Nuova Mini 2014

Nuova Mini 2014
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Riprogettata dalla testa ai piedi, la Mini di terza generazione ha saputo mantenere intatto il suo fascino e la sua grande piacevolezza di guida. Promossi i nuovi motori a tre cilindri, peccato per abitabilità e una strumentazione originale ma non sempre chiarrissima
28 febbraio 2014

Seguita in tutto il mondo da più di 10 milioni di persone su Facebook, di cui 150.000 solo in Italia, la terza generazione della Mini hatchback si presenta in concessionaria con un prezzo d'attacco di 18.300 euro completamente rinnovata sotto ogni punto di vista: telaio, elettronica ma soprattutto motori, infatti, non hanno nulla in comune con il modello di precedente generazione, mentre lo stile declina ed evolve per la terza volta gli inimitabili concetti di stile firmati nel lontano 1959 dal genio di Alec Issigonis.

Come ieri, meglio di ieri

Così uguale e così diversa la terza generazione di Mini, che in buona sostanza percorre la stessa strada seguita da Porsche con l'iconica 911, sarà immediatamente riconoscibile anche se chiunque noterà immediatamente la diversa forma dei gruppi ottici posteriori, la geometria meno spiovente del frontale e l'inedita architettura dei fari anteriori che oltre ad essere più generosi nelle dimensioni possono anche essere dotati di un sofisticato sistema di illuminazione a led che non comprende solo le luci diurne ma anche quelle per vedere (meglio) e farsi vedere al calar della sera.

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La nuova Mini è stata completamente riprogettata, dal pianale, ai motori, fino al cambio ed ai sistemi di bordo

 

Non solo. Mini è anche più lunga di 10 cm (382 totali), più larga di 4 (173) ed alta 141 cm mentre il passo si attesta ora a 249 cm. Dimensioni che non hanno comportato aumenti di peso (pesa circa 1.200 kg grazie anche ai nuovi motori) e che hanno permesso un aumento della cubatura del vano bagagli fino a quota 211 litri (si arriva a 731 abbattendo progressivamente gli schienali) ovvero 51 in più rispetto al passato.

Stesso look ergonomia migliorata

Internamente gli stilisti Mini hanno lavorato sodo per assicurare più spazio (anche se rimane omologata per quattro) ed una migliore ergonomia. Ad esempio i bilanceri cromati rimangono ma sono limitati a funzioni secondarie mentre per funzioni "primarie" come gli alzacristalli sono ora stati preferiti i normali comandi sulle porte come già visto su Contryman e Paceman. Allo stesso modo è stato rivisto l'approccio nei confronti del sistema di climatizzazione (380 euro il bizona automatico, di serie il manuale).

Più tecnologia

Le citazioni nei confronti della Mini originale rimangono numerose e chi viene dalla precedente Mini non avrà la sensazione di aver cambiato del tutto casa, anzi. Tutti gli elementi "moderni" rimangono al loro posto, a partire dalla centrale multimediale posta al centro della plancia per arrivare al cruscottino installato dietro al volante, ma rispetto a prima assumono funzioni diverse: il modulo centrale, ad esempio, può ospitare display fino a 8,8" (2.120 euro) ma soprattutto non integra più al proprio interno il tachimetro.

 

Curiosa la funzione Driving Excitement (145 euro) che introduce sulla circonferenza del sistema multimediale stesso una serie di led che si illuminano più o meno intensamente in base alle impostazioni: tra le altre cose possono supportare il navigatore, illuminandosi prima di una svolta, oppure seguire la progressione verso la zona rossa dei giri motore. Tra le novità anche alcune funzioni legate al lavoro di una speciale telecamera, tra cui l'attivazione automatica degli abbaglianti ed il cruise control attivo con funzione di rilevazione di pericolo di tamponamento, e l'head-up display (515 euro) che compare nella zona superiore della plancia davanti al pilota fornendo informazioni su velocità, navigazione e molto altro, il tutto a colori: anche questa è una funzione ereditata dalla gamma BMW anche se, per la prima volta, riflessa su un cristallo dedicato piuttosto che sul parabrezza.

