CIR 2013. Scandola e D’Amore (Skoda Fabia S2000) in testa a “tre quarti” del Rally di San Marino!

CIR 2013. Scandola e D’Amore (Skoda Fabia S2000) in testa a “tre quarti” del Rally di San Marino!
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Sabato full time al Rally di San Marino. Dopo 8 prove speciali l’equipaggio ufficiale di Skoda Motorsport Italia è al comando. Sul podio “intermedio” anche Giandomenico Basso e Mauro Trentin | <i>P.Batini</i>
14 luglio 2013

Prima giornata avvincente e complicata al Rally di San Marino. La prima tappa del Rally vive sul duello ravvicinato tra Umberto Scandola e il vincitore dell’edizione dello scorso anno, Giandomenico Basso. Piccoli distacchi che fanno una grande differenza, e che consegnano all’equipaggio Skoda la possibilità di rompere il ghiaccio anche in questa prova e di consolidare una leadership sempre difficile da mettere in discussione (ammesso che qualcuno voglia farlo).

Sereno-variabile

L’altra “complicazione” è il meteo. Bizzoso, quantomeno. Isterico se si considera che a metà luglio non se ne può più di avere sempre a portata di mano un k-way. Il problema, naturalmente, non è bagnarsi, bensì quello di trovarsi all’improvviso con le gomme sbagliate, o essere mandati all’inferno per un peccato veniale a causa della perdita repentina di aderenza. Non parliamo poi di quelle “olive” di ghiaccio piovute dal cielo come sassate sul territorio della Terra della Libertà. D’altra parte, allungare la giornata all’infinito, come hanno pensato di fare gli organizzatori del San Marino, è un po’ andarselo a cercare. Programma carico e giornata lunghissima.

Prima giornata avvincente e complicata al Rally di San Marino. La prima tappa del Rally vive sul duello ravvicinato tra Umberto Scandola e il vincitore dell’edizione dello scorso anno, Giandomenico Basso


A San Marino sono in corsa per la Coppa Europa FIA Rally, per i Campionati Storiche, Terra, produzione, Junior e Cross Country, per le Coppe Michelin e Terra ed i Trofei Nazionale di Zona, Citroen, Clio, Twingo, Michelin. Ne dimentico uno apposta, così vi tengo un giorno a indovinare. Al giro di boa del Campionato anche la “fedeltà” traballa, e il numero degli iscritti tende a calare, inesorabilmente.

C'è crisi... Ma va!?

Qualcuno l’aveva annunciato, “problemi di budget”, qualcun altro ha rinunciato all’ultimo momento, e c’è anche qualcuno che non doveva esserci, aveva dichiarato che per quest’anno i soldi erano stari spesi tutti, e poi si vede che ci ha ripreso gusto ed è lì che si gioca il podio. Parliamo di Mauro Trentin, che è “perdonato” perché è il Campione in carica del Trofeo Terra, perché, lo sanno gli sterrati di tutt’Italia, questo genere di Rally, per molti l’”unico”, gli piace troppo, e infine perché di qui sino alla fine del Campionato si correrà in Friuli, Sicilia e Liguria solo su asfalto. Morale, la lista dei partenti riempie un paio di pagine, e neanche troppo fittamente. Messi tutti insieme fanno un’ottantina di equipaggi che, superato l’azimut stagionale, d’altra parte non è poi male.

Si vede che l’aria di San Marino rende un po’ svizzeri, ma qui tutto gira come un orologio, e di sfere, rubini e molle che ne sono! Si è lavorato e rielaborato anche sulle speciali, per esempio se si va a vedere la Rofelle, la “lunga” del Rally che è stata rimaneggiata più volte


Il carico da undici ce lo mette la federazione Auto Motoristica Sammarinese, l’organizzatore che, a parte il diluito programma da fiera di mezz’estate, ha fatto le cose in grande e con cura quasi maniacale. Si vede che l’aria di San Marino rende un po’ svizzeri, ma qui tutto gira come un orologio, e di sfere, rubini e molle che ne sono! Si è lavorato e rielaborato anche sulle speciali, per esempio se si va a vedere la Rofelle, la “lunga” del Rally che è stata rimaneggiata più volte. Dapprima con la partenza posizionata 8 chilometri prima rispetto alla Prova del 2012, poi con la cancellazione dei primi cinque KM, hanno detto a causa di una frana, pensato per le lamentele delle storiche, e infine definito, come sempre, per motivi di sicurezza. Insomma la regina delle PS del San Marino passa ora lo scettro all’unica Prova in programma domenica, la Sestino che è un classico del gradimento e che diventa anche chilometricamente importante.

