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Michelin guarda al futuro del motorsport non solo in MotoGP o alla 24 Ore di Le Mans: la volontà di tornare in F1 è palese e dopo aver vinto tutto e lasciato spazio a Bridgestone prima e Pirelli poi sembra essere finalmente venuta l'ora di tornare a far vedere di che pasta sono fatte le gomme francesi. In regime di monomarca o, possibilmente, in presenza di avversari Michelin sembra voler dunque tornare a fare sul serio, anche se la condizione sine qua non sembra essere quella di mettere da parte le ormai obsolete gomme da 13” in favore di più moderni (e vicini al prodotto stradale) 18” a spalla ribassata.
Un salto epocale incredibile per una F1 fossilizzata sul tredici dagli anni '80 ma forse in linea con le esigenze di aziende che hanno necessità di ottenere sì visibilità dal loro impegno in F1 ma anche di utilizzare la massima categoria del Motorsport come banco prova per le soluzioni messe a punto da costosissimi reparti di ricerca e sviluppo. Della stessa linea sembra essere anche la Pirelli, che a Monaco ha fatto girare Martin Brundle con una GP2 gommata 18”, mentre ai piani alti della F1 da questo punto di vista sembrano non sentirci: del resto introdurre gomme come queste significa riprogettare completamente scocche e sospensioni in funzione di una spalla che per forza di cose non può funzionare da “ammortizzatore” come nel caso delle 13” utilizzate sino ad oggi.
Un viaggio nel futuro: ecco le 18”
Premesse a parte quello che Michelin ci ha voluto far provare a Le Luc sulle WSbR 2.0 e 3.5 (auto care a Milos perché hanno segnato gran parte della sua carriera, ndr) rappresenta davvero il futuro del motorsport oltre che una rivoluzione tecnologica che farà compiere anche a queste categorie un balzo portentoso nel futuro. Nel dettaglio, le coperture create dalla casa di Clermont-Ferrand avranno dimensioni più generose su tutta la linea, passando ad un anteriore di 28/71x18 ed un posteriore di 33/71x18 per la cilindrata maggiore, mentre la sorellina dotata di una cubatura più piccola potrà contare su pneumatici da 20/61x17 davanti e 24/64x17 al retrotreno.
Perché utilizzare le WSbR
L’utilizzo di vetture ad elevate prestazioni come le WSbR 2.0 e 3.5 garantisce risultati di indubbio valore, dal momento che queste monoposto sono ben costruite e, nel caso della 3.5, quanto di più vicino ad una F1 esista oggi sulla faccia della terra in termini di tempi sul giro e tecnologie costruttive. Se, da un lato, le 2.0 sono il mezzo ideale per lanciarsi nel mondo delle competizioni a ruote scoperte – non tanto per la potenza del motore, il quale supera di poco i 200 cavalli, ma per l’aerodinamica, che consente ai piloti di talento di mettersi in luce – dall’altro lato le 3.5 sono dei veri e propri mostri. Dotate di un telaio in fibra di carbonio e di un propulsore capace di erogare quasi 600 cavalli, girano sui tempi della GP2... Categoria in cui, per inciso, Stoffel Vandoorne al GP di Spagna ha girato più veloce rispetto ai piloti ufficiali Manor di Formula 1.
Con le 18” la WSbR 3.5 si rivela come sempre maledettamente efficace
Scendiamo in pista
Quando si provano le gomme del futuro, è sempre una bella sensazione e francamente da questa prova ci aspettavamo di trovarci di fronte a qualcosa di decisamente più “prototipale”. Invece i feedback che abbiamo ottenuto in pista dalle nuove gomme sono davvero positivi, sia per quanto riguarda la piccola 2.0 che la 3.5. Alla guida della WSbR 2.0, l’unico aspetto sul quale si può compiere qualche miglioria risiede nel set-up della vettura, in quanto l’asse anteriore risulta essere veramente troppo preciso con queste gomme: fastidio arginabile – probabilmente - alleggerendo la molla di carico, ma per verificarlo avremmo avuto bisogno di una sessione di test più approfondita e soprattutto del confronto diretto con le “vecchie” tredici.
