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Borkenberge – A pochi chilometri dalla sede della fabbrica Wiesmann situata nella città di Münster, si erge un piccolo aeroporto adibito al traffico aereo privato, dove gli appassionati di aeronautica locali trascorrono il loro tempo libero per godere di quella sensazione di leggerezza che solo il volo riesce a regalare.
Una sensazione unica, come uniche sono le vetture che ci troviamo qui a tastare con mano in una giornata plumbea che questa esclusiva esperienza ci fa apparire decisamente soleggiata. Dopo aver infatti trascorso la mattinata ad osservare come queste vetture artigianali nascono e prendono forma, il nostro meraviglioso viaggio nel mondo Wiesmann prosegue - accettando l’invito propostoci la sera prima da Rolf Haferkamp, CEO Wiesmann - in un pomeriggio impiegato a prendere un fugace contatto con le vetture tedesche, nel nostro caso una GT MF4-S, il cui modello base, la MF4, viene proposto a partire da 115.822 euro.
Secondo il nuovo CEO dell’artigianale costruttore di automobili teutonico infatti, solo guidando una di queste vetture avremmo potuto comprendere appieno l’essenza di un simile prodotto. Invito - quasi superfluo specificarlo - chiaramente accettato senza l’ombra di un benché minimo indugio.
Un insolito test
Le quattro vetture destinate alla sessione di test ci attendono in diverse varianti e colori all’ingresso di uno dei raccordi della pista di rullaggio. Ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le emozioni che si vogliono provare nella guida di una vettura di questo tipo: dalla coupé alla cabrio a seconda della tipologia di piacere che si va a ricercare e dalla MF4 alla GT MF4 passando per la GT MF4-S.
Tutte ricercatissime nei dettagli, tutte curate maniacalmente in ogni più piccolo particolare e tutte caratterizzate da un sapore classico difficilmente riscontrabile su altri tipi di vetture sportive. A dispetto infatti dell’apparenza che il look retrò ispirato alle roadster britanniche degli anni ‘50 tende a suggerire, le Wiesmann sono delle vetture sportive nell’animo che mirano a rivolgersi ad una tipologia di cliente che in un’auto cerca prima di ogni cosa personalità ed esclusività, valori questi percepibili sin dal primo contatto visivo.
Lo stile retrò: la forza della Wiesmann
Principale peculiarità delle “handcrafted” teutoniche è infatti il linguaggio stilistico, caratterizzato da linee morbide e classiche su tutto il corpo della vettura, dalla sezione frontale dominata dalla calandra ovale a griglia lamellare contornata da gruppi ottici minimalistici allo Xeno, sino alla porzione di coda elegante e sportiva al tempo stesso, con due generose bombature poste ai lati destinate ad ospitare le luci posteriori ed i due terminali di scarico cromati integrati all’interno del paraurti, passando per le sinuose fiancate che permettono di notare l’andamento ondulato delle superfici trasparenti ed i due minimalistici accessi a bordo, oltre alla sottile feritoia di estrazione posta al di dietro dei passaruota anteriori.
La generale eleganza manifestata all’esterno è inoltre perfettamente corrisposta dalla signorilità dell’ambiente interno. Aperta la portiera si viene infatti accolti da un abitacolo in cui nulla sembra essere fuori posto, dal minimalistico display digitale posto al di dietro di un volante ultraricamato, sino ad un tunnel centrale volto ad originare una plancia dotata di comandi di vario genere, monitor LCD per la gestione dei dispositivi di infotainment ai bellissimi sette indicatori analogici con profilo cromato.
Il tutto all’interno di un ambiente di stampo assolutamente signorile, con pelli di vario genere tagliate e cucite a mano arricchite da una generosa quantità di impunture a vista. Elementi questi che ritroviamo anche nelle sacche portaoggetti e nei lacci apposti ai lati delle portiere, questi ultimi sormontati da eleganti leveraggi destinati alla chiusura e all’apertura degli accessi a bordo con finitura cromata, tonalità questa ripresa anche dalle tre bocchette d’aerazione presenti a bordo.
