Seat Leon ST: dal fango alla pista

Seat Leon ST: dal fango alla pista
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Abbiamo messo alla prova in pista le versioni più eccentriche della gamma Leon ST. La X-Perience ci ha sorpreso per facilità e sicurezza in off-road, mentre con la Cupra siamo finiti tra i cordoli a 200 km/h...
12 maggio 2015

Fino a poco tempo fa non ci si poteva confondere. La station wagon era la classica vettura famigliare con tanto spazio nel bagagliaio, massima praticità e poco spazio ai fronzoli. Oggi però le cose sono molto cambiate e le classiche tipologie di automobile  sono state rimesse in discussione da contaminazioni sempre più copiose.

L'evoluzione della Station

Un fenomeno che ha contagiato anche le station, che prima si sono trasformate in vetture amanti dell’off-road. Basta pensare alle prime Audi allroad, alle Volvo Cross Country o perché no, all’Alfa Romeo 33 4x4, che se vogliamo può essere considerata un’apripista del genere. Poi però sono andate ancora oltre, trasformandosi in delle supersportive. In questo l’Audi ha fatto scuola, con la mitica RS2 motorizzata Porsche, seguita poi da una lunga dinastia di superstation. Bisogna dire però che anche BMW non è rimasta a guardare - come dimenticarsi la folle M5 Touring V10 - così come Mercedes con Classe C e Classe E AMG.

 

E’ per questo che alla Seat non si sono accontentati di aver dato alla luce la prima Leon in versione station (fino ad oggi il modello esisteva solo in variante berlina cinque porte). Sulla spinta di risultati commerciali più che incoraggianti - il marchio continua a far registrare record di vendita e fatturato - gli spagnoli hanno in poco tempo allargato a dismisura la famiglia Leon ST guarda caso con una variante off-road (X-Perience) e una supersportiva (Cupra ST), che si affiancano alle classiche varianti benzina diesel, benzina o metano (TGI), senza dimenticare la versione a trazione integrale 4Drive.

Dal vivo: com'è fatta

Quello che colpisce della ST è senza dubbio l’ottima abitabilità. Anche dietro due passeggeri trovano spazio in quantità per le gambe (più sacrificato, come sempre quello centrale) e persino una bocchetta di ventilazione dedicata. Il bagagliaio poi si dimostra molto capiente. Certo, non siamo ai livelli da record della Peugeot 308 SW (610 litri), ma in ogni caso 587 litri sono un ottimo risultato e abbattendo i sedili se ne ottengono 1.470.

Sorprendono poi gli interni, realizzati con materiali di buona qualità. Rispetto alle cugine di Volkswagen e Audi troviamo qualche raffinatezza di meno a livello di finiture e dettagli, ma la sostanza c’è davvero tutta, anche per non sfigurare.

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La Seat Leon X-Perience può contare su trazione integrale e altezza da terra maggiorata (+ 3 cm)

Leon X-Perience: dove ho lasciato il SUV?

Partiamo dalla Leon ST X-Perience, presentata l’anno scorso al Salone di Parigi. Per riconoscerla basta uno sguardo grazie ad un look inconfondibile, ispirato direttamente al mondo dei SUV. Passaruota rinforzati, protezioni sottoscocca, cerchi in lega da 17 pollici (in optional ci sono i 18”) con design dedicato e soprattutto altezza da terra maggiorata di circa 3 cm (27 mm per l'esattezza) rispetto alla normale Leon ST.

 

A livello meccanico la X-Perience porta in dote la collaudata trazione integrale con frizione centrale Haldex (alla Seat la chiamano 4Drive), già vista su altri numerosi modelli del Gruppo Volkswagen (VW Golf 4Motion, Audi A3 quattro, ecc.,). A livello di motorizzazioni invece si possono scegliere tre unità a gasolio. Si parte con il diesel 1.6 TDI da 110 CV con cambio manuale a sei marce, passando per il 2.0 TDI da 150, sempre manuale a sei rapporti, per arrivare al più potente 2.0 TDI da 184 CV con cambio automatico DSG a sei velocità.

