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Mini si reinventa e lo fa per la settima volta partendo dalla base di un successo, la Countryman, oggi tra i modelli di "Oxford" più apprezzati. Con la nuova Paceman, in listino a 24.500 euro, Mini non solo aggiunge un tassello ma con ogni probabilità introduce "il modello" destinato a rappresentare il portabandiera dell'intera gamma.
Per uomini attenti al dettaglio
I vertici della Casa anglo-britannica, da parte loro, cercano di essere molto cauti nel dare questa definizione spiegando che il gap di prezzo tra la Mini d'accesso, la One, e la Paceman è di quasi diecimila euro. Vero, anzi verissimo, ma a parità di motorizzazione (per Paceman si parte da Cooper) il differenziale è molto più contenuto e comunque non in grado di rappresentare un limite per uomini medio-alto spendenti che per questioni d'età non si ritrovano (più) nella Mini standard ma nemmeno nella Countryman, nata anche con l'obiettivo di continuare a far vivere il mondo Mini a clienti che nel frattempo sono diventate mamme...
Stile: che è una Mini lo si capisce subito
Mini, insomma, con Paceman dimostra ancora una volta di saper leggere il mercato e di essere piuttosto veloce e motivata nel dare risposte, pur senza lasciare troppo il seminato in termini di piacere di guida e di design: il linguaggio formale, infatti, è quello tipico della Mini seppur con delle novità per quanto concerne l'andamento del tetto - quasi da coupé - e l'inedita architettura dei fari posteriori, che per la prima volta sono ad orientamento orizzontale.
Interni: si respira aria di casa
Anche per quanto concerne gli interni è evidente la volontà di non uscire in alcun modo fuori dai canoni. Unica concessione, recentemente ripresa anche da Countryman, è l'introduzione di tasti sui braccioli dei pannelli porta per il comando dei cristalli in luogo delle precedenti leve alla base della plancia. Tre porte, la nuova Mini Paceman si differenzia dalla Countryman anche per la configurazione dell'abitacolo che propone sedili sportivi davanti e sedute singole agli ospiti posteriori, per un totale di quattro posti. Generosa la cubatura del bagagliaio, 330 litri, che può essere estesa ribaltando gli schienali dei sedili posteriori fino a 1.080 litri. Un valore indubbiamente interessante per una vettura lunga 4.124 mm, larga 1.786, alta 1.527 sviluppata su un passo di 2.596 mm.
Buona dotazione, molti optional
L'equipaggiamento di serie comprende climatizzatore, specchietti retrovisori esterni a regolazione elettrica, center rail dove applicare accessori Mini (portaocchiali etc) Radio CD con connettore AUX-In. In via opzionale sono disponibili il volante sportivo in pelle (di serie nella Mini Cooper S Paceman e nella Mini Cooper SD Paceman) con tasti multifunzione, la regolazione della velocità, il riscaldamento dei sedili, il tetto in vetro ad azionamento elettrico, Comfort Access, proiettori allo xeno, Adaptive Light Control e Park Distance Control. Inoltre, scegliendo i sistemi multimediali superiori sono disponibili tutte le funzioni Mini Connected già viste su altri modelli, come la webradio, l'accesso a Facebook e Twitter, il Dynamic Music, il Driving Excitement, il Mission Control ed il Minimalism Analyser.
Cinque motori e trazione integrale
Cinque le motorizzazioni disponibili, con potenze comprese tra i 122 ed i 218 CV. La gamma benzina si apre con i 122 CV della Cooper (coppia 160 Nm a 4.250 giri, 0-100 km/h in 10,4 s, 192 km/h) e si chiude con i 218 CV (280 Nm a 1.900 giri, 6,9 s, 226 km/h) della più esclusiva John Cooper Works passando per i 184 CV (240 Nm a 1.600 giri, 7,5 s, 217 km/h) della Cooper S. I consumi parlano di 6 l/100 km per la Cooper (7,2 con cambio automatico), 6,1 l/100 km per la Cooper S e 7,4 l/100 km per la JCW. La gamma diesel, invece, si compone della più potente motorizzazione SD da 143 CV (305 Nm a 1.750 giri, 0-100 km/h in 9,2 s e 200 km/h) e dell'apprezzata Cooper D da 112 CV (270 Nm, 10,8 s, 187 km/h).
