Seat Altea

1.500 km con la più sportiva delle MPV

12 ottobre 2005

Guardandola negli occhi, senza averla mai guidata, ci siamo sempre chiesti perchè il marketing del Gruppo VW abbia deciso di promuovere Altea puntando sull’idea di sportività piuttosto che quella di spazio. Sì perché la MPV spagnola propone indubbiamente una intrigante chiave di lettura di un segmento dedicato alla famiglia, ma allo stesso tempo non rinuncia a tutti quei centimetri in più che la rendono decisamente spaziosa.
Ora che l’abbiamo testata, però, l’abbiamo capito: tra tutte le proposte della sua categoria, è probabilmente la più piacevole da guidare. Ma prima di scoprire come va, conosciamola meglio.

Disegnata da Walter De’ Silva
Le forme di Altea mettono subito in chiaro un aspetto: chi l’ha disegnata non era certamente alle prime armi. Ed in effetti la matita che ne ha messo in evidenza i muscoli è quella del genio italiano Walter De’ Silva – padre di alfaromeo 156 e 147 -, indubbiamente uno dei migliori specialisti quando si tratta di coniugare sportività ed eleganza.

Curve e nervature, sempre molto evidenti, si susseguono senza sosta lungo ogni centimetro quadrato di carrozzeria…sino a definire un’immagine molto personale. Notevole anche la cura per i dettagli. Un simbolo? La sofisticata struttura dei gruppi ottici posteriori, che nella notte fanno intravedere una curioso disegno a “fiore” degno dei migliori prodotti Swarovski.

Anche dentro è stata l’idea di sportività ad avere la meglio. Al centro del ponte di comando, ad esempio, non c’è il classico tachimetro…ma un contagiri che nel caso della vettura in prova pone la zona rossa a 4.500 giri. La plancia, dominata anch’essa da curve e nervature, è molto voluminosa ed in linea con le tendenze delle più moderne berline: ad evidenziarlo è

il posizionamento della leva del cambio, piuttosto bassa ed al centro del tunnel, ma ci sono anche altri dettagli come i sedili dal buon contenimento laterale e la posizione di guida elevata ma non troppo.
Ma c’è anche tanto spazio, a partire dai numerosi vani portaoggetti – molto comodo quello nella zona inferiore della plancia – o i 409 litri di bagagliaio che possono diventare 510 traslando di qualche centimetro il divano posteriore e giocando con lo spazio nascosto dall’intelligente soluzione del doppio fondo.

Questa è l’immagine della nuova generazione di vetture Seat, fortemente cercata in anni di studi e proposte di stile per togliersi di torno quella fastidiosa aria di automobile concreta ma “banale”. Oggi sono in molti ad essersi ricreduti ed il mercato – seppur meno velocemente di quanto pensavano ai piani alti di Wolfsburg – se ne sta accorgendo.

Tecnologia VW
Gli sforzi della Casa spagnola, però, non si sono concentrati solamente sullo stile. Sotto il vestito sportiveggiante, infatti, c’è anche tanta tecnologia, un buon telaio, sospensioni posteriori multilink a quattro bracci ed un impianto frenante interamente a disco.

Sotto al cofano pulsano quattro motori dalle caratteristiche non certamente sconosciute tra cui il 1.9 TDI da 105 CV ed il 2.0 TDI da 140. In particolar modo quest’ultimo appare come una motorizzazione perfetta per le calde emozioni che Altea vuole regalare ai suoi proprietari, esattamente come il 2.0 ad iniezione diretta di benzina FSI capace di erogare 150 CV.
Ma per chi si accontenta anche di un centinaio di CV è possibile ripiegare sui 102 CV del 1.6 alimentato a verde o i 105 CV del 1.9 turbodiesel TDI.

Cambi manuali a cinque o sei rapporti, a seconda della motorizzazione, oppure il Tiptronic per il 2.0 FSI ed uno sportivissimo sequenziale DSG per la 2.0 TDI.
A controllare i bollenti spiriti di vettura e “piloti” non mancano l’ABS, l’ESP, il controllo della trazione TCS e il servosterzo dinamico DSR.

