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Prima coupé della Casa delle Pleiadi a proporre la trazione posteriore, la Subaru BRZ trova nella Toyota GT-86 la propria gemella assieme a cui sfidare a viso aperto alcune grandi protagoniste del segmento sportivo, tra cui la Mazda MX-5, la Hyundai Genesis e la Peugeot RCZ.
Proposta a partire da un prezzo di 30.150 euro, la Subaru BRZ si pone prima di tutto l'obiettivo di divertire e di conquistare quindi le attenzioni di un pubblico sì giovane, ma non neofita, grazie ad una dinamica di guida più vocata al funambolismo che alla prestazione pura.
La tecnica: vocata al divertimento
Lunga 4.240 mm, larga 1.775, alta 1.285 e dotata di un passo di 2.570 mm, la Subaru BRZ ferma l'ago della bilancia ad un valore di 1.239 kg, che insieme a delle masse il cui 53% delle stesse grava sull'asse anteriore, concorre con il baricentro bassissimo di questa vettura (460 mm da terra) a promettere il divertimento di guida nei tratti stretti e guidati più che tra i curvoni veloci raccordati da vasti rettilinei.
Al di sotto del cofano della Subaru BRZ – collocato nella più tipica posizione anteriore – pulsa infatti un'unità fortemente drift-oriented, ovvero un quattro cilindri boxer in grado di sviluppare una potenza massima di 200 CV ad un regime di 7.000 giri ed una coppia di 205 Nm a 6.400 giri.
Che questo propulsore sia maggiormente vocato al piacere di guida nei tratti guidati che alla prestazione assoluta è immediatamente intuibile dai valori di alesaggio e corsa - 86x86 mm – presentandosi così come un motore quadro, mentre le unità più sportive ed estreme sono, lo ricordiamo, normalmente caratterizzate da delle misure superquadre, ovvero dove il valore dell'alesaggio supera nettamente quello della corsa.
Una scelta precisa quindi, che non vuole necessariamente sacrificare le prestazioni sull'altare del divertimento – anche perché i dati parlano comunque di uno scatto verso i 100 km/h con partenza da fermo coperto in un tempo di 7,6 secondi e di una top speed di 226 km/h – ma mirata però soprattutto a strizzare l'occhio a coloro che in un'automobile cercano prima di tutto il matrimonio tra il carattere emozionale della trazione posteriore e la tenuta che solo un baricentro bassissimo è in grado di offrire; come dire insomma la dinamica di guida di un go-kart unita all'appeal estetico forte tipico di una sportiva orientale.
La STI nel DNA
Al fianco dell'unità quadricilindrica da 1.998 cc lavora una trasmissione manuale a sei rapporti di derivazione STI (ma chi lo desidera può anche averla con cambio automatico) che agisce con rigore e precisione, mentre lo schema delle sospensioni mette in luce una soluzione di tipo McPherson all'anteriore e a doppio braccio oscillante con differenziale autobloccante Torsen al posteriore; una soluzione anche quest'ultima mutuata dalla mitica STI e che concorre nell'assicurare in rotonda una certa difficoltà da parte delle ruote posteriori a seguire la linea tracciata da quelle anteriori.
Dal vivo: com'è fuori
Cofano lungo, presa d'aria esagonale, ala posteriore dal profilo sporgente, griglie di estrazione posizionate in alto alle spalle del passaruota e gruppi ottici dal disegno convergente sono, insieme al generoso estrattore posteriore ai cui lati sono posizionati i due ampi scarichi tondi cromati, i tratti di forza del linguaggio stilistico della Subaru BRZ.
Dal vivo: com'è dentro
Minimalistico ed essenziale l'abitacolo, che trova il suo massimo punto di forza in una posizione volta ad esaltare il piacere di guida del pilota, grazie da una seduta bassa, bassissima, che porta le gambe a distendersi completamente ed il busto a stare ben vincolato all'interno del sedile avvolgente – anche se un poggiatesta solidale al resto della struttura anziché regolabile, e quindi più sportivo, ci avrebbe definitivamente conquistati – consentendo alle braccia di bene estendersi verso il volante dal diametro contenuto, consentendo così al guidatore di ben gestire la vettura e di ben relazionarsi con i comandi a lui necessari.
