situazione e balza al comando, un secondo e tre di vantaggio. Scandola, partito per primo, si migliora e abbassa di quasi tre secondi il proprio crono sulla Monte Benedetto, l’ultima, cruciale Speciale di un Rally arroventato. Sono due minuti di silenzio assoluto e tensione palpabile. Esce anche Andreucci. 5’19”8. Agghiacciante. 4 secondi e 8 meno della precedente performance.
“Andreucci vince l’ultima Sant’Agata, ribalta la situazione e balza al comando, un secondo e tre di vantaggio. Scandola, partito per primo, si migliora e abbassa di quasi tre secondi il proprio crono sulla Monte Benedetto”
La coppia più bella del mondo sul gradino più alto
Paolo Andreucci, Anna Andreussi e la Peugeot 208 T16 vincono il Rally di San Marino. Reclami, classifiche e campionati possono anche rimanere aperti alla discussione e a un risultato in ogni caso impoverito dalla cronica lentezza della “legge”, ma l’esito agonistico del duello non lascia spazio a dubbi, e sedimenta la certezza di una vittoria strepitosa e di un fuoriclasse irriducibile, capace di trasformare un delicato momento chiave in un altro tassello di leggenda.
Il resto della storia è meno avvincente. Imbarazzi, reticenze, silenzi stampa. Un’atmosfera che poco si adatta alla bravura dei piloti e che evidenzia la loro scarsa attitudine al dibattito retorico o… forense. Per fortuna la ben più importante questione di base è stata risolta una volta per tutte sotto la linea del traguardo, con le mani sul volante.
Anche il podio non è all’altezza della battaglia appena consumata sulle strade di San Marino. Il Vincitore e la sua Signora sono logicamente, e giustamente, orgogliosi ed euforici. La piattaforma del secondo gradino, invece, adesso scotta. Ci sono saliti Umberto Scandola e Guido D’Amore, autori di una gara semplicemente magnifica, ma provvisoriamente. Entro un mese sapremo se è il loro posto, o se dovranno cederlo a Giandomenico Basso e Mitia Dotta, nel qual caso sul terzo step saliranno finalmente anche Simone Campedelli e Danilo Fappani.
42° Rally San Marino. Risultato finale: 1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 1:38'10.9; 2. Scandola-D'Amore* (Skoda Fabia S2000) a 3.0; 3. Basso-Dotta (Ford Fiesta R5 Ldi) a 1'12.0; 4. Campedelli-Fappani (Ford Fiesta) a 1'29.3; 5. Travaglia-Ciucci (Peugeot 207 S2000) a 4'41.3; 6. Albertini-Mazzetti (Peugeot 207) a 5'15.5; 7. Reggini-Bizzocchi (Skoda Fabia) a 5'33.0; 8. Tonso-Stefanelli (Ford Fiesta) a 5'53.8; 9. Trentin-De Marco (Subaru Impreza N14) a 6'48.1; 10. Tolfo-Scattolin (Peugeot 207) a 7'58.5