Peugeot 205 GTI Gutmann

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Al volante della rarissima Peugeot 205 GTI Gutmann, elaborata da un tuner tedesco, si assaporano sensazioni di guida di altri tempi. Un piacere di guida dal sapore "meccanico", condito con un pizzico di nostalgia
12 novembre 2013

Nel lontano 1989 una normalissima Peugeot 205 costava all'incirca 9 milioni delle vecchie lire, mentre per parcheggiare in garage la tanto ambita versione sportiva GTI, magari la più potente 1.9 da 130 CV, bisognava scucire dal portafoglio la bellezza di 21 milioni, più del doppio di una versione base. La cosa non stupisce più di tanto se si pensa che oggi una 208, l'erede diretta della 205, parte da circa 12.000 euro, mentre l'attuale GTI da 200 CV costa almeno 22.200 euro.

Costava una fortuna

Quello che ci ha colpito piuttosto è il costo esorbitante della rarissima Peugeot 205 GTI Gutmann dell'89, che abbiamo avuto il piacere e il privilegio di provare subito dopo il restauro conservativo effettuato dalla divisione italiana del Leone.

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La GTI preparata da Gutmann era un sogno da 160 CV per molti appassionati dei primi anni '90

 

Per entrare in possesso di questo particolare esemplare di 205 GTI, allestito dal tuner tedesco Gutmann, peraltro riconosciuto ufficialmente dalla Casa francese, occorrevano infatti 28 milioni di lire, una cifra davvero elevata se pensiamo che stiamo sempre parlando di una compatta di segmento B, seppur molto potente ed ampiamente modificata. Per entrare nell'ordine di idee basterà dire che in quel periodo, con la stessa cifra, si entrava in possesso di una BMW o di una Mercedes.

 

E' anche per via di un prezzo per molti così proibitivo quindi che in Italia sono state vendute circa una ventina di 205 GTI Gutmann. Stiamo parlando quindi di un modello quindi davvero raro e molto prezioso per i tanti collezionisti della compatta francese.

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Come cambia fuori rispetto alla GTI di serie

Guardandolo all'esterno, l'esemplare allestito da Gutmann non ci mette più di un istante a farsi riconoscere come qualcosa di profondamente diverso dalla già vistosa GTI. Rispetto alla versione di serie da cui deriva, il top di gamma 1.9 GTI da 130 CV,  la Gutmann presenta un assetto ribassato di ulteriori 30 mm con sospensioni specifiche, un sistema di scarico sportivo e soprattutto esuberanti cerchi in lega da 15 pollici con canale lucido, che calzano pneumatici 195/60.

 

Al posteriore poi spicca il logo 16V che tradisce la natura profondamente modificata del suo motore, come vedremo in dettaglio nel corso della nostra prova. Sono numeri che in parte fanno sorridere se pensiamo al diametro delle ruote in lega di oggi (l'attuale 208 GTi monta cerchi da 17”), ma che all'epoca, più di vent'anni fa, erano davvero oversize, soprattutto per l'impronta a terra e la spalla degli pneumatici. Completa l'assetto decisamente sportivo la presenza di una barra duomi anteriore, ben visibile una volta aperto il cofano motore. 

Al posteriore spicca il logo 16V che tradisce la natura profondamente modificata del suo motore

Dentro: un tuffo negli anni '90

Entrare e mettersi al volante della Gutmann è come fare un tuffo nel passato, in un misto di nostalgia per un passato dove le automobili erano tanto diverse da oggi, più spoglie, certamente meno sofisticate ma comunque ancora tanto affascinanti nella loro elementare semplicità.

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Gli interni della 205 GTI Gutmann. Semplici e razionali, mettono mostra una serie di dettagli concepiti dal tuner tedesco

 

Anche all'interno la Gutmann ci tiene a distinguersi dalla sua parente stretta GTI. Ecco allora comparire sul cruscotto il vistoso logo del preparatore (all'epoca era optional, offerto a 6.000 lire), accompagnato dal volante a tre razze Gutmann e dal pomello del cambio sportivo, ma anche dalla strumentazione dedicata con fondo di colore bianco.

Tecnica: il motore modificato è l'anima della Gutmann

A rendere così unica e desiderabile (ma anche costosa) la Gutmann però era il suo particolare motore, così profondamente modificato. Il tuner tedesco si scontra con il desiderio di ottenere la maggiore potenza possibile, ma anche con l'esigenza di trovare la soluzione più economica e semplice possibile.

 

Tiene buono quindi il basamento e il cambio a cinque marce della GTI 1.9 da 130 CV, ma sostituisce la testata montando quella più sofisticata della 309 GTI a 16 valvole (la 205 GTI montava un più semplice motore a 8 valvole). Il motore si trasforma quindi in maniera radicale, divenendo un'unità bialbero a quattro valvole per cilindro.

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La testata a quattro valvove per cilindro, presa dalla 309 GTI ed applicata alla 205 GTI, portava la potenza a 160 CV

 

Questo artificio tecnico consente a Gutmann di raggiungere una potenza di 160 CV, anche se ad un regime di rotazione piuttosto alto, a 6.500 giri/min, e una coppia di circa 180 Nm a 5.000 giri/min. Il cuore modificato della Gutmann consente uno scatto da 0 a 100 km/h in circa 8,0 secondi, ma anche una velocità massima di ben 230 km/h. Numeri da far girare la testa all'epoca, ma ancora oggi capaci di promettere tanto divertimento, complice un peso che non supera i 1.000 kg.

