CIR 2013. Paolo Andreucci e il “briefing” della quinta prova del 2013, il Rally di San Marino!

CIR 2013. Paolo Andreucci e il “briefing” della quinta prova del 2013, il Rally di San Marino!
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Doppio giro di boa, Il CIR si apre alla seconda parte della stagione. Paolo Andreucci, terminato lo “scouting” del San Marino, ce ne parla e… festeggia ancor prima di iniziare un singolare quanto significativo record | <i>P.Batini</i>
13 luglio 2013

Dopo la pausa “Mondiale” in Sardegna, il Campionato Italiano Rally riprende da San Marino per portare e termine la trilogia della Terra iniziata a Cingoli. Il Rally di San Marino, che tra le altre è valido anche per la Coppa Europa FIA, è decisamente un “classico”, ben al di là del “peso” delle quaranta edizioni che ha sulle spalle. Si svolge in un contesto ambientale e storico sontuoso, ed è un “estero” in Italia che vede aumentata la propria caratura di Prova difficile, delicata per molti aspetti e tanto suggestiva quanto può esserlo una corsa sulle tracce di una storia secolare.

La Repubblica che la ospita, l’antica Terra della Libertà, è anfitrione generoso e attento, e ogni più piccolo dettaglio del Progetto trasuda dell’impegno e di quell’attenzione che si riserva a un ospite di particolare riguardo. Lo scorso anno vinse Giandomenico Basso, insieme a Mitia Dotta, e le due precedenti edizioni furono vinte da Paolo Andreucci e Anna Andreussi.

Il “Collezionista”, che torna a bordo della nuova 208 R2 dopo la parentesi-ovation della vittoria in Sardegna, ci parla di una gara sulla carta più difficile delle altre.
«In effetti è così. In generale è un Rally “lento”, molto selettivo per le meccaniche e molto guidato. Il tracciato è più “stretto” rispetto alle edizioni degli anni scorsi, quando lo avevamo vinto. Dal 2010 a quest’anno, infatti, è cambiata la zona, il “set” dove gli organizzatori della Federazione Auto Motoristica Sammarinese ha deciso di mandarlo in scena, che tra l’altro è molto bello. Prima si correva nella zona di Sant’Angelo in Vado, quest’anno si va verso Sant’Agata Feltria, Casteldelci, Rofelle, dove le strade sono più strette e dove si dovrà “guidare” di più».

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Il Rally di San Marino in generale è un Rally “lento”, molto selettivo per le meccaniche e molto guidato. Il tracciato è più “stretto” rispetto alle edizioni degli anni scorsi, quando lo avevamo vinto

 

Che fondi ti spetti di trovare?

«In generali i fondi sono buoni, a parte qualche tratto dove le piste sono più sconnesse e “brutte” e dove, come sempre in questi casi, ci sarà da stare più attenti alle forature».

Il meteo, ti preoccupa?
«Ha “messo” temporale. Un modo di dire niente e di far preoccupare, perché vuol dire che può piovere, ma non è certo, oppure che può piovere solo un una area ristretta. Il rischio, insomma, è quello di partire con una gomma, dura, da asciutto, e trovare bagnato. E con esso la preoccupazione, che fa parte del gioco e che va piuttosto vista come un’attenzione particolare anche per questo parametro».

Le Prove Speciali, Casteldelci, 14,90 KM, Rofelle, 23,15, Sant’Agata Feltria, 10,52 il sabato. Solo la Sestino, per due, la domenica. C’è da preferirne una?
«No, direi che le Speciali sono tutte molto belle. La Rofelle “era” la più bella perché molto lunga, sulla carta. Ma l’hanno ridotta di circa cinque chilometri, per motivi di sicurezza, a causa di una frana. Bisognerà comunque considerare che la gara potrebbe essere “risolta” già alla fine del programma di sabato. Anche se la Sestino, a livello di fondo, è molto bella…».

Qui siamo sempre andati bene. Ho vinto tre volte, e anche se piove comunque mi piace. Mi piace ma adesso, e qui, è un fenomeno che mi tiene sulle spine, perché nel 2006 abbiamo perso questo Rally in un modo clamoroso


L’aneddoto
«Qui siamo sempre andati bene. Ho vinto tre volte, e anche se piove comunque mi piace. Mi piace ma adesso, e qui, è un fenomeno che mi tiene sulle spine, perché nel 2006 abbiamo perso questo Rally in un modo clamoroso. Si è rotto il tergi cristallo e ci siamo fatti 26 chilometri sotto il diluvio senza il “contributo” delle spazzole. Quella volta è stata dura ma, hey, siamo comunque arrivati secondi!».

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Ho deciso di festeggiare i 50 Rally consecutivamente portati a termine, e ho espresso il desiderio che la festa si facesse al Paddock, perché è il momento migliore per riunire tutta la Squadra. Un Record come questo, infatti, non lo ottengono solo il Pilota e il Navigatore

 

Dopo il bagno di Champagne in Sardegna, intanto, prima ancora di partire, festeggi ancora una volta insieme al Team. Dall’inizio della tua “storia” con Peugeot Sport Italia non ti sei fermato per 50 Rally uno in fila all’altro.
«Si, ho deciso di festeggiare i 50 Rally consecutivamente portati a termine, e ho espresso il desiderio che la festa si facesse al Paddock, perché è il momento migliore per riunire tutta la Squadra. Un Record come questo, infatti, non lo ottengono solo il Pilota e il Navigatore. Lo merita e lo conquista tutta la Squadra, e lo consegue la Macchina. Portare a termine, indipendentemente dal risultato (e direi che non ci siamo mai risparmiati) cinquanta corse è sinonimo di affidabilità intesa in senso globale. Nostra, del Team, e del mezzo meccanico. Dei “due” mezzi meccanici, visto che abbiamo iniziato con la 207 Super 2000 e ora corriamo con la nuova 208. È un primato che abbiamo conquistato insieme, dal giorno in cui abbiamo iniziato a lavorare insieme».


Una “serie oro” inizia all’indomani di una giornata nera. Quale è stata?
«2008. Sono rimasto senza freni al Rally del Salento. Ironia della sorte, c’era un cesso…».

Vuoi dire una brutta ragazza?
«… no, dico sul serio, proprio un cesso, un sanitario abbandonato al bordo della pista. Ho rotto un braccetto contro un cesso. Ma dimmi te!».

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