“Il bello della Subaru BRZ è osservare lo specchietto retrovisore per vedere quando la coda non riesca a seguire le linee tracciate dalle ruote anteriori, cosa che in rotonda e che nei tratti guidati stretti, con i controlli elettronici disabilitati, succede abbastanza spesso”
Cuciture a vista e inserti metallici impreziosiscono il cockpit, che meriterebbe però degli accoppiamenti migliori tra i particolari e qualche soluzione stilistica più accurata. Pressoché inutili, se non per appoggiare borse o giacche, i sedili posteriori.
It sounds good
Esercitata una lieve pressione sul pulsante start, il sound corposo del quattro cilindri boxer nipponico inizia a pervadere l'abitacolo. Una sonorità che diventa sempre più coinvolgente con il crescere dei giri del motore, soprattutto quando si passano i 4.000 giri al minuto.
E' da questo regime in poi infatti che la Subaru BRZ esprime il meglio di sé. È una vettura che vive in alto, ma ciò non significa che si necessita di raggiungere elevate punte velocistiche per divertirsi – anzi, tutto il contrario – solo che nella fascia bassa del contagiri si potrebbe avere un po' più di sostanza e che per godere delle capacità della vettura è invece necessario "tirare le marce", cosa che ovviamente, va a discapito dei consumi, che si attestano intorno agli 8 l/100 km quando il ritmo diviene più rilassato e che crescono ad 11 l/100 km quando invece diviene più sostenuto.
Ma non è certo la lancetta dell'indicatore della benzina ciò che si tiene d'occhio sulla Subaru BRZ. Quanto di importante è infatti osservare lo specchietto retrovisore per vedere quando la coda non riesca a seguire le linee tracciate dalle ruote anteriori, cosa che in rotonda e che nei tratti guidati stretti, con i controlli elettronici disabilitati, succede abbastanza spesso. Mantenendo inseriti i controlli di stabilità la vettura è ovviamente ben controllabile, ma è quando si mantengono premuti i tasti posti al centro del tunnel e volti a disattivare l'intervento degli stessi che la BRZ inizia a divertire.
Si guida bene
Chirurgica negli inserimenti e molto scorrevole in curva – grazie anche ad uno sterzo molto reattivo e ad un cambio dagli innesti corti e precisi – la Subaru BRZ tende ad assecondare uno stile di guida più “sporco” e per alcuni versi un po' “vecchio stile”, delegando alla bravura del pilota la capacità di mantenere le traiettorie impostate e permettendo quindi al suo driver di cavarsi le dovute soddisfazioni.
Assetto rigido e baricentro all'altezza delle caviglie del guidatore concorrono nel garantire il piacere di guida anche alle basse andature, permettendo così al pilota di godere di una vettura molto divertente nonostante un valore di potenza non elevatissimo per una sport car.
Non che i cavalli a disposizione siano pochi in termini assoluti, quanto più che altro non brutalmente percepiti; ma su una vettura in cui bilanciamento delle masse – peraltro gravanti più verso il fondo che verso la sommità dell'auto – e fun driving la fanno da padrona va in realtà benissimo così, in quanto l'incremento della cavalleria potrebbe sì rendere l'erogazione più in grado di schiacciare il guidatore contro il sedile, ma anche compromettere il grande equilibrio dinamico che la BRZ ha saputo dimostrare.
Conclusioni
La Subaru BRZ è quindi un oggetto capace di divertire e che si rivolge ad una clientela sportiva e dinamica che in una vettura cerca principalmente il fattore emozionale piuttosto che quello funzionale, sacrificando così la fruizione quotidiana sull'altare del piacere di guida.
Pregi:
-Baricentro basso
-Sonorità di scarico
-Piacere di guida
Difetti:
-Consumi
-Finiture e accoppiamenti
-Sedili posteriori pressoché inutilizzabili
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