Montecarlo Automobile Rascasse

Montecarlo Automobile Rascasse
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Abbiamo oprovato su strada la Montecarlo Rascasse, scoprendo una vettura dalle scelte progettuali ardite ed in grado di emozionare in maniera diversa da qualsiasi altra
28 settembre 2013

Bleu Côte d’Azur, blu come il colore del mare che bagna il litorale francese da Mentone a Marsiglia. Una regione stupenda, composta dai dipartimenti Alpes-Maritimes, Var, Provence. Un territorio che ingloba - pur non facendone parte politicamente - il Principato di Monaco. E’ qui che trent’anni orsono, un pilota e ingegnere italiano follemente innamorato del mondo dei motori, decise di creare la prima Casa automobilistica monegasca, producendo in serie limitata la prima GT stradale con scocca in carbonio: la Centenaire.

Ora la stessa azienda, sempre con Fulvio Maria Ballabio alla guida, celebra il proprio 30° anniversario di una passione vissuta con romanticismo e un pizzico di follia, presentando la Montecarlo Automobile Rascasse, nello stesso colore di lancio degli esordi: quel blu Costa Azzurra che ben si presta come scenario naturale per questo modello d’élite, destinato al jet-set che anima le notti della Riviera: Monaco, Nizza, Cannes, Saint-Tropez...

Atipica supercar

La Rascasse, dal nome dell’omonimo pesce che vive nelle limpide acque che bagnano Montecarlo, è una coupé/spyder con hard-top asportabile. E’ spinta da un V12 Rolls Royce Silver Seraph da 5500 cc e 500 CV con due compressori volumetrici e alimentazione bifuel benzina-bioetanolo e GPL, grazie al sistema messo a punto dalla BRC di Mariano Costamagna, azienda leader nella produzione di impianti a gas metano e GPL. Con arricchimento a idrogeno per elettrolisi della 4 GAS, che ha curato la prima fase dello sviluppo. Una scelta di alimentazione che permette alla Rascasse di ridurre drasticamente le emissioni di CO2.

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La Montecarlo Automobile Rascasse è spinta da un V12 in grado di erogare fino a 550 CV di potenza ed è caratterizzata da una alimentazione bi-fuel 

 

Infatti è noto l’impegno di Alberto di Monaco a favore dell’uso di vetture ecologiche, pertanto la Montecarlo Automobile non poteva esimersi dal condividerne il credo; da qui è nata l’idea di proporre una nuova concezione di supercar, presentando una macchina dall’impostazione spartana racing, ma eco-compatibile, utilizzando carburanti alternativi e materiali ecologici per gli interni.

Il primo esemplare della Rascasse è stato acquistato pochi giorni prima del Salone di Francoforte da un collezionista tedesco. Si tratta del telaio che per KERB MOTORI e Automoto.it, ho avuto il privilegio di provare su strada: primo giornalista ad averlo fatto. Il test si è svolto lungo un percorso misto, cittadino e autostradale e in entrambe le configurazioni: coupé con tettuccio chiuso e spyder. Va detto subito che nel primo allestimento risulta molto utile la presa d’aria che permette di aerare l’abitacolo attraverso alcune boccole e non soffrire troppo il caldo.

Sonorità esaltante e guida divertente

L’avviamento è a pulsante. La posizione di guida bassa permette una buona visibilità ed è abbastanza confortevole. L’allungo e il sound del propulsore sono piacevoli, e la tenuta di strada dà sicurezza, tenuto conto della sensibilità del volante, che non dev’essere oggetto di manovre brusche, visto che la vettura ha la trazione posteriore e nessun dispositivo elettronico. Lo stesso sterzo dispone di un buon raggio d’azione che rende la macchina semplice e maneggevole da utilizzare anche in ambito urbano.

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Il cambio a 6 marce con leve al volante dev’essere “chiamato” in maniera decisa. Sul dritto, in autostrada, si ha la possibilità di assaporare le prestazioni di questa eco-supercar. Nel corso della nostra prova abbiamo potuto contribuire alla comparazione di diversi tipi di cerchioni e pneumatici, per passare alla delibera definitiva di quelli MAK con gomme Yokohama.

