CIR 2013. Costa Smeralda. Paolo Andreucci, Anna Andreussi e Peugeot 207 S2000 Overall

CIR 2013. Costa Smeralda. Paolo Andreucci, Anna Andreussi  e Peugeot 207 S2000 Overall
Pubblicità
Una tantum al volante della 207 4x4, Paolo Andreucci celebra le carriere di Macchina e Pilota nell’unico modo degno, ottenendo una vittoria che profuma di mondiale. Al secondo posto Umberto Scandola (Skoda Fabia), dietro il vuoto | <i>P. Batini</i>
23 giugno 2013

Olbia, 22 Giugno 2013Vi racconto una storia. Bella come una favola, ma vera. Una storia di Rally, ambientata nel CIR, nella quarta prova dell’Italiano disputata in Sardegna in concomitanza con il Mondiale. Hanno iniziato che non erano certo molti, già scremati dai budget introvabili e dalle motivazioni in calo obbligato, e hanno finito in pochi. Ma alla fine il Costa Smeralda ha selezionato la crema della specialità italiana, e grazie a Paolo Andreucci l’Italiano, pur tenuto a distanza, quasi con scandalosa prepotenza, ha trovato in Sardegna il suo posto di diritto, almeno virtuale, nel… mondiale. 


Paolo Andreucci ha conquistato e vinto il suo settimo Costa Smeralda, come nel 2006quando pretendevano ingiustamente di farlo fuori per uno scambio di persona o come lo scorso anno quando, parrucche tricolori, il modo migliore per celebrare il settimo Titolo era stato vincere anche il Rally in Sardegna. Senza soluzione di continuità, l’onda originale degli exploit del Piota toscano continua ripescando dalla storia trionfale della carriera una macchina con una reputazione e ottiene un nuovo successo prestigioso. Con Anna Andreussi, compagna nella vita e nell’abitacolo della Peugeot 207 S2000 non a caso tricolore, Andreucci ha vinto un Rally importante e lanciato una singolare sfida a distanza. Vincendo, il Pilota ha centrato l’obiettivo e riavvicinato, almeno idealmente, i due mondi centrifugati dalla follia politica dello sport, che invece di unire i suoi attori si diletta a scrivere le regole della loro separazione. 

 

Se Sebastien Ogier, vincitore del Rally d’Italia Sardegna avesse potuto, sono sicuro che avrebbe stretto la mano all’intramontabile mito italiano complimentandosi per la sua bravura. La trentaduesima edizione del Costa Smeralda ha detto, offrendoci ad un pizzico di retorica, anche questo, ma è un fatto concreto e incontrovertibile che quest’anno, in Sardegna, Paolo Andreucci e Signora non hanno firmato una pratica, bensì autografato un Rally.

 

La storia la conoscete. A metà della stagione del CIR arriva il Costa Smeralda, appuntamento con una delle più belle gare su terra e con la prova italiana del Mondiale WRC. In casa Peugeot Sport Italia sognano, pianificano e decidono, in automatica e scontata sintonia con i desideri del loro Pilota ufficiale, di lasciare la nuova 208 in garage, di togliere il telo anti polvere alla 207 campione d’Italia 2012, e di schierare il binomio tricolore al più importante appuntamento mediatico che la specialità abbia in calendario nel nostro Paese. Facile entusiasmo a parte, e a ben pensarci, se la storia non fosse andata come invece è finita, poteva essere un fiasco su tutta la linea. La “vecchia”, gloriosa macchina celebrata con una sconfitta, il “Vecchio” Pilota non più in grado di tenere il passo, la presunzione degli ex, insomma un’inutile pillola di gerovital. Nelle mani di Andreucci la riuscita dell’impresa, con una prospettiva digitale. Brindare a champagne o ingoiare fiele.


Per questo allo shake down del Monte Pinu, prima, isolata fatica del Costa Smeralda, ci si era andati con un minimo di trepidazione, e così alla Monte Lerno, prima Speciale dell’Italiano in Sardegna il pomeriggio successivo. Lo shake down era finito con una ruota disintegrata (e già i regolamenti ne avevano tolte due al diritto naturale del Pilota), ma la Monte Lerno aveva aperto il concerto con un acuto. La prima di cinque fatiche finiva con una vittoria e con un autentico distacco. Era fatta. O meglio, si poteva fare. Bastava non sbagliare e finire in una scarpata. Ma, anche lì, la storia di oltre cinquanta gare portate a termine consecutivamente dal Pilota era una polizza casco.