La spagnola amante del fango se l’è cavata egregiamente grazie alla valanga di coppia disponibile

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Le magie dell'Haldex

Mettiamo alla prova un esemplare top di gamma 2.0 TDI con cambio automatico (si parte da 32.300 euro), elegantemente rifinito all’interno con rivestimenti in Alcantara marrone e impunture arancioni (+ 720 euro). Ci aspetta un percorso in fuoristrada piuttosto semplice, ma con pendenze abbastanza impegnative, ricavato all'interno del circuito di San Martino del Lago. Del resto la X-Perience non ha ridotte, né la differenziali autobloccanti, quindi la sua vocazione restano strade bianche e superfici difficili, ma comunque non proibitive. La spagnola amante del fango in ogni caso se l’è cavata egregiamente grazie alla valanga di coppia disponibile (380 Nm a soli 1.750 giri/min), che ha permesso di effettuare anche i dislivelli più impegnativi con un semplice filo di gas, senza ricorrere quasi mai all'acceleratore.

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I raffinatissimi interni in Alcantara della X-Perience

 

Abbiamo toccato con mano l’efficacia della trazione integrale 4Drive invece in presenza dei numerosi twist disseminati lungo il percorso. Non appena veniva rilevata una perdita di aderenza dalla centralina, la coppia passava in maniera immediata alla ruota che necessitava di maggior motricità. In questo modo diveniva semplicissimo venire fuori da situazioni potenzialmente difficili. La trazione integrale con frizione Haldex a gestione elettronica infatti, anche se non è indicata per situazioni estreme, risulta ancora più facile e immediata di quelle di tipo tradizionale, visto che non obbliga ad aspettare il serraggio dei differenziali meccanici. In definitiva la Leon ST X-Perience risulta una scelta perfetta per chi ha bisogno di grande capacità di carico, tanta concretezza ma anche grande motricità e sicurezza in condizioni difficili, per esempio su neve, fango o sterrati non impegnativi.

Siamo di fronte ad una vera e propria “superstation alla tedesca” - vedi Audi RS4 e company - in miniatura

Leon Cupra ST 280: tutta un'altra musica

Tutta un’altra pasta invece per la Leon Cupra ST (35.030 euro). Qui siamo di fronte ad una vera e propria “superstation alla tedesca” - vedi Audi RS4 e company - in miniatura. I tecnici di Martorell non hanno fatto altro che prendere il DNA della più tradizionale Leon Cupra, trasferendolo tale e quale sulla versione ST. Sebbene non si diverta ad ostentare la sua anima corsaiola come certe Cupra del passato, basta ancora un istante per identificarla. Assetto ribassato di 25 mm, cerchi in lega dedicati da 19 pollici, loghi Cupra e doppi terminali di scarico posteriori sono i suoi ingredienti principali all'esterno. Sotto al cofano invece troviamo l’esuberante quattro cilindri turbo benzina 2.0 TSI in grado di erogare 280 CV a 5.600 giri/min e 350 Nm di coppia. Un valore importante, che peraltro rimane costante tra 1.700 e 5.600 giri/min.

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Il 2.0 TSI da 280 CV è un motore con un'erogazione poderosa

 

La trazione in questo caso rimane affidata all’anteriore, ma non temete. Una potenza così esorbitante per fortuna viene scaricata davanti con l’ausilio di un differenziale autobloccante meccanico anteriore. Un differenziale vero e proprio quindi, come quello delle auto da competizione, e non un sistema basato su ESP e freni (vedi l'XDS della più piccola Ibiza Cupra), certamente più abbordabile ma anche meno efficacie. Davvero apprezzabile poi la possibilità di scegliere diverse modalità di guida, che influenzano la risposta di sterzo, sospensioni attive, acceleratore ed ESP. Per capire se anche una station come la Leon ST può trasformarsi in una vera sportiva siamo scesi per davvero in pista, tra i cordoli del Circuito di San Martino del Lago. Ci accolgono sedili sportivi davvero ben fatti, che sostengono bene anche durante le manovre più brusche.

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Molto belli e ben fatti i sedili sportivi della Cupra ST

Tra i cordoli... con la Station!