Niente elettronica, nel bene e nel male

L'assenza di dispositivi elettronici (la Gutmann non ha servosterzo né Abs per non parlare dell'Esp) da un lato fa felici ancora oggi i puristi della guida, con un'auto che mette in collegamento le mani del pilota strette sul volante direttamente alle ruote, ma dall'altro rendeva questo tipo di automobili molto meno sicure rispetto ad oggi.

 

Le evidenti differenze tra una Peugeot 205 GTI 1.6 GTI di serie e una 205 GTI Gutmann

Valori di potenza non trascurabili dovevano essere gestiti interamente da chi si trovava dietro al volante, a cui era affidato dall'inizio alla fine il compito di tenere in strada la vettura sempre e comunque, senza il supporto dei moderni sistemi elettronici a cui oggi ci siamo comodamente abituati.

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I cerchi in lega targati Gutmann da 15 pollici con pneumatici "monstre" (almeno per l'epoca) 195/60

Le nostre impressioni di guida

Abbiamo avuto la possibilità di provare la 205 GTI Gutmann appena restaurata da Peugeot Italia in occasione del nostro viaggio al Museo del Leone a Sochaux. Prendiamo posto dietro al volante, i sedili sono sorprendente morbidi per appartenere ad una sportiva, ma sono comunque già un po' profilati, offrendo un discreto sostegno anche alle andature più sostenute.

 

Diamo vita alla cuore meccanico realizzato da Gutmann che si nasconde sotto al cofano. L'abitacolo viene pervaso da un suono pieno e corposo, che varia assecondando i continui colpi di gas necessari per non far spegnere il motore. L'insonorizzazione è un concetto lontano sulla Gutmann, ma è solo un bene perché su un'auto del genere vogliamo sentire e gustarci fino in fondo il sound del quattro cilindri ad iniezione meccanica, un aspetto sempre più difficile da riscontrare sulle moderne sportive di questa taglia. Sempre più attente al confort dei passeggeri, le compatte iper-vitaminizzate di oggi trascurano troppo spesso gli aspetti e i dettagli più cari agli appassionati delle sportive, a partire dalle tonalità del sistema di scarico.

Si respira il puro piacere di guida che solo un motore aspirato sa regalare, con la sua erogazione lenta ma progressiva, fino a raggiungere il limitatore con una una spinta costante ed inesorabile

Piacere di guida di altri tempi

Ingraniamo la prima marcia. La leva del cambio ci regala il piacere di altri tempi con inserimenti secchi ma precisi, che rendono fino in fondo l'idea di azionare un ogetto puramente meccanico. Il motore è finalmente in temperatura e possiamo schiacciare a fondo sul pedale del gas. 

 

Da questo momento in poi si respira il puro piacere di guida che solo un motore aspirato sa regalare, con la sua erogazione lenta ma progressiva, fino a raggiungere il limitatore con una una spinta costante ed inesorabile. Il 16 valvole concepito dal tuner canta a dovere, specialmente agli alti regimi, regalando un'accelerazione vigorosa, complice anche il peso piuma.

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I sedili sono sorprendentemente morbidi per appartenere ad una sportiva, ma offrono già una prima idea di profilatura per garantire sostegno alle alte velocità

 

L'altro aspetto che ci ha regalato un'esperienza di guida così coinvolgente è stato sicuramente l'assetto a dir poco granitico, a tal punto che su dossi, buche e sconnessioni le sospensioni hanno dimostrato un'escursione praticamente pari a zero. Questo aspetto rende la Gutmann sicuramente non il mezzo ideale con cui affrontare un viaggio lungo come il nostro, ma la trasforma anche in un'auto velocissima in curva, regalando un senso di confidenza difficile da trovare su auto di quest'epoca e dimensioni, priva di qualsiasi assistenza elettronica.

 

Sapore di altri tempi anche nel manovrare lo sterzo meccanico. Non è certo il campione della precisione negli inserimenti, ma riesce a trasmettere l'autentico senso di dominio dell'uomo-pilota sulla macchina, rendendo la guida magari impegnativa quando si forza il ritmo, ma davvero coinvolgente per chi ama essere protagonista alla guida. Quando si porta al limite la vettura è inevitabile arrivare ad avvertire fenomeni di sottosterzo, che si riescono però a domare senza un eccessivo sforzo da parte del guidatore. 

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Sulla sinistra la Gutmann della nostra prova. Sulla sinistra una GTI 1.6 115 CV che rende evidenti le modifiche del tuner tedesco

 

Sorprendono i freni. Sarà anche perché Peugeot Italia aveva appena provveduto a sostituire dischi e pastiglie, ma per l'epoca la Gutmann dimostra di avere mordente in quantità, con spazi di frenata tutto sommato contenuti considerata l'assenza di un dispositivo oggi irrinunciabile come l'Abs.

Conclusioni

Avere la possibilità di guidare un'auto come la 205 GTI Gutmann è un'esperienza dal sapore unico. Significa tuffarsi nel passato, rivivendo le emozioni, i suoni, ma anche gli odori e le sensazioni di un'altra epoca. Un'epoca in cui le automobili erano di certo più semplici e meno sofisticate di oggi, ma comunque capaci di trasmettere molto e di emozionare in maniera viscerale.

 

Oggi guardare la Gutmann, nella sua elementare semplicità, può far sorridere. Gli interni spartani, l'assenza di dispositivi elettronici, il confort sacrificato in virtù dell'essenzialità e della leggerezza sono concetti lontani dalle auto di oggi. Ma in un certo senso sono proprio queste particolarità a regalare un piacere di guida così autentico, che fa capire l'importanza di restaurare e conservare anche automobili come questa. 

Pregi

- Prestazioni motore Gutmann

- Look unico

- Assetto granitico 

Difetti

- Prezzo (esorbitante per l'epoca)

- Sterzo non sempre preciso

- Confort al limite


 

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