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Difficile, alla vigilia, pronosticare un epilogo tanto “tirato”. Ma il Rally 1000 Miglia non è nuovo a “offerte” spettacolari di questo tipo. “Mixed feelings” all’arrivo della prima tappa. Alessandro Perico, primo, era visibilmente un po’ nervoso, a causa della penalizzazione di dieci secondi che riteneva non giusta, ma contento di essere non ostante questo in testa. Umberto Scandola, secondo, era felice di aver ritrovato l’equilibrio tecnico che gli restituiva la competitività annunciata, ma contrariato per aver dovuto lasciare la leadership provvisoria a causa di una “foratura” nell’ultima Prova Speciale.
Di fronte alle ultime due PS, l’atteggiamento dei due piloti era indecifrabile, derivante dal fatto che nessuno dei due poteva fare progetti precisi per l’ultima, corta e micidiale prova del 1000 Miglia, ancora dipinta di neve non ostante l’irrompere della bella stagione.
Al primo passaggio Scandola torna alla vittoria e recupera metà dei venti secondi che lo separano dalla testa della Rally. Perico, che su questa strada stretta, sporca e cattiva ha già vinto in passato, è andato “troppo” piano. La tensione di quei venti secondi ripensati troppe volte, e quella strada pur conosciuta ma devastata dall’inverno, hanno aperto una breccia nell’armatura di tranquillità del Pilota e la ciambella è venuta senza il buco. A calmare i “nervi” del Pilota interviene la sollecitazione del navigatore, Fabrizio Carrara.
Dieci secondi, tanti ne restano da recuperare a Scandola, e un’ultima possibilità, l’ultima del Rally, ancora al Passo del Cavallino.
Scandola non si tira certo indietro. Ci prova, spinge e centra il quinto successo personale in questo 1000 Miglia, contando anche la prova spettacolo sul circuito di Franciacorta. All’uscita della Speciale lo sguardo del Pilota e del Navigatore, Guido D’Amore, vola verso il tabellone dei cronometristi, che emette il verdetto: Scandola ha vinto anche l’ultimo strappo, ma Perico è il vincitore della 37ma edizione del 1000 Miglia. Quattro secondi e quattro decimi soltanto separano la Fabia dalla 207 del vincitore. Se non è un arrivo al fotofinish questo…
“Al primo passaggio Scandola torna alla vittoria e recupera metà dei venti secondi che lo separano dalla testa della Rally”
L’ultima Speciale del Rally fissa un grande risultato per il Pilota bergamasco, che aveva vinto una sola volta nell’Italiano, nel 2005, e che scrive il proprio nome per la prima volta sull’albo d’oro del Rally organizzato impeccabilmente dall’Automobile Club Brescia. Anche Perico ha avuto la sua dose di “negatività”, riconducibile essenzialmente a quei dieci secondi pagati per una partenza anticipata, per fortuna non decisivi ai fini del risultato finale. Lo stesso non può dire Scandola che, protagonista assoluto, ha ceduto con l’onore delle armi per una bucatura nel corso dell’ultima Speciale della prima tappa.
“da una parte la vittoria da nuova “birra” al lavoro di Perico, soprattutto ora che il bergamasco è il nuovo leader del C.I.R., e dall’altra la sconfitta maturata in queste condizioni resta per Scandola un’importante iniezione di fiducia nella competitività del “pacchetto” Pilota-Macchina-Gomme”
Naturalmente, da una parte la vittoria da nuova “birra” al lavoro di Perico, soprattutto ora che il bergamasco è il nuovo leader del C.I.R., e dall’altra la sconfitta maturata in queste condizioni resta per Scandola un’importante iniezione di fiducia nella competitività del “pacchetto” Pilota-Macchina-Gomme. Con il ritiro di Basso, vincitore al Ciocco, l’equipaggio Skoda Italia sale al secondo posto nella graduatoria del Campionato, e ora l’attende la favorevole prova su terra del Rally Adriatico.
“Menzione speciale” per il terzo posto ottenuto con una 207 S2000 da Emanuele Zecchin, che probabilmente non rivedremo più all’Italiano di quest’anno, e giù il cappello di fronte ad Andrea Bosca, che ha riempito il bagagliaio della Clio R3 con un “bottino” significativo: il quarto posto assoluto, il successo nella categoria Produzione, la vittoria nel Trofeo riservato alle piccole (ma performanti) vetture Renault e, last but not least, il terzo posto nella provvisoria del Campionato Italiano Rally.
C’è chi resta sorpreso dal risultato ottenuto dal Campione Italiano in carica, che corre con la 208 a due ruote motrici e che non potrà quindi difendere il settimo Titolo, e chi dice che Paolo Andreucci ha semplicemente “fatto il suo”. Mettiamoci d’accordo. Di sicuro il sesto posto assoluto (e per una speciale il quinto) è un risultato che parla da solo, e la vittoria di classe quantifica ulteriormente il dato.
“Rally particolarmente impegnativo, difficile e delicato. Speciali molto varie, con altrettante variabili di asfalto, conformazione e meteo. Gara combattuta e incerta fino all’ultima delle nove Speciali, e come abbiamo già detto, davvero densa di colpi di scena”
Se poi, come ha “osato” dire qualcuno, Andreucci e Signora “potevano” aspirare al podio del 1000 Miglia, è chiaro che nell’esagerazione c’è la stima per la bravura del Pilota e la constatazione che questa edizione del 1000 Miglia è stata particolarmente incerta e sorprendente. In definitiva, volendo quantificare il valore del “manico”, ecco, prendiamo il terzo posto assoluto ottenuto nell’ultima PS del sabato, con le gomme da asciutto sull’improvviso bagnato e, come direbbe Forrest Gump, non ho altro da aggiungere.
Rally particolarmente impegnativo, difficile e delicato. Speciali molto varie, con altrettante variabili di asfalto, conformazione e meteo. Gara combattuta e incerta fino all’ultima delle nove Speciali, e come abbiamo già detto, davvero densa di colpi di scena. Ricordiamo i ritiri di Basso, “ex” Leader dell’Italiano dopo la vittoria del Ciocco, di Carella che cede a Grugnola lo scettro provvisorio della Junior, e soprattutto di Stefano Albertini che, sulle montagne di casa sua e ad un passo dalla vetta del Rally, ha rovinato tutto con il finale disastroso di Sabato e il definitivo forfait del Cavallino.
Classifica Assoluta Finale:
1. Perico-Carrara (Peugeot 207) in 1:52'02.6; 2. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia) a 4.4; 3. Zecchin-Vettoretti (Peugeot 207) a 3'54.7; 4. Bosca-Aresca (Renault New Clio) a 4'14.2; 5. Ferrarotti-Fenoli (Renault New Clio) a 4'31.7; 6. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208) a 4'43.1; 7. Gasperetti-Ferrari (Renault New Clio) a 4'52.0; 8. Nucita-Princiotto (Citroen Ds3) a 5'26.1; 9. Vittalini-Tavecchio (Citroen Ds3) a 5'45.3; 10. Tosini-Peroglio (Renault New Clio) a 5'48.2