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L’estate è ormai alle porte e per gli automobilisti più appassionati del genere ritorna quella voglia di spider che ciclicamente li tormenta.
Non più tardi di venti anni fa dire spider o cabriolet significava entrare in un club ristretto di automobili di un certo lignaggio, di prezzo spesso proibitivo, e che comunque imponevano rinunce sul piano della disponibilità dello spazio a bordo. Sfogliando il listino marche del maggio 1986 ci si accorge di quanto poche fossero le opzioni per i comuni mortali, che senza disponibilità finanziarie da “cumenda” volevano entrare nel club dei “capelli al vento”: Fiat Ritmo Cabrio, Ford Escort Cabrio, Volkswagen Golf Cabriolet e la piccola Peugeot 205 Cabriolet.
Auto dal design spesso non azzeccato, ricavate da modelli di grande serie e che portavano in dote una serie inconvenienti: su tutti il non perfetto isolamento della capote da acqua e freddo e la drastica riduzione dello spazio per passeggeri e bagagli, a causa della complessità del sistema di ripiegamento della capote stessa. Aggiungiamo poi il fatto che possedere una cabrio significava anche avere la possibilità di garantire all’auto un ricovero al riparo da intemperie e vandalismi: lasciare parcheggiata per strada un’auto col tetto in tela significava infatti esporla al rischio di trovare un bel taglio sul tetto o, quando andava bene, di essere costretti, dopo pochi anni, a sostituire la copertura rovinata dagli agenti atmosferici.
Fortunatamente la tecnica in campo automobilistico si evolve in continuazione non solo dal punto di vista dei motori, delle soluzioni anti inquinamento o della sicurezza. Da qualche anno infatti ha preso piede la moda delle “CC”, le coupé-cabriolet che uniscono al fascino della guida “en plein air” gli indubbi vantaggi garantiti da un tetto rigido in metallo, anche e soprattutto in termini di sicurezza. Questa tipologia di vetture (una nicchia piuttosto corposa), che ha la sua capostipite moderna nella Mercedes SLK R170 del 1997, ormai è diffusa in quasi tutti i segmenti del mercato. Si spazia dalla piccolissima Daihatsu Copen fino a supercars del calibro di Mercedes SL o Lexus SC.
E’ la novità di questa estate
Ultima nata nel segmento è la Nissan Micra C+C oggetto della nostra prova. Esposta al Salone di Parigi del 2002 come prototipo, che la dirigenza Nissan aveva prudentemente affermato di non voler trasformare in un modello di serie, è invece entrata in produzione nel 2005, visto il successo che queste “derivate” hanno riscosso soprattutto sul mercato europeo.
A prima vista le differenze estetiche con la berlina non sembrano poi molte: stesso frontale e stessi gruppi
Sull’altare della sportività non è stata sacrificata la capacità di carico: a capote chiusa il vano bagagli è davvero molto capiente (ben 426 litri dichiarati) e capace di ospitare valige di grandi dimensioni; altrimenti, se la capote è ripiegata, la capacità scende a 221 litri, però difficilmente sfruttabili a causa del tendalino di sicurezza che riduce la luce d’accesso al vano.
Per la realizzazione del tetto rigido ripiegabile Nissan si è rivolta allo specialista tedesco Karmann, che da decenni studia e produce sistemi di apertura per tetti in tela e rigidi per il settore, e che per l’occasione ha allestito una zona di montaggio nello stabilimento inglese dove vengono prodotte le Micra destinate ai mercati occidentali. Il sistema è relativamente semplice e poco complesso: il tetto è strutturato in soli due pezzi, con il padiglione in cristallo oscurabile con un tendalino, che si ripiegano a libro e scompaiono nel vano posteriore in poco più di venti secondi (a vettura ferma o a bassa velocità).
Per due con tanti bagagli
Internamente non ci sono differenze rispetto alla Micra berlina: ritroviamo quindi una plancia dal design essenziale, con pochi fronzoli, con comandi disposti in modo abbastanza ordinato e facili da raggiungere, eccezion fatta per quelli per la regolazione degli specchi retrovisori elettrici e per il disinserimento dell’ESP, posti alla sinistra del volante, nascosti alla vista e non illuminati. La scelta dei materiali per plastiche e rivestimenti è chiaramente improntata al contenimento dei costi: di fatto l’impressione alla vista e al tatto non è delle migliori, sebbene non si segnalino difetti di fabbricazione o di montaggio. Molto buona la disponibilità di vani portaoggetti: oltre al cassettino davanti al posto per il passeggero anteriore segnaliamo le ampie tasche sulle porte ed il comodo vano celato sotto la seduta del sedile passeggero, che può contenere una borsa di medie dimensioni.
