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Sanremo - L’imprevedibile ribaltone del Sanremo arriva quando il Rally sembra ormai incanalato verso un epilogo tutto italiano, e tutto quello che è successo nella prima giornata, compreso quello che non è successo nella temuta ronde notturna, viene spazzato via dai colpi di scena del gran finale di chiusura del Campionato Italiano, ospite di lusso la penultima dell’Europeo.
In programma due giri, ciascuno con tre speciali, da ripetere dunque due volte. Colle Langan, Passo Teglia e Colle d’Oggia. La situazione maturata al termine della prima tappa premia Paolo Andreucci, inizialmente coinvolto esclusivamente nella corsa al Titolo Costruttori, Giandomenico Basso, unico Pilota che riesce, non ostante una non perfetta sintonia con la macchina, a tenere il passo del sette volte Campione Italiano, e Umberto Scandola che, pur avendo perso il contatto con i primi a causa del deterioramento precoce degli pneumatici, resta sul podio e mantiene un buon vantaggio sul francese Bouffier, vittima di una toccata nella terza PS del Rally e quindi in ritardo di oltre un minuto dalla Peugeot di Andreucci.
La vecchia stazione di Sanremo
Si riparte dalla vecchia stazione per l’ultima giornata del Rally e del Campionato Italiano. Le macchine sfilano sul rettilineo che fino a una dozzina di anni fa ospitava i binari, adesso sottoterra, e che oggi è una pista ciclabile. Gli obiettivi sono in generale di consolidare quanto ottenuto il venerdì, secondo una logica di previsione abbastanza semplice che trova conferma nelle prime due speciali. Bouffier, che si è ormai assuefatto all’obbligo di vivere alla… prova speciale, si aggiudica entrambe le frazioni e restituisce sull’asfalto le buone sensazioni d’inizio gara, recuperando morale. Basso spinge per ridurre il ritardo da Andreucci, ma il toscano allunga ancora nella Langan e regola il veneto nella Passo Teglia, dando così una parvenza di ulteriore solidità alla sua posizione in testa al Rally. Contro ogni logica, invece, Umberto Scandola continua a perdere terreno. L’Ufficiale Skoda fora, lascia sull’asfalto oltre quattro minuti e scende dal podio.
I colpi di scena della Colle d’Oggia
Arriva quindi la prima Colle d’Oggia con i suoi colpi di scena. Vince ancora Bouffier. Scandola, che è riuscito a ripartire, scivola ancora indietro e decide di ritirarsi. Il veronese prova anche a sorridere ma è visibilmente contrariato. Molto professionalmente non dice nulla, e con una diplomazia cui non è abituato, non commenta a caldo l’ultima, sfortunata uscita della stagione che l’ha incoronato Campione Italiano. Si limita a confermare, come ha fatto la Squadra, che si è fermato per motivi di sicurezza. Ma non risulta che viaggiasse con una bomba a bordo della sua Fabia, e da due giorni ormai attorno al Team Skoda gli occhi di tutti sono puntati sulle gomme.
Il problema è evidentemente delicato, ed è giusto che Pilota e Team si prendano il tempo necessario per definirne meglio i contorni. Ed ecco la botta grossa, inaspettata, davvero, viene da dire, illogica. Andreucci, che ha cambiato una gomma forata prima della PS, si gira, sbatte contro una pietra miliare e piega un braccetto della sospensione posteriore. Riesce a uscire dalla Speciale, ma con quasi dieci minuti di ritardo. Gara buttata, o quasi. Alla fine del giro i meccanici di Peugeot Sport Italia faranno quasi un miracolo e ricostruiranno l’intero retrotreno della vettura, ma solo per consentire a Paolo di non mancare all’appuntamento con il traguardo, al quale è puntuale ininterrottamente da 55 Rally. Galvanizzato dall’imprevedibile opportunità Basso spinge a fondo, conclude la Speciale alle spalle di Bouffier e si insedia al comando del Rally. Il francese è a venti secondi, Perico sale al terzo posto.
“Andreucci, che ha cambiato una gomma forata prima della PS, si gira, sbatte contro una pietra miliare e piega un braccetto della sospensione posteriore”
Seven seconds
L’ultimo giro è di quelli che fanno alzare in piedi gli spettatori negli stadi. Braccato da Bouffier, che ormai ha completamente “rivisitato” il Rally che solo ventiquattr’ore prima credeva perduto, Basso resiste agli attacchi e passa al contrattacco vincendo l’ultima Langan, ma il francese è implacabile. Al secondo passaggio sulla speciale del Passo Teglia, per un errore di trasmissioni (un sms dai suoi) Basso crede addirittura di essere in vantaggio e alza il piede. Bouffier così gli recupera 13 secondi. L’ultima Speciale diventa un testa a testa senza opzioni tattiche alternative. Basso e Bouffier, separati da sette secondi, affrontano la PS decisiva. Di nuovo un messaggio dal Team. Bouffier ha forato. Questa volta è vero, Giandomenico Basso tiene giù ancora per un attimo, poi si convince e rallenta l’andatura. L’ultima minaccia è svanita, la strada è sgombra, Giandomenico Basso e Mitia Dotta, con la Peugeot 207 S2000 PowerCar, vincono il Rallye Sanremo. Una gara perfetta, e un successo costruito in crescendo con straordinaria determinazione, man mano che Pilota e Macchina raggiungevano, con il miglioramento dell’assetto reciproco, la massima efficacia.
Solo nel finale Basso si ritiene soddisfatto, ma la provvidenziale iniezione di fiducia era arrivata dalla vittoria della seconda Langan. Il trionfo di Basso nella 55ma edizione è una pietra miliare nella storia del Sanremo. Altri tre Piloti soltanto hanno vinto tre volte: Miki Biasion, Gilles Panizzi e Didier Auriol. Esapekka Lappi regala alla non fortunata Skoda il secondo posto, ancor più gradito e bello se si considera che il giovane finlandese era al debutto in Liguria, e l’amante dell’asfalto Alessandro Perico, altra 207 S2000, non certo preparata dal suo coiffeur, conclude ancora una volta al terzo posto. Bryan Bouffier, che ha vinto sei Speciali, deve accontentarsi del quarto posto, e Andreucci, che ne ha vinte due ed è stato in testa per due terzi del Rally, del sesto più la consolazione del settimo Titolo Costruttori ottenuto da Peugeot, che chiude la partita a Sanremo con il sovrabbondante contributo dei punti di Basso e Stefano Albertini, ottimo quinto assoluto.
Si conclude con un Sanremo all’altezza della fama leggendaria la stagione 2013 del Campionato Italiano. Umberto Scandola e Guido d’Amore ne sono i Campioni. A Peugeot va il sesto Tricolore Marche consecutivo, ad Andrea Nucita e Andrea Crugnola i Titoli Produzione e Junior. Scandola ha vinto tre volte, Adriatico, San Marino e Friuli, Andreucci (Sardegna e Targa) e Basso (Ciocco e Sanremo), due volte ciascuno. A Perico è andato il 1000Miglia, e solo Scandola e Andreucci hanno partecipato a tutte le otto prove. Tempo di statistiche e dei primi bilanci, ma presto per proiettare il CIR 2013 nel futuro dei suoi protagonisti, e prestissimo per parlare del Campionato 2014, senza ancora un‘ombra di calendario.
Classifica Assoluta Finale
1.Basso,G. - Dotta,M. (Peugeot 207 S2000) in 2:37'37.3; 2.Lappi,E. - Ferm, J.k. (Skoda Fabia S2000) a 1'43.0; 3.Perico,A. - Carrara,F. (Peugeot 207 S2000) a 1'47.1; 4.Bouffier,B. - Panseri,X. (Peugeot 207 S2000) a 1'52.9; 5.Albertini,S. - Scattolin,S. (Peugeot 207 S2000) a 2'10.4; 6.Andreucci,P. - Andreussi,A. (Peugeot 207 S2000) a 10'01.0; 7.Gasperetti,F. - Ferrari,F. (Renault Megane RS) a 10'35.2; 8.Vittalini,A. - Tavecchio,S. (Citroen Ds3 R3T) a 11'40.2; 9.Tassone,M. - Rosso,M. (Renault Clio R3) a 11'48.8; 10.Gryazin Vasily - Chumak,D. (Ford Fiesta S2000) a 12'26.3; 11.Aigner,A. - Watzl,B. (Subaru Impreza Sti R) a 13'38.5; 12.Cogni,G. - Mazzetti,S. (Peugeot 208 VTI) a 14'13.6; 13.Re,A. - Turatti,G. (Citroen Ds3 R3T) a 14'55.9; 14.Danzinger,H. - Wustenhagen,K. (Renault Clio R3) a 15'03.1; 15.Nucita,A. - Princiotto,G. (Citroen Ds3 R3T) a 15'33.0.