Un’eleganza globale tradita solo a tratti dai necessari elementi volti a richiamare la vocazione sportiva della vettura, quali ad esempio le pedaliere metalliche ed i battitacco cromati o a finitura lucida con tanto di lettering e logo della vettura apposti sulla superfice degli stessi ed i paddles di cambiata collocati al di dietro del volante a tre razze ed utilizzabili qualora si decidesse di optare per la cambiata manuale anziché per quella automatica.
“L’interno è di stampo assolutamente signorile, con pelli di vario genere tagliate e cucite a mano arricchite da una generosa quantità di impunture a vista”
Fibra di vetro e telaio monoscocca in alluminio
Lunga 4,22 metri, larga 1,86 metri e alta 1,20 metri, con un interasse di 2,507 metri, la Wiesmann GT MF4-S da noi testata sull’aeroporto di Borkenberge è dotata di un telaio monoscocca in alluminio fuso e rivettato destinato a reggere una carrozzeria in fibra di vetro realizzata artigianalmente il cui insieme porta ad un peso complessivo di 1.370 kg a vuoto e di 1.620 kg a pieno carico. Valori di massa questi sostenuti da sospensioni con doppio wishbone in alluminio con molle elicoidali e barra antirollio all’anteriore e da sospensioni sempre con doppio wishbone in alluminio, ma dotate di braccio longitudinale con molle elicoidali e barra antirollio al posteriore.
Queste vanno ad assistere il funzionamento dei cerchi, proposti di serie da 18 pollici in lega d’alluminio e firmati dalla BBS (ma si può arrivare anche ai 19 e ai 20” firmati OZ in via opzionale) gommati con pneumatici Michelin 245/45 ZR 18 sia all’avantreno che al retrotreno e al cui interno è possibile osservare l’impianto frenante di origine BMW griffato Wiesmann con dischi da 348 mm di diametro e 30 mm di spessore all’anteriore e da 345 mm di diametro e 24 mm di spessore al posteriore.
Completa, come doveroso aspettarsi da una vettura di questo genere la dotazione di sicurezza, che di serie comprende gli airbag per guidatore e passeggero, le cinture di sicurezza a tre punti, l’ABS, il DSC (Dynamic Stability Control – controllo di stabilità dinamica), ed i più moderni dispositivi elettronici sviluppati dal Gruppo BMW.
Sotto al cofano un cuore BMW
Al di sotto del cofano della GT MF4-S, in posizione anteriore centrale, troviamo lo straripante V8 BMW da 3.999 cc - dotato di un alesaggio di 92 mm e di una corsa da 75.2 mm con rapporto di compressione 12,0 : 1 - in grado di erogare fino a 420 CV di potenza massima a 8.300 gir/min e 400 Nm di coppia ad un regime di 3.900 gir/min; valori questi trasferiti al suolo dalle sole ruote posteriori.
Tale unità è abbinabile ad un cambio manuale a sei marce o ad una trasmissione a 7 rapporti a doppia frizione (quest’ultima con paddles di cambiata al volante). Il primo è in grado di promettere consumi pari a 12,4 l/100 km nel ciclo misto; 17,9 l/100 km nel ciclo urbano e 9,2 l/100 km in quello extraurbano, oltre ad emissioni inquinanti pari a 295 g/km di CO2 nel ciclo combinato.
La seconda trasmissione permette invece di contenere i consumi entro 12,2 l/100 km nel ciclo combinato; 17,9 l/100 km in quello urbano e 9,0 l/100 km in quello extraurbano, promettendo al contempo un valore di emissioni di CO2 pari a 275 g/km nel ciclo misto. Il tutto rispettando, in entrambi i casi, i dettami imposti dalla norma antiinquinamento EURO 5.