Le citazioni nei confronti della Mini originale rimangono numerose e chi viene dalla precedente Mini non avrà la sensazione di aver cambiato del tutto casa, anzi

 

Anche Mini come il resto delle vetture del BMW Group punta molto sulla connettività ed attraverso il tethering con lo smartphone permette di portare sul display dell'auto alcune funzionalità interessanti: webradio ma anche Facebook, Twitter, Glympse o Foursquare ed altro ancora (anche in via di sviluppo). Numerosi i pacchetti di personalizzazione disponibili sulle varie versioni: di serie sin dalla One, in ogni caso, il climatizzatore manuale, sei airbag, cerchi in lega e radio con presa aux.

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L'abitacolo della nuova Mini è un po' più spazioso che in passato e regala numerose "chicche" tecnologiche

Gamma motori: cambia tutto

Sul fronte dei motori è cambiato davvero tutto. Non c'è un solo motore in comune col passato, nemmeno per quanto concerne la Cooper S che è l'unica a mantenere l'architettura quadricilindrica: la piccola "bomba", che nella versione JCW sfiorerà i 240 CV, vanta 192 CV erogati dallo stesso quadricilindrico da due litri che BMW utilizza per spingere le versioni 28i della sua gamma. 5,2 l/100 km il consumo di carburante, 133 g/km di CO2, la Cooper S passa da 0 a 100 in 6,7 secondi ed assicura una velocità massima di 235 km/h.

 

TwinPower Turbo, iniezione diretta ed una gestione del tempo di apertura (double VANOS) e dell'alzata delle valvole (Valvetronic) il duemila della Cooper S non è il solo ad essere dotato di nuove tecnologie di derivazione BMW: i tre cilindri, infatti, nonostante non siano esattamente una frazione dei mitici sei cilindri bavaresi condividono con i fratelli maggiori le principali tecnologie, anche in termini di materiali di costruzione (alluminio).

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La nuova Mini esprime maggior forza grazie a nuovi gruppi ottici più grandi e presenti nel design complessivo dell'auto

 

Il risultato è che il 1.499 cc della Mini Cooper vanta una potenza di 136 CV a 4.500 giri ed una coppia di 220 Nm a 1.250 giri mentre il 1.233 cc della One erogherà 102 CV a 4-250 giri con una coppia massima di 180 Nm a 1.400 giri. Benzina dotati di potenze/litro elevate, ma comunque in grado di offrire valori di consumo contenuti rispettivamente a 4,7 l/100 km e 4,6 l/100 km.

 

Tanto quanto i benzina al di fuori della Cooper S anche i diesel sono tricilindrici turbocompressi dotati di tecnologia BMW: il motore della One D è un 1.496 cc da 95 CV a 4.000 giri e 220 Nm di coppia a 1.750 giri mentre il Cooper D, caratterizzato dalla medesima cilindrata, vanta 116 CV a 4.000 giri e 270 Nm di coppia massima. I consumi per entrambi sono dichiarati a 3,5 l/100 km con emissioni di CO2 pari a 92 g/km mentre in tema di prestazioni si fanno notare i 9,2 secondi sullo 0-100 km/h ed i 205 km/h di velocità massima. Di serie, per tutte, il cambio è manuale a sei marce (nuovo) mentre l'automatico è disponibile come optional con lo stesso numero di rapporti.

Gli accostamenti di carrozzeria, davvero rigorosi e precisi, “tradiscono” le origini tedesche della Mini, così come la verniciatura davvero impeccabile

Debutta il pianale UKL1

Costruita sul pianale UKL1, lo stesso sul quale nasceranno nuove BMW a trazione anteriore, le nuove Mini vantano sospensioni anteriori McPherson con braccio oscillante in alluminio e compensazione del beccheggio in frenata ed asse posteriore multilink con bracci longitudinali alleggeriti al retrotreno. Nuovo è anche lo sterzo che ora si affida ad una servoassistenza elettrica di nuova generazione pensata per assicurare comunque a Mini il gokart feeling che la caratterizza.

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Il tachimetro ora si trova, insieme al contagiri racchiuso in una mezzaluna, davanti al guidatore

Dal vivo: com'è fuori

La Mini è un'auto iconica, che deve quindi sempre rimanere uguale a se stessa pur evolvendosi continuamente. Il design del modello di terza generazione può essere considerato quindi come un'evoluzione di quanto visto in passato, senza nessuno stravolgimento, che del resto su un modello come Mini non avrebbe alcun senso. È ancora oggi sufficiente un semplice sguardo per identificare subito la nuova Mini, che nonostante le dimensioni sensibilmente aumentate, appare come l'erede naturale del modello rinato nel 2001 grazie all'iniziativa del Gruppo BMW. Al di là dei gruppi ottici, più grandi e vistosi che in passato, appare leggermente diverso anche il frontale, ora più spiovente rispetto a prima, a tutto vantaggio dell'aerodinamica.

