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Forse si è fatta attendere un po’ più del previsto. Ma alla fine eccola qui la Seat Ateca, la prima Sport Utility della Casa spagnola. Di lei si parla ormai da anni come di un modello strategico per il rilancio del marchio Seat. Un cammino complesso, iniziato con il successo della nuova Leon e che ora arriva al giro di boa, in attesa della futura Ibiza.
Non è di certo un caso quindi se la Ateca eredita in tutto e per tutto lo stile della sorella minore Leon. Gli stilisti spagnoli devono aver capito che il design affilato e pulito del nuovo corso stilistico convince e quindi lo hanno applicato anche al loro SUV. E lo si vede benissimo fin dal frontale, con i bellissimi gruppi ottici full led (optional) e le line tese. Certo, qui abbiamo dimensioni maggiori, con la lunghezza che arriva a quota 4,36 m e un’altezza tipicamente da SUV. Ma l’idea di fondo rimane sempre quella di una Leon “oversize”. Un look decisamente riuscito nel complesso, anche se forse avremmo preferito un po’ più di coraggio da parte dei designer, in modo da regalare una personalità più definita a questo SUV.
Aumenta naturalmente la luce libera a terra. 187 mm che permettono alla Ateca di avventurarsi, senza esagerare, anche su percorsi lontani dall’asfalto. La Ateca si colloca quindi nel segmento dei C-SUV grazie a dimensioni molto compatte (è lunga solo 10 cm in più della Leon 5 porte), pronta a dare battaglia a Nissan Qashqai, Renault Kadjar, Kia Sportage e Hyundai Tucson. Non dovrebbe invece dare troppo fastidio alla Volkswagen Tiguan, almeno secondo i vertici Seat, visto che la tedesca presenta dimensioni maggiori (+12 cm), andandosi a collocare, anche per merito di una tecnologia superiore, in una fascia di mercato più alta.
L’ambiente interno ha un’aria familiare. Anche qui infatti troviamo la stessa impostazione della Leon. Al centro di una plancia assolutamente razionale spicca il display da 8 pollici del sistema multimediale. Tutto è dove te lo aspetti, con una configurazione molto classica, praticamente “alla tedesca”. I materiali sono di buona qualità, comprese le plastiche che si dimostrano piuttosto morbide e abbastanza piacevoli al tatto. Tra le particolarità si fanno notare la ricarica wireless per smartphone, ricavata in un apposito vano, e il pack luci che oltre a diverse tonalità per l’ambiente interno include anche la luce di cortesia esterna che proietta al suolo il logo Ateca.
Il passo generoso (2,63 m) regala un’ottima abitabilità interna, anche dietro
Il passo generoso (2,63 m) regala un’ottima abitabilità interna, anche dietro dove c’è spazio a volontà e non mancano bocchette di ventilazione dedicate. Un po’ sacrificato solo il quinto passeggero, che deve fare i conti con un tunnel abbastanza invasivo. Non delude nemmeno il bagagliaio. Sono 510 i litri disponibili, che diventano un po’ meno (485 per la precisione) sulle versioni a trazione integrale. Il vano è ben strutturato e offre anche la leva per abbattere con un semplice gesto il divanetto posteriore. Peccato solo che la superficie di carico, una volta abbassati i sedili, non sia perfettamente piatta.
Realizzata sulla piattaforma modulare MQB del Gruppo di Wolfsburg, la Ateca è parente stretta della nuova VW Tiguan, come di tutti gli ultimi modelli compatti del Gruppo. La progettazione è avvenuta interamente in Spagna, a Barcellona, ma questo SUV viene prodotto nella fabbrica Skoda di Kvasiny, dove si costruisce anche la Superb. La gamma motorizzazioni è come al solito ben articolata. Per quanto riguarda i benzina si parte con il piccolo 1.0 tre cilindri TSI da 115 CV, per passare al 1.4 TSI da 150 CV. Sul fronte dei diesel invece troviamo il 1.6 TDI da 115 CV e il 2.0 TDI offerto nelle varianti da 150 o 190 CV. Oltre al classico cambio manuale a sei marce si può avere l’automatico a doppia frizione DSG (a sei o sette rapporti a seconda della motorizzazione). La trazione rimane anteriore, ma si può avere a richiesta anche l’integrale 4Drive.
