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L’ufficializzazione del Programma Peugeot Sport Italia è stato l’occasione che gli appassionati aspettavano per mettere in fila i punti salienti di una stagione che si schiude su un ventaglio di argomenti “inevitabilmente” molto interessanti. Sono state svelate tre macchine importanti, che rappresentano e sono al centro di un programma avvincente, per due terzi nei Rally con le due versioni della Peugeot 208, R2 e la nuova T16, e per la restante frazione sulla pista con la RCZ-R.
Gran parte del programma di Peugeot Sport Italia era nella logica evolutiva del lavoro della filiale italiana, ma ci sono aspetti di questo piano d’attacco che sottintendono una filosofia, a mio giudizio, moderna e consapevole. L’indole evidentemente appassionata dei responsabili del Progetto aiuta a comporre un mosaico ancora più interessante, lungimirante e ammirevole. Tutto questo quasi di nascosto o appena accennato. Vediamo quali sono queste buone “bugie” o “reticenze”.
Peugeot e Dakar. Laurent Guyot è il Responsabile Commerciale di Peugeot Sport. Una figura centrale nel rapporto tra l’attività di Peugeot Sport Italia e la Casa Madre. È lui che tesse le relazioni tra i Piloti e i Team, e che “cura” la distribuzione del “materiale”. In occasione della presentazione del programma italiano, Monsieur Guyot è stato immediatamente bersagliato dalla domanda forse più attuale sul futuro dell’impegno Peugeot ad altissimo livello.
Il ritorno alla Dakar, che nell’evocazione dei trascorsi del Marchio è un capitolo leggendario, e la cui notizia è sulla bocca di tutti scatenata anche dalla “visita” di Sebastien Loeb durante l’edizione di quest’anno. Naturalmente, c’era da aspettarselo, Guyot ha elegantemente glissato con una splendida bugia in perfetto stile diplomatico-generalista. “Peugeot, in quanto Industria Automobilistica di primo livello, guarda a tutte quelle che sono le possibilità dell’impegno sportivo del Marchio. La Dakar è una di queste possibilità.” Punto. Platea congelata. Non importa, la “bugia” è magnifica ed è quella che ci aspettavamo di sentire.
Quando la risposta contempla l’indicazione di una macchina, di un programma e di almeno un pilota, non avere nessuna di queste indicazioni, ma neanche una smentita, vuol dire autorizzarci a pensare positivo. Forse ancora molte cose devono essere valutate e decise, ma ci permettiamo di pensare che, a Parigi, alla scottante “materia” in questione stanno lavorando seriamente. Adesso un suggerimento vogliamo darlo noi, a costo di peccare di presunzione. Visto che siamo in un ambito di considerazione delle “possibilità”, preghiamo i Signori di Peugeot di ricordarsi che da noi hanno un Pilota, leggi Paolo Andreucci, che ha tutte le carte in regola per diventare un protagonista dei Rally-Raid. Sicuro! Paolo ha manico, intelligenza e “testa”, la voglia. Punto anche noi. A buon intenditor…
Peugeot e i clienti sportivi
Buona parte dell’impegno sportivo di Peugeot è concentrato sull’attività dei “privati”, e la Casa dimostra di aver fatto propria una visione che si sintonizza in maniera perfetta con il difficile momento congiunturale. Commercialmente, oggi, i numeri vanno “interpretati” con una buona dose di ottimismo per essere positivi. Quella che, invece, non può essere interpretata è la qualità di questo impegno. Crediamo che la centralizzazione delle operazioni sia una dimostrazione sufficientemente chiara di questa qualità.
Le macchine da corsa di Peugeot vengono sviluppate e realizzate nello stesso reparto che ha prodotto la macchina da record che ha vinto con Sebastien Loeb la leggendaria Pikes Peak. L’ultimo esempio è la 208 T16 che, riflesso perfetto del nuovo regolamento R5, entra in scena dalla porta principale. Le vetture vengono vendute, nessun aspetto romantico in questa fase, ma chi le compra e le utilizza sa che avrà tra le mani un mezzo racing purosangue, senza compromessi. Nel prezzo di acquisto, che è uguale per tutti dal privato alla Filiale nazionale, il valore aggiunto dell’ingegnerizzazione di un reparto corse storicamente vincente.
Peugeot Sport Italia e i Giovani
Peugeot Sport Italia e Rally Junior Trophy. Senza eccessivo clamore la Filiale italiana ha annunciato che Stefano Albertini e Silvia Silvia Mazzetti correranno ufficialmente il Campionato Italiano Rally con una 208 R2 Racing Lions. C’è l’imperativo di dare continuità al lavoro dello scorso anno e di consolidare i risultati ottenuti da Paolo Andreucci mettendoli a disposizione di un pubblico più vasto, ma c’è anche una voce in contro canto, in contro tendenza rispetto alle prassi attualmente in voga.
Il dietro le quinte del progetto Junior Team di Peugeot Italia, poco evidenziato, è che Stefano e Silvia, 27 e 26 anni rispettivamente, correranno una stagione da Piloti ufficiali. A tutti gli effetti, senza alcun compromesso. Casco sotto braccio e via, nessun altro pensiero, di nessun genere. A tutto penserà Peugeot Sport Italia. Sette gare in programma, tutte quelle del Campionato Italiano ad eccezione del Sardegna. Nessun “ricatto” di risultato da parte del Team, anche se l’obiettivo comune e automatico di riuscire a vincere non è nascosto.
Dov’è, in questo caso la “reticenza”? Nel fatto che Peugeot Sport Italia, pur nel contesto congiunturale non particolarmente favorevole, ha deciso di convertire l’”utile” sportivo delle passate stagioni di assennata amministrazione nell’investimento in un programma per i giovani. Lo ha fatto “libera” da vincoli di alcun tipo, consapevole che in questa formula c’è, sì, il massimo dell’impegno, ma anche la massima efficienza del programma.
E lo ha fatto sostituendosi di fatto a quell’impegno istituzionale che troppe volte ha lasciato solo sulla carta belle parole e l’enfasi propagandistica di una voce di sicuro appeal: i giovani. Stefano e Silvia saranno “liberi” di crescere, e di dimostrare il loro completo valore. Se c’era un metodo per andare a “vedere” nel piatto dei giovani piloti italiani, per scoprire se e come il nostro Paese può ancora lanciare i suoi nomi in campo internazionale, quello di Peugeot Sport Italia sembra essere quello perfetto.