Degne di nota le prestazioni. Alla Wiesmann GT MF4-S occorrono infatti solo 4.4 secondi per scattare verso i 100 km/h con partenza da fermo, mentre la velocità massima raggiungibile è pari a 293 km/h, valori questi permessi anche da una buona attenzione apposta nel contenimento globale delle masse.
“Degne di nota le prestazioni. Alla Wiesmann GT MF4-S occorrono infatti solo 4.4 secondi per scattare verso i 100 km/h con partenza da fermo, mentre la velocità massima raggiungibile è pari a 293 km/h”
Dal vivo: com’è fuori
Osservata di persona la Wiesmann GT MF4-S si presenta con una linea estremamente muscolosa che quasi va a tradire l’eleganza del suo stile retrò, con una sezione frontale dominata da una calandra lamellare cromata ai cui lati si stagliano i gruppi ottici minimalistici sdoppiati tondi perfettamente integrati all’interno della carrozzeria, mentre al di sotto di questi è possibile osservare un’ulteriore griglia bipartita nella cui porzione inferiore si staglia un profilo aerodinamico integrato nel paraurti.
Il cammino intorno alla vettura prosegue lungo le fiancate, lineari e sinuose e che trovano nei passaruota sporgenti le principali linee di forza, questi ultimi esaltati dai cerchi in lega a 12 razze OZ con il logo del geco apposto al centro del mozzo, mentre le minimalistiche portiere reggono gli specchietti retrovisori esterni e la linea delle superfici trasparenti viene tracciata dalle bombature posteriori che vanno a scivolare nella sezione di coda.
Quest’ultima permette di osservare invece una serie di linee che dall’alto scorrono verso il basso, dove agli estremi troviamo i fari tondi a LED integrati nella carrozzeria che arcuandosi verso la porzione inferiore va a tracciare il profilo del paraurti al cui interno si stagliano i due terminali di scarico tondi e le luci antinebbia.
Dal vivo: com’è dentro
Aperta la portiera si viene accolti da un ambiente estremamente elegante letteralmente pervaso da pellami pregiati e cuciture a vista apposte praticamente ovunque. Le superfici metallizzate vanno ad arricchire un abitacolo estremamente ordinato e impreziosito dai numerosi indicatori analogici presenti al centro della plancia, nella cui parte inferiore trova spazio il display preposto alla visualizzazione dei dati del sistema di infotainment.
Degne di nota le impunture a vista presenti sui rivestimenti delle portiere, così come le strisce di pelle apposte alla retrazione delle stesse conferendo alla vettura un sapore ancor più classicistico, mentre battitacco e pedaliera conferiscono alla stessa un retrogusto di sportività.
La stessa cura dedicata al resto dell’ambiente viene riservata anche ai sedili dei soli due posti presenti a bordo e letteralmente avvolti dalla vasca in cui sono inseriti, con pellami di vario tipo atti a rivestirne le superfici e cuciture a vista a iosa praticamente su ogni angolo, mentre al di dietro degli stessi è anche disponibile un piccolo vano portaoggetti in cui riporre la 24 ore.
A bordo: com’è
Accomodarsi a bordo non è però molto agevole. Per poter accedere all’interno dell’abitacolo è necessario abbassarsi sensibilmente e “scavalcare” il gradino che dal battitacco viene generato nei confronti del pavimento. Certo, è normale che su una vettura di questo stampo la praticità nell’accedere a bordo non venga al primo posto, ma in questo caso abbiamo riscontrato la necessità di una buona pratica con manovre che rasentano il contorsionismo per trovare posto all’interno.
Una volta superato questo ostacolo si viene però accolti da sedili avvolgenti e confortevoli che agevolano il posizionamento delle gambe verso gli alloggiamenti destinati alle stesse, ma verso il fondo vengono qui un po’ “schiacciate” sul lato destro nel caso del guidatore, e sul lato sinistro in quello del passeggero per via della conformazione della plancia che tende a chiudere nel lato interno che incrementa il senso di sportività a discapito però della comodità.
