Andreucci: «Provare a cercare la vittoria? Non andiamo al San Marino per fare del turismo»

Andreucci: «Provare a cercare la vittoria? Non andiamo al San Marino per fare del turismo»
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Bellissime prove, come la grandissima affermazione al Targa Florio, e colpi a vuoto che, seppure inevitabili quando il “materiale” è nuovo, aprono qualche breccia nella tranquillità olimpica del Campione. Il Briefing | <i>P. Batini</i>
4 luglio 2014

Bellissime prove, come la grandissima affermazione al Targa Florio, e colpi a vuoto che, seppure inevitabili quando il “materiale” è nuovo, aprono qualche breccia nella tranquillità olimpica di Paolo Andreucci.

Tutto pronto per il San Marino. Tutti pronti per il San Marino? Indubbiamente sì, ma pronti a cosa?
«Il San Marino di quest’anno sarà un’edizione che potremmo definire delle incognite. Noi siamo pronti, il Team come sempre ha fatto un gran lavoro e la nuova Turbo 16 non manca di ringraziare per l’impegno la Squadra che la fa crescere. Io ringrazio Team e Macchina. Siamo pronti, ma quest’anno il Rally si presenta un po’ più criptato del solito. La ricognizione della Prove Speciali ha rivelato che in taluni casi ci troveremo di fronte alle conosciute sagre di curve, ma anche a “strade” le cui condizioni di fondo sono peggiori degli scorsi anni. Noi, Anna ed io puntiamo naturalmente a tradurre il rebus in qualcosa di buono. E intanto contiamo fermamente che la gara non ci presenterà gli episodi rocamboleschi ed extra sportivi che abbiamo vissuto in Sardegna».


Ti disturba che abbiano cambiato il percorso, cancellando la PS Sestino e reintroducendo la Rofelle, per gli ormai “soliti” problemi di natura economica?
«No, quello no. Hanno cambiato parte del percorso, ma questo fa parte del gioco e non rappresenta realmente qualcosa di nuovo, se non forse per il fondo inaspettatamente più brutto. Io non mi preoccupo per queste cose, devo semmai riconoscere e far notare che in casi come questi a soffrire un po’ di più è certamente e prima di tutto la meccanica».

Siamo pronti, ma quest’anno il Rally si presenta un po’ più criptato del solito. La ricognizione della Prove Speciali ha rivelato che in taluni casi ci troveremo di fronte alle conosciute sagre di curve, ma anche a “strade” le cui condizioni di fondo sono peggiori degli scorsi anni


Sarai contento dei passi avanti fatti sullo sviluppo della pur sempre nuova T16…
«Certamente, continuiamo a fare passi avanti. Oltre al “test” delle gare, che ha già messo in evidenza il potenziale della nuova R5 abbiamo effettuato un test specifico che lo ha dimostrato chiaramente e che “certifica” gli step di progressione. Logicamente in questo caso si tratta principalmente di interventi per adattare la macchina al genere di fondi che troveremo, e sono passi che avranno fatto sicuramente anche gli altri. Si tratterà di vedere chi avrà lavorato meglio».


Cosa ti preoccupa di più di questo Rally? Una Speciale in particolare?
«Le strade sono tutte molto tortuose, e forse la prima prova speciale è quella con il fondo più deteriorato. È peggiorata rispetto agi anni scorsi e sono venuti fuori ancora più sassi. E sassi, lo sappiamo, vuol dire incognita forature».


Che dire della spettacolare prova cittadina?
«Bisognerà tenere ben d’occhio anche la prova su asfalto, certo. È la prova sulla quale l’anno scorso Scandola ha fatto la differenza, e sul risultato della quale ha costruito il successo nel Rally. Bisognerà vedere se Umberto conserverà il vantaggio dello scorso anno, o se anche gli altri si saranno preparati di più su questo genere di prove. Sulla carta, resta il fatto che l’uomo da battere su quella prova è ancora lui».

Continuiamo a fare passi avanti. Oltre al “test” delle gare, che ha già messo in evidenza il potenziale della nuova R5 abbiamo effettuato un test specifico che lo ha dimostrato chiaramente e che “certifica” gli step di progressione


Giovani seguiti e… abbandonati, vedi Nucita. Voi non solo li seguite ma addirittura li promuovete, vedi Albertini e Mazzetti di nuovo sulla 207 Super 2000. Sei contento?
«Sono molto contento, ma non sono io a promuovere. È il Team che ha scelto pilota e navigatrice e che, in Sardegna e anche a San Marino, ha dato loro la possibilità di mettersi maggiormente in luce con la 207. E d’altra parte Stefano ha certamente meritato la “promozione”. Ha fatto delle belle gare ed è stato bravissimo in Sardegna».


Da dove uscirà il risultato del San Marino, secondo te?
«Il San Marino è sempre stato un Rally dai distacchi molto ravvicinati. È del tutto probabile, quindi, che anche stavolta le differenze siano minime e la classifica molto corta. È un Rally molto tirato e nel quale bisogna mettere in campo tutta l’abilità e l’esperienza, senza risparmiarsi».


Vuoi dire che è l’occasione per “tirare fuori” e proiettare nel Rally tutta la tua classe?
«Eh, Eh. Guarda, speriamo. Noi sicuramente ci proviamo ancora una volta, su questo non si discute neanche, e non andiamo certamente nella Repubblica per fare del turismo!»

Niente da dire, fugato ogni eventuale dubbio: è “carico”!

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