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A confronto due nomi molto noti nel segmento C, tra i più popolari sulle strade italiane in rappresentanza rispettivamente dell’industria tricolore e di quella tedesca, quest’ultima leader su scala internazionale e riferimento da decenni per questo genere di vetture. Le berline due volumi cinque porte erano gradualmente divenute classiche “macchine per tutti” in Europa, stereotipo un certo periodo quasi inscalfibile sia per giovani, potendo, sia per automobilisti maturi soli piuttosto che accompagnati, o con famiglia propria. Oggi questi classici di fine secolo patiscono la concorrenza delle varie crossover più vicine alle esigenze degli automobilisti moderni e complice anche la crisi finanziaria, che ha favorito modelli di minor volume e onere, scendono un po’ nella classifica delle vendite ma Alfa Romeo Nuova Giulietta e Volkswagen Golf 7, si contendono comunque una posizione molto importante sul mercato dell’auto attuale. L’italiana, a sei anni dalla nascita, ha da pochissimo debuttato nella propria rinnovata versione (m.y. 2016) con connotazione più sportiva e piccole migliorie a 360°. Golf, giunta nel tardo 2012 alla settima generazione, prosegue il proprio cammino vincente reinterpretando i medesimi valori di adattabilità in chiave moderna ma razionale, con cura particolare per la sicurezza oltre che per le finiture. I rispettivi listini aprono con Giulietta 1.4 Turbobenzina a € 22.200 e Golf 1.2 TSI Trendline a € 18.900 (prezzi chiavi in mano a marzo 2016, promozioni escluse). Prendiamo in esame due combinazioni popolari per motorizzazione, con i diesel intermedi e più che sufficienti per allestimento, pensando ad automobilisti maturi che esigono un’auto di qualità e stile identificativo europeo. Conducenti che escono dal tessuto urbano e dalla sola guida quotidiana (casa – lavoro o commissioni) ma non per questo esasperati da dettaglio, prestazione assoluta e nemmeno lussuosità di un’auto, semmai da praticità e comfort, con tanto di trasmissione automatica. Alfa Romeo Giulietta 1.6 JTDm 120 CV Business TCT e Volkswagen Golf 1.6 TDI BlueMotion Technology Business 110 CV DSG sono due vetture non solo allineate sul listino prezzi, ma anche per elementi fondamentali come i motori (anteriori quattro cilindri in linea sovralimentati, Euro6 di similare cubatura e rendimento) la trazione anteriore e la trasmissione automatica con doppia frizione. Due auto figlie del nuovo secolo pensate e realizzate in Europa per l’Europa (principalmente) ma con valori e caratteri differenti da scoprire, sotto il vestito come al volante, che andiamo a valutare.
GIULIETTA ****. Fresca di rinnovo con caratterizzazione sportiva più marcata, la Nuova Giulietta m.y. 2016 si fa forte del family feeling con l’apprezzata sorella maggiore Alfa Romeo, Giulia. All’immagine filante e pulita quasi come una tre porte (le due dietro ci sono, ma mimetizzate) di taglio posteriore quasi netto e impatto visivo più uniforme ma anche più voluminoso rispetto alla rivale tedesca (lo è, ma di poco) si aggiungono i nuovi dettagli della calandra con griglia a nido d'ape e il paraurti anteriore, che richiamano il trilobo frontale. Proiettori bruniti, inserti sui paraurti, inediti cerchi e terminali scarico obliqui completano le novità estetiche per un’Alfa che si fa riconoscere in quanto tale nel segmento, certo non troppo omologa a Golf 7 e altre rivali maggiormente squadrate, o dotate di profili più taglienti. Proprio per la personalità evidente espressa dalle forme, Giulietta può piacere o no secondo i gusti, ma anche togliendole marchio e nome dalla carrozzeria, riesce a farsi riconoscere come un’auto italiana, il che per un connazionale che la guidi dev’essere un plus. Attualmente si in undici diverse colorazioni e dodici varianti di cerchi in lega, fino a 18". propone
GOLF ****. Meno personale della rivale tricolore, ma sempre gradevole e vedendo soggettivamente la questione, dal punto di VW si potrebbe anche dire che sono le altre a copiarla. Sono trascorsi oltre quarant’anni di costante gradimento da quando le quattro lettere del nome Golf hanno rimpiazzato con onore quelle dell’iconico Maggiolino (1974). Nonostante tutto ancora oggi la tedesca il cui design ha, come nella prima generazione, impronta anche italiana e che si fregia del titolo di auto dell’anno in Europa, cerca di mantenere un design fedele al DNA primario. Uno stile mai discontinuo e corretto sempre al meglio, per aderire allo standard di armoniosità e pulizia delle linee che contraddistingue la settima generazione. Rispetto a Giulietta si ha meno grinta, con tratti più lineari e scolpiti, ma anche più eleganza specie su certe tonalità e un’immagine nell’insieme più snella, pur se è solo in lunghezza che con la tedesca si risparmiano circa 10 cm d’ingombro (4,25 mt. contro 4,35). Da rilevare che su queste combinazioni Volkswagen offre qualche alternativa in più, per i colori carrozzeria da scegliere rispetto ad Alfa Romeo, ma con sovrapprezzo.
