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Cividale del Friuli, 30 Agosto. Naturalmente non ci possono essere né dubbi, né “crepe” nel bilancio di Paolo Andreucci e di Anna Andreussi relativamente alla vittoria ottenuta al 50° Friuli. Un risultato così “pieno” lascia ben poco spazio anche a una qualsiasi, piccola perplessità. Più che di un bilancio della gara, che parla da sola, è interessante considerare il bilancio di crescita della macchina, che ha esordito al Ciocco e che, a due gare dalla fine del Campionato Italiano, è allineata agli obiettivi più rosei che un programma potesse mettere in preventivo. È il lato “pesante” della vittoria di Paolo & Anna, e di Peugeot Italia.
Come è andata?
«Alla grande, sono ancora in tuta, puzzo di champagne e non ho ancora avuto il tempo di riordinare metodicamente le idee. Per adesso c’è solo spazio per la contentezza. È stata una gara molto bella. Abbiamo fatto qualche modifica alla macchina, che si è rivelata molto positiva, e con la pop-off i problemi che avevamo prima d’ora sono spariti. Questa, se vogliamo, è la cosa più importante. Abbiamo fatto anche qualche modifica di assetto, ma senza stravolgere le geometrie di base che già funzionavano bene, e abbiamo sfruttato bene il lavoro di Pirelli, che anche in questo caso è andata avanti con l'evoluzione dei suoi già molto performanti pneumatici. Per cui siamo contenti, del risultato ovviamente ma anche del progresso decretato dal grande lavoro della squadra».
Step di sviluppo decisivi, dunque?
«Diciamo che per quanto riguarda il motore, sì, lo step è stato decisivo. Per la semplice ragione che in Friuli non abbiamo avuto nessun problema, cosa che non si può dire delle altre gare sin qui disputate. In questo senso lo step è davvero decisivo».
Consideri, dal punto di vista evolutivo, la macchina “finita” o “sgrossata?
«Sì. Esatto, direi “sgrossata”. È chiaro che si può e si deve sempre migliorare. Anche solo “qualcosina”, ma si va sempre avanti. Però, diciamo che da ora in poi si tratta di piccolezze, di rifiniture, di adattamenti che si rendono necessari per ogni singola gara».
“Abbiamo fatto qualche modifica alla macchina, che si è rivelata molto positiva, e con la pop-off i problemi che avevamo prima d’ora sono spariti. Questa, se vogliamo, è la cosa più importante”
Dal punto di vista della gara, ti sei accorto subito che non ce n’era per nessuno?
«Guarda, siamo partiti forte. E già dai primi due tempi registrati ci siamo resi conto che le cose erano cambiate, che eravamo andati avanti e che potevamo sfruttare l’occasione per vedere sin dove eravamo stati proiettati dallo sviluppo della macchina. Abbiamo continuato a “tirare” in alcune speciali, in altre siamo andati relativamente più piano, ma sempre… forte, e abbiamo ottenuto ancora delle vittorie e dei tempi molto soddisfacenti. Nella giornata finale siamo ripartiti ancora più forte, con l’idea di allargare il divario con gli inseguitori, a Scandola soprattutto, e il cronometro ci ha dato ragione ancora una volta. Così è andata».
Credi che Scandola abbia “ceduto”?
«No, Umberto va forte e sa come andare forte. Diciamo che non si è accontentato di come stava girando la giornata e ha voluto spingere per mantenere la seconda posizione. Ha tirato, insomma, solo che ha toccato ed è finito quinto. Cose che capitano».
Dal punto di vista del Campionato cosa significa questa vittoria?
«Anche qui, si tratta di indicazioni che vanno viste soprattutto alla luce del grande passo in avanti fatto dalla 208 T16. Abbiamo avuto fiducia nella macchina, abbiamo lavorato, tanto e, evidentemente, bene, e il risultato ha messo in evidenza questo fatto. Direi che è molto più importante del pur esaltante avvenimento di esserci proiettati di nuovo e decisamente in corsa per il successo finale in Campionato. Vedi la pop-off. A volte andava, altre meno, altre ancora smetteva di “lavorare” del tutto, ed ecco che adesso lavora. Sai, poter avere la garanzia di avere tutta la coppia del tubo, o non avercela sempre, o addirittura mai, è chiaro che fa una bella differenza. Soprattutto in termini di fiducia, come si dice, nei propri mezzi. Questo sì che è un significato!».
“Umberto va forte e sa come andare forte. Diciamo che non si è accontentato di come stava girando la giornata e ha voluto spingere per mantenere la seconda posizione. Ha tirato, insomma, solo che ha toccato ed è finito quinto. Cose che capitano”
Non si tornerebbe più indietro verso una Super 2000?
«No, no. Ormai siamo su un altro pianeta. Oddio, non è che la Super 2000 si possa ancora dire finita. Guardiamo Scandola, che sta facendo delle belle gare e va forte, e continua a “staccare” dei tempi di tutto rispetto. In Friuli Umberto aveva la macchina ufficiale dei “ceki”, quella che attualmente nell’Europeo riesce a stare ancora davanti alle nostre R5».
E nell’ultimo giro, domanda pleonastica, hai tirato i remi in barca?
«Beh, sì. D’altronde che devi fare? Ti trovi con 45 secondi di vantaggio e, a quel punto, andare a correre dei rischi è gratuito e non sarebbe certo la cosa più intelligente da fare. È evidente».
Basso si è complimentato con te. Anche lui, però, ha fatto una bella gara…
«Sì, senz’altro, Giandomenico ha fatto una bella corsa. È partito con alcuni problemi, non si è dato per vinto e non ha mollato, li ha risolti ed è andato all’attacco di Scandola. È stato bravo e merita ampiamente il… secondo posto».
E questa storia del giudizio sul “caso Scadola” che tarda, che ti fa pensare?
«Più che farmi pensare è una faccenda che mi fa aspettare, ma senza… pensare. So che nei prossimi giorni dovremmo poter conoscere le motivazioni del loro appello. Certo, è vero che il Campionato pende anche da questa decisione, e non è bello dover aspettare. Il problema è che probabilmente i giudici avranno da considerare un sacco di dettagli e di cose che neanche noi sappiamo, e che vorremmo sapere quanto prima. Tra i cavilli possibili e il fatto che non si tratta della CSAI ma del tribunale sportivo di San Marino, vai a sapere cosa può succedere. Ma qui siamo, ed è inutile starci a pensare. Il pensiero resta concentrato sulle prossime gare, una ad una».
In sintesi?
«È andata molto bene. La 208 è molto competitiva e lo ha dimostrato. Abbiamo messo a posto la valvola popoff e fatto un salto in avanti. La base della macchina era già molto, molto buona, e adesso abbiamo una macchina che va incondizionatamente forte. In Friuli ne abbiamo avuto la dimostrazione, e dal canto nostro, abbiamo potuto dimostrare che ha un potenziale elevatissimo. Le Pirelli sono andate in maniera eccezionale. Noi non abbiamo commesso errori, siamo stati bravi a tenere un buon passo. Abbiamo un pacchetto vincente. Alla 208 T16 bastava far chilometri per venite fuori. E così è stato».