Laboratorio viaggiante

Come tutti i modelli d’ispirazione corsaiola, la Rascasse è una vettura laboratorio in continua evoluzione. Il prossimo step prevede l’adozione nella parte anteriore,  nel telaietto meccanizzato con portamozzi in magnesio,  semiassi in titanio, sospensione a doppio triangolo e ammortizzatori tipo push-road, di due motori elettrici da quasi 70 CV alimentati da batterie al litio dislocate a centro scocca.

Si tratta di un sofisticato sistema hybrid con tecnologia da F.1 che rende la Rascasse una 4WD non permanente, con comando al volante per l’azionamento del KERS; in questo modo potrebbe essere usata in città in modalità totalmente elettrica. Questo sistema è stato studiato dagli ingegneri Mario Bonifacio e Marco Muzio, già realizzatori del KERS istallato sulla Quadrifuel nel 2010. Simile a quello collaudato dalla BRC sulle Kia Venga ibride (GPL/elettrico) del trofeo internazionale Green Hybrid Cup 2013.

Eclettica nella sostanza

Come una diva sotto le luci della ribalta, dopo la prova abbiamo messo in posa la Montecarlo Automobile Rascasse davanti all’obbiettivo di Roberto Carrer, assistito da Marco Galli di Carrstudio, per scoprirne ogni dettaglio. Eclettica fin dalle origini, è destinata a non passare inosservata per la sua linea e i suoi contenuti, che richiamano il mondo della nautica. La Rascasse può essere paragonata a una Sport per gare di durata in versione stradale, piuttosto che alle altre supercar ipertecnologiche di costruttori più grandi, ricche di elettronica.

Eclettica fin dalle origini, la Montecarlo Automobile Rascasse è destinata a non passare inosservata per la sua linea e i suoi contenuti, che richiamano il mondo della nautica


E’ un prodotto unico, che sposa questa sua radicalità tipica del mondo racing, all’eco-sostenibilità; ecco quindi l’utilizzo di carburanti alternativi, e del legno Ecowood marino trattato per gli interni, così come ha fatto, per esempio, anche Pininfarina nelle ultime sue concept Cambiano e Gran Lusso Coupé.

Linee decise

Ma andiamo con ordine. Esteticamente l’avantreno nella parte bassa si presenta molto grintoso e riporta vagamente alla memoria la monoposto F.1 Tyrrell 019 del 1990, con musetto anteriore rialzato al centro e profili laterali ad ala di gabbiano. Quella monoposto progettata da Harvey Postlethwaite e Jean-Claude Migeot, fu affidata a Satoru Nakajima e Jean Alesi, che proprio nel G.P. di Monaco ottenne il secondo posto. Se vogliamo, il muso della Rascasse ricorda un po’ anche quello della Ferrari Enzo.

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L’avantreno della Rascasse è caratterizzato, nella porzione inferiore, da un look molto grintoso volto a richiamare alla mente la monoposto F.1 Tyrrell 019 del 1990, con musetto anteriore rialzato al centro

 

Profondamente diverso invece il disegno del cofano che presenta due prese d’aria laterali che partono dalla calandra. Belli i fari, classici, rotondi e doppi con mascherina in plexiglass: come quelli dei Prototipi che hanno fatto la storia dell’Endurance. Le linee delle fiancate sono slanciate e le portiere si aprono verso l’alto. L’apertura del cofano anteriore e del vano motore sono speculari dall’alto in basso: un ulteriore richiamo ai prototipi da gara. La seduta è molto bassa, come in una vera auto da corsa, perché - come suole dire Niki Lauda - “le auto si guidano col sedere” - se si vuole comprenderne bene le variazioni di assetto e il comportamento. Il tema degli interni merita un capitolo a parte. Sono caldi e accoglienti, con ampio utilizzo di pelle e legno Ecowood marino trattato anche per il pavimento.