GIULIETTA ****. Non ci si sta male, sulla Giulietta nata nel 2010 e recentemente rinnovata, nulla a che vedere con le più anguste antenate di analogo nome nate nel 1955 e 1977, soprattutto per la sicurezza unita al maggiore comfort, sicurezza che passa in parte anche dall’ergonomia. La posizione di guida è ottimale con i comandi ben disposti: si trova sempre la postura corretta e se le forme di base della strumentazione hanno il tipico richiamo dei due profondi gruppi circolari Alfa, con qualche anno di troppo sulle spalle almeno in estetica, tutto quello che occorre toccare per gestire la vettura è dove deve’essere, con buone possibilità di regolazione. Davanti sta bene chiunque, dietro i passeggeri se la passano meglio se in due e di statura non troppo elevata, non tanto per le gambe quanto per un tetto lievemente discendente. Valido il bagagliaio, minore però di quello della rivale tedesca, come minore risulta anche la visibilità.
GOLF *****. In quest’ambito la Golf 7 ha alcuni vantaggi, non per postura guida o comodità dei passeggeri (anche qui il quinto, centrale posteriore, non sta comodo come gli altri) ma per l’insieme delle soluzioni targate VW: come l’ampia consolle centrale orientata verso il conducente, l’atmosfera notturna creata dai vari inserti dell’illuminazione ambiente ed elementi non solo di dettaglio ma di pratica utilità in momenti diversi della vita a bordo. Ad esempio i maggiori vani pronti all’evenienza, come quello dei collegamenti USB e Audio ove riporre in sicurezza un dispositivo. La Golf 7 si contraddistingue anche per il bagagliaio più spazioso e pratico, che misura 380 litri (30 in più di Giulietta, un discreto vantaggio se si considera che la Golf è più corta). Il piano di carico basso e variabile in altezza (su Giulietta è a 77 cm da terra) semplifica le operazioni mentre per oggetti ingombranti, con l’abbattimento schienale si ha una superficie quasi piatta ben superiore alla rivale: 1270 contro 1045 litri.
GIULIETTA *****. Il rapporto peso / potenza sta dalla sua, di oltre sei unità che poi sarebbe circa un 10% (mica briciole, stando ai dati ufficiali) con il 1.6 JTDm italiano Common Rail di terza generazione da 120 CV, abbinato al cambio TCT, che registra ottime prestazioni, lievemente migliori della rivale in ripresa e accelerazione (dichiarati 10,2 secondi da 0 a 100 km/h). Più che la potenza massima, con dieci CV a favore su regimi di rotazione analoghi, tra i 3500 e i 4000 rpm, il piccolo turbocompressore Alfa unito al sistema iniezione aggiornato (iniettori che lavorano a 1600 bar) consente una coppia ai bassi notevole (320 Nm a 1.750 giri/min contro i 250 Nm di VW) offrendo quel qualcosa in più sotto il pedale in termini di elasticità. La trasmissione TCT suona meno celebre della nota DSG tedesca, ma solo a orecchio poiché non è più sorella delle prime versioni Selespeed (robotizzate) di Alfa 156 e 147, funziona sia in modo automatico sia sequenziale con ottima fluidità, grazie alla doppia frizione. Caratteristico il selettore di guida DNA, con cui variare il comportamento dinamico, intervenendo su: coppia del motore, freni (attraverso il Pre-Fill), logiche di cambiata, risposta del Drive by wire, sistema di controllo ESC, differenziale autobloccante (Q2) e controllo trazione (ASR). Da non scordare che la casa del Biscione dota sempre Giulietta di sospensioni posteriori indipendenti multilink, mentre Volkswagen riserva soluzioni di tecnica superiore solo ai modelli di potenza elevata e non è il caso della rivale in oggetto, che usa ponte a ruote interconnesse. La guidabilità è ottima per l’italiana che, se voluto (tramite il selettore DNA) ha più prestazione ma anche più coinvolgimento al volante grazie a stabilità, precisione e sterzo di livello superiore, come anche rapidi sono ora i tempi netti di cambiata.
