Nissan 350Z

Nissan 350Z
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Se lo sterzo è un pennello e l’acceleratore un violino...
27 luglio 2006

Ci sono automobili nate per portarvi dal punto A al punto B in un tempo ragionevole garantendo adeguati standard di comfort, economicità e sicurezza, e poi ci sono quelle che sono innanzi tutto degli strumenti per esaltare l’esperienza della guida e che incidentalmente sono anche dei mezzi di trasporto. Quelle, per intenderci, di cui afferri le chiavi per una bella “sgroppata” anche se in realtà non devi andare proprio da nessuna parte. Quelle di cui sei perfino felice di pagare bollo e assicurazione. Quelle che riescono a farvi dimenticare perfino il prezzo della benzina ormai oltre la soglia del buon senso.
La Nissan 350Z Roadster protagonista di questo test drive appartiene sicuramente alla seconda categoria, grazie a un mix di elementi che la rendono una vettura per molti versi unica nel panorama delle spider ad alte prestazioni.

Ingredienti giusti
Per raccontare cosa si prova al volante della vettura giapponese occorre partire proprio da qui, dalle sue caratteristiche di base così armoniosamente messe insieme dai progettisti.
Tanto per cominciare al volante della 350Z potete contare su uno schema meccanico che a dispetto della sua classicità rimane il migliore per garantire il massimo divertimento di guida anche per chi non è un pilota professionista: motore anteriore e trazione rigorosamente posteriore, abbinati ad un telaio estremamente sincero – ci arriveremo – ed un corredo tecnico (freni, sterzo, cambio) che svolge ottimamente il proprio lavoro di supporto.
In questo “pacchetto” il motore, naturalmente, gioca un ruolo di primo piano, e non potrebbe essere diversamente trattandosi di un V6 di 3.498 cc. capace

 

di sviluppare 300 CV e 353 Nm di coppia massima. Coppia e potenza che oltre a presentare valori di picco di assoluto rilievo si fanno apprezzare per una curva di erogazione molto progressiva: elemento questo che si rivela determinante nel garantire sia un elevato comfort di guida sia prestazioni e divertimento a profusione, a seconda delle circostanze.
Come ricorderanno i lettori più attenti, rispetto alla prima edizione della 350Z ora all’appello ci sono 20 CV in più, aggiunti soprattutto agli alti regimi, dove il motore precedente mostrava gli unici – piccoli – limiti rispetto alle concorrenti più agguerrite.

Pennello e violino
Al di là dei freddi numeri, comunque, la 350Z Roadster conquista per le emozioni che sa trasmettere e il divertimento che riesce a regalare sempre nella massima sicurezza. Per quanto riguarda il primo aspetto, un elemento determinante è costituito dalla sonorità del motore, al quale i tecnici giapponesi hanno dedicato particolare attenzione. E per una volta non si tratta della solita frase di circostanza infilata nella cartella stampa: vi possiamo assicurare che con un po’ di pratica il V6 nipponico può davvero essere suonato come uno strumento musicale, apprezzandone tutte le tonalità, dal suono cupo ai bassi regimi a quello più metallico – quasi da competizione – quando si superano i 4.000 giri. E la cosa più bella è che il passaggio da una tonalità all’altra è quanto mai armonico e mai casuale: guidando con l’orecchio teso si ha davvero l’impressione di avere a che fare con l’archetto di un violino, piuttosto che con cambio e acceleratore! A qualsiasi regime vi troviate il suono emesso da due grandi terminali di scarico della “Z” è assolutamente

 

coinvolgente e ha il pregio – secondo noi di grande importanza – di emozionare anche quando si viaggia a velocità moderate. Insomma, per gustarsi la grinta della spider giapponese non occorre per forza giocarsi alla roulette i punti sulla patente…

Ma il pedale dell’acceleratore della 350Z Roadster non è solo un violino: è anche un… pennello. E la tela? La strada naturalmente, dove ad ogni curva da seconda o terza marcia è possibile dipingere delle virgole nere sull’asfalto, mettendo di traverso il posteriore in uscita di curva mentre l’anteriore morde con sicurezza la strada. E’ un gioco, quello del sovrasterzo di potenza, al quale è davvero difficile resistere a bordo della Z, un po’ perché gli ingredienti non potrebbero essere migliori (un grosso motore con tanta coppia anche ai bassi regimi e la trazione posteriore), un po’ perché la spider giapponese si dimostra sempre incredibilmente progressiva e facile da riprendere.

