Volvo V40 Ocean Race

Volvo V40 Ocean Race
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Con la Volvo V40 Ocean Race, la casa svedese dichiara guerra ad Audi A3, Mercedes Classe a e BMW Serie 1. Prezzi a partire da 23.000
4 agosto 2015

In un mondo in cui si rischia sempre di più un’omologazione di massa per fortuna esistono ancora delle sane alternative, con cui distinguersi e rinvigorire la propria personalità. Una di queste è senza dubbio la Volvo V40, un’ottima alternativa alle “solite” tedesche.

 

Non è un caso infatti che la nuova compatta svedese sia stata pensata proprio per andare a scontrarsi a viso aperto con Audi A3, Mercedes Classe A e BMW Serie 1, senza dimenticare la Lexus CT Hybrid. Allineati alla migliore concorrenza quindi anche i prezzi. La V40 offre un listino che parte da 23.000 euro, per crescere fino a 37.000 euro.

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Dal vivo: com’è fuori

Lunga 436 cm, larga 178 ed alta 143, la V40 ha dimensioni un po’ più generose rispetto alle sue eterne rivali tedesche, mentre il passo - pari a 264 cm - è nella media. Il risultato è una compatta di segmento C che si distingue però grazie a forme piuttosto insolite, quasi da piccola shooting brake, che non la rendono la solita hatchback dalle proporzioni scontate. Molto curato il design, originale senza cadere negli accessi di alcune giapponesi. La zona senza dubbio più affascinante è la coda, dove gli stilisti svedesi sono riusciti ad esprimere tutto il family feeling Volvo, riuscendo a “chiudere” anche un’auto così compatta in maniera molto armoniosa.

Dal vivo: com’è dentro

Abbiamo provato la V40 nella versione speciale Ocean Race, ispirata alla regata più dura del mondo di cui Volvo è main sponsor da qualche anno. Gli interni in questo allestimento sfoggiano la massima opulenza disponibile sulla V40, con finiture degne delle migliori competitor di fascia premium.

La pelle dei rivestimenti si presenta molto morbida al tatto ed è impreziosita con i loghi “Ocean Race”, che spiccano anche sui tappetini e sui badge all’esterno

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Favolosi i sedili, sagomati in maniera quasi sportiva ma al tempo stesso molto confortevoli. La pelle dei rivestimenti si presenta molto morbida al tatto ed è impreziosita con i loghi “Ocean Race”, che spiccano anche sui tappetini e sui badge all’esterno. Non mancano poi curiose finiture che riportano i nomi delle città più famose toccate dalle regata sponsorizzata da Volvo. Bello l’effetto creato dalla console centrale “sospesa”, che lascia disponibile un vano portaoggetti - per la verità non molto pratico - così come la strumentazione completamente digitale, che sfoggia un pizzico di sportività pur rimanendo sempre pulita ed elegante, in puro stile svedese.

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Gli interni presentano finiture da far invidia alle competitor di fascia premium

 

Materiali di rivestimento eccezionali e plastiche morbide di ottima qualità abbondano quasi ovunque, peccato soltanto per la plancia, con un’impostazione che inizia a sentire un po’ il peso degli anni. Troppi i tasti che affollano la console così come un po’ troppo piccolo appare il display da 7 pollici incastonato nel cruscotto. Uno schema oggi superato, come del resto ha riconosciuto recentemente la stessa Volvo che, sulla nuovissima XC90, ha eliminato tutti i bottoni "fisici" servendosi solo ed esclusivamente di un maxi-tablet.

Sicurezza: un capitolo a parte

L’abitabilità davanti molto è buona, dove si viaggia immersi in abitacolo tutto sommato arioso. Dietro invece lo spazio per le gambe non è di certo infinito ma in due si viaggia comodi, anche se, purtroppo, mancano le bocchette di ventilazione posteriori. La volontà di avere una coda originale nel design è andata a penalizzare leggermente la capacità di carico rispetto alle competitor, nonostante la lunghezza complessiva più generosa.

 

I litri in configurazione standard sono 335 (365 sulla A3 Sportback), ma comunque sufficienti per andare in vacanza tranquilli. Abbattendo i sedili poi la capacità di carico può salire fino a 1.032 litri.