GOLF ****. Le misure contano, quando si usa? Dipende, poiché se parliamo di guidare un’auto come in questo caso ci sono molti elementi più importanti a “condire” il feeling di guida. Certo è che su Golf troviamo meno ingombro longitudinale, dieci centimetri che in qualche caso possono far differenza (per parcheggi molto ristretti) ma soprattutto passo ruota ben più lungo, a 2,62 metri contro i 2,36 di Giulietta, insieme a carreggiate differenziate, con la posteriore minore di circa tre centimetri. La risposta fisica alla guida è quindi differente rispetto alla rivale più dal punto di vista telaistico, che motoristico, dove già la tedesca paga qualcosa all’italiana. Se i comandi sono d’impatto, per il volante, il DSG a sette rapporti, o il freno stazionamento elettronico, complessivamente la guida di Golf 7 in quest’allestimento non ha la medesima brillantezza della rivale tricolore, quando si richieda. Pur se di egual valore sono velocità di punta (195 Km/h dichiarati) e diametro sterzata (10,9 m), il comportamento VW premia l’utilizzo urbano o comunque tranquillo. Onesta e sicura anche spingendo, non eguaglia però la Giulietta dando invece comodità di marcia, quello sì, perché in viaggio si sta più silenziosi e il DSG è più costante e uniforme nelle reazioni. Sempre in viaggio però ci sono dieci litri in meno nel serbatoio, che solo in caso di lunga tratta fanno sentire la differenza, per una sosta magari in più da fare.
GIULIETTA ****. In questa combinazione Alfa Romeo da una buona dotazione a prezzo coerente. Non ci sono interni in pelle o richiami molto sportivi, come su altri allestimenti, ma quanto serva oggigiorno più il differenziale Q2 a ottimizzare la trazione. Il pack Business offre il necessario più della base senza strafare, ovvero: sedile passeggero regolabile in altezza, sensori parcheggio posteriori, cruise control e sistema Uconnect 6,5" RadioNav DAB. Tra gli optional graditi se fossero inclusi, troviamo il tetto apribile, i comandi cambio al volante e la seconda chiave con telecomando, ma non si patiscono serie carenze rispetto alla Golf di analogo costo. Con il restyling 2016 l’italiana cerca di colmare il gap oggettivo in termini di finiture e percezione qualità, grazie a nuovi materiali e dotazioni: al centro della plancia il dispositivo multimediale con touch-screen (sviluppato con Harman e Here Auto) è completo di connessione Bluetooth (vivavoce e streaming audio), connettore Aux-in, porta USB, comandi vocali, SMS Reader e dispositivo DAB per ascoltare in qualità digitale. I servizi Uconnect LIVE consentono, tramite smartphone, di essere sempre connessi e ci sono un po’ tutti gli elementi ora in voga (musica, news, navigazione TomTom e social network) inoltre alcuni strumenti di misurazione permettono di controllare i parametri dell’auto, misurare le prestazioni e rivedere le statistiche di guida, ricevendo consigli in tempo reale. La navigazione satellitare con mappe 3D ha indicazioni progressive con possibilità di inserire l'indirizzo vocalmente. Insomma l’ambiente Alfa, che in parte paga ancora qualcosa a Golf, ora è più curato e arricchito anche se non al 100%, nuovi anche i sedili bicolore, l’inserto plancia nero opaco, il volante in pelle e gli inserti per tunnel e tiraporte. Sul fronte sicurezza ci sono sei airbag, TPMS e un’ottima assistenza di sterzo, ma non tutti i nuovi sistemi di frontiera.
