CIR 2014. Giandomenico Basso, il grande antagonista

CIR 2014. Giandomenico Basso, il grande antagonista
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Difficile essere secondi nel momento in cui un altro diventa primo. Ma a Giandomenico Basso basta poco per “riscoprire” la stagione straordinaria della BRC Ford R5 alimentata a GPL e… del suo pilota | <i>P. Batini</i>
20 ottobre 2014

Quando si sono presentati al via del Ciocco, preceduti da un annuncio che ispirava soprattutto incredulità, Giandomenico Basso e la BRC Ford LDI alimentata a GPL avevano ben poche chances di “convertire” gli appassionati alla loro “causa”, già liquidata con la “condanna”, non certo beneaugurale, dello scetticismo, del “trucco” e dell’antico sinonimo di Auto a Gas = Utilitaria senza pretese. Difficile dar loro torto, certe volte la “cultura” va avanti… immobile per lungo tempo, senza soffermarsi sui cambiamenti o trascurandoli del tutto. Per troppo tempo, ecco il punto, la vettura alimentata a gas è stata vista come una soluzione intelligente, economica ed ecologica, ma anche come la definitiva rinuncia alle prestazioni.

Già alla fine del week end, però, la superficialità dell’istruttoria aveva creato qualche imbarazzo, e il giudizio sommario era stato rimesso in discussione. Il pilota e la macchina al debutto ufficiale, infatti, pur in circostanze che si erano modificate favorevolmente, avevano ottenuto il primo successo. Di più, al di là dei quindici punti di Campionato, Basso e BRC avevano ottenuto una prima vittoria sostanziale, rigettando lo scetticismo e facendo riscoprire agli appassionati, e anche agli avversari, una realtà che cancellava i vecchi luoghi comuni. Al termine della stagione, nel finale incandescente del Due Valli, la vittoria finale è sfuggita per un paio di punti, ma con sette podi in otto gare, e il secondo posto assoluto del CIR, il progetto definisce i contorni di un autentico successo globale. Nessuno verrà mai più a dire che con il gas non si “cammina”, tanto meno che non si può “correre”, e se le corse sono un buon veicolo di immagine e di comunicazione, il “gas” assurge, grazie all’impresa di BRC e di Basso, a una nuova, moderna dignità. Se non è un successo questo…

Ci abbiamo provato, non ci siamo riusciti ma dobbiamo ricordare i sette podi su otto gare e il lavoro eccezionale di cui si è resa protagonista la squadra BRC nel corso della stagione. Io ho cercato di dare il massimo, abbiamo lottato fino all’ultima Prova Speciale


Certo, non è tutto quello che Basso sperava di ottenere al Due Valli, ma certamente neanche Basso, all’inizio, si aspettava di essere protagonista di una stagione così bella.
«Beh, sicuramente all’inizio della stagione no, non me l’aspettavo neanche io. Ma alla fine siamo molto soddisfatti e orgogliosi del lavoro e della stagione che abbiamo affrontato. È normale che sopraggiunga un po’ di tristezza, all’ultima gara. Ci abbiamo provato, non ci siamo riusciti ma dobbiamo ricordare i sette podi su otto gare e il lavoro eccezionale di cui si è resa protagonista la squadra BRC nel corso della stagione. Io ho cercato di dare il massimo, abbiamo lottato fino all’ultima Prova Speciale. Complimenti a Andreucci, le gare sono così, si vince o si perde, però vogliamo senz’altro festeggiare una stagione strepitosa».


“Dovete” festeggiare. Credo che all’inizio nessuno avrebbe scommesso un soldo sul Progetto BRC, che si è invece dimostrato non solo valido, ma tempestivamente competitivo e “aggiornato” alle esigenze del Campionato.

«Questo è un grosso merito della Squadra e del Reparto Ricerca e Sviluppo di BRC Gas Equipment, che ha applicato la propria tecnologia LDI alla competizione facendo un grandissimo lavoro. Nonostante sapessimo sin dall’inizio che avremmo dovuto pagare, e lo paghiamo ancora, un handicap in termini di peso. È una grande soddisfazione».

Sono contento del lavoro che abbiamo fatto. Lo sono io insieme ai miei due navigatori, Mitia Dotta e Lorenzo Granai. Certo, abbiamo dato il massimo, ma sono stato chiamato per dare il massimo. Che avremmo fatto tutto il possibile era scontato


Quanto di questo handicap è stato “limato” nel corso della stagione?
«Diciamo che il grande lavoro è stato fatto all’inizio, nella fase di preparazione della macchina immediatamente prima dell’inizio della stagione. Nel corso dell’anno non è stato possibile progredire più di tanto, perché il maggior peso, e la sua diversa distribuzione, è un fatto che resta, ma abbiamo cercato in ogni caso di apportare delle migliorie continue, lavorando sul motore, sulle mappature, sull’assetto, sui freni. Naturalmente, in parallelo hanno migliorato anche gli altri, ma siamo riusciti a restare competitivi e a giocarcela fino alle ultime prove. È stato molto bello».


Tra le cose molto belle credo che ci sia anche il fatto che la Squadra abbia potuto contare sul 100% della determinazione del suo pilota, che ha contribuito a mettere in evidenza la competitività della macchina e… di un grande Basso.
«Io sono contento del lavoro che abbiamo fatto. Lo sono io insieme ai miei due navigatori, Mitia Dotta e Lorenzo Granai. Certo, abbiamo dato il massimo, ma sono stato chiamato per dare il massimo. Che avremmo fatto tutto il possibile era scontato. Secondo me, invece, la grande nota di merito va alla BRC, al presidente Costamagna che ha voluto lanciare la sfida e ha investito molto, anche economicamente, per affrontare già dal primo anno ad armi pari un campionato così difficile e combattuto come il CIR. Un grande coraggio! È mancata la ciliegina finale sulla torta, ma direi che i risultati raccolti durante la stagione parlano da soli».


C’è già un piano di sviluppo del Programma Rally, o dovete ancora discuterlo?
«No, fino ad ora ci siamo concentrati al 100% sulla stagione che abbiamo corso. Non abbiamo parlato di altro».


Allora il nostro augurio è che riusciate a definirlo in fretta dando continuità alle scelte vincenti che vi hanno portato sin qui!

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