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Questa volta confronto sfizioso, poiché i nomi delle due vetture in parallelo non solo sono noti ma appartenenti a un segmento abbastanza ambito da automobilisti giovani e non, almeno una tantum nella vita (meglio spesso potendo, ndr). Due roadster come le si definisce oggi anche in Italia, non supercar ma nemmeno auto ordinarie, visto il discreto blasone. Auto di quelle che catturano comunque lo sguardo, specie quando nuove fiammanti: parliamo di fascinose coupé che diventano spider in pochi secondi, grazie a un tetto retrattile a scomparsa. Auto entrambe tedesche che si contendono spazio in fascia premium e oltretutto costruiscono le rispettive storie su binari quasi paralleli. Non vetture da famiglia certo, o da giovane neopatentato: due posti secchi con motore anteriore e trazione posteriore, altezza da terra limitata e pochino anche il bagagliaio; ma volendo abbondanti i cavalli, per un’impronta che fonde sportività e prestazione a lusso e tecnologia, se graditi insieme. Due automobili distanti dai grandi numeri di vendita, poiché costose e associabili al concetto di automobilismo egocentrico. Molto ben finite e anche dotate, possono dare soddisfazione per altri utilizzi che non siano i trafficati percorsi casa – lavoro. Anche procedendo lentamente in città trasmettono sensazioni gradevoli per chi sia al volante però, forti di stile e reattività, insieme a comodità e sicurezza di livello un tempo non appartenente a questo genere di automobile. Le dimensioni non esagerate, poco superiori ai quattro metri in lunghezza, così come le rispettive masse e la disponibilità, oggi, di motorizzazioni relativamente contenute e “oneste” in accesso gamma, non le fanno auto poi troppo elitarie e impegnative sul fronte mantenimento, almeno in assoluto e rispetto a certe super sportive cui si accodano nelle rispettive varianti più spinte (AMG per Mercedes ed M Sport per BMW). Pensando in chiave trasversale, per godere a pieno del cielo aperto in fascia premium e di sportività gentile a due posti, ma anche compiere alcune attività normali come qualche commissione e spostamento di lavoro (non certo negate) consideriamo le motorizzazioni di “secondo gradino” in allestimento base. Sono l'interpretazione coerente di una roadster premium che si voglia come prima o anche seconda auto, senza più di quel che serva ma nemmeno troppo misera di motore. Sui rispettivi listini che aprono (aprile 2016) a 37.006 euro per Mercedes con SLC 180 e 37.700 euro per BMW con Z4 sDrive18i, si trovano a prezzi relativamente vicini Mercedes SLC 200 Sport e BMW Z4 sDrive20i, entrambe spinte da motori quattro cilindri in linea, benzina, sovralimentati, di cubatura e potenza analoghe (2000 per 184 CV) ma forti d’impronta propria e personale per il resto del veicolo.
SLC *****. Dopo vent’anni e quasi settecentomila unità prodotte a Stoccarda cambiano il nome, al mitico modello SLK che dal 1996 (serie R170) segna il risveglio e delinea il benchmark anche per le varie CC (coupé-cabriolet, come vengono a volte chiamate nei segmenti inferiori) che hanno poi seguito l’orma. La nuova versione della R172, al debutto nel 2016, incarna sempre il medesimo stile su medesimo pianale, pur rinominato ed evoluto per il primo termine del vecchio acronimo (Sportiva, Leggera e Compatta): forme tendenti allo squadrato con impatto solido da ogni angolazione e grinta ora maggiore, esibita nei dettagli, rispetto a BMW Z4. Mercedes SLC è la più tonica e muscolosa tra le due quando si presenta, con i suoi tagli quasi netti e verticali abbinati all’ampia maschera radiatore Matrix, che esibisce la grande (anche troppo) stella a tre punte frontale su fondo grigliato. Se R170 e R171 in passato erano usate anche da pubblico più che maturo o femminile, invecchiando meno di altre vetture nel medio termine, la roadster Mercedes ora ringalluzzita potrebbe sentire più il variar delle mode nel lungo periodo, proprio per i molti dettagli di cromature, prese aria (anche posteriori) e nervature della carrozzeria. È a colpo d’occhio notevole nella propria compattezza SLC, apparendo da lontano una “gran macchina” nonostante sia lunga 4,13 metri, più tosta e cattiva delle precedenti SLK specie anteriormente e intrigante anche verso quel target giovanile ma non necessariamente per l’anagrafe. Tredici le colorazioni possibili per la carrozzeria, anche se solo tre vanno per la maggiore, tutte con sovrapprezzo salvo il nero pastello e nove le tipologie di cerchio abbinabili, queste a gradimento dei più variegati gusti. A livello interni, quelli base sono in tessuto scuro e inserti alluminio o effetto carbonio chiaro, gradevoli e moderni ma non esagerati in quanto a lusso percepito. Le belle e ben più gratificanti otto combinazioni possibili di pelle, partono da quasi 1.400 euro (fino a circa 3.300) per sposarsi a inserti in radica, frassino o vero carbonio, se graditi.
