Castelnuovo Garfagnana - E' un Andreucci al "peperoncino" quello che viene fuori nel corso della nostra chiacchierata quando si tocca l'argomento spettacolo nei rally.
Il sette volte Campione Italiano, infatti, è scettico sulla strada intrapresa a livello mondiale che prevede prove più lunghe e meno gomme a disposizione. Ecco cosa ha dichiarato ai nostri microfoni.
Un anno sabbatico. Grandi risultati con la “piccola” Peugeot R2, due ritorni esaltanti con la Super 2000, tutto sommato non grandi responsabilità. Adesso si torna ad una macchina importante, con obiettivi di nuovo non negoziabili. Un anno rilassante? Hai ricaricato le batterie? Senti adesso la nuova responsabilità?
«No, non sento responsabilità alcuna. La sento come una bella cosa. Tornare su una macchina vincente è solo una grande soddisfazione. È stato un anno che bisognava affrontare così per il bene di Peugeot, e il bene di Peugeot è anche il bene mio e di Anna. Pirelli ci ha seguito nell’avventura, c’era da lanciare la 208 in R2, ed è stata una bella sfida perché ci siamo rimessi in gioco su un terreno dal quale potevamo uscire suonati. Invece la 208 ne è uscita benissimo, perché si è rivelata la macchina più competitiva, Pirelli anche, e Anna ed io abbiamo fatto proprio un bel Campionato. Ci siamo divertiti, abbiamo ottenuto i risultati sperati e, con i miei e quelli di altri Piloti, Peugeot ha vinto il Titolo Costruttori. Un anno sabbatico che è stato più bello di quello che pensavo all’inizio, anche perché lavorare con questa Squadra è sempre un grande piacere. Nel frattempo era importante arrivare pronti con la nuova 208 R5 che debutterà al Ciocco. C’è un nuovo regolamento, più spettacolare, e questa è una cosa molto importante, perché con il Turbo e con la maggiore coppia crescono le prestazioni e lo spettacolo.»
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Il Rally di Montecarlo 2013, per Paolo Andreucci, è l'emblema di come i regolamenti fatti male provochino delle "storture" paradossali limitando, di fatto, lo spettacolo
Spettacolo, è quello che meritano gli appassionati. Giusto?
«È un aspetto fondamentale della nostra disciplina. Non dobbiamo mai perdere di vista il fatto che il Rally è soprattutto spettacolo. Vogliamo trasformare i Rally in gare di durata? No. Ci sono già i Raid, un’altra cosa. I Rally odierni sono quelle gare nelle quali puoi vedere delle auto del tutto simili a quelle stradali, su strade dove tutti i giorni girano macchine normali, e ammirare l’espressione di una tecnica e di un modo di fare Sport, forse un po’ estremizzato ma molto eloquente. Dico questo perché, se si vuole davvero tornare a prove più lunghe, a meno gomme, a diversi tipi di assistenza, per esempio, allora bisogna prepararsi a fare i conti con il rischio che qualcosa vada storto, che possa succedere qualcosa, che senza l’intervento dei meccanici la gara possa finire con molto, molto anticipo. Prima si facevano parchi assistenza ogni trenta chilometri, ora sono diventati 50, e il cambio degli pneumatici segue questi ritmi. Per me è una brutta cosa, perché se è vero che si pensa, pronti via, di risparmiare qualcosa, in realtà non risparmi proprio nulla, bensì metti a rischio un capitale che è ben più alto, l’automobile, percorrendo più strada con le stesse gomme, non più adatte alle singole situazioni che si possono incontrare. Perché non esiste ancora una gomma che non si buchi, non esiste una gomma performante sull’asciutto e sul bagnato.»
Oppure?
A Montecarlo abbiamo assistito a cose ridicole. Due prove distanti tra loro. Bagnato da una parte, neve dall’altra. Risultato: la mia mamma con la sua “Peugeottina” con le gomme termiche poteva andare più forte”
«Oppure cambi le macchine da corsa, le rendi più vicine a quelle stradali, rinunci ai “G” di tenuta laterale, alla trasmissione della potenza a terra, e allo spettacolo. E può anche andar bene, ma è certo che a livello di telaio e di assetto rinunci a prerogative tecnologiche importanti. Con una macchina più vicina a quella tradizionale non hai la tenuta laterale di 2 o più G. Se, invece, hai un telaio e un assetto che “tengono”, allora ci vuole anche una gommatura che trasmetta questo potenziale, che lo traduca efficacemente a terra. Oggi hanno voluto limitare in maniera importante l’utilizzo delle gomme, ma non hanno ridimensionato le vetture, e si capisce bene che per costruire una macchina da corsa performante si parte dalle gomme e si arriva al tetto, non viceversa. Questo non lo hanno capito. Hanno tenuto i regolamenti più o meno invariati per quanto riguarda la macchina, e si sono accaniti sulle gomme. Un salto in negativo clamoroso. Ora, con Pirelli non abbiamo problemi da nessuna parte, abbiamo tutte le gomme adatte a ogni tipo di situazione e la filosofia della Casa è quella di ottenere sempre il massimo. Per fortuna quindi siamo sempre competitivi e al passo con i regolamenti. Però, a livello di spettacolo, è inutile che si risparmino 4 gomme in 150 chilometri, o il doppio nel Mondiale, quando la macchina costa una fortuna. È completamente folle. Mi meraviglio che esista gente che possa prendere delle decisioni simili. Immagina, Rally di Montecarlo o anche quello del Ciocco. Gli appassionati si fanno i loro bei chilometri, aspettano ore lungo le strade per vederci passare. Un cambio meteo non previsto, non puoi avere un furgoncino che ti porta le quattro gomme adatte, che ti consentono di fare la prova in sicurezza e dando spettacolo.»