Scegliamo di guidare la versione top di gamma Excellence, con il motore diesel più potente. Il 2.0 TDI da 190 CV è una vecchia conoscenza, visto che lo abbiamo guidato in diverse occasioni, su altre applicazioni del Gruppo VW. Ha spinta da vendere, grazie a 400 Nm di coppia subito disponibili a 1.750 giri/min, che rendono la Ateca bella vispa tra 2.000 e 4.000 giri. Peccato solo per un po’ di ruvidità avvertibile in basso, specialmente nelle ripartenze quando questo quattro cilindri fa sentire forse un po’ troppo il suo borbottio. Poco male, visto che non appena si aumenta il passo, specialmente a velocità costanti, tipiche dell’autostrada, il rumore del diesel si trasforma in un ronzio che scompare quasi del tutto sotto il rumore di rotolamento degli pneumatici. A proposito, si viaggia bene su Ateca grazie ad una buona insonorizzazione, che filtra bene i rumori esterni. La posizione di guida naturalmente è turistica e piuttosto rialzata, come piace a chi cerca un SUV.
Si ha una bella sensazione di dominio sulla strada e ci si sente sicuri, con la situazione sotto controllo
Si ha una bella sensazione di dominio sulla strada e ci si sente sicuri, con la situazione sotto controllo. Le regolazioni di sedile e volante (anche in profondità) sono manuali ma ben fatte. Lo schienale per esempio si regola con una manopola e non con quelle fastidiose leve a scatti. La Ateca intanto si lascia guidare con piacere. E’ vero, il baricentro è un po’ più alto rispetto a quello della Leon. In inserimento di curva quindi è inevitabile avere quell’attimo di esitazione in più. Poi però, complice l’ottimo telaio realizzato su pianale MQB e la gommatura generosa da 19”, il SUV spagnolo trova rapidamente l’appoggio, rimanendo stabile e piuttosto reattivo, anche ad alta velocità. In più si possono scegliere diverse modalità di guida, che variano la risposta di motore, cambio e sterzo. Peccato che non si possa avere, almeno per il momento, il DCC (Dynamic Chassic Control), presente invece su altri modelli del Gruppo, che permette di regolare anche la taratura delle sospensioni. Anche perché sullo sconnesso, a volte, questa SUV si rivela un po’ rigida e secca nelle reazioni (colpa anche dei cerchi da 19”, meglio optare per diametri più “umani”), soprattutto per chi sta dietro.
Anche in Normal comunque la Ateca risponde bene ai comandi. Lo sterzo è consistente, abbastanza rapido e preciso, mentre cambio e motore sono belli pronti. In Sport invece abbiamo un po’ più di reattività generale, piacevole da sfruttare quando si ha magari un po’ di fretta. Pur non essendo un vero fuoristrada poi, questo SUV, se dotato di trazione integrale, permette di avventurarsi anche su strade bianche e percorsi a scarsa aderenza. Con il 4Drive infatti si hanno a disposizione due modalità di guida in più (Neve e Off-road), che ripartiscono la trazione tra gli assi (anche fino al 50% al posteriore) e prevedono una taratura dell’elettronica specifica. Ovviamente non abbiamo veri e propri differenziali, ma agendo sui freni delle singole ruote la Ateca riesce a mandare la motricità là dove serve. In questo modo offre una bella mano d’aiuto per uscire da situazioni difficili.
Nel corso del nostro breve test di primo contatto abbiamo rilevato una media di consumo (dato del computer di bordo) pari a 7,3 l/100 km. Nel traffico di Barcellona invece abbiamo avuto punte di 10,5 l/100 km. Valori nella norma per un SUV di 1,5 tonnellate con cambio automatico, trazione integrale e 190 CV.
La Seat Ateca irrompe nel mercato dei SUV compatti come un fulmine a ciel sereno, pronta a mettere i bastoni tra le ruote a modelli affermatissimi. Le carte in regola per farcela ci sono tutte. Personalità, tecnologia e un’abitabilità da regina con dimensioni compatte. E i prezzi? Il listino è morto articolato, visto che si parte dai 20.850 euro della 1.0 TSI ma si può arrivare anche ai circa 36.000 euro necessari per il modello top di gamma protagonista della nostra prova.
SEAT
Viale G.R. Gumpert, 1
37137 Verona
(VR) - Italia
800 100 300
https://www.seat-italia.it/
SEAT
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