Z4 ****. A Monaco il nome alla propria piccola Z3, nata nel 1996 come la prima SLK, l’hanno cambiato già da tempo, con Z4 (E85) che debutta nel 2002 distanziandosi però dalla vettura progenitrice, in meglio, passando da capote in tela o hard-top a tetto retrattile nel 2009, con la serie E89, proprio come la connazionale con cui oggi compete ad armi pari. La Casa dell’elica propone una vettura di superfici generalmente meno vistose e più smussate alle estremità, contrariamente a SLC. Z4 appare più sottile e raffinata nell’impatto visivo d’insieme, specie da lontano, pur con medesime misure per due delle dimensioni (pochissima differenza in altezza e larghezza). Quei dieci centimetri in più a livello longitudinale invece sono percepiti tutti specie quando chiusa, causa l’enfasi sulla parte frontale del cofano, allungato e spiovente in punta, rispetto a quella posteriore del bagagliaio, a effetto molto corto. Un’auto di sagome laterali anch’esse spigolose, sì, ma meno grintosa della SLC. Volendo più filante per enfasi alle linee principali della carrozzeria invece che ai dettagli (due ma piccole le griglie anteriori, nessuna posteriormente e scarichi tondi meno evidenti) ma anche per l’apparente altezza inferiore, enfatizzata dalle scelte di stile opposto a quello Mercedes per vista frontale e posteriore, con targa in basso e prossima agli scarichi da 72 mm, mentre su SLC è al centro. Per Z4 infine assenza di effetto novità, causa il debutto antecedente di quasi tre anni con ultimo facelift nel 2013 e quella sagoma tetto stondata, al momento un po’ superata. Di contro la roadster BMW vanta forse una potenziale maggior resistenza al variare delle mode, grazie all’insieme più armonioso e pulito che alla fine torna sempre. Se fuori BMW Z4 permette di separare il colore di retrovisori, montanti e tetto a scomparsa (costo 730 euro, genericamente usato più scuro se non analogo al resto) internamente dove l’estetica è come fuori meno “forte” di quella di SLC, pur bicolore, BMW propone meno personalizzazione di materiali (alluminio carbon o una tipologia legno) comunque più che sufficiente a gratificare gusti nella norma e anche forti, ad esempio con il contrasto Design Pure Traction, vario per le linee colorate. Sono dieci le varianti di tinta carrozzeria, sempre con sovraprezzo se non nero opaco e sette i cerchi, da 17’’ a 19’’, il tutto ben visibile nel configuratore online con vista a 360° che BMW mette a disposizione dell’utenza.