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La Peugeot 208 T16 con cui Andreucci punterà all'ottavo titolo italiano
Ti riferisci al Montecarlo di quest'anno?
«Sì, a Montecarlo abbiamo assistito a cose ridicole. Due prove distanti tra loro. Bagnato da una parte, neve dall’altra. Risultato: la mia mamma con la sua “Peugeottina” con le gomme termiche poteva andare più forte! Lo spettatore, allora, dice: “Aspetta un attimo, vuoi dire che ho fatto mille chilometri per vedere la massima espressione di uno Sport, con macchine da 500.000 euro, e la mamma di Paolo con la sua macchinina va più forte?” Sono delle storture. Quattro gomme costano mille euro, la macchina lo abbiamo detto. La Hyundai, a Montecarlo, aveva un “capannone”, che gli ci sono voluti cinque giorni e venti persone solo per montarlo. Capisci che quei mille euro sono briciole? Nell’Italiano abbiamo voluto aumentare il chilometraggio tra i servizi per risparmiare 4 gomme! Morale, io non posso essere più spettacolare, e quello che mi viene a vedere può rimanere deluso. In più metto maggiormente a rischio una macchina, per la quale non sono i mille euro che incidono, ma piuttosto l’eventualità di un danno da centomila euro. Se mi capita un incidente per quattro gomme, di certo so che potevo cambiare gomme per cento gare! E davo spettacolo.»
Diciamo fuori dai denti. Perché si prendono decisioni come queste, allora?
«Perché ci sono persone che, semplicemente, non sono competenti, ma proprio a livello di guida. Io non voglio fare il professore, ma sono impegnato continuamente in test di gomme e macchine. Quasi tutti i giorni. Vedo, sento, ragiono e parlo partendo da questo presupposto. Ci sono invece persone che decidono ma che non hanno il dato fondamentale, non hanno basi concrete e di esperienza.»
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Nei successi di Paolo Andreucci c'è anche la firma della navigatrice, Anna Andreussi, compagna anche nella vita
Queste persone potrebbero allora chiedere a Paolo Andreucci, o agli altri Piloti, e avere dei feedback utili…
«Sì, assolutamente sì. Ma facciamo un esempio “classico”. Parlo con un responsabile della Federazione, uno che prende le decisioni. Per la terza volta cerca di convincermi che sono in errore. Abbi pazienza, gli dico alla fine, siamo amici cari, però io dopo due volte che te l’ho detto, e che tu mi ribatti allo stesso modo, mi spiace ma non ti dico più niente. Non per partito preso, ma perché mi rendo conto che lavoriamo su due piani diversi. Io ti parlo perché ho provato, visto e verificato, ma tutto questo per te è aria fritta, perché non hai l’esperienza. Lo vedo, non sei convinto perché non hai potuto provare per esprimerti competentemente, e non posso pretendere che tu capisca perché dovresti fidarti di me e accettare una cosa che non capisci. Lo fai o non lo fai? Non lo fai, perché è la terza volta che me lo chiedi! Ripenso al Monte Carlo. Due anni fa. Il nuovo regolamento, le gomme. È arrivata una nevicata, grossa, e hanno preso delle “mine”, ma che mine! Hanno anche rischiato di farsi male davvero. Quattro o cinque incidenti da centomila ciascuno. Era chiaro prima ancora dell’inizio. Se corri con macchine da 350 cavalli, con dei G da capogiro, e per terra non gli metti qualcosa che tenga…ma anche un bambino capisce queste cose! Allora adesso vogliono tornare indietro, un solo disegno di pneumatici. Sul bagnato si possono utilizzare le gomme da neve! Bene, così se poi è asciutto nel giro di qualche chilometro di asfalto sbricioli tutto! Poi ci vedi passare e ti metti a ridere.»
È un po’ l’ipocrisia di pensare alla salute vietando di fumare invece di spostare o eliminare una raffineria che sta in mezzo alla gente…
«Guarda, io sono convinto che in molti ambiti si possano migliorare molte cose con davvero poco. E guarda che in Italia la Federazione sta lavorando bene, si impegna, per esempio ha dato la possibilità di aggiornare le macchine e di mantenerle competitive, offrendo nuovo opportunità. Sembra aver capito, speriamo che anche la FIA ora gli vada dietro.»