Così, almeno quando l’asfalto è asciutto, si finisce per viaggiare sempre con il controllo di stabilità disinserito, pronti a sfruttare ogni occasione per dipingere un’altra bella derapata… Del resto nell’uso quotidiano, anche senza la rete di sicurezza dell’elettronica, la Z rivela un’ottima motricità e una stabilità a prova di principiante, per lo meno mantenendosi nei limiti del buon senso.

Il rischio, in effetti, è quello di trovare “appena sufficienti” i 300 (ripetiamo, trecento…) cavalli che scalpitano sotto il cofano, tale è la sincerità del telaio della Z, che segue sempre con buona precisione le traiettorie impostate e non tende mai gli “agguati” che

 

abbiamo imparato a temere in altre sportive con cavallerie anche inferiori. Sicura e sincera in ogni situazione, la spider giapponese può così essere apprezzata pienamente senza paura di incorrere in qualche brutta sorpresa, anche staccando l’elettronica.

Il merito, evidentemente, va ad un telaio da dieci e lode, che riesce a garantire i più elevati standard di divertimento e sicurezza, e tutto questo senza penalizzare troppo il comfort. Sì perché la Z impressiona positivamente anche per un altro aspetto: una capacità di assorbire le sconnessioni della strada decisamente superiore alla media della categoria, a garanzia di una possibilità di impiego davvero quotidiano della vettura. Non che la Z sia morbida, sia chiaro: semplicemente, passando sopra una buca, si avverte che molla e ammortizzatore compiono al meglio il loro lavoro di smorzamento, preservando l’equilibrio dinamico dell’auto e la schiena dei passeggeri.

In queste condizioni naturalmente è ancora più facile, e più gratificante, sfruttare tutti i 300 CV e i 353 Nm di coppia del propulsore, assecondati in questo da uno sterzo diretto e preciso e da un cambio che si fa apprezzare per la ridotta escursione della leva (peccato solo per qualche contrasto di troppo nelle manovre più concitate). Giudizio positivo anche per i freni, potenti e ben modulabili.

E le prestazioni? Con la nostra strumentazione X-Crono-T (distribuito da Geo-Vision) abbiamo rilevato un tempo di 6,57 secondi per lo scatto da 0 a 100 km/h e 14,23 sec. per coprire i 400 m con partenza da fermo,

 

mentre la ripresa in sesta marcia da 80 a 120 km/h richiede 10,67 secondi e la velocità massima è pari a 250 km/h (dichiarata).

Numeri di rilievo, anche se con 300 CV sotto il cofano ci saremmo aspettati qualcosa di più, soprattutto in accelerazione. In questo frangente però occorre fare i conti con il peso non proprio piuma della vettura (1.631 kg a vuoto), dovuto ai rinforzi strutturali tipici delle auto scoperte. Una volta su strada, comunque, la Z riesce a mascherare molto bene la propria massa, che emerge solo nelle curve con un raggio ridotto, dove se si cerca di infilare la vettura troppo velocemente emerge un leggero sottosterzo. Con 150 kg di meno la 350 Z Roadster sarebbe una spider ad alte prestazioni assolutamente perfetta, ma va detto che per pesare 150 kg di meno dovrebbe anche costare molto, molto di più.