Facciamola breve. Andreucci ha vinto quattro delle cinque prove speciali disputate, è stato, come Ogier dall’altra parte, in testa dall’inizio alla fine del Rally, e il suo vantaggio sul secondo classificato, Umberto Scandola, è stato netto e mai insidiato seriamente. Non bastasse, il confronto con il Mondiale, seppure un po’ forzato nelle circostanze, porta altra acqua al mulino agli argomenti forti della bella storia. Il riferimento lontano, sin dalla prima speciale, è stato Robert Kubica, vincitore del WRC2 in Sardegna. I tempi parlano una lingua abbastanza chiara, e dicono che nelle mani di Paolo Andreucci c’è, e siamo “generosi”, sicuramente la top ten del Mondiale. Fine della storia, ma non dell’avventura.


Il secondo di cui si accenna, è Umberto Scandola, il veronese che si è trovato nella difficilissima posizione di bilanciarsi tra l’istinto e la ragione, tra la performance del giorno e il risultato di fine stagione, a cui punta con solidità di argomenti. Scandola, secondo sul podio di Olbia con la Fabia S2000 di Skoda Italia Motorsport, ha vinto la Speciale di mezzo, la terza, ed è stato il solo Pilota in grado di mantenere il contatto con il vincitore. Scandola e Guido d’Amore hanno disputato un Rally eccellente, che conferma le aspirazioni a lungo termine del binomio e ne avvicina l’obiettivo. Insieme ad Andreucci, Scandola entra di diritto nel confronto con la levatura del Mondiale, e ne partecipa agli utili, dimostrando che l’Italiano è un affare privato tra i due Campioni che in Sardegna hanno fatto il vuoto alle loro spalle.


A meno che, sin dal prossimo appuntamento di San Marino, Alessandro Perico non riesca a riscattare la sfortunata trasferta in Sardegna. Il bergamasco resta al secondo posto dell’Italiano, anche se Andreucci è adesso più vicino, e comunque in Sardegna meritava certo qualcosa di più dell’ottavo posto. Difficile credere a un Perico soddisfatto, ma facile pronosticare un ritorno ad un livello più pertinente alla capacità del Pilota. Complimenti all’equipaggio composto da Valter Pierangioli  e Chiara Bioletti, che ha vinto il Trofeo Terra portando la Mitsubishi Lancer Evo IX al terzo posto assoluto.

Classifica Assoluta

1. P.Andreucci-A.Andreussi (Peugeot 207 S2000) in 1:27'54.5; 2.U.Scandola-G.D'Amore(Skoda Fabia S2000)a 52.2;3. V.Pierangioli-C.Bioletti(Mitsubishi Lancer Evo IX)a 11'45.9;4.N.Marchioro-M.Marchetti ( Renault Clio) a 12'11.4 ;M.Tonso-S.Stefanelli(Ford Fiesta) a;5.G.Pozzo-A.Contini( Mitsubishi Lancer Evo IX) a ;6. F.Gianfico- R.Tolino(Mitsuibishi Lancer Evo IX)a 12'59.0; 7. G.Pozzo-A. Contini (Mitsubishi Lancer Evo IX) a 13'05.6; G.Costenaro-J.Bardini(Peugeot 207 S2000)a 12'36.6; 8.A.Perico-F.Carrara(Peugeot 207 S2000)a 13'18.7;9. M. Brunello-L.Zanrosso (Ford Fiesta)a 18'27.9 ;10.M.Murtas-m. Demontis(Citroen Saxo VTS)a 21'35.2

Classifiche dopo il 32° Rally Costa Smeralda

Classifica Cir Assoluta: 1. U.Scandola (Skoda Fabia S2000)49; 2. A.Perico (Peugeot 207 S2000) 37; 3. P.Andreucci (Peugeot 208 S2000) 35; 4. A.Bosca (Renault Clio R3)18; 5. G.Basso (Peugeot 207 S2000) 15

 

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Ultime da Campionato Italiano Rally

Pubblicità
Caricamento commenti...