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Se non riuscite proprio a farvi piacere i SUV, ma state cercando comunque un'auto che sappia cavarsela alla grande anche lontano dall'asfalto, con una capacità di carico importante e una buona dose di stile, Audi potrebbe avere la soluzione che fa per voi. Stiamo parlando della nuova A4 allroad che, dopo aver conquistato più di 100.000 clienti in tutto il mondo, si rinnova da cima a fondo. A differenza di quanto si potrebbe pensare ad un primo sguardo infatti, la nuova “tuttofare” dei Quattro Anelli non condivide più nemmeno una vite con il modello di precedente generazione. Certo, come sempre avviene in casa Audi, il design si è evoluto nel segno della continuità, senza grandi stravolgimenti, ma sotto la pelle troviamo un'auto completamente diversa e, soprattutto, molto più moderna.
Rispetto alla più tradizionale Avant fuori troviamo una calandra single frame rivista, con listelli verticali cromati, ma anche passaruota rinforzati in plastica nera (si possono avere anche in tinta) e protezioni sottoscocca satinate. Rimangono naturalmente gli sfiziosissimi fari anteriori matrix led (optional, di serie ci sono gli xeno) con design under cut e indicatori di direzione dinamici. Il dettaglio più importante rimane però la maggiore altezza da terra. Sono 34 i millimetri in più rispetto alla A4 station, che permettono alla allroad una maggiore disinvoltura quando le ruote lasciano l'asfalto per affrontare sterrati leggeri.
Una volta a bordo ritroviamo l'abitacolo un po' “fantascientifico” della nuova A4. La strumentazione (a richiesta) offre il desiderabile Audi Virtual Cockpit, un maxi-display da 12,3 pollici ricchissimo di informazioni che è presto diventato il punto di riferimento nel mondo dell'auto grazie ad una qualità nella definizione e ad una velocità di esecuzione dei comandi impareggiabile, almeno fino ad oggi. Il nuovo sistema multimediale MMI ha permesso poi di riorganizzare completamente il tunnel centrale, dove ora ci sono soltanti pochi tasti “fisici”, che hanno lasciato il posto al selettore circolare con superficie a sfioramento e a poco altro. Il grande display è posizionato in stile tablet, una scelta che ancora oggi non convince del tutto alcuni automobilisti. In ogni caso ha una grande definizione e raggiunge quasi i livelli di perfezione del Connected Drive della BMW. Quasi superfluo soffermarsi sulla qualità dei materiali, che sono diventati ormai il fiore all'occhiello delle utlime Audi. Gli assemblaggi sono rigorosi, anche dove si incontrano plastiche, alluminio e pellami, mentre nel suo insieme l'abitacolo trasmette una sensazione di grande eleganza e modernità.
Quasi superfluo soffermarsi sulla qualità dei materiali, che sono diventati ormai il fiore all'occhiello delle utlime Audi
Grande attenzione anche per i passeggeri posteriori, che ritrovano tutta la qualità riservata a chi siede davanti e controlli dedicati per climatizzatore e sedili riscaldati. Lo spazio per le gambe però non è sconfinato, soprattutto se sui sedili anteriori trovano posto persone particolarmente alte. Bisogna considerare poi la presenza di un tunnel piuttosto massiccio al centro - sotto si trova l'albero di trasmissione della trazione integrale - quindi il quinto passeggero non è praticamente calcolato. Niente da rimarcare invece sul bagagliaio, che oltre ad offrire 505 litri di capacità, si dimostra ben strutturato e con una soglia di carico non troppo alta. Grande cura anche nello studio di soluzioni modulari per sistemare il carico. Non mancano binari, ganci, elastici e pratiche leve per abbattere con un solo gesto il divanetto posteriore. Un piccolo capolavoro di ingegneria poi è il tendalino ad azionamento elettrico che si ritrae automaticamente all'apertura del portellone.
Ricca anche la dotazione in termini di assistenti alla guida. Non mancano il cruise control attivo con guida automatica in coda, ma nemmeno il segnalatore di ostacoli nell'angolo cieco, il riconoscimento dei segnali stradali tramite telecamera e l'assistente alle manovre con rimorchio. Alle modalità di guida del sistema Audi Drive Select si aggiunge poi la modalità di guida “offroad”, che regola la risposta di motore, sospsensioni (se presenti quelle attive) e cambio per favorire la marcia su terreni a scarsa aderenza. L'unico benzina disponibile è il 2.0 TFSI da 252 CV, mentre tra i diesel troviamo il gettonatissimo 2.0 TDI nelle versioni da 163 o 190 CV, mentre in un secondo momento arriverà anche la variante entry level da 150 CV. Al vertice della gamma non poteva che esserci però il collaudato 3.0 TDI a sei cilindri nelle versioni da 218 o 272 CV. Oltre al cambio manuale a sei marce si può avere il doppia frizione S Tronic a sette marce sui motori da 2.0 litri, mentre sul V6 c'è il Tiptronic a otto marce.