Dotazioni ricche, qualità ok
Lo stesso discorso, per certi versi, si può fare anche per l’abitacolo, perfetto per le cose davvero importanti – ergonomia e dotazioni – e con qualche sbavatura nella “forma”, più che perdonabile comunque tenendo in considerazione il prezzo di listino.
Per gli appassionati della guida sportiva la buona notizia – l’ennesima – è che la 350Z Roadster consente di trovare una posizione impeccabile anche a chi supera il metro e ottanta, grazie all’ampia possibilità di regolazione (elettrica) del sedile e del volante (con la strumentazione che si sposta in modo solidale con quest'ultimo, per evitare di ostruire la visibilità con la corona). La posizione di guida, naturalmente, è da sportiva vera - si guida con le gambe distese – mentre la visibilità è buona, con l’unica pecca della tre quarti posteriore a capote alzata.

 

Nell’insieme comunque la 350Z Roadster si dimostra una vettura da godersi tutti i giorni, anche per il tranquillo tragitto casa-ufficio (e con quella melodia che esce dagli scarichi vi sfidiamo ad arrivare al lavoro di cattivo umore!), grazie allo spazio disponibile (c’è posto solo per due persone, ma senza sacrifici) e alla possibilità di riporre eventuali oggetti nel vano – chiuso – dietro il sedile di destra.
Sul fronte del comfort, va ricordata la già citata buona capacità di assorbimento delle sospensioni, mentre la rumorosità è piuttosto elevata, ma diventa un po’ fastidiosa solo in autostrada: in città o nei percorsi extraurbani invece fa semplicemente… parte del fascino della vettura.
Di serie è previsto anche il cristallo posteriore frangivento, ma va detto che le sue dimensioni sono piuttosto limitate, così oltre i 100 km/h a capote abbassata si finisce per avvertire i primi vortici d’aria.

E a proposito della capote: in Nissan hanno optato per la tradizionale tela, più leggera, meno costosa e secondo molti anche più affascinante dei sempre più diffusi tetti in metallo. La scelta ci sembra azzeccata, anche perché bastano circa 10 secondi per aprire o richiudere la capote (ad azionamento elettrico), che in occasione del nostro test ha dimostrato un perfetto isolamento all’acqua e anche acustico, dal momento che la rumorosità rilevata in autostrada riguardava più che altro il rotolamento dei pneumatici e il motore.

Così l’unica nota negativa riguarda la qualità di alcune rifiniture e rivestimenti. Gli assemblaggi sono curati con la consueta cura a cui ci hanno abituato i costruttori giapponesi e la pelle utilizzata per il rivestimento dei sedili è di buona qualità, ma alcune

 

plastiche potrebbero essere un po’ migliori, mentre l’intelaiatura a vista della capote, una volta chiusa, è una caduta di stile difficile da accettare su una roadster che ha tutto per ambire ad un posto nell’olimpo delle spider ad alte prestazioni.

Emozioni e fascino a prezzo di saldo
In effetti la Z ha talmente tante qualità che si finisce per confrontarla con vetture di categoria e prezzo decisamente superiori (mai sentito parlare di Porsche?). Considerando il listino della vettura giapponese, però, viene quasi voglia di comprare un biglietto aereo e volare in Giappone solo per ringraziare i vertici di Nissan, perché la verità è che nessun costruttore oggi offre una spider altrettanto coinvolgente e con pari contenuti tecnici e dotazioni ad un prezzo che supera di poco di 40 mila euro.
Per la precisione, per la “Level 1” bastano 41.350 euro, che comprendono di serie accessori come il climatizzatore automatico, la capote a comando elettrico, fari bi-xeno, sedili elettrici e impianto stereo, computer di bordo, immobilizer, quattro airbag, ABS ed ESP. Sulla “Level 2” protagonista della nostra prova, invece, sono di serie anche i sedili in pelle riscaldabili, l’impianto stereo Bose e il cruise control: il tutto ad un prezzo di soli 43.850 euro.

Da comprare perché:
- regala un grande piacere di guida senza risultare mai troppo impegnativa
- offre prestazioni da vera sportiva ma non rinuncia ad una fruibilità quotidiana
- prezzo molto competitivo in rapporto ai contenuti tecnici, alle dotazioni e al fascino della vettura

Da rivedere:
- alcune rifiniture sono migliorabili

Prestazioni rilevate:
0-100 km/h in 6,57 sec
0-400 m in 14,23 sec.
80-120 km/h in sesta: 10,67 secondi

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