Ma intanto lo spettacolo è assicurato

Quisquilie da ricerca del pelo nell’uovo. Di fatto la gara è bella, e con più di un motivo di interesse per strapparti alla noia e all’insofferenza pre-vacanza. Il contesto, intanto è bellissimo. Chi conosce queste zone lo sa già, che ci è venuto per la prima volta lo ha scoperto ed è rimasto a bocca aperta. Le terra, qui, è stata strizzata e lavorata con allegria.

Le lame di roccia di una geologia giovane puntano al cielo tagliando di netto valli spesso stretissime, offrono panorami davvero mozzafiato, e serpenti di strade e sterrati che solcano il territorio in una catena di infiniti anelli di suggestione. Per il Rally è andare su e scendere vertiginosamente, lanciando al massimo e frenando su staccate ai limiti dell’improbabile, fino a zero, lavorando di cambio e gas come sul bilanciere di un trasmettitore Morse. Macchine potenti e performanti, e Piloti che sanno guidare, mandano in delirio offrendo il grandioso spettacolo del Rally.

Macchine potenti e performanti, e Piloti che sanno guidare, mandano in delirio offrendo il grandioso spettacolo del Rally

Gli sfidanti

E meglio ancora è lo spettacolo del duello. Scandola e Basso lo stanno interpretando alla grande, colpendo, incassando e restituendo il colpo prova dopo prova. Sei speciali di giorno, due di notte, queste ultime ad uso e consumo dello spettacolo cittadino puro, gomme da terra sull’asfalto e curve. All’acuto di fine programma ci si arriva dopo aver effettuato le tre per due del giorno, Casteldelci, Rofelle e Sant’Agata in fila. Scandola-Basso, Basso-Scandola e ancora Scandola-Basso il primo giro. Meno di sette secondi alla fine a favore del veronese che ha centrato dei passaggi da moviola, ma sono stati anche meno di due.

Basso-Scandola, Scandola-Basso, Scandola… Trentin al secondo giro, e prima del riordino-aperitivo i meno di sette sono saliti di qualche decimo soltanto, e il distacco resta irrisorio, anche se questa volta è spalmato su un totale più ampio che enfatizza i toni della sfida. Già visto a Cingoli, in quello che forse più opportunamente era il prologo del venerdì sera, le due corte San Marino, 20:30 e 21:45, meno di undici chilometri in totale, sono in proporzione una “zampata” che porta altri dieci secondi nel carniere di Umberto Scandola e del “tirato” Guido D’Amore al fianco di un Pilota visibilmente scatenato e redditizio, anche sul piano del difficile gioco delle pressioni (dei nervi, si suppone che quella “degli” (si dice così, bah) Pneumatici, fosse perfetta a priori).

Basso-Scandola, Scandola-Basso, Scandola… Trentin al secondo giro, e prima del riordino-aperitivo i meno di sette sono saliti di qualche decimo soltanto, e il distacco resta irrisorio, anche se questa volta è spalmato su un totale più ampio che enfatizza i toni della sfida


Di sicuro entrambi hanno inzuppato di sudore le tute nuove fiammanti, opera di “maison” Enrico Bertolotto, un lettore di un settimanale (chissà quale) che ha vinto il concorso per la nuova “mise” dell’equipaggio Skoda. Altrettanto sicuro è che dare per scontato il successo di Umberto Scandola, come è stato generalizzato alla vigilia, è peccare un pelo di superficialità, perché quando la battaglia è così accesa e tirata c’è ben poco di scontato, poiché i nervi sono a fior di pelle e basta un clin d’oeil per mandare tutto a carte quarantotto.