GOLF *****. Il vantaggio costruito in anni dal marchio tedesco si alimenta anche sulla Golf 7, esempio di dotazione ottimale e qualità percepita da riferimento. Da dire che con prezzo allineato, in questa versione Business la Golf non ha tutte le dotazioni possibili incluse, rimanendo vicina alla Giulietta con cui condivide il nome di allestimento. La personalità degli interni c’è ma in chiave tedesca, con tinte unite, per un impatto di solidità più freddo che su Giulietta, anche se ben ripagante in quanto a sensazioni e comfort, sia da passeggeri sia da conducenti. Il volante è un bel multifunzione a tre razze, con smusso nella parte inferiore, mentre il display Composition Media anch’esso un touch da 6,5’’ che gestisce connettività similare a quella Alfa Romeo, ma non supporta DAB+. Alla voce finiture ma soprattutto sicurezza i tedeschi allungano, non certo per il semplice numero di airbag (comunque maggiori) ma per i sistemi anticollisione multipla e Fatigue Detection (segnale acustico e visivo, per necessità di effettuare una pausa) che sono di serie. Rimanendo su elementi classici però, cerchi in lega da 16’’ e Park pilot (avvisamento acustico ostacoli anteriori e posteriori) ci sono, ma ruotino di scorta e clima bizona arrivano pagando ulteriormente: proprio come sull’Alfa di analogo allestimento.
GIULIETTA ****. 28.000 euro tondi il listino di Giulietta Business 1.6 JTDm TCT: poco meno della Golf, ma la differenza non è sulla cifra di partenza, come non troppo sui consumi, salvo guida intensa in città. L’italiana va un po’ di più, come le vere Alfa di una volta, però non “beve” anche di più come quelle di allora, o meglio solo un pochino stando ai dati, perché se in urbano la differenza con VW Golf 7 è di 0,5 l/100 km (75 litri annui teorici in più, qualora si facciano 15000 km in sola città) sull’extraurbano si recupera, per una quasi parità dichiarata nel popolare ciclo combinato: 3,9 l/100 km. La variabile economica si fa sentire nel lungo periodo con le manutenzioni e poi con la rivendita. Sul fronte tecnico la Giulietta è a un buon livello oggi, non invidia affidabilità alla rivale anzi, gode di qualche vantaggio sul fronte dei costi manutenzione, grazie alla maggior diffusione di know-how teorico e riparativo presso la rete indipendente su tutto il suolo nazionale. La stretta collaborazione con Magneti Marelli per i sistemi (es. il TCT) è un esempio, ma non solo nazionalismi poiché l’elettronica di gestione motore è una EDC17C69 Bosch, sorella di quella in uso su VW Golf: EDC17C64, già, ma solo in alcune parti di hardware, non nel resto di elementi e soprattutto logiche relazionali tra il famigerato TriCore della ecu, i quattro cilindri e la turbina. La casa del Biscione offre estensione garanzia da +1 a +3 anni e manutenzioni con vari pacchetti Mopar, alcuni molto convenienti per i controlli più semplici (Essential Care). Sono percorrenza e servizi inclusi che variano parecchio il costo sul lungo termine: dai 195 euro (Powertrain Care +1 anno / 45.000 km) a 2.250 euro sul fronte copertura (Maximum Care +3 anni / 200.000 Km) e da 355 euro (EasyCare 2 anni) a 2.155 euro (EasyCare 5 anni/200.000 Km) per le manutenzioni. Anche se spesso in Italia per queste ultime ci si affida all’Aftermarket generico, come detto ben pronto a operare sulle vetture di casa nostra, incluso il sistema di trasmissione.
