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Diciamo subito cosa esprime, sulla carta, il Rally Italia Sardegna di quest’anno
«L’Italia Sardegna esprime un sacco di sensazioni, intanto. In ordine sparso. È la prima gara su terra per la nostra macchina, l’unica occasione di contatto e di confronto, seppure parziale, tra i Mondi del CIR e del WRC. È un Rally che ha cambiato e che si presenta con una veste rinnovata. Una prova che è sempre stata spettacolare e, di pari passo, impegnativa. Un Rally che abbiamo nel cuore… sette volte. Un rally che quest’anno si presenta ancora più duro e che introduce delle novità di rilievo.
Per esempio?
«Per esempio la dinamica del programma, con il baricentro a Alghero e la prima prova speciale, il Super Stage, a Cagliari, in città. La carovana attraversa tutta l’Isola, e lo fa una seconda volta al ritorno. Ma più ancora, sempre per esempio, suscita sensazione la prova speciale “lunga”…
Già, questa Monte Lerno che è stata al centro di un grande interesse, e anche di un “dibattito”. Perché, secondo te? Pensi anche tu che…
«C’è poco da pensare. Basta ricordare cos’è la prova del Monte Lerno, quello che evoca, soffermarsi un solo attimo sulla sua configurazione di quest’anno, e tutto appare in modo più chiaro. 60, dico “SESSANTA”, chilometri. Tutti in una sola volta, tutti d’un fiato e… con il fiato certamente sospeso».
Una “bestia nera?
«Certamente può essere la prova che fa la differenza, e che tiene il Rally pesantemente in sospeso fino alla fine della sua seconda effettuazione. Sono in gioco, oltre alle performance, anche l’affidabilità della macchina e la “tenuta” dell’Equipaggio. Sono una cinquantina di minuti di percorrenza, dentro un abitacolo nel quale la temperatura può andare ben oltre, visto anche il meteo eccezionalmente favorevole in Sardegna, i quaranta gradi. Sessanta chilometri, cinquanta minuti, quaranta gradi. Se non è un’equazione difficile questa!»
“60, dico “SESSANTA”, chilometri. Tutti in una sola volta, tutti d’un fiato e… con il fiato certamente sospeso”
In Sardegna bisogna sempre stare attenti. “Rocce & Sassi” citano i manuali di sopravvivenza…
«L’equazione si complica ulteriormente. Ricapitolando: è la prima gara su terra che facciamo con la nuova macchina, per cui dobbiamo ancora conoscere i valori tecnici in campo. Poi, la gara è sempre difficile, appunto, e quest’anno sembrebbe esserlo ancora di più. Dopo aver effettuato le ricognizioni, scopriamo che le strade, pardon, le piste sembrano più sconnesse degli anni scorsi. Ancora: le PS tutte diverse rispetto al passato. E poi la grande incognita, la Monte Lerno, la PS “Lunga”! Tutto diventa più difficile, per i sassi, per l’immancabile polvere. Tutto sotto esame, dalla meccanica agli assetti, e sotto esame anche tutti noi. Grande attesa!»
Sulla “strada” la 208 T16 ha raggiunto la competitività assoluta vincendo al terzo tentativo il Targa. Adesso è la prima volta della terra. Qualche indicazione dai test?
«Per il “Binomio”, anzi il “Trinomio” Andreucci-Andreucci- 208 T16 è una prima assoluta. È la prima volta, infatti, che scendiamo sulla terra con la nuova Peugeot R5. Ufficialmente, e anche ufficiosamente, visto che siamo riusciti a svolgere solo una piccola sessione di test durante la settimana scorsa, è un vero e proprio debutto. Il test è andato bene, siamo soddisfatti. Prendiamolo comunque solo come una piccola indicazione. Il resto n(o quasi tutto) lo vedremo, ormai, in gara. Personalmente sono abbastanza collaudato alle piste sarde, mi piace l’Isola e il suo territorio, specialmente… quello che passa sotto la mie ruote. Le piste in terra in Sardegna sono sempre qualcosa di speciale, e io mi ci trovo sempre, direi, bene. Il fatto di aver vinto sette volte questo Rally ne è una prova, e la vittoria ottenuta lo scorso anno con l’uscita estemporanea 207 S2000 è stata veramente spettacolare e appassionante. Ma bando alle ciance, adesso si gira pagina e ci si concentra sulla nuova avventura 208 R5 + Terra, con tutto il carico di tensioni, per fortuna già adesso abbondantemente positive».