Selezioniamo subito la modalità Cupra, quella più sportiva e ci buttiamo tra le curve. Il motore si dimostra subito un vero portento. Spinge forte, fortissimo, con il turbo che regala un'erogazione vigorosa e non lascia spazio a fenomeni di turbo lag (sul rettilineo in fondo alla pista, di 970 metri, riuscivamo a superare tranquillamente i 200 km/h prima di staccare). I giri salgono con una rapidità sorprendente, mentre il cambio DSG, che mettiamo alla prova con i pratici paddles al volante, si dimostra come sempre rapidissimo ed efficacie negli innesti. Soltanto in scalata, ogni tanto, va in protezione e non permette di selezionare la marcia che si vorrebbe per tenere il motore vicino al limitatore. Un peccato veniale, visto che affligge praticamente tutti i cambi automatici delle sportive di questa taglia.

Il differenziale meccanico garantisce una motricità mostruosa anche ad una trazione anteriore con cavalleria da vendere come questa

 

La vera sopresa però si scopre non appena si affronta una curva. Qui entra in gioco il vero gioiello della Leon Cupra ST, ovvero il suo differenziale meccanico, che garantisce una motricità mostruosa anche ad una trazione anteriore con cavalleria da vendere come questa. Non appena si ricomincia dare gas, in uscita, il differenziale “tira fuori” dalla curva con una forza incredibile, senza perdere cavalli per strada e limitando moltissimo i fenomeni di sottosterzo. Nemmeno troppo eccessive poi le ripercussioni sullo sterzo, vero tallone d'Achille dei differenziali anteriori. Si riesce sempre ad avere una buona direzionalità e non si ha mai l'impressione di essere in balia dello sterzo. Promosso anche l'assetto, specialmente con il Performance Pack.

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La Leon Cupra St con Performance Pack

 

La vettura equipaggiata con questo pacchetto (l'esemplare bianco nelle foto) dispone di cerchi in lega da 19 pollici alleggeriti (- 4 kg per ruota), impianto frenante Brembo maggiorato e soprattutto di pneumatici semi-slick firmati Michelin. Con questa configurazione, che poi è la stessa utilizzata dalla Leon Cupra che ha strappato il record al Nurburgring di 7'58'' (oggi per la cronaca appartiene alla Renault Mégane RS 275 Trophy-R), la ST iper-vitaminizzata diventa ancora più reattiva, anzi direi quasi scorbutica, come piace a chi si vuole divertire in pista. Grazie alle gomme semi-sclick, una volta impostata la traittoria, la Leon risponde con inserimenti repentini e chirurgici, davvero coinvogenti. Peccato solo per il sistema di scarico, bello da vedere, ma non troppo generoso dal punto di vista del sound. Almeno in modalità Cupra ci saremmo aspettati un po' più di “musica”.

Conclusioni

Con la Leon Seat dimostra di essere diventato un marchio pienamente maturo, tanto da potersi permettere una gamma super articolata, proprio come i brand più blasonati. Oltre alle classiche versioni diesel, benzina e a metano, i clienti possono scegliere una versione a trazione integrale (4Drive), oltre alla eccentrica X-Perience, con altezza maggiorata da terra e look da vera offroader. Ma non manca nemmeno la versione Cupra 280, che trasferisce nel segmento C il concetto di “superstation” tanto caro ai tedeschi.

Pregi

- Abitabilità

- Abitacolo: materiali di robusti e di qualità, senza trascurare un tocco di raffinatezza

- Una gamma completissima: dalla 4x4 alla super sportiva, proprio come i brad premium

Difetti

- Sound: sulla Cupra ST ci saremmo aspettati qualcosa di più incisivo

- DSG: sulla Cupra ST in certe occasioni non lascia tutta la libertà che si vorrebbe in scalata

- Il diesel 1.6 TDI della ST tradizionale (senza trazione integrale) ha solo cinque marce

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  • Prezzo da 27.450
    a 35.800 €
  • Numero posti 5
  • Lunghezza 464 cm
  • Larghezza 180 cm
  • Altezza 148 cm
  • Bagagliaio 620 dm3
  • Peso da 1.392
    a 1.504 Kg
  • Carrozzeria Station Wagon
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