“Complessivamente buona l’ergonomia, facilitata anche dalle possibilità di regolazione offerte dai sedili ed i paddles posti dietro al volante permettono di effettuare le cambiate con una precisione chirurgica mantenendo sempre le mani nella sacra posizione delle 9:15”
Complessivamente buona l’ergonomia, facilitata anche dalle possibilità di regolazione offerte dai sedili ed i paddles posti dietro al volante permettono di effettuare le cambiate con una precisione chirurgica mantenendo sempre le mani nella sacra posizione delle 9:15. Meno in linea con la globale ottima finitura generale dei particolari, quella dei satelliti posti dietro al volante (privo di comandi integrati, soluzione dal gusto classicistico, ma non allineata a quelle che sono le esigenze odierne di gestione dei dispositivi), a nostro parere poco ricercati nella forma. Nulla di grave, intendiamoci. Sono solo dei piccoli nei che rendono più umana una vettura ricca di fascino e globalmente impeccabile in termini di finiture e stile.
Alla guida: che sensazione trasmette
L’accensione del motore viene comandata dalla rotazione di una chiave di stampo tradizionale permettendo al sound del V8 tedesco di pervadere con vigore l’abitacolo fin dai bassi regimi. Basta una lieve pressione sul pedale del gas però per trasformare un suono cupo dalla tonalità bassa in un ruggito entusiasmante, che cresce con il salire del contagiri mentre la forza trasmessa dal propulsore BMW inizia a farci lievemente defluire il sangue dal cervello quando iniziamo a scaricare al suolo sulle ruote posteriori i 420 CV della Wiesmann GT MF4-S con cui iniziamo a percorrere il primo dei nostri due passaggi lanciati sulla pista di decollo dell’aeroporto di Borkenberge.
Il motore allunga con rabbia verso la zona rossa del contagiri, mentre snoccioliamo con rapidità le marce sino al quinto rapporto avvalendoci dei sistemi di cambiata apposti dietro al volante che vanno a comandare una trasmissione che lavora con precisione e velocità praticamente ad ogni regime.
La pedaliera, che presenta il giusto rigore nell’azionamento, favorisce la nostra accelerazione lungo il dritto manto asfaltato aeroportuale, mentre le sospensioni caratterizzate da una taratura sportiva permettono alla vettura di percorrere con rigore il tratto rettilineo mentre il propulsore allunga con veemenza.
Tanta esuberanza viene magistralmente tenuta a bada da un impianto frenante molto potente, che permette alla vettura di fermare la sua corsa in un vero e proprio fazzoletto di terra facendo riabbassare istantaneamente la lancetta del contagiri al regime necessario per scalare in rapidità tre marce e darci modo di immetterci sulla pista di raccordo che ci permetterà di tornare al punto iniziale per l’ultima prova di accelerazione prevista dalla giornata.
Una volta percorsa quindi la corsia di allineamento ci ritroviamo di nuovo in pista, macchina ferma al via, motore al minimo e… attesa per l’ok dalla torre! Inseriamo nuovamente la prima marcia a cui in rapidità fanno seguito altre quattro e dopo una generosa frenata volgiamo al termine del nostro, purtroppo, breve test. Restituiamo (a malincuore) quest’opera di artigianalità automobilistica e, con il cuore ancora in gola per l’emozione, ritorniamo sul nostro pullman che ci condurrà all’aeroporto per rientrare in Redazione.
In conclusione
La Wiesmann GT MF4-S, come tutte le vetture del costruttore tedesco, rappresenta un vero e proprio esempio di arte automobilistica, una vettura con cui è facile distinguersi e vivere l’eleganza all’insegna della sportività, il tutto contornato da un fascino artigianale nel tempo intramontabile. Peccato che sia necessario disporre di almeno 115.822 euro per poter parcheggiare in garage una MF4, ma se così non fosse, addio esclusività.