SLC ****. Anche qui sta il bello, per l’utilizzatore generalmente unico che conosca a fondo queste vetture: stare ben comodo in un’auto che i non smaliziati del segmento reputano per definizione piccola e sacrificata, basandosi su stereotipi di un tempo lontano. Sulla Mercedes SLC ci si sta bene anche se di altezza fino al metro e novanta, con ergonomia ottimale per la guida e gestione facile di qualunque comando, pur se i tasti della console centrale non sono pochi e impressionano chi non li comprenda (giusto qualche utilizzo, per aver confidenza). L’aspetto di entrarci e uscirne comporta la necessaria articolazione di gambe e anche busto se si è alti, quello sì. Pur se non è molta la distanza da terra, una volta piegati quella da seduta a tetto è discreta e analoga per le due vetture (992/993 mm). Centimetri che non si notano come altri dettagli questi, ma se si è sopra gli "anta" potrebbero sentirsi. La visibilità è buona anche se a frontale e coda alti occorre abituarsi, in breve, come altrettanto buona è la capienza dei due vani portaoggetti principali (anche senza serratura quello centrale si blocca, insieme alla chiusura centralizzata). Spazio poi anche in qualche scomparto più piccolo e sulla cappelliera, finché non si debba “aprire”. Il bagagliaio è discreto per due persone che debbano gestire oggetti non voluminosi o anche trasferte settimanali, con classico paio di valigie o borsoni, senza attrezzature da hobby o sport che ne richiedano di esagerate però, semmai l’aggiunta di un paio di zaini. Lo spazio da saturare è fino a 335 litri, ma da liberare per aprire il tetto con limite a 225. SLC si apre (in tutti i sensi) con un tasto volendo, a distanza, ma si avvia inserendo una chiave a fianco destro del piantone sterzo, come tutte le SLK. Sempre da tradizione ci sono le tasche con pelle molto flessibile posteriore e ai lati, sulle portiere (meno contenitive e solide che su Z4 ma pratiche) e poi c’è la rete a lato piedi passeggero ma, soprattutto, persa nella precedente serie R171, si riconferma con piacere su SLC l’apertura scorrevole del lungo scomparto dietro la leva cambio, come sulla R170 ma più largo e dotato di prese USB: utile quando si guidi sportivamente con piccoli oggetti da tener sottomano senza rinchiuderli o vederli scuotersi in abitacolo.
Z4 ****. Sommariamente valide anche per BMW Z4 (E89) tutte le prime considerazioni fatte sopra riguardo a Mercedes SLC, in positivo o negativo secondo gusti e misura fisica. La roadster BMW propone internamente anch’essa strumentazione a cannocchiale con indicatori in stile analogico, meno moderna però, come anche lo sono i tasti dei Driving mode e il volante, qui circolare (su SLC a smusso inferiore) con quattro tasti a lato, contro i sei della rivale. Una volta seduti Z4 è percepita come meno ariosa, ha però dalla sua se serva la sicurezza di chiusura e di solidità per alcuni dei vani, tranne quello fronte cambio comodamente aperto pur scavato e dona un avvolgimento guidatore in complesso superiore, enfatizzato dalle forme di plastiche frontali, che scendono ai lati e bocchette orizzontali (su SLC tonde a contrasto delle più squadrate strutture verticali): elementi che fanno insieme sentire più inseriti e bassi dentro la vettura e relativi comandi. Distinzione non tanto funzionale ma gradevole secondo i gusti, del come sentirsi in abitacolo, soggettivamente non troppo apprezzabile dalle taglie molto forti, o chi cerchi più pacatezza d’impostazione guida, il contrario per chi preferisca il senso di accentramento. L’eventuale display Infotainment centrale, è posto più alto e meno prossimo a volante rispetto alla SLC, sopra le bocchette clima invece che in mezzo alle stesse, al contrario la leva cambio è più ravvicinata e diretta su BMW Z4. Il bagagliaio qui è più limitato specie quando aperto il tetto: soli 180 litri, 310 invece quando in configurazione normale. La visibilità è di poco migliore su Z4: si guida e mette ovunque senza necessità vera di assistenza o avvisi, con retrovisori più alti e meno esposti all’esterno anche quando aperti. Il motore si avvia e spegne con un tasto, a vantaggio di chi faticherebbe a sfilare una chiave scordata in tasche molto strette, quando già seduto in postura sportiva. Il tappo serbatoio infine è a lato guidatore: talvolta più comodo di quello opposto della Mercedes SLC, sostando con l’erogatore alla propria sinistra.