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La Mini è un'auto iconica, come per esempio la Porsche 911. Per questo il suo design si evolve, senza stravolgimenti che non avrebbero senso su un modello con una personalità così forte

 

Gli accostamenti di carrozzeria, davvero rigorosi e precisi, “tradiscono” le origini tedesche della Mini, così come la verniciatura davvero impeccabile e ben fatta anche nelle zone meno visibili della carrozzeria.  Degni di nota i fari full led anteriori, consigliatissimi perché oltre a dare un look molto sofisticato alla vettura, vengono offerti in via opzionale ad un prezzo tutto sommato ragionevole considerato il livello tecnologico e la qualità premium della vettura (800 euro). Inoltre i full led garantiscono una qualità di visione in notturna davvero impareggiabile, con un potenza luminosa davvero inarrivabile anche per i più moderni xenon.

Dal vivo: com'è dentro

Maggiori novità si ritrovano invece all'interno. Per prima cosa bisogna dedicare un capitolo a parte all'abitabilità, vero tallone d'Achille delle generazioni precedenti. Le dimensioni complessive della nuova Mini, è vero, sono cresciute consentendo di migliorare lo spazio a bordo ma non si sono fatti certo dei miracoli. Lo sforzo degli ingegneri è apprezzabile perché l'abitabilità per i passeggeri posteriori è in effetti più generosa rispetto al passato, ma se davanti si ha la sfortuna di avere un compagno di viaggio alto 1,80-1,90 m è ancora davvero difficile trovare spazio a sufficienza per le proprie gambe e viaggiare comodi.

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Il bagagliaio ha aumentato la sua capacità fino a 211 litri, ma non è comunque abbastanza capiente per soddisfare le esigenze di tutti i passeggeri

È più grande ma è pur sempre "mini"

Stesso discorso per il bagagliaio, che è sì cresciuto, ma rimane comunque piccolo e non sufficiente per ospitare i bagagli di tutti i passeggeri. A questo proposito bisogna precisare che è altrettanto vero che chi vuole una Mini non la sceglie di certo per andarci in vacanza con famiglia e valige. Il target di questa auto - è risaputo - è rappresentato da una clientela che guarda molti altri aspetti (stile, design, brand, piacere di guida ecc.) prima della capacità di carico e dello spazio per la testa e le ginocchia dei passeggeri.

 

La plancia resta sempre molto originale nel design, rimanendo capace di creare una piacevole, quasi divertente, atmosfera a bordo. Rispetto al passato però migliorano nettamente i materiali, in modo particolare le plastiche che sono molto più appaganti alla vista e soprattutto al tatto. Migliorata anche l'ergonomia dei comandi che ora sono tutti facilmente raggiungibili e a portata di mano. Spariscono, per esempio, le levette a bilancere degli alzacristalli sulla console centrale, sostituite da più pratici - anche se decisamente meno “retrò” - bottoni collocati sugli appoggiabraccia delle portiere.

 

La plancia resta sempre molto originale nel design, rimanendo capace di creare una piacevole, quasi divertente, atmosfera a bordo

Sulla nuova Mini scompare anche il grande tachimetro centrale, vera particolarità dei precedenti modelli, davvero originale ma praticamente quasi illeggibile. Non fraintendiamoci, il grande oblò centrale rimane al suo posto, ma ora, al suo interno ospita solo il display del sistema multimediale, davvero completo, facile ed efficace anche perché derivato dal BMW ConnectedDrive, uno dei migliori sistemi oggi in circolazione.

