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Paolo, fino a metà agosto non si era ancora sicuri che la 97ma edizione della Targa Florio si facesse. Poi è andato tutto bene. Sei contento anche tu, naturalmente. Paolo Andreucci. Eccome! La Targa Florio è una delle gare più famose che abbiamo, se non la più famosa, con una tradizione impareggiabile, ed è una bella cosa che si sia riusciti a portarla al via anche quest’anno. È bene che ACI Sport si sia impegnata in prima persona per dare continuazione a una tradizione molto bella e affascinante.
Una gara alla quale sei molto affezionato…
«Sì, sì ed è una cosa che mi fa molto piacere. L’anno scorso, però, è stata la gara peggiore della stagione e, forse, della storia del quadrinomio Andreucci-Andreussi-Peugeot-Pirelli. Avevamo dei problemi che non siamo riusciti a risolvere, e non siamo potuto ripetere il successo dell’anno precedente. Quest’anno contiamo di fare certamente meglio, e le premesse ci sono. L’obiettivo non è tuttavia quello di vincere, ma in questo caso di portare altri punti alla classifica dei Costruttori, che vede Peugeot in testa. Certo, se poi l’obiettivo di conquistare dei punti e quello di vincere dovessero andare a braccetto, tanto meglio».
Della Targa Florio tu sei anche il Recordman, con sei vittorie ottenute tra il 1997 e il 2011. Ma parliamo delle caratteristiche della corsa, per favore.
«Il Targa è una gara su strade piuttosto veloci, ma anche abbastanza viscide. Il terreno è scivoloso e per questo motivo il Rally diventa sempre difficile. Le caratteristiche delle strade sono tali per cui si ottiene una corsa che impegna molto il Pilota. Per la Targa Florio, insomma, ci vogliono Piloti di buona qualità, come del resto sono buona parte dei siciliani, vedi Riolo che ha vinto tre volte, e naturalmente sono avvantaggiati quelli che conoscono di più questa gara. È un Rally che bisogna affrontare con estrema attenzione, perché il grip è sempre precario, e la situazione si fa ancora più delicata per i molti cambi di aderenza che si incontrano. Il percorso è bello. C’è una parte di tracciati classici, ed una parte più nuova che si preannuncia ugualmente interessante».
“Il Targa è una gara su strade piuttosto veloci, ma anche abbastanza viscide. Il terreno è scivoloso e per questo motivo il Rally diventa sempre difficile. Le caratteristiche delle strade sono tali per cui si ottiene una corsa che impegna molto il Pilota”
Una di queste Prove è piuttosto caratteristica, tanto da assomigliare un po’ a una gara in salita…
«Oddio, diciamo che la prova che arriva sulle Madonie è per me la meno bella, anche se resta pur sempre impegnativa e interessante. Dal mio punto di vista la Piano di Battaglia è la meno “rallystica”. A parte la prima parte che è in piano o in discesa, la PS si sviluppa poi su dei veloci “tornantoni” in salita, che richiedono una guida molto precisa e senza sbavature, soprattutto nell’inserimento e nella scelta definitiva della traiettoria, per finire su un tratto velocissimo. Sì, assomiglia molto a una gara in salita, e direi che preferisco PS come la Targa, o la Polizzi, più specialistiche e coerenti con la specialità».
Sentito com’è andata l’anno scorso, direi che l’aneddoto contrario è già raccontato. Parliamo di cose belle, invece.
«La Targa Florio non si racconta con degli aneddoti, perché per noi è una Storia, una lunga e bellissima storia. Alla Targa sono legato certamente per le sei vittorie che ho ottenuto, ma il legame con la gara siciliana deriva soprattutto dall’ambientazione e dal contesto generale. In Sicilia siamo venuti molte volte, e abbiamo molti amici, ai quali siamo legati ormai da tantissimo tempo».
“La Targa Florio non si racconta con degli aneddoti, perché per noi è una Storia, una lunga e bellissima storia. Alla Targa sono legato certamente per le sei vittorie che ho ottenuto, ma il legame con la gara siciliana deriva soprattutto dall’ambientazione e dal contesto generale”
E veniamo alla “sorpresa” Super 2000. C’è qualcosa che t’impensierisce, questa volta, nel fatto che torni con il tuo “vecchio” cavallo di battaglia?
«È chiaro che per guidare al massimo la nostra Super 2000 un po’ di adattamento ci vuole. Però onestamente non credo di avere dei problemi. Sai, ci ho corso talmente tanto che credo che sarà solo questione di fare qualche chilometro per ritrovarla».
In Sardegna, la Super 2000 era uno spot, un episodio bello, libero e proiettato verso il massimo successo. In Sicilia, invece, vai a correre una gara che ami allo stesso modo, ma con uno scopo più “ragionato”…
«Sai, come si dice da noi, la fame vien mangiando. All’inizio dell’anno avevamo come obiettivo lo sviluppo della 208 R2. Niente di più e nient’altro. Poi, grazie alle mie performance, alla vittoria in Sardegna, ma anche grazie a Perico, a Basso, che hanno portato un importante contributo di punti rilanciando Peugeot nella corsa al Titolo dei Costruttori, ci troviamo ora nella condizione di poter puntare a un risultato di prestigio. Il merito è di tutti quelli che hanno avuto fiducia nella macchina. È un’auto sempre valida e performante, in mano a qualunque cliente sportivo, e questo è il vero punto di forza di Peugeot».