Miloš Pavlović al volante della WSbR 3.5
Ma un giro con il nostro Milos Pavlovic a Le Luc sulla World Series 3.5 by Renault Sport non ve lo fareste? :OOOO#michelin #legommedelfuturo #18toFormula1
Posted by AutoMoto.it on Lunedì 25 maggio 2015
Le basi si cui lavorare, però, ci sono parse davvero solide e convincenti e la cosa si conferma anche nel pomeriggio quando, dopo mangiato, viene finalmente il turno di risalire su quello che è un vecchio amore di chi scrive: un terzo posto nel mondiale 2007 e tante belle vittorie sono elementi indelebili. Con le 18” la WSbR 3.5 si rivela come sempre “maledettamente” efficace e nonostante anche in questo caso non ci sia stata possibilità di effettuare un back-to-back, ci sembra che le sensazioni di grip siano sostanzialmente quelle che avevamo con le vecchie 13”: ciò che si avverte immediatamente è un grip davvero elevatissimo dell'anteriore che, sulle prime, ci aveva generato qualche perplessità. Dubbi presto svaniti: qualche giro di adattamento in più e nemmeno le sconnessioni del circuito di Var o l'assenza del sedile “su misura” ci hanno tolto la soddisfazione di girare su tempi record.
Le nostre sensazioni di giornata sono confermate anche dal Direttore di Michelin Motorsport Pascal Couasnon, che ha voluto essere con noi per tutta la giornata di prove in Provenza: «Nel 2010 volevamo l’introduzione delle gomme da 18” in F1, ed in vista di un nostro possibile ritorno nella categoria, chiedemmo ufficialmente alla FIA di procedere in tale direzione. Le corse su pneumatici da 13” sono troppo legate al passato, non vi è la possibilità di una trasposizione diretta delle informazioni ottenute sulla strada.
Un diametro maggiore della gomma, consente un aumento notevole delle prestazioni in curva, ed un piacere di guida nettamente maggiore per il pilota. L’idea di passare a gomme più grandi sta prendendo piede anche in Formula 1, sulla falsa riga di quanto è avvenuto in Formula E; chiaro, però, che l’adozione degli pneumatici da 18” richiederà anche una modifica progettuale alle monoposto. Se, infine, la FIA adottasse tale diametro per la F1, un pensiero a rientrare nella categoria potremmo anche farlo...»
Michelin ha davvero intrapreso la strada giusta per lo sviluppo delle sue coperture Motosport del futuro
In conclusione
In conclusione possiamo dire che Michelin ha davvero intrapreso la strada giusta per lo sviluppo delle sue coperture Motosport del futuro: si tratta di prodotti eccezionali, già superiori alle 13” in termini di performance, sorprendentemente in grado di adattarsi a telai pensati per lavorare in modo diverso rispetto alle possibilità offerte dalle 18”: guardando le vetture dotate di queste gomme, infatti, la prima cosa che si capisce è che dietro a quei cerchi così “innaturali” nello stile di una monoposto per come l'abbiamo conosciuta sino ad oggi, sarà possibile utilizzare freni molto più generosi ed in quanto tali più potenti. Differenze abissali, che Michelin sperimenta da anni e con successo sui migliori prototipi che corrono nel WEC ed a Le Mans: tra gli elementi più incredibili ci fa sempre pensare come con un treno di slick del Bibendum possa durare, a quei ritmi, più di 700 km. Ben oltre la distanza di due gran premi di F1. Incredibile.
Miloš Pavlović
Milos Pavlovic...sì era finita la pista all'ultima curva! ;)#michelin #17polliciperlawsbr20 #spallabassa #legommedelfuturo
Posted by AutoMoto.it on Lunedì 25 maggio 2015