Sembra di essere in una suite con parquet. Riportano alla mente quei celebri motoscafi italiani in legno degli anni ’60, e fanno di questa Rascasse una “tender to …” di alto livello per qualche yacht ormeggiato nel Mediterraneo. Perché no, magari all’ancora nel nuovo Porto Hercule del Principato di Monaco. Molto bello il quadro strumenti digitale, incastonato in una pregevole consolle di legno di chiara ispirazione marinara, così come in legno è il volante Nardi vintage. Sui comandi di azionamento frecce e tergi, la Casa sta ancora lavorando nei dettagli. Niente elettronica e dispositivi di sicurezza quali gli air-bag. Infatti l’auto rispecchia la filosofia di una fuoriserie “dura e pura” da competizione, pur con raffinati interni in materiali pregiati di cui abbiamo ampiamente parlato.

Scelte costruttive ardite

Il telaio è tubolare con pannelli in honeycomb e rivestimenti in carbonio. La coda è ugualmente molto racing, con estrattore, doppio tubo di scarico centrale, prese d’aria sui due passaruota e motore a vista.

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Il telaio della Montecarlo Automobile Rascasse è caratterizzato da una architettura tubolare con pannelli in honeycomb e rivestimenti in carbonio. La coda mette in mostra l'estrattore, il doppio tubo di scarico centrale, le prese d’aria sui due passaruota e il motore a vista

 

La vettura è stata presentata lo scorso maggio durante la fiera internazionale Autopromotec a Bologna. Successivamente il 5 settembre a Monza, in occasione della 31° edizione del Premio Confartigianato Motori abbinato al G.P. d’Italia di Formula 1, ha ricevuto il  Premio Tecnologia e Ambiente, speciale riconoscimento conferito al costruttore che adotta accorgimenti innovativi che permettono la riduzione dei consumi, nel rispetto e nella tutela dell’ambiente.

Lo stesso Ballabio ha ricevuto un attestato alla carriera, visto il suo curriculum sportivo che comprende tutte le più importanti categorie internazionali, dalle vetture formula al Mondiale Sport, fino all’Off-shore nautico. Per l’occasione, è stata esposta la gamma completa della Montecarlo Automobile, partendo dal modello Centenaire, passando per l’Ala 50, la BRC W12 Competizione, la Rascasse e l’inedita Carlo Chiti Monza Codalunga a metano, che riprende l’esperienza della Quadrifuel Alfa Romeo.

L’obbiettivo  del costruttore è quello di realizzare 15 Rascasse in tre anni, ad un prezzo di 500.000 Euro, che include molteplici possibilità di personalizzazione. Un traguardo ambizioso, che guarda soprattutto ai mercati russo, cinese, mediorientale, oltre che a qualche collezionista europeo o magari americano. Ulteriori informazioni sulla Montecarlo Automobile Rascasse, al seguente indirizzo email: montecarlomotorsport@hotmail.com.

Caratteristiche tecniche:

Carrozzeria: berlinetta GT coupé-spyder

Progetto: Montecarlo Engineering/Simbol Design
Realizzazione telaio e carrozzeria in materiali compositi, carbonio, kevlar
Telaio: tubolare pannellato honeycomb, con allestimento pianale e abitacolo in legno Ecowood trattato, di tipo marino
Sospensioni: doppio triangolo ammortizzatori ORAM
Motore: 5500cc V12  di derivazione Rolls Royce Silver Seraph By MCE, con due compressori volumetrici
Condotti d’aspirazione delle teste curati dalla Lumini Engeneerig 
Alimentazione: bifuel benzina bioetanolo/GPL sistema BRC, arricchimento a idrogeno 4GAS
Potenza: 500 CV versione biturbo+hybrid anteriore
Potenza ibrida: 70 kW motori elettrici (tecnologia KERS) con batterie al litio e sistema BMS, progetto BAR degli ingegneri Mario Bonifacio e Marco Muzio 
Velocità: autolimitata a 300 Km/h
Massa: 1150 Kg
Cambio: Getrag sequenziale elettro-pneumatico con leve al volante a 6 rapporti
Freni: Tarox autoventilanti con pistoncini ceramici
Ruote: pneumatici Yokohama con cerchi Mak: 19” ant.; 20” post.
Volante: Nardi Classic con orologio MonteCarlo-Watch
Dati non contrattuali suscettibili di variazioni da parte del costruttore

 

In collaborazione con KERB MOTORI

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