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Un Due Valli veramente difficile. Te lo aspettavi?
«Un po’ sì. L’anno scorso ne avevamo corso una versione di “assaggio” e avevamo capito di che si trattava. Quest’anno, oltre alla “sospettata” tipologia delle strade, abbiamo avuto anche una serie di difficoltà in più. La pioggia, molte curve “tagliate”, “sporche”, e una caratteristica incombente, mai una curva uguale a quella precedente e a quella successiva. Una con molto grip, l’altra scivolosissima. Un inferno! Sotto questo aspetto è stato un Rally molto faticoso, “tirato” e incerto».
Alla fine, però, possiamo disegnare un “tracciato” in otto puntate di una stagione che si conclude con un trionfo totale.
«Yes! Al Ciocco, la macchina completamente nuova, appena “sdoganata” e sottoposta alle verifiche togliendo la fiche di omologazione dalla busta. Abbiamo tribolato, come era prevedibile. Il terzo posto arriva come premio alla determinazione della Squadra. Sanremo, un bel lavoro, progressi evidenti sul piano dello sviluppo della Peugeot 208 T16, la vittoria nella prima Prova Speciale, ma purtroppo uno “zero”, pesante perché causato da un tubo del raffreddamento, roba da pochi euro, rotto senza preavviso né spiegazione. Poi il Targa, abbiamo dimostrato di poter essere vincenti e “passato” la prova dell’assetto sull’asfalto. Una vittoria eccellente e un’iniezione di fiducia, benvenuta. Si passa al Sardegna. Un Rally “strano”, nella polvere, con mille problemi organizzativi che si riversano sulla nostra gara, la foratura nel tentativo di recuperare una situazione difficile, il terzo posto sempre utile ma una vittoria buttata via. San Marino e Friuli, la macchina ha fatto passi da gigante ed è migliorata nettamente. Due belle gare, senza intoppi, due belle vittorie che mettono finalmente in evidenza il potenziale e la competitività della Macchina. Ed ecco l’Adriatico. Un errore, un mio errore in staccata, la foga di riprendere mettendo la marcia indietro con troppa decisione, la rottura dell’ingranaggio, potevano essere dieci secondi e diventano quattro minuti, più il patema d’animo di non riuscire a concludere il giro appena iniziato e di poter portare a casa un risultato utile. E finalmente il terzo posto, importantissimo. Ed eccoci al Due Valli, grande gara, molto difficile e attraversata da tutti gli imprevisti, dal meteo allo spettatore colpito da un malore, in un clima di massima tensione. È la gara che mette in evidenza l’importanza di una Squadra forte, affiatata, senza punti deboli, quell’ambiente tecnico e umano che è ideale per consentire a me e ad Anna di portare a termine con il massimo successo la missione di imporci nel Rally e nel Campionato».
Difficile spiegarsi, in un contesto come il tuo, l’errore dell’Adriatico…
PA. Diciamo che è sembrato stranissimo anche a me. Un errore di valutazione abbastanza inconsueto, in un momento di non particolare tensione della gara. Stavamo andando molto bene, tutto sembrava avviato sulla giusta direzione, e invece è capitato. Ancora oggi mi sento colto di sorpresa, dall’errore e alla reazione. Il Rally è così, fai bene duemila curve, ne sbagli mezza e butti via una gara, pagando più caro di quanto sia lecito aspettarsi».
Al Due Valli, invece, in una situazione particolarmente delicata, con tre Piloti in lizza per il Titolo, uno dei quali corre in casa, una tenuta psicologica a prova di bomba, tale probabilmente da incidere la corazza mentale degli avversari. Anche scelte particolarmente indovinate, tipo le gomme?
«L’acquazzone ci ha colti di sorpresa, tutti quanti. Tutti ci siamo ritrovati con coperture non adatte alle circostanze. Chiaramente, in quelle situazioni, l’esperienza, la “vecchiaia” se vuoi, a qualcosa serve, ma la soluzione del rebus è, ancora una volta, nel “pacchetto vincente”. Una bella Macchina, magari anche più polivalente, gomme comunque eccezionali che ti consentono sempre, anche nelle situazioni più difficili, di “tirare fuori” qualcosa di più”. Probabilmente tutto questo ci ha facilitato a superare anche quella situazione particolarmente critica».
