Suzuki Vitara Hybrid: sa fare ancora OFF-ROAD? La prova ESTREMA (su neve)

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Non è più una vera fuoristrada. Eppura la Suzuki Vitara promette di essere un Suv un po' diverso dagli altri. Capace di cavarsela in off-road. Ma anche di garantire consumi e costi di gestione contenuti, grazie a un nuovo sistema micro-ibrido. Sarà vero? Per scoprirlo l'abbiamo portata a sciare e poi su una pista. Di ghiaccio, ovviamente.
27 marzo 2020

E’ vero. La Suzuki Vitara non è più una fuoristrada tutta d’un pezzo. Non ha più il telaio separato. Non ha più le ridotte. E nemmeno la trazione integrale permanente. Sì, perché la quarta serie si è trasformata in un Suv bello e buono. Con scocca autoportante e un 4x4 che c’è, ma entra in funzione soltanto quando serve.

Dalle parti di Hamamatsu, in ogni caso, sono convinti che la nuova Vitara sia in grado, ancora oggi, di avventurarsi un po’ in off-road. Non solo: i progettisti giapponesi sostengono anche di aver sviluppato dei sistemi di assistenza alla guida validi (di serie su tutte le versioni) e un sistema ibrido semplice, ma capace di contenere i consumi in città, senza penalizzare troppo le percorrenze autostradali. 

Si tratta di un sistema mild-hybrid a 48 Volt. Non si viaggia mai in elettrico puro, quindi, ma il sistema permette comunque di recuperare preziosa energia in frenata con cui andare a supportare il quattro cilindri turbo benzina 1.4 Boosterjet. Un piccolo motore elettrico, alimentato da una batteria agli ioni di litio, offre una spinta ulteriore di 50 Nm in accelerazione. Non solo: il sistema mild permette anche di veleggiare, visto che l'unità elettrica è in grado far girare al minimo ilvmotore, senza che vi sia iniezione di benzina. In questo modo, in fase di decelerazione e con cambio in folle, il motore azzera i consumi ma è comunque pronto a riprendere la marcia appena richiesto dal guidatore.

La Vitara durante la salita sulla pista da sci del Mottolino
La Vitara durante la salita sulla pista da sci del Mottolino
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Per scoprire se la Vitara, da poco rinnovata con un bel restyling, sia davvero qualcosa di più che un semplice Suv l’abbiamo sottoposta a una prova estrema. Prima facendola arrampicare come un piccolo sherpa su una vera pista da sci, a 2.000 metri di quota. E poi strapazzandola tra i cordoli innevati del ghiacciodromo di Livigno, meglio conosciuto come “L’Università del Traverso”. Una vero circuito, che al posto dell’asfalto preferisce il ghiaccio vivo, solitamente riservata ad auto di alto lignaggio (Mitsubishi Lancer Evo e Subaru WRX Sti). 

Per il turbobenzina 1.4 Boosterjet non è stata di certo una passeggiata. Così come per la trazione integrale AllGrip, impegnata a sopportare uno sforzo sovrumano. Il risultato? Scopritelo nel nostro video, dove troverete anche i livelli di reale efficienza del sistema micro-ibrido firmato Suzuki.

*La prova è stata girata prima dell’emergenza Coronavirus

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