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A confronto due vetture di quelle che a un giovane piacciono parecchio, se si debba rimanere su una compatta tre porte che ingombri meno di quattro metri, ma sia ricca di cura e immagine premium. Sono entrambe europee con listino prezzi non certo dei più popolari, ma regalano personalità a prima vista e dettagli premianti, con qualità riconosciuta. Considerando un target non superiore ai ventimila euro di listino, che non debba sgranare migliaia di chilometri annui con viaggi, ma nemmeno sposare la pura prestazione, salvo che per l’estetica, confrontiamo le tricilindriche benzina adatte anche ai neopatentati: Audi A1 Sport 1.0 TFSI e DS 3 PureTech 82 Sport Chic. Forte razionalità con qualità dei quattro anelli, contro personalità francese fuori dagli schemi.
A1 ****. Al debutto nel 2009 e rinnovata per il 2015, l’immagine A1 è un riferimento consolidato. Non troppo modaiola o innovativa nel 2017, invero, con quelle sue forme morbide e i profili tondeggianti non totalmente aderenti agli ultimi trend dello stile Audi. È comunque percepita come auto dinamica e sportiva, specialmente in questa versione che strizza l’occhio ai giovani, rimarcando l’ampia griglia frontale e la cura dei gruppi ottici. Cerchi 16’’ ma ci sono possibili variazioni con i pacchetti stilistici o anche singolarmente, fino ai 18’’ (da € 850). Con il pacchetto S line exterior, a 1650 €, si connota pienamente la piccola A1 dello stile sportivo Audi, spoiler incluso. Spendendo qualcosa meno ci sono comunque pellicole per arco del tetto ed elementi decorativi di vario tipo. Undici i colori carrozzeria, oltre il personalizzato exclusive, con differenza prezzo da 585 € a 1495 € rispetto al bianco o nero base. Rispetto alla più fantasiosa francese, piace anche al pubblico più maturo.
DS3 ****. Un bel lavoro di stile proprio indubbiamente, per gli uomini francesi che, come tradizione, riversano sull’aspetto d’immagine il loro heritage senza guardare troppo in faccia idee popolari o tendenze validate dalla concorrenza. DS 3 è vettura più singolare esteticamente della tedesca A1, fresca di aggiornamento nel 2016: pur di simili misure, poco più alta, ha impatto meno sportivo e puro, comunque coinvolgente e grintoso rispetto al resto del segmento. Ricca di dettagli unici come l’estesa griglia DS (spariti i riferimenti a Citroen) profili movimentati, gruppi ottici 3D posteriori, vetri senza montante dietro e illuminazione, o prese aria. Un’auto che può dividere, piacendo subito piuttosto che il contrario, rispetto alla più equilibrata rivale Audi. Personalizzabile nei colori con undici tinte carrozzeria (da + 350 a +800 € rispetto al giallo base) e quattro più una per il tetto (da + 350 a +550 €) per un totale di combinazioni superiore alla A1. Due le colorazioni d’interni per il tessuto incluso, nella versione Sport Chic: nero o verde. Cerchi in lega da 17’’ e con 100 € ve ne sono per tutti i gusti, di ugual misura. Se gli indicatori direzione LED sono già quelli a scorrimento, non mancano da acquistare a parte sette sgargianti grafiche per il tetto (Esprit, 400 €) oppure dettagli di finitura come personalizzazione adesiva, spoiler (261 €) gusci retrovisori (65 €). Già presenti in questa versione minigonne laterali, fasce e tanti dettagli cromati.
A1 ***. Lo spazio è esattamente come lo ci si aspetterebbe su un’Audi di queste dimensioni: giusto. Come un po’ freddamente giusta è l’ergonomia generale di taglio tipico per il marchio dei quattro anelli, comunque curato. Display per eventuale NAV MMI a scomparsa, che può piacere secondo i gusti e pochi spunti fantasiosi, per una percezione sempre ordinata e solida. I comandi sono per gran parte circolari (es. clima e radio) come circolari sono le bocchette areazione e i due elementi principali del cruscotto (contagiri e tachimetro); mentre il sedersi posteriormente pone qualche, ovvio, limite di movimentazione prima e spazio poi, solo in due. Bagagliaio da 270 a 920 litri, limitato nella configurazione normale e non certo compensato da vani troppo voluminosi. Il rifornimento carburante è a destra, opposto a quello di DS 3.