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Anche lo spazio per chi sta dietro è leggermente migliorato rispetto al passato. Ma se davanti prendono posto persone alte, chi sta dietro deve assumere una posizione sacrificata

Strumentazione di guida: troppe informazioni in poco spazio

Gli ingegneri Mini hanno quindi collocato il tachimetro analogico di fronte al guidatore, racchiuso in uno strumento circolare piuttosto piccolo, che viene affiancato da una mezzaluna di dimensioni ancora più ridotte, dove viene indicato il numero di giri. Il risultato non è dei migliori, non in termini di design, ma per quanto riguarda la leggibilità. La strumentazione appare tutta troppo ravvicinata, condensata in uno spazio ristretto, e non appare sempre chiara durante la guida. Curiosi invece le luci colorate a led del Driving Excitement che spiccano a fianco del tachimetro.

 

Sono un optional (140 euro) e si illuminano di diversi colori a seconda di diversi parametri scelti dal guidatore, per esempio quando ci si avvicina ad una curva, o quando ci si avvicina alla “zona rossa” dello strumento analogico che indica regime di rotazione del motore. Un accorgimento che rende l'abitacolo forse un po' troppo colorato e vivace, ma che farà senza dubbio piacere alla clientela più giovane.

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La nuova Mini rimane un'auto pensata e costruita per piacere ad un pubblico giovane, che in un'auto cerca stile, brand, personalità e piacere di guida

Portaoggetti: tanti ma piccoli. Posizione di guida ok

Migliora l'offerta di vani portaoggetti rispetto alle precedenti Mini. Ora sono piuttosto numerosi e sparsi per l'abitacolo anche se rimangono tutti di piccole dimensioni. Comodo quello posto di fronte al passeggero anteriore, nel mezzo della plancia, che offre spazio per riporre e nascondere da occhi indiscreti chiavi, smartphone e portafogli. Molto efficace infine la retrocamera posteriore, che si dimostra comoda nelle manovre di parcheggio anche se le dimensioni della Mini rimangono decisamente compatte.


Facile trovare la posizione di guida ideale, grazie alle molteplici possibilità di regolazione. I sedili sono tutto sommato comodi, anche se non appaiono certo come le ampie poltrone che possiamo trovare su una monovolume o una Sport Utility. Un cenno però va riservato ai sedili sportivi opzionali, che anche per persone di media corporatura risultano davvero troppo stretti e sacrificati.

Rispetto al passato, quando era equipaggiata con il 1.6 aspirato, la nuova Mini Cooper spinge sempre bene, lungo tutto l'arco di erogazione del motore, offrendo sempre lo spunto necessario

Le nostre impressioni di guida: Mini Cooper

Iniziamo il nostro primo contatto al volante della Mini Cooper, equipaggiata con il nuovo TwinPower Turbo a benzina da 136 CV. Un motore che, nonostante il frazionamento a tre cilindri, ci sorprende da subito per l'estrema piacevolezza di guida che riesce ad offrire. Rispetto al passato, quando era equipaggiata con il 1.6 aspirato, la nuova Mini Cooper spinge sempre bene, lungo tutto l'arco di erogazione del motore, offrendo sempre lo spunto necessario, anche in ripresa con le marce più alte.

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I nuovi modelli One, One D, Cooper e Cooper D sono equipaggiati con motori tre cilindri sovralimentati completamente nuovi

 

Il merito è del sistema di sovralimentazione che fa dimenticare di essere al volante di un tre cilindri, regalando il divertimento che ci si aspetta da una Mini. Del resto 136 CV su un'auto come questa bastano e avanzano, mentre assetto e sterzo da 10 e lode, hanno mantenuto inalterato quel go-kart feeling che ha decretato il successo della rinata Mini.

 

Il tre cilindri TwinPower Turbo vibra davvero poco e ha un sound discreto e piacevole, anche se è inevitabile avvertire quel rumore “da frullino” tipico dei motori a tre cilindri. Molto buoni i consumi: la Cooper, guidando senza tenere troppo presente l'indicatore del livello del carburante, ha regalato un valore attorno ai 6 l/100 km, ottimo per un'auto a benzina con questa cavalleria.

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Bello e originale il comando di accensione della nuova Mini

Le nostre impressioni di guida. Mini Cooper D

Dopo l'ottima impressione del nuovo benzina, è arrivato il momento di mettere alla prova la Cooper D con il nuovo turbo diesel da 116 CV. Anche in questo caso scopriamo un motore con un buono spunto e un allungo più che soddisfacente, grazie alla coppia piuttosto abbondante e subito disponibile. La potenza erogata, anche in questo caso, è più che sufficiente per togliersi qualche sfizio al volante della Mini, che anche nella sua variante a gasolio rimane piacevole e divertente da guidare quando si alza il ritmo.