SLC *****. Si va un gran bene rispetto alle prime SLK, soprattutto molto più sicuri, non distanti però dall’attuale BMW Z4 (E89) anch’essa avanzata rispetto alla ventenne progenitrice. La Mercedes SLC 200 vanta peso di poco inferiore (-15 Kg), cubatura e cavalleria sostanzialmente analoghe (qui 1991 cm³ per i medesimi 184 CV) con qualcosina in più di coppia: 300 Nm (a 1200/4000 rpm) contro 270 Nm (a 1250/4500 rpm) di Z4 sDrive20i. I numeri non pongono netta differenza prestazionale fra le due roadster e la bella reattività della SLC 200 a livello dinamico, per quanto si possa usare in strade normali, ha solo margini di dettaglio sulla rivale, idem alle alte velocità, dove non mancano stabilità, in relazione alle dimensioni ma anche qualche sottofondo di rumore, accettabile per una vettura che può essere scoperta. Si viaggia con buon comfort sempre in relazione a dimensioni e altezza, con cinque litri in più nel serbatoio rispetto a Z4 che allungano di poco la possibile percorrenza (esiste anche opzione di salire a 70 litri). A quasi parità di prestazioni dichiarate o percepibili, per velocità (240 km/h Max) e accelerazione (0-100 km/h in 7s) rispetto a Z4 sDrive20i, la Mercedes SLC 200 ha solo fase di allungo migliore, ma forse è più quantificabile la differenza consumi in suo favore, per chi la consideri rilevante. Alla fine anche in movimento è lo stile a differenziarle, con la sonorità Mercedes molto piena aprendo a fondo e l’impronta vagamente più diretta a livello telaistico. Qui l’ingombro longitudinale poco più contenuto è potenzialmente utile in rari parcheggi “impiccati” tra le auto, ma non discriminante. La movimentazione tetto è possibile sino a 40 Km/h, in un tempo di venti secondi. Il sistema Dynamic Select, opzionale, modifica la risposta di motore, sterzo e assetto se presente, mentre il cambio è meccanico a sei marce (disponibile l’avanzato 9G-Tronic a nove rapporti). Il diametro volta è 10,52 metri, mentre la gommatura è differenziata anteriore e posteriore come sulle vecchie SLK: 225 davanti e 245 dietro, da 17’’.
Z4 ****. Il TwinPower Turbo BMW, un quattro cilindri 1997cc Euro6, è ben bilanciato per camminare anche forte ma non “strafare” su una roadster di stile educato come la Z4 sDrive20i. Ha coppia solo leggermente inferiore ai regimi bassi rispetto a Mercedes SLC 200, ma potenza massima disponibile a regime inferiore, qui 5000 giri. Analogo anche il cambio, a sei rapporti (lo sportivo assistito a otto marce è opzionale: 2.490 euro). Non si distanziano né in strada né in pista alla fine le due tedesche, però il passo ruota più lungo di sei centimetri (2,49 mt. contro 2,43) e la carreggiata anteriore più stretta di altri sei centimetri (1,51 m.) con gommatura “pari” (anteriore e posteriore) donano alla BMW Z4 una dinamica propria, che unita al taglio delle sospensioni inverte un po’ l’impatto esteriore nei confronti della rivale SLC 200 Sport. In sostanza se accelerazione e velocità massima sono analoghe (la prima dichiarata poco migliore per Z4, la seconda per SLC, di 5 Km/h) la guida della Z4 diviene caratteristica quando si vada all’estremo, solo in quelle fasi rivela un feeling più maschio eventualmente anche impegnativo per il volante, selezionando la più spinta delle tre modalità guida. In città compensa la maggior lunghezza con un diametro di volta poco inferiore ai 10 metri. Sono infine diciannove i secondi per manovrare il tetto retrattile: anche qui cambia poco, in meglio, rispetto a SLC e onestamente questi numeri non sono troppo incisivi, salvo quando ci si trovi in condizioni di meteo improvvisamente variabile.
SLC *****. La SLC 200 Sport ha di serie il necessario, con il plus di camera posteriore, frenata assistita e avvisi conducente (anticollisione), anche se più dotata e appetibile lo potrebbe essere, magari con tetto panoramico (H-T Panorama). In ogni caso i sistemi di sicurezza oggi standard per Mercedes sono presenti: ABS, BAS, Cruise control e assistenza salita (Hold). I due allestimenti superiori allo Sport, ovvero AMG e Premium, non sono certo da poco per contenuti e costo (rispettivamente oltre i 4.300 euro il primo e 8.900 il secondo) ma caratterizzano parecchio la vettura se si voglia. Meritevoli di considerazione, senza entrare nei due diversi tagli e nemmeno prendere uno dei quattro pacchetti accessori, ci sarebbero comunque: il ruotino di scorta, i retrovisori ripiegabili, frangivento trasparente, navigazione Garmin con integrazione Bluetooth e, volendo, anche Keyless go. A parte in ogni caso il più completo sistema sicurezza Distronic Plus. I livelli di finitura sono ottimi e solo volendo percepire maggior ricchezza a contatto, occorre salire di allestimento verso la pelle.