“Per noi c’era l’handicap del debutto, ma una volta messa a punto, la Peugeot 208 T16 si è confermata in grado di dare qualcosa di più”
I risultati di fine stagione, la conquista del Titolo Costruttori e il tuo ottavo Titolo di Campione Italiano premiano un grande lavoro di Squadra. Tutto a pallino?
«Certamente sì. Bisogna considerare la parabola a cui tutta la Squadra si è sottoposta in una stagione che abbiamo iniziato perfettamente da Zero, con la 208 T16 completamente nuova. La macchina è arrivata il giorno prima delle ricognizioni del Ciocco, Peugeot Italia e Racing Lions hanno dunque lavorato molto bene, superando brillantemente gli ostacoli degli inevitabili problemi inziali, ai quali si è aggiunto quello della valvola pop off che ci ha fatto tribolare fino praticamente a metà stagione. Lo sviluppo dell’assetto è arrivato gradualmente, e ora possiamo dire che la macchina in configurazione R5 è davvero molto competitiva. Con Anna abbiamo commentato le prestazioni di Scandola, una Super 2000 di altissimo livello, e di Basso, che pur con una macchina a gas, e dunque più pesante, ha fatto vedere cose veramente grandi. Per noi c’era l’handicap del debutto, ma una volta messa a punto, la macchina si è confermata in grado di dare qualcosa di più. Diciamo che il pacchetto Peugeot, Francia e Italia, Racing Lions e Pirelli ha contribuito brillantemente e in maniera determinante a colmare il gap iniziale, e Anna e io siamo stati bravi a sfruttare al meglio un grande potenziale di competitività».
In grosso, la nuova 208 T16 è già arrivata al “tetto” della sua competitività?
«Speriamo di no! Scherzi a parte, la macchina è già ad un livello notevole di competitività, e continua a migliorare come è logico che sia. Piccole cose, affinamenti, settaggi, ma certamente siamo a un buon punto. Poi di sicuro arriveranno nuovi pezzi omologati. Piccole cose, il regolamento è una via esatta da seguire, ma tutte queste cose messe insieme fanno sì che il lavoro di miglioramento non si ferma mai, e la soglia di livello della competitività si sposta continuamente».
Otto Titoli italiani, una bella avventura. Ti è mancato qualcosa?
«È una grande soddisfazione. Sono partito con il Mondiale ancora in giovane età, ma le finanze non c’erano, per cui mi sono felicemente trasferito nel Campionato Italiano, che mi ha dato soddisfazioni enormi, come quella di oggi. Abbiamo disputato dei Campionati stupendi, dal primo vinto nel 2001, poi il 2003, il 2006, e quindi gli anni fantastici dei cinque Titoli con Peugeot, che hanno “marchiato” la mia vita sulla pista e anche a casa. Sono delle soddisfazioni enormi, e il fatto di rimanere competitivi, di riuscire a prendere delle macchine nuove e a svilupparle in poco tempo, naturalmente con la Squadra e con Pirelli, sono esperienze che lasciano il segno nella vita. Talvolta mi sembra di perdere dei colpi quando mi accorgo che Anna arriva prima di me a definire delle regolazioni, ma poi mi dico che è lei che è migliorata, e non io che peggioro».
“L’intenzione è di continuare come quest’anno e gli anni indietro, con Peugeot e Pirelli”
Il Campionato Italiano. A sentire tutti, a quanto pare una cosa è certa: stagione finita, massima incertezza sul futuro. Intanto, tu hai qualche “certezza”?
«Non vedo grossi problemi. L’intenzione è di continuare come quest’anno e gli anni indietro, con Peugeot e Pirelli. Mi piace questo Mondo, mi piace la Squadra, mi piace l’ambiente, mi piace lavorare con Pirelli. Si tratta, ora che possiamo mettere in archivio gli obiettivi centrati del nostro programma, di vedersi e di affrontare concretamente l’argomento. Direi una cosa da definire nei prossimi giorni, nelle prossime settimane».
Che programmi hai, invece, per l’immediato futuro?
«Adesso in programma ci son due appuntamenti: il Rally di Monza e la produzioni di alcuni video per Peugeot. Poi, per la verità, anche un poco di vacanza».
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