Punto dolente delle scoperte di questa categoria è l’abitabilità dei posti dietro: la Micra non sfugge alla regola e di fatto i posti posteriori (dotati di poggiatesta
Migliorabile la posizione di guida, con una seduta regolabile in altezza, ma con il volante non registrabile in profondità, un limite questo per altro comune a quasi tutte le vetture di questa fascia di prezzo.
La strumentazione è tutta raccolta nel piccolo quadro davanti al guidatore; gli strumenti analogici sono solo tre: tachimetro, contagiri e indicatore livello carburante. E’ inoltre presente un computer di bordo che offre indicazioni sul consumo medio e autonomia residua, oltre a una nutrita serie di spie, compresa quella che indica il funzionamento del meccanismo elettrico di apertura/chiusura del tetto, attivabile mediante un pulsante sistemato sul tunnel centrale. Manca però una spia luci, mentre il termometro dell’acqua è stato sostituito da una spia di colore azzurro che si spegne quando il liquido di raffreddamento raggiunge al corretta temperatura di esercizio.
Qualche perplessità desta il funzionamento del sistema di apertura/avviamento denominato Intelligent Key, installato come optional sulla Micra da noi testata: basta avvicinarsi alla vettura, con l’accortezza di tenere in tasca o in borsa il transponder, e premere un piccolo pulsante sulla maniglia di apertura per accedere all’abitacolo. Per avviare la vettura è necessario premere freno e frizione e ruotare il blocchetto di accensione posto alla destra del volante. A nostro avviso sarebbe meno complicato affidarsi ad un pulsante start/stop.
Su strada
Spinta da un quattro cilindri 1.4 da 88 cavalli la Micra C+C si muove con buona disinvoltura grazie anche all’azzeccata rapportatura del cambio, nonostante un aggravio di peso di 150 kg circa rispetto alla berlina da cui deriva. Il motore è molto regolare e pronto nel salire di giri, anche se non perfettamente insonorizzato; la voce è sempre piuttosto evidente, complice il fatto che anche alle velocità più basse il regime di rotazione è sempre un po’ elevato a causa dei rapporti corti.
Se da un lato la prontezza del motore invoglia alla guida brillante, dall’altro l’assetto piuttosto turistico impone una guida più rilassata. La morbidezza delle
Sostanzialmente sottosterzante, la Micra C+C provata, equipaggiata con pneumatici di misura 175/60 15’’ montati su cerchi in lega leggera, non evidenzia quasi mai scompensi di assetto, pur riallineandosi con un certo ritardo; in ogni caso il sistema ESP (opzionale a 500 euro) si dimostra sempre pronto ad intervenire con precisione per ripristinare la stabilità di marcia.
Frenata sempre pronta anche se l’impianto è di tipo misto dischi/tamburi; gli spazi di arresto sono sempre molto ridotti e la forza frenante è ben modulabile; la presenza del sistema ABS scongiura il rischio di bloccaggi.
Valida la protezione dai vortici d’aria in velocità; con i finestrini alzati si viaggia senza il rischio di prendere il torcicollo, anche se sarebbe consigliabile proporre almeno come optional un frangivento da sistemare dietro i sedili anteriori.
Quanto costa?
La nissan Micra C+C, equipaggiata con il 1.4 da 88 CV costa 16.300 euro, cifra che comprende tre airbag, il climatizzatore manuale e la radio. Un prezzo sicuramente interessante, leggermente al di sotto rispetto alla opel Tigra TwinTop 1.4 e inferiore ai 17.100 della peugeot 206 CC 1.6 (che per altro vanta 22 CV in più).
Per chi invece ha qualche ambizione sportiva in più, con il 1.6 da 110 CV e il più completo allestimento Tekna la Nissan Micra C+C costa 18.750 euro.
Le nostre rilevazioni:
Da 0 a 60 km/h in 5.1 secondi
Da 0 a 100 km/h 11.21 secondi
Da 50 a 80 km/h in quinta marcia: 9.18 secondi
Da 50 a 100 km/h in quinta marcia: 16.05 secondi
Da 80 a 120 km/h in quinta marcia: 15.27 secondi
Velocità massima: 181.2 km/h
Da comprare perchè:
- come spesso accade con i modelli Nissan, offre un ottimo rapporto prezzo\contenuti
- garantisce un'ottima versatilità, grazie all'ampio bagagliaio e al funzionamento impeccabile del tetto
- facile da condurre in tutte le situazioni
Da rivedere:
- ci sarebbe piaciuto un assetto un po' più sportiveggiante
- posizione di guida un po sacrificata per i guidatori più alti
Nissan
Via Tiberina Km 15,740
00060 Caperna
(RM) - Italia
800 105 800
https://www.nissan.it/
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