“Mini con Paceman dimostra ancora una volta di saper leggere il mercato e di essere piuttosto veloce e motivata nel dare risposte, pur senza lasciare troppo il seminato in termini di piacere di guida e di design”
Cambio automatico per tutte
Per tutte le motorizzazioni, sia benzina che diesel, è disponibile il cambio automatico - curiosità: la Cooper D automatica monta il duemila di pari potenza e coppia in luogo del millesei - mentre per quanto concerne la trazione integrale All4, proposta in combinazione all'assetto ribassato, Mini la rende disponibile per tutte le motorizzazioni ad eccezione della Cooper da 122 CV.
Meccanica raffinata
Tecnicamente Paceman condivide con Countryman la i principi costruttivi del telaio ma soprattutto delle sospensioni, che sono McPherson con bracci trasversali fucinati davanti e Multilink dietro. Elementi sviluppati per lavorare in simbiosi con il servosterzo elettromeccanico Servotronic, che nelle versioni dotate di Sport Button assicura un feeling ancor più sportivo, una diversa risposta dell'acceleratore e, nella Cooper S, anche una diversa resa sonora. In combinazione con il cambio automatico lo Sport Button consente di attivare un programma sportivo che determina anche una riduzione dei tempi di cambiata.
Di serie la Paceman offre il controllo di stabilità DSC (Dynamic Stability Control), l'ABS, la regolazione della frenata in curva CBC (Cornering Brake Control) con aiuto alla frenata di emergenza e l'assistenza alle partenze in salita. Nelle Mini Cooper S Paceman, nella Cooper SD Paceman e Cooper D Paceman con All4, è prevista una leggera tolleranza di slittamento per la partenza su fondi difficili mentre quando si disattiva il DSC, nelle curve strette, l'elettronica di bloccaggio del differenziale dell’asse anteriore provvede a frenare la ruota motrice che slitta (EDLC).
Dal vivo: com'é fuori
La stretta derivazione Countryman è un elemento evidente, in particolar modo nel frontale dove spiccano i gruppi ottici e la presa d'aria di vaga ispirazione Mustang, ma di fatto non si può certamente definire la Paceman come un'auto priva di una propria identità e personalità. Il tetto spiovente di quasi quattro centimetri ed i gruppi ottici posteriori per la prima volta a sviluppo orizzontale, infatti, donano alla compatta "britannica" quella ventata di novità che dev'essere nel DNA di un prodotto nato per essere il portabandiera dell'intera gamma, almeno fino al debutto della nuova Mini previsto nel 2014.
Dal vivo: com'è dentro
Dire che nella nuova Mini Paceman si respira aria di casa nel contesto della gamma Mini è un eufemismo. In realtà, celate tra le pieghe di un arredamento ispirato chiaramente alla Mini di Issigonis, ci sono alcune novità in termini di ergonomia, tra cui il riposizionamento degli alzacristalli (visto anche su Countryman) dalla plancia ai pannelli porta, che per l'occasione sono impreziositi da un'estensione del tipico "ovale" Mini anche nella zona posteriore a tutto vantaggio di quelle idee di compattezza e sportività espresse esternamente.
Rispetto alla Countryman, insomma, la Paceman trasmette una maggiore idea di maschile individualismo sia dentro che fuori attraverso il design oltre che per mezzo di una configurazione dell'abitacolo a quattro posti in cui davanti è tutto sostanzialmente come sulla Countryman mentre dietro il maggior confort offerto dalle due sedute singole (i posti sono quattro e non cinque) viene vanificato da una minor disponibilità di spazio verticale e, per forza di cose, un accesso più difficoltoso.
Bel bagagliaio, ma si vede poco dietro
Il tetto spiovente, oltre che tagliare spazio per la testa di chi siede dietro, ha costretto Mini ad adottare montanti più inclinati ed un lunotto meno estesto: rispetto alla Countryman c'è meno visibilità posteriore e si è costretti a fare più affidamento sui sensori di parcheggio. Niente male lo spazio riservato al bagagliaio. Rispetto alla Countryman il differente sviluppo dei fari limita un po' l'apertura, ma il vano è molto "accogliente" ed abbattendo gli schienali posteriori si ottiene un volume di carico in grado di soddisfare esigenze di spazio XL.
Tecnologia: su molti fronti è al top ma...
In termini di tecnologia Mini offre una buona base di partenza ai propri clienti, con un sistema audio che prevede anche