 

Naturalmente gli ingegneri bavaresi non hanno potuto fare miracoli per quanto riguarda rumorosità e vibrazioni. Del resto, siamo sempre in presenza di un tre cilindri diesel, anche se – a differenza di quanto visto in passato con motori di questo tipo della concorrenza – quello sviluppato da BMW vibra tutto sommato poco (soprattutto ai bassi regimi) e regala un sound più che accettabile, che può diventare poco piacevole soltanto dopo i 3.000 giri/min, soglia oltre cui è comunque quasi inutile spingere un'unità diesel con queste caratteristiche, che sa esprimere il suo meglio ai medi regimi.

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Ben studiata la posizione di guida grazie alle molteplici possibilità di regolazione. Peccato per i pedili sportivi opzionali, davvero troppo stretti anche per persone di corporatura media

 

Se sound e qualche vibrazione di troppo non entusiasmano, ci si riappaga molto presto guardando il livello del carburante. Durante la nostra prova, dove non ci siamo risparmiati con il pedale del gas, il tre cilindri diesel dalla Cooper D ha regalato un ottimo consumo pari a 4,5 l/100 km e comunque sempre abbondantemente al di sotto della soglia psicologica dei 5 l/100 km.

Nuovo cambi manuali a sei marce

Sia sulla Cooper che sulla Cooper D abbiamo provato i nuovi cambi manuali a sei marce, che si sono rivelati davvero ben riusciti, con innesti molto precisi e rigorosi e un'escursione della leva non eccessivamente lunga, ma anche ben contrastati come si addice ad una piccola sportiva quale si dimostra la nuova Mini.

I nuovi cambi manuali a sei marce si sono rivelati davvero ben riusciti, con innesti molto precisi e rigorosi e un'escursione della leva non eccessivamente lunga, ma anche ben contrastati come si addice ad una piccola sportiva

 

Inoltre il nuovo modello sembra voler strizzare l'occhio con più convinzione al pubblico femminile rispetto al passato e a chi non cerca a tutti i costi “un'auto go-kart”. Tutti i comandi di guida principali infatti, a partire dalla frizione e dallo sterzo, continuano a sempre regalare un feeling piuttosto sportivo, ma si rivelano molto più morbidi e facili da azionare che in passato.

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Mini ha riprogettato da zero anche i cambi manuali ed automatici

Conclusioni e prezzi

La Mini a livello estetico si rinnova nel senso della continuità, com'è giusto che sia per un'auto iconica e che dovrà essere sempre subito riconoscibile. Rispetto al passato però lo sforzo progettuale che si nasconde dietro a questa terza serie non è nemmeno lontanamente paragonabile. La nuova Mini è davvero tutta nuova, a partire dal pianale, dai motori, dai cambi e dalle dotazioni di bordo.

 

Piacevolezza di guida immutata e consumi decisamente migliorati caratterizzano questa nuovo modello, mentre si è fatto certamente qualcosa per l'abitabilità, anche se la Mini rimane (e deve rimanere) un'auto non adatta ad una famiglia che deve partire per le vacanze.

 

Prezzi in linea con la qualità e il posizionamento premium del prodotto, con la One che parte da 18.300 euro, seguita dalla One D a 19.900 euro per passare poi al mondo Cooper (20.700 euro) e Cooper D (21.950 euro). Il top di gamma (per ora) è la Cooper S offerta da da 24.950 euro.

Pregi

- Grande piacevolezza di guida

- Nuovo tre cilindri TwinPower Turbo da 136 CV
- Approccio tecnologico / Sforzo progettuale

- Consumi tre cilindri diesel

Difetti

- Strumentazione guidatore poco leggibile

- Motore tre cilindri diesel un po' rumoroso e con qualche vibrazione di troppo
- Il bagagliaio è più grande ma comunque poco sfruttabile per quattro passeggeri

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  • Prezzo da 28.905
    a 41.725 €
  • Numero posti da 4
    a 5
  • Lunghezza da 386
    a 404 cm
  • Larghezza da 174
    a 176 cm
  • Altezza da 143
    a 146 cm
  • Bagagliaio da 210
    a 925 dm3
  • Peso da 1.335
    a 1.680 Kg
  • Carrozzeria Berlina
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