Z4 ****. In rapporto al prezzo di listino, inferiore per Z4 sDrive20i, si ottengono dotazioni similari, poco indietro e soddisfacenti salvo grandi pretese, solamente meno innovative e vistose. Non mancano il controllo di stabilità (DSC con DTC) comandi al volante, freno stazionamento elettronico, Servotronic (sterzo a intensità variabile) e clima automatico (non bizona): fino a qui come su Mercedes SLC 200 Sport. Sono poi inclusi su Z4 accessori come i lavafari anteriori e i rilevatori pressione più temperatura pneumatici (run-flat). A parte invece ma graditi, pur senza acquistare uno dei tre pacchetti (Comfort, Connected o M) l’allestimento porta oggetti e il sistema navigazione con schermo 8,8’’ a scomparsa (Information Plus, include anche comandi vocali e Bluetooth: 2680 euro). Come per Mercedes qualità percepita e livello di finitura sono ottimali e solo i palati raffinati, come può giustamente essere visto il target vettura, ambiscono a qualcosa oltre comunque possibile salendo in allestimento o scegliendo accessori in gamma (es. rivestimenti pelle Kansas, da 1.370 euro) a un costo potenzialmente inferiore alla rivale, volendoci “spulciare”. Proprio il configuratore online di BMW prova a compensare la maggiore età del modello Z4 (E89) dandone una piena visione, d’immagine ma poi anche per eventuali servizi aggiuntivi in acquisto (finanziari o assicurativi).
SLC ***. Il prezzo di listino per Mercedes SLC 200 Sport in Italia è di certo non popolare: euro 42.008 (IVA e Messa su strada incluse, aprile 2016) maggiore di circa il 4% rispetto a quello di BMW Z4 sDrive20i. Imposta di bollo automobilistico analoga mentre su fronte consumi i valori dichiarati per SLC sono lievemente inferiori: ciclo urbano (l/100 km) 8,1 extraurbano 4,9 combinato 6,1. Non troppo sensibile certo, ma in ambito misto la prospettiva di convenienza annua rispetto a Z4 sDrive20i è comunque di 105 litri, considerando percorrenza quindicimila Km. Come volutamente richiamato nel nuovo nome, la piccola roadster deriva dalla classe C, con cui condivide importanti sistemi elettronici (ad esempio la ecu motore, Bosch MED17.7.2) e relativa affidabilità nonostante la roadster sia percepibile come nuovo modello. Mercedes offre la possibilità di supportare la normale garanzia di due anni con pacchetti Service Plus, ovvero interventi programmati (da ordinare entro il 24° mese di vita e i 200mila Km di percorrenza). Tre i livelli possibili, a partire dai normali tagliandi previsti da libretto, fino ad arrivare alla versione completa che sposi la Advance, per coprire anche i materiali di usura e le manutenzioni straordinarie che occorrano fino a trentasei o quarantotto mesi di vita dell’auto (quindi fuori dalla normale garanzia di legge), con un costo fino a 1025 euro per l’estensione garanzia. Godendo di Express Service per ridurre i tempi di lavorazione in officina e stimando i tagliandi dei primi tre anni fino a 80.000 km di percorrenza, la nostra valutazione vede un costo di 2.108 euro per il pacchetto Excellent, un compromesso di assistenza ufficiale che dovrebbe coprire quanto di norma possa servire e anche più, onestamente.
Z4 ***. Costo di similar grandezza ma inferiore, di oltre 1500 euro, guardando il listino prezzi Italia 2016 per Z4 sDrive20i: 40.350 euro. Nella manutenzione la roadster BMW si potrebbe distanziare ancora però, essendo a fine carriera e quindi meno esosa. Impianti elettronici ovviamente tutti dei maggiori sistemisti, come la ecu Bosch MEVD 17.2 di gestione motore (CPU Tricore come per Mercedes) dalla comprovata affidabilità. I consumi qui sono maggiori, dichiarati in oltre mezzo litro per 100 Km come differenza per qualunque uso: nel ciclo urbano l/100 km 8,9, extraurbano l/100 km 5,6 e ciclo misto l/100 km 6,8. L’aspetto manutenzione vede quindi Z4 (E89) da un lato non coccolabile come altre BMW uscite di recente, quindi meno della SLC, ma è comunque garantita la Fast Lane Service con i programmi manutenzione possibili volendo (Inclusive e Inclusive Plus) al momento non quantificati nel dettaglio dal listino 2016. Rivolgendosi dopo i canonici due anni alla rete generica, potrebbero esserci dei piccoli risparmi, senza incorrere in sorprese di rilievo come si presume, data la comprovata affidabilità di sistemi collaudati. Se la manutenzione è una scelta, sul fronte garanzia non si perde terreno dalla rivale, con BEST4BMW: una copertura valida ventiquattro mesi dopo quelli di legge, con limite di percorrenza massima 100.000 km. Copre sia ricambi sia manodopera relativa, per gli interventi conseguenti a difetto di materiale o messa in opera riguardanti le parti lubrificate di motore, cambio, differenziale, ripartitore di coppia e sterzo (subordinata alla manutenzione del veicolo come da libretto).
ASSICURAZIONE. Valutando le polizze gestibili online per le due roadster in esame, scopriamo che le stime per un conducente maturo che inserisca la vettura quale secondo mezzo nel nucleo familiare sono molto vicine, pur con una discreta varianza in funzione della compagnia. La sola RC di un guidatore esperto in classe di merito più bassa, vede in circa cinquanta di euro la differenza minima con BMW Z4 sDrive20i in alcuni casi più onerosa. Solo includendo altre garanzie come incendio e furto, atti vandalici, cristalli, collisione, eventi naturali e assistenza, la differenza può salire prossima ai 100 o 200 euro annui in più, variabili secondo il valore che si voglia assegnare come riferimento. Peggiorando la classe di merito, incrementa anche la differenza costo assicurazione, mentre in termini di valore residuo dell’auto, con il passare degli anni la prospettiva è che sia quello della SLC, modello più nuovo, a rimanere più elevato rispetto alla Z4 (E89).
Difficile parlare di numeri o giudizio fermo, in questi casi: le roadster due posti sono talvolta oggetto d’innamoramento secondo gusto personale, per cui chi arrivi a desiderarle fortemente dopo averle conosciute magari da poco, o nemmeno da utilizzatore, facilmente non ne considera tutti i limiti al felice momento dell’acquisto, salvo scoprirli più avanti. La sommatoria delle valutazioni qui considerate porta a una differenza di tre punti in favore di Mercedes SLC 200, immessa dopo sul mercato e forte di qualche cura ben centrata (per una analisi di confronto numerico completo potete usare il nostro comparatore, con le due schede modello affiancate). Molto ravvicinate su tutti i fronti poiché pensate per target analogo, si differenziano soprattutto nello stile ben visibile e identificativo le due tedesche, oltre che in alcuni dettagli che però divengono sensibili solo per utilizzo estremo, di guida, carico bagagli o percorrenza. Chi sia più soddisfatto da minima grinta ed eleganza fuori, può pensare a BMW Z4 ancor oggi valida tecnicamente e poco più economica in acquisto e magari manutenzione, ma in prospettiva giunta a fine carriera. Se invece ci si senta appagati pensando a tonicità ed effetto novità, Mercedes è forte del fresco debutto della propria SLC che se da un lato si rafforza nello stile, fin troppo grintoso per certi target (femminile o over-50) dall’altro rimane razionale e flessibile per guida ed ergonomia. La variabile economica è maggiormente funzione delle quotazioni al momento della rivendita, che se a lungo termine (decennale o oltre) potrebbe vederle ancora allineate, per il breve e medio è invece a netto favore di Mercedes SLC. Le due roadster si marcano stretto anche sul fronte delle alternative disponibili in gamma: per chi non gradisca le versioni intermedie qui analizzate, tanto Mercedes quanto BMW offrono i propri modelli con motorizzazioni molto più spinte e anzi, SLC esiste anche diesel (250d). Il top si raggiunge con la V6 4.3 AMG biturbo (367 CV) per SLC e la SDrive35is M Sport (340 CV) per Z4 (E89): versioni che sconfinano di segmento verso il corsaiolo (senza esserlo al 100%) togliendo i modi garbati e mettendo in ombra le raffinatezze con ribassamenti, materiali a vista, appendici aerodinamiche e sound che portano i prezzi prossimi ai settantamila euro.
BMW
Via dell'Unione Europea 1
San Donato Milanese
(MI) - Italia
02 51610111
https://www.bmw.it/it/home.html
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