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San Gimignano (SI) – Negli anni in cui in Italia erano in tanti a sognare una Lancia Fulvia, in Francia impazzava il fenomeno Peugeot 204. Due auto molto diverse nell'anima e nella filosofia costruttiva, ma che di fatto si andavano a scontrare nello stesso segmento per fascia di prezzo e dimensioni. La nascita della 204 segna un grande passo avanti per le vetture di media-bassa fascia perché ricca di novità ed evoluzione. Infatti è la prima auto della Peugeot a proporre la trazione anteriore. Questo schema meccanico, divenuto molto popolare con la Mini del 1959, aveva un enorme vantaggio. Consentiva ai progettisti di ottenere un'abitabilità interna soddisfacente, con ingombri esterni particolarmente ridotti.
La piccola 204, spinta da un motore 1.100 a quattro cilindri in linea, viene proposta in un primo momento soltanto in versione berlina. Al massimo si poteva scegliere di avere il tettuccio apribile. Il modello raccoglie nel giro di pochi mesi un successo travolgente (verranno prodotti, in totale, 1,6 milioni di esemplari), dovuto in parte ad uno stile molto originale per l'epoca, che rompeva con la tradizionale influenza dello stile americano (tipico della precedente 203), introducendo linee più tese e forme arrotondate. Sembrano esserci quindi tutti i presupposti per allargare la gamma con altre varianti di carrozzeria grazie a cui conquistare nuove fette di mercato. Nel 1967 è il momento della 204 Break, con il suo curioso motore diesel di 1.255 cc che diventa il più piccolo motore a gasolio mai montato su un'auto di serie. Soltanto un anno prima però i vertici della Casa francese decidono di alzare il tiro presentando le versioni più sfioziose coupé e cabriolet (oltre alla variante da lavoro furgonetta).
Viene immaginata dai designer come una piccola shooting brake all'inglese
In un primo momento tutti scommettono sul successo quasi scontato della cabrio, mentre rimangono parecchie perplessità sulla coupé, che, come se non bastasse, viene immaginata dai designer come una piccola shooting brake all'inglese. In pratica una sportivetta a due porte ma con un pratico portellone posteriore. I numeri di vendita ribaltano ogni aspettativa, visto che i francesi si innamorano molto presto della 204 Coupé e della sua formula anti-convenzionale, che permetteva una capacità di carico insospettabile per una vettura con un layout "da sportiva". In particolare sono le signore della borghesia parigina a desiderare la piccola 204 Coupé, un'auto che consentiva di distinguersi senza ostentare lusso e opulenza durante il rovente maggio francese del 1968. Alla fine verranno prodotte più di 42.000 coupé a fronte di 18.000 cabriolet.
La 204 coupé è basata sulla cabriolet ed entrambe hanno il passo più corto di 12 cm rispetto alla berlina, ma tutto il resto della meccanica – motore compreso – rimane invariato. Il quattro cilindri in linea trasversale, con albero a camme in testa, sviluppa una cinquantina di cavalli (qualcuno più, qualcuno meno a seconda delle versioni) ed è abbinato ad un cambio manuale a quattro marce con una curiosa leva asservita al piantone. Una soluzione considerata più pratica per la guida in città, dove veniva guidata nella quasi totalità del tempo un'auto come questa. Grazie al peso contenuto (circa 800 kg), la piccola 204 Coupé, pur non avendo una potenza esplosiva, riusciva a toccare i 138 km/h di velocità massima. Un valore che oggi può far sorridere ma che per l'epoca era piuttosto interessante. Ed è anche per questo motivo che il modello montava freni a disco anteriori, mentre le sospensioni idrauliche garantivano un comfort sopra la media.
Una coupé non voleva per niente rinunciare al massimo comfort e ad una grande versatilità
E sono proprio queste caratteristiche a rivelarci l'anima autentica di questo modello. Un'anima che abbiamo ritrovato, perfettamente conservata, al volante di una 204 Coupé “italiana” - una delle 20 vendute nel nostro Paese! - con cui abbiamo percorso alcuni chilometri nei pressi della Galerie Peugeot. La 204 Coupé era un'auto che voleva essere sportiva nelle forme ma sempre elegante e che, rispetto ad una coupé nuda e cruda come la "nostra" Lancia Fulvia, non voleva per niente rinunciare al massimo comfort e ad una grande versatilità. Ed è per questo motivo che i francesi hanno preferito privilegiare, al posto di una potenza esplosiva, una taratura dell'assetto sempre e comunque mordidissima, oltre ad una capacità di carico eccezionale.
Nonostante i 60 anni sulle spalle la 204 protagonista della nostra breve prova non ha mai perso un colpo. Divertente il cambio manuale al volante, basta pochissimo per abituarsi, mentre il motore gira ancora benissimo. Ovviamente non c'è servosterzo e si fa un po' fatica in manovra, anche perché non siamo più abituati, ma in compenso guidare questa 204 regala sensazioni oggi quasi impossibile da riprovare. Qui non c'è alcun tipo di “filtro” tra chi sta il volante e la strada. Si ha sempre la sensazione di guidare un organismo puramente meccanico, il cui comportamento dipende esclusivamente da noi e non da interventi “esterni”. Ed è stata davvero una bella sensazione, vissuta con un pizzico di nostalgia.