GOLF *****. Prezzo di listino analogo, 28.200,00 € però spesso meno scontato, mentre le manutenzioni presso la rete, incutono maggior timore a livello di possibile spesa, anche se non certo per l’affidabilità ma per un certo “peso” acquisito dal brand e riversato pur minimamente sul fronte assistenziale (es. per le procedure di codifica). L’indicatore Service è impostato per segnalare al massimo ogni biennio o 30.000 km la necessità di manutenzioni (in realtà impostabili). L’estensione di garanzia ExtraTime può variare dai due ai tre anni aggiuntivi con differenti percorrenze, fino ai 150.000 Km massimo e prezzi da 240 euro per il biennio nei 40.000 Km, sino agli 850 euro del tetto massimo. I piani di manutenzione invece sono per due durate, quattro o cinque anni, flessibili nelle percorrenze e nella tipologia: dai 625 euro minimo per 40.000 km in manutenzione ordinaria, ai 3.235 euro della Service Plan Plus quinquennale sino a 150.000 Km, che copre anche le manutenzioni straordinarie (per averle occorre sempre sottoscrivere anche l’estensione di garanzia). Il peso, questa volta nel bene, di marchio e nome si sente nel tempo per il maggior gradimento e la superiore quotazione relativa che la Golf riesce a mantenere, sia in Italia sia all’estero. Quest’ultimo fattore può coprire e superare nel lungo periodo, le possibili economie iniziali della rivale.
ASSICURAZIONE. Valutando le polizze low cost gestibili online per le due auto di segmento C in esame, scopriamo che le stime per un conducente maturo che inserisca la vettura nel nucleo familiare sono molto vicine. La sola RC di un guidatore esperto in classe di merito molto bassa, vede in poche decine di euro la differenza con Alfa Romeo Giulietta in alcuni casi più onerosa. Solo includendo ulteriori garanzie come incendio e furto, atti vandalici, cristalli, collisione, eventi naturali e assistenza, la differenza può salire prossima ai cento euro annui in più, variabili tendenzialmente secondo il valore che si voglia assegnare come riferimento. Peggiorando la classe di merito, parallelamente incrementa anche la differenza costo assicurazione, mentre in termini di valore residuo dell’auto, con il passare degli anni sappiamo che è quello della Golf a rimanere più alto.
La sommatoria delle valutazioni porta a una piccola differenza di due punti in favore di Volkswagen Golf 7, oggettivi su alcuni parametri (per una verifica numerica completa potete usare il nostro comparatore, con le due schede modello affiancate) ma come sappiamo un’auto non è pura scelta razionale, include il piacere e il bisogno soggettivo. Giulietta mantiene vivi elementi tipici Alfa Romeo con stile e doti in parte più sportive, che Golf 7 non da in egual misura (a parità di prezzo) incluso quel feeling dinamico più diretto, che non guasta se si possiede un‘auto che piace ogni tanto “guidare” e non solo condurre in mezzo al traffico. Certo, se magari si ha famiglia con qualcuno da tener sempre seduto dietro e qualcosa in più nel bagagliaio, dovendo anche fare certi conti, la tedesca non costa poi meno (di listino) si rivende meglio e usandola maggiormente in città risparmia anche qualcosa di gasolio. Se però questi fattori sono invertiti, come utilizzo e bisogno da soddisfare (prima il proprio, di conducente) in termini di personalità e sensazioni trasmesse l’italiana può dire la sua, anche essendo nata prima a livello di progetto, specie grazie al restyling che aggiunge qualche gratificazione ora anche negli interni. Per chi necessiti o gradisca varianti differenti da quelle prese in esame, per impostazione generale, motorizzazione o allestimento, casa Volkswagen offre molto di più, con la propria Golf 7 capace nel 2016 di proporsi con cinque alimentazioni alternative (incluso metano, ibrido o pura propulsione elettrica) e trazione integrale, senza contare le altre versioni di carrozzeria (Cabriolet, Variant e persino Sportsvan), dotandosi volendo di prestanti motori TFSI fino a 300 CV di potenza (Golf R). Elementi questi ultimi distanti dal target considerato, ma comunque assenti in gamma Alfa Romeo, composta di Nuova Giulietta in quattro allestimenti (Giulietta, Super, Veloce e Business) due più due pack e nove motorizzazioni (benzina, diesel e GPL) sino a una potenza massima di 240 CV.
Alfa Romeo
Corso Giovani Agnelli, 200
10135 Torino
(TO) - Italia
800 253 200
https://www.alfaromeo.it/
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