Natualmente sulla A4 allroad tutte le motorizzazioni sono abbinate alla trazione integrale, ma anche in questo caso non mancano importanti novità. Riamne naturalmente il classico sistema quattro, che, lo ricordiamo, prevede trazione integrale permanente su tutte e quattro le ruote e differenziale autobloccante meccanico centrale, con ripartizione della coppia variabile tra asse anteriore e posteriore. Una trazione integrale “vera”, che ha fatto la storia di Audi e difficile da ritrovare sulla maggior parte dei competitor, almeno in questo segmento. Al suo fianco però debutta – e questa è una vera notizia – la nuova trazione integrale Audi quattro “ultra”. Un sistema integrale “intelligente”, privo di differenziale centrale e simile, almeno a livello di filosofia, a quelli proposti da molti competitor, dal momento che entra in funzione soltanto quando serve, nell'ottica della massima efficienza. In condizioni “normali” la trazione quattro ultra esclude completamente l'asse posteriore, trasformando la A4 alloroad in una normalissima auto a trazione interiore. Sarà la centralina a coinvolgere gradualmente il retrotreno, ma solo quando strettamente necessario.
Debutta la nuova trazione integrale Audi quattro “ultra”. Un sistema integrale “intelligente”, privo di differenziale centrale e simile, almeno a livello di filosofia, a quelli proposti da molti competitor
I tecnici Audi promettono che questa trazione integrale in salsa “eco” sappia offrire la stessa efficacia del quattro tradizionale. Nel nostro breve test su strada era impossibile avvertire differenze sostanziali, per cui la risposta non può che essere cercata in una prova in offroad comparativa. Sicuramente però un sistema del genere, se da un lato gira le spalle al vero “quattro” dall'altro permette di risparmiare carburante. Ed è proprio per questo che anche Audi si è orientata verso una soluzione del genere, che in ottica futura permetterà di rientrare più facilmente nei limiti di CO2 imposti dai governi. In ogni caso il “quattro” tradizionale non è destinato all'estinzione, almeno per il momento. La nuova trazione quattro ultra infatti arriverà solo gradualmente nella gamma Audi, tanto che sulla nuova A4 allroad viene offerta, per adesso, solo sul 2.0 TFSI.
Abbiamo scelto di guidare la nuova Audi A4 allroad quattro nella versione 2.0 TDI da 190 CV, che, per ovvi motivi, sarà con ogni probabilità la motorizzazione preferita sul mercato italiano. Questo quattro cilindri si conferma – l'avevamo già provato su A6 restyling e A4 – un vero portento, che certifica il livello tecnologico raggiunto dai moderni motori diesel. Il 2.0 Audi non vibra ed è silenziosissimo, due risultati impensabili per un motore a gasolio con questa architettura fino a pochi anni fa. In più, grazie a 400 Nm di coppia già disponibili a 1.750 giri/min ha grinta da vendere e non è particolarmente ruvido, nemmeno quando si affonda il piede sul pedale del gas. Abbinato poi al cambio S Tronic a sette rapporti rappresenta lo stato dell'arte. Questo automatico è senza dubbio uno dei migliori doppia frizione in circolazione, visto che offre logiche di gestione perfette e cambi marcia fulminei.
Il 2.0 TDI non è di certo un motore sportivo e non offrirà mai la fluidità e la pienezza del V6 3.0 TDI, ma in un contesto come quello del mercato italiano rappresenta un compromesso perfetto
Certo il 2.0 TDI non è di certo un motore sportivo e non offrirà mai la fluidità e la pienezza del V6 3.0 TDI, ma in un contesto come quello del mercato italiano, dove agisce ancora la scure del superbollo, rappresenta un compromesso perfetto. Sulla allroad riscopriamo anche la piacevolezza di guida regalata dal nuovo telaio Audi Space Frame. La A4 nasce sulla nuova piattaforma MLB che, insieme alla scocca molto più rigida, ha permesso non solo di ridurre il peso (fino a – 90 kg rispetto alla vecchia Avant), ma anche di migliorare la reattività e le capacità di handling. Completano il quadro le sopsensioni adattive e lo sterzo, ben riuscito per una station di questo tipo. Soprattutto in modalità Dynamic diventa bello consistente e preciso. È solo il diametro della corona a non convincere fino in fondo, avremmo preferito un volante un poì più piccolo. Poco male visto che in ogni caso si può sempre scegliere lo sterzo S Line, tagliato in basso e con dimensioni ridotte.
Per quanto riguarda i consumi ci siamo tenuti intorno ai 7-7,5 l/100 km. Ma in autostrada, a velocità costante e senza esagerare, non abbiamo fatto fatica a raggiungere una media di 6 l/100 km, valori impressionanti per un'auto da 1.600 kg, con trazione integrale permanente e cambio automatico.
La nuova Audi A4 allroad arriverà in Italia in estate ad un prezzo che parte da circa 52.000 euro. La cifra però si riferisce alla versione V6 3.0 TDI, l'unica disponibile al lancio. Le varianti con il 2.0 TDI arriveranno invece solo in un secondo momento, a prezzi natualmente un po' più abbordabili. In definitiva l'Audi A4 allroad quattro si conferma una valida alternativa ai SUV, grazie a contenuti tecnologici di riferimento e un pedigree di razza per la guida lontano dall'asfalto. Certo non ha ridotte e non è un fuoristrada ma per chi cerca sicurezza in condizioni difficili, grande motricità in sterrato e un pizzico di piacere di guida potrebbe essere una scelta azzeccata.
Audi
Viale Gerhard Richard Gumpert, 1
Verona
(VR) - Italia
800 283 454
info@audi.it
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