Oltre alla dotazione standard la piccola svedese è stata la prima auto al mondo ad essere equipaggiata di un maxi-airbag esterno che si gonfia sul cofano in caso di impatto, per proteggere pedoni o ciclisti

 

Come sempre quando si parla di Volvo la sicurezza merita un capitolo a parte. La V40 infatti, pur essendo il modello di accesso alla gamma, non rinuncia ad avere dotazioni eccezionali, in parte sconosciute alla concorrenza. Oltre alla dotazione standard (airbag frontali, laterali, a tendina e per le ginocchia, controlli di stabilità e di trazione) la piccola svedese è stata la prima auto al mondo ad essere equipaggiata di un maxi-airbag esterno che si gonfia sul cofano in caso di impatto, per proteggere pedoni o ciclisti. Una caratteristica innovativa, che ha permesso alla V40 di ottenere i punteggi più alti della categoria nei severi test Euro Ncap. Non manca poi il City Safety, in grado di effettuare frenate automatiche di emergenza.

D2, una vecchia conoscenza

La V40 Ocean Race protagonista della nostra prova è nella versione D2, equipaggiata con il propulsore quattro cilindri 1.6 turbo diesel montato in posizione trasversale ed abbinato alla trazione anteriore. Si tratta di un motore di origine PSA/Ford super collaudato, in grado di sviluppare 115 CV a 3.600 giri/min e una coppia piuttosto abbondante, pari a 240 Nm, subito disponibile a 1.750 giri/min. Nel nostro caso questo motore è abbinato al cambio automatico (optional da circa 2.000 euro), un sei marce di origine Aisin.

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Il motore da 115 cavalli fornisce abbondanti dosi di coppia anche a regimi bassi. Decisamente meglio per i lunghi tratti piuttosto che per la città

Le nostre impressioni di guida

La V40 Ocean Race in versione D2 si è dimostrata una piccola divoratrice di chilometri. La città infatti non è il luogo dove la “Volvina” riesce a dare il massimo, complici il cambio non esattamente pronto e il motore diesel, un po’ troppo pronto a borbottare ai bassi regimi.

 

La V40 riesce veramente a fare la differenza invece lontano dai centri abitati, sulle statali o in autostrada, dove si lascia grandemente apprezzare per i consumi super contenuti e per la eccezionale silenziosità di marcia. Il merito è del motore che spinge con un filo di gas e all’ottima insonorizzazione. Il D2, con i suoi 115 CV, non è di certo un motore che nasce per partenze brucianti al semaforo, ma offre quanto basta per muovere in tutta scioltezza i 1.378 kg della V40.

 

Discorso analogo per l’assetto. I cerchi da 16 pollici, uniti ad una taratura delle sospensioni piuttosto rigida, regalano grande precisione di guida - anche per merito di un ottimo sterzo - e grande sicurezza quando si viaggia spediti, ma possono diventare un po’ fastidiosi in ambito urbano, dove non gradiscono troppe buche e sconnessioni.

Consumi

Come anticipato, il fiore all’occhiello della V40 D2 sono i bassi consumi. Nel corso della nostra prova siamo riusciti  a rimanere intorno ad una media di 5,2 l/100 km, quindi prossima ai 20 km/l. Un risultato che ha dell’incredibile per un’auto con un peso di certo non trascurabile e soprattutto dotata di cambio automatico. Non abbiamo dubbi che con una versione manuale si riescano ad ottenere risultatati ancora più strabilianti.

Conclusioni

La Volvo V40 entra a testa alta nel segmento delle compatte premium grazie ad un design per certi aspetti fuori dagli schemi e ad una qualità costruttiva eccezionale. Il motore D2 è un grande chilometrista, perfetto per fare grandi tragitti e consumare poco. Meno a suo agio in città, proprio come il cambio. In ogni caso la "Volvina" si lascia perdonare con un ottimo assetto e una grande precisione di guida.

Pregi

- Design: è unica nel suo genere

- Qualità: gli interni sono eccezionali

- Consumi: il D2 è davvero poco assetato

- Precisione di guida: ottima

Difetti

- Dietro non ci sono le bocchette di ventilazione

- Impostazione console un po’ datata

- In città il D2 è un po’ rumoroso

- Cambio automatico: rispetto agli standard di oggi è poco pronto

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