Alle spalle del gruppo di testa

Alle spalle del duo di testa si fa una certa fatica a stare svegli. Allora ci pensa Mauro Trentin, che per non cadere in tentazione, aveva evitato di iscriversi, sia al CIR che al Trofeo Terra. Così adesso è una specie di spensierato clandestino, si diverte e fa l’accademico della bella guida che si permette di insidiare da vicino chi invece è impegnato in un “lavoro”. Dei tre del podio è anche il Pilota meno appariscente, l’unico che riesce a dare lezioni di “pulizia” di guida.

È passato troppo poco tempo dal Costa Smeralda, e Paolo Andreucci, tornato nei ranghi del buon lavoratore con la Peugeot 208 R2, per la verità fa rimpiangere lo spettacolo del Sardegna vissuto da Mondiale con la “vecia” 207 S2000, oppure fa desiderare che si metta fretta a quella 208 Turbo16 che doveva arrivare quest’anno, ma che sempre più verosimilmente vedremo in pista l’anno prossimo.

E non è forse appagante un bel passaggio di una 037, di una “Quattro” o di quelle Porsche che non stavano dritte neanche in un parcheggio, ma che alzano il battito cardiaco non solo ai nostalgici? Vedere le storiche in azione, e stupirsi di una certa evidente efficacia non ostante gli anni passati, fa un certo effetto, sempre buono. Lo fa anche quando non sono proprio delle armi da guerra, ma delle simpatiche Visa, Capri o 2002. Non mi fa un grande effetto, invece e lo devo confessare, vedere in azione una 131. Trent’anni dopo le vedo ancora come il tradimento delle mitiche Stratos. Si vede che me la sono legata al dito. Aspettando domenica…

Assoluta al termine della 1° Tappa

1. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia S2000) in 1:21'51.1; 2. Basso-Dotta (Peugeot 207 S2000) a 16.1; 3. Trentin-De Marco (Peugeot 207 S 2000) a 1'03.9; 4. Ceccoli-Biordi (Mitsubishi Lancer Evo X) a 3'54.9; 5. Perico-Carrara (Peugeot 207 S2000) a 3'56.6; 6. Pierangioli-Bioletti (Mitsubishi Lancer Evo IX) a 4'17.6; 7. Gianfico-Tolino (Mitsubishi Lancer Evo IX) a 4'34.8; 8. Ricci-Pfister (Subaru Impreza N14) a 4'42.0; 9. Hoelbling-Grassi (Fiat Punto S2000) a 5'16.8; 10. Tempestini-Baggio (Ford Fiesta S2000) a 5'25.5; 11. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 R2) a 6'13.5; 12. Bentivogli-Landolfo (Subaru Impreza Spec. C) a 6'14.4; 13. Diana-Mini (Renault New Clio Sport R3C) a 6'16.3; 14. Tempestini-Pulpea (Subaru Impreza R4) a 6'20.7; 15. Nucita-Princiotto (Citroen Ds3) a 6'43.5; 16. Ferrarotti-Fenoli (Renault New Clio Sport R3C) a 7'57.9; 17. Crugnola-Ferrara (Renault Twingo) a 7'58.6; 18. Carella-Riolfo (Peugeot 208 Vti) a 8'29.6; 19. Marchioro-Marchetti (Renault Clio R3) a 8'41.9; 20. Bosca-Aresca (Renault New Clio Sport R3C) a 9'16.2; 21. Andolfi-Casalini (Renault Twingo) a 10'34.9; 22. Brunello-Zanrosso (Ford Fiesta R2B) a 10'45.2; 23. Testa-Pacca (Ford Fiesta R2B) a 10'48.0; 24. Vitalini-Tavecchio (Citroen Ds3) a 10'57.8; 25. Re-Ungaro (Citroen Ds3) a 12'07.6; 26. Capellini-Oberti (Mitsubishi Lancer Evo IX) a 12'20.3; 27. Barbero-Guzzi (Mitsubishi Lancer Evo IX) a 12'21.0.

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