Come va Altea?
Come detto inizialmente, ci siamo sempre chiesti perché Altea venga proposta al grande pubblico come un prodotto più sportivo che altro. Il metro e cinquantasei d’altezza combinati con una lunghezza di soli 4.28 m ed una larghezza di 1.52 metri, infatti, non possono che far presupporre un comportamento dinamico più… family oriented.
Ed invece i tre centimetri che mancano ai due e sessanta di passo e le sospensioni particolarmente efficaci rendono piuttosto spassosa la guida della MPV Seat, che risponde ai comandi del volante e del piede destro con sorprendente velocità. Non fraintendetemi: di vettura alta si tratta e in curva la forza centrifuga si sente tutta… ma tra le MPV medium-size siamo indubbiamente di fronte alla più bilanciata.

Il rollio c’è e si avverte, anche senza forzare il ritmo, ma quelle sensazioni da “Luna Rossa” in piena virata non fanno parte della dotazione di serie. Un fenomeno che rende la vita più facile ai generosi pneumatici 205/55r16, che hanno modo di pensare a come aggrapparsi all’asfalto piuttosto che arginare, in collaborazione con la bacchetta magica ESP, un corpo vettura che parte per la tangente.

Le centraline elettroniche ed i sensori che vigilano sulla stabilità, insomma, possono evitare gli straordinari, timbrando regolarmente il cartellino laddove si esagera con le entrate in curva o i cambi di direzione alla Schumacher. C’è poi un po’ si sottosterzo a centro curva, ma anche un retrotreno

letteralmente incollato all’asfalto, che permette di superare a pieni voti il test dell’alce.

Ed è un vero piacere che sia così, perché i tecnici seat hanno dotato l’Altea di uno sterzo veloce, piuttosto preciso e ben servoassistito. Non si deve “remare” per girare e visto che la posizione di guida è sostanzialmente identica a quella di una vettura tradizionale – seppur spostata di qualche cm verso l’alto – spesso ci si dimentica che le lamiere che ci circondano vestono un’intrigante monovolume e non una sportiva…

Il motore 2.0 TDI spinge forte tra i 1.900 ed i 3.800 giri e ci ha dato l’impressione di avere una taratura della centralina elettronica meno incravattata, ad esempio, rispetto alla stessa unità montata sulla audi A3 Sportback. E lo stesso discorso anche per il cambio, che propone movimenti della leva più morbidi, meno gommosi e quindi complessivamente più veloci.

Notevoli, vista la categoria, le prestazioni: con il nostro sistema di rilevazione GPS X-Crono-T by Geo-Vision abbiamo rilevato un picco di velocità massima di 198.4 km/h (210 km/h indicati) toccando i 100 km/h con partenza da fermo dopo appena 9.97 secondi. Niente male anche il dato relativo alla ripresa: per passare da 80 a 120 in sesta marcia Altea ha impiegato 10.45 secondi.
Ottimi, visti anche i volumi in gioco, i consumi che si attestano a 6.5 litri di gasolio ogni 100 km nella marcia autostradale, 4.6 litri/100 km in statale e 7.6 litri/100 km in città.

Ed a prestazioni così interessanti non poteva che corrispondere un impianto frenante di ottimo livello. Le quattro pinze che agiscono sui relativi dischi, assicurano spazi d’arresto piuttosto ridotti ed anche in tema di sensibilità sul pedale è stato fatto molto per rendere il rapporto tra la corsa del pedale e l’effettivo potere frenante il più lineare possibile. Ottima anche la taratura dell’ABS che entra in funzione solamente in caso di vera necessità, lasciando a chi si trova al volante maggior piacere di guida.

Concludiamo con una nota relativa all’arredamento interno. Rispetto ad audi e volkswagen la scelta dei materiali è completamente diversa, leggermente più economica ad una prima occhiata, ma le finiture sono di buon livello così come gli assemblaggi.

Quanto costa Altea?
Seat Altea, con il 2.0 TDI da 140 CV protagonista della nostra prova, è proposta a partire da 23.500 euro, con un allestimento di serie che comprende tra le altre cose ABS, TCS, ruote da 16”, servosterzo, alzacristalli elettrici e chiusura centralizzata, climatizzatore ed impianto audio.