DS 3 ****. Non ci si può lamentare dello spazio in relazione all’ingombro, sulla DS 3, pienamente regolabile in questo allestimento per sedili e volante, come la rivale. Auto che genera un’accoglienza parzialmente inattesa, omologata per cinque occupanti, poiché da fuori non rientra nei canoni classici. Anch’essa sportiveggiante alla percezione per la selleria e anch’essa, necessariamente, poco agevole per chi debba andare dietro e non sia di taglia Small. È comunque confortevole, anche se non vanta certi punti di contatto o regolazioni che Audi mantiene a livello lievemente superiore per impatto di solidità. Le forme dei comandi e delle strutture non sono certo omogenee come su A1, anzi, un mix che parte dai tre elementi circolari della strumentazione, con i due a lato ovali, passando per bocchette e tasti alternativamente squadrati, stondati o inclusi in unico elemento segmentato. Poco migliore la visibilità ai lati, che sulla tedesca risente in parte di montanti e lunotto, ma non ottimale anche qui per via delle forme sui due fronti principali, con gradimento quindi dell’assistenza parcheggio. Poco migliore ma certo utile anche la capacità di carico, con 285 litri estendibili a 980.
A1 ****. L’aspetto guida premia marginalmente la tedesca, a parità di elementi base, ovvero motore tricilindrico e trazione anteriori, con trasmissione a cinque rapporti. Precisa da fuori ma non certo impegnativa al volante, specialmente nelle basse velocità, dove non pesa lo sterzo e nemmeno si fa troppo sentire il motore. È penalizzata giusto per viaggi con carico dallo spazio limitato, ma non per qualità di marcia. È più rapida la Audi A1 TFSI, ma non tanto, ricordando che il suo tricilindrico è da 999cc contro 1199 di DS 3, può definirsi di miglior rendimento. A parità di CV erogati e di massa, circa, ma con migliore aerodinamica, sono 177 i Km/h di velocità punta e 12,4 i secondi per lo 0-100, con vantaggio più sensibile nelle riprese, dove la tedesca gode di maggiore coppia (160 Nm contro 118). Anche se vanta il termine sport, questa 1.0 non trasmette né al piede né alle braccia le sensazioni delle sorelle più dotate.
DS3 ***. La pratica ribadisce in parte quanto accennato dall’estetica, per DS 3 PureTech, ma non è lei la più morbida delle due, anzi. Il tre cilindri sovralimentato francese spinge abbastanza bene “sotto” la più piccola delle DS, che non patisce troppo rispetto alla A1, ma la differenza comunque c’è. In allungo la tedesca prende ulteriore piccolo vantaggio. 174 Km/h la velocità massima e 12.8 sec. lo 0-100, per 1113 Kg di massa a vuoto. È una guida non distante, comunque ben sostenuta da un’impostazione rigida, anche troppo per i fondi più sconnessi, con leggibilità delle informazioni spesso utili meno razionale che sulla A1. Nel serbatoio 5 litri in più di carburante, utili, per autonomia anch’essa non dissimile dalla rivale. È però nel tortuoso e nelle manovre che, sempre di poco, la DS 3 recupera per minori passo ruota e diametro sterzata. Chi non ami le fantasie di sfondo alla guida, potrebbe non amare i toni serali che assume la francesina, anche in questo aspetto diversa dalla concorrenza e soprattutto dalla tedesca.
A1 ****. Si entra nella più piccola delle Audi, spesso con la spinta del fascino percepito quando si apprezzino le prestanti sorelle maggiori, scoprendo piena coerenza di materiali, sistemi e finiture. Audi offre come da tradizione molto, anche piccola sulla A1, però si paga un po’ salato. Ci si può rilassare maggiormente, o concentrare alla guida, secondo gusti, perché sono meno le “variazioni” presenti in abitacolo, sempre ottimamente assemblato e rifinito, ma non coinvolgente per chi gradisca toni forti, qui assenti come eventuali spunti fantasiosi. Tra le tante possibilità opzionali, selleria in due tipi di pelle o alcantara, volante sportivo, tetto panoramico (1095 €), MMI Navigation Plus. Non ha in quest’allestimento già inclusi cruise e vetri oscurati, come invece la rivale, è però oggettivamente più raffinata nelle parti inferiori e in alcune plastiche.
DS3 ****. Nata Citroen ma con un’impronta di livello superiore, la DS 3 si distingue anch’essa nel segmento per la più che buona dotazione e la qualità dei materiali. Parente sì sulla carta, ma non troppo vicina nel dettaglio alla ben più spartana C3. Il configuratore della Casa francese permette di valutare abbastanza bene tutto, meno articolato però di quello Audi, più razionale con le sue maggiori varianti. Con soli 100 € si possono scegliere i colori degli inserti abitacolo, dal bianco al verde smeraldo, passando per il carbonio. Inclusi ci sono Bluetooth, Connect Box, Touch Pad 7" e diffusore fragranze. L’impatto è più futurista e certo singolare rispetto alla tedesca, con toni variegati per come diversi e spesso lucidi sono i materiali. Cinque i pacchetti accessori, per risparmiare considerando l’utilità dei sensori parcheggio posteriori (300 €) e il gradimento di bracciolo o navigazione. I costi vanno dai 500 € ai 1750 € per includere anche telecamera e Active City Brake.
A1 ****. 19.350 €: a listino la Audi A1 TFSI 1.0 Sport sembra quasi più economica della rivale francese ma considerando le dotazioni, per includere qualcosa di gradito per non dire dovuto, pensando a questo genere di vettura, il prezzo sale e rende la tedesca meno conveniente in acquisto rispetto alla DS 3. Difficile quantificare con esattezza la percentuale, dipende dai gusti ma certo non basta il piccolo vantaggio nei consumi a compensare la cosa, pur pensando di macinare oltre 15000 Km annui ovvero 75 litri di benzina in meno che DS 3, su ciclo misto. I valori consumo carburante A1 sono infatti: urbano 5,0 l/100km, extraurbano 3,7 combinato 4,2. Salvo tenere l’auto per un decennio, vero è però che fronte usato, la A1 gode di buon apprezzamento e ampia commerciabilità. Diffusa maggiormente a oggi con motori diesel, anche col benzina è destinata a difendersi molto meglio della DS 3 e quindi non far “pesare” tutta la maggior cifra spesa in acquisto, se rivenduta nel breve o medio termine. Affidabilità buona e manutenzioni però riservate alla rete ufficiale in caso di ricodifica parti elettroniche.
DS3 ***. Listino € 19.800 per DS 3 1.2 Sport Chic. La francese ha maggior convenienza pensando a quanto includibile nella spesa e a una certa scontistica che è meno popolare presso il mondo Audi. Il finanziamento proposto da PSA vede 84 rate con anticipo di 4950 €, ma indipendentemente dalla forma di pagamento è il termine di rivendita a segnare la differenza. Ciò che DS 3 fa risparmiare rispetto ad A1, può perderlo nel breve e medio termine causa maggior deprezzamento da usata. Anche fronte consumi la DS 3 paga qualcosa alla tedesca: urbano (l/100 km) 5,6 extraurbano 4,1 misto 4,7. Dove in parte può considerarsi avvantaggiata, è qualora capitino manutenzioni straordinarie, per alcune componenti (spesso di aziende francesi) non troppo esose, non è però la norma doversene occupare.
ASSICURAZIONE. Valutando le polizze low cost gestibili online per le due compatte premium di segmento B in esame, scopriamo che le stime per conducenti giovani non sono identiche. La sola RC di un guidatore non esperto, vede in almeno 150 euro la differenza con più onerosa Audi A1. Includendo ulteriori garanzie come incendio e furto, atti vandalici, cristalli, collisione, eventi naturali e assistenza, la differenza può superare i duecento euro annui, variabili tendenzialmente secondo il valore veicolo assegnato. Peggiorando la classe di merito, parallelamente incrementa anche la differenza costo assicurazione; mentre in termini di valore residuo dell’auto, con il passare degli anni è comunque quello di Audi A1 a rimanere lievemente più alto.
La sommatoria delle valutazioni qui considerate, porta a un piccolo vantaggio per la A1, più tonica e anche apprezzata a livello di valore trasmesso. La tedesca ha un plus accumulato dal brand negli anni recenti, che DS non si è potuta ancora costruire, oltre essere parzialmente più prestante e amabile dal pubblico adulto. DS 3, senza spendere di più per accessori opzionali, ha però già di che vantarsi per unicità, qualora si punti a quello magari pensando di tenerla a lungo; mentre Audi A1 sa essere sia estremamente pulita e razionale, sia lussuosa volendo, a costo poi superiore. In realtà è proprio la teoricamente più fine Audi A1 che può divenire pure cattiva e “tamarra”, al contrario della DS 3 più votata all’essere semplicemente alternativi. Per necessità o gusti diversi da quanto considerato, DS offre soprattutto la variante Cabrio, con tetto in tela e molteplicità di allestimenti (sei attualmente, includendo le serie speciali) ma meno varietà tecnica rispetto ad Audi, che propone A1 anche in versione cinque porte Sportback e con motorizzazioni diesel di due cubature, 1.2 o 1.4, svettando poi in potenza massima disponibile con la cattiva S1 (231 CV del 2.0 TFSI, contro i 208 dell’EP6F francese) quest’ultima invero auto quasi di altra categoria, dotata anche di trazione integrale permanente quattro. Entrambe, restano ancor oggi tra le sfiziose di segmento made in Europe senza “andare oltre”. Sullo strumento di confronto modelli Automoto.it le schede con tutti i numeri dei due modelli affiancati, visibili a questo link.
Audi
Viale Gerhard Richard Gumpert, 1
Verona
(VR) - Italia
800 283 454
info@audi.it
https://www.audi.it/it/web/it.html
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