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Dopo Cingoli, il CIR 2013 resta sulla madre terra, e sbarca in Sardegna per un’edizione del Costa Smeralda che si annuncia straordinaria per la carica di significati che rinnova. Non solo per il Campione toscano e per la sua Signora, naturalmente, anche se per Paolo Andreucci e Anna Andreussi è già un’edizione speciale, prima ancora di partire. Vediamo perché.
«Il Rally in Sardegna è molto bello, bellissimo. È una gara completa sotto tutti i punti di vista. Tecnico, di contenuti agonistici elevatissimi e spettacolare, e la concomitanza con la prova italiana del WRC lo rende davvero speciale. Dal punto di vista del CIR, il Costa Smeralda è da considerarsi un Rally configurato in modo particolare, soprattutto per il fatto che per noi ben cinque delle sei prove speciali verranno disputate una sola volta. È come dire che troveremo davanti a noi strada sempre nuova e che non avremo la possibilità di ripetere la prova, il che è un po’ un’anomalia rispetto agli altri Rally del Campionato Italiano».
«Il Costa Smeralda è anche un Rally molto impegnativo, duro. Non solo per la conformazione delle Speciali e per la lunghezza complessiva della prova, ma anche perché si correrà in coda al Mondiale, su piste già “battute” dai Piloti che partecipano al WRC. Questo vuol dire un maggiore stress per le auto e un più alto rischio di forature. Sarà molto importante saper gestire la meccanica e l’utilizzo delle parti, organizzando tatticamente a priori una gara molto accorta».
«Il contesto speciale del territorio, e delle prove cronometrate, alcune delle quali sono delle vere e proprie icone della specialità, contribuirà certamente ad alzare il livello generale della manifestazione. Le PS sono tutte importanti, tutte molto belle. Se devo dare una preferenza, indicherei sullo stesso piano le due speciali più lunghe, quella del Monte Lerno e di Loelle. Saranno certamente quelle che faranno classifica, che definiranno la fisionomia agonistica del Rally».
“Il Costa Smeralda è un Rally molto impegnativo, duro. Non solo per la conformazione delle Speciali e per la lunghezza complessiva della prova, ma anche perché si correrà in coda al Mondiale, su piste già “battute” dai Piloti che partecipano al WRC”
Il Costa Smeralda nella storia agonistica di Paolo Andreucci
«Sono naturalmente molti i ricordi che mi legano al Costa Smeralda. Tutti, direi, molto belli, ad eccezione dell’episodio stridente nel quale sono incappato nell’edizione del 2006. Pur avendo vinto, quell’anno ho corso il rischio di essere squalificato. Dicevano di avermi visto lungo le prove speciali, per ben due giorni al mattino presto, prima della gara. Insistevano che dovevo essere messo fuori gara. Tra l’altro non capivo la gratuità dell’accusa, così esageratamente circostanziata. Per fortuna non ci è voluto troppo tempo a ristabilire la verità. Era successo che avevano creduto di aver visto me e Anna, ma si trattava di un mio caro amico e della sorella di Anna, che erano andati insieme a passeggiare lungo le prove».
Ora, per favore, i ricordi belli, e quello che in certo senso, e inaspettatamente, si ripropone
«Sì, il Costa Smeralda è stato anche l’ultima prova del CIR 2012. Anna ed io ci siamo arrivati già da Campioni Italiani e abbiamo vinto anche l’ultima prova. È stata una magnifica festa per noi e per tutta la Squadra, e una degna cornice per celebrare l’incredibile carriera sportiva della 207 S2000 del Team Peugeot Italia, che andava in “pensione” per lanciare il progetto 208. Un bel ricordo, che si ripropone, sì, in una forma un po’ a sorpresa. Per una volta ancora, una soltanto, infatti, correremo al Costa Smeralda con la 207 e con i colori della sua e della nostra gloria. Io e Anna correremo ancora con la 207, ed è chiaro che è ancora più emozionante partecipare con una 4x4 alla prova sarda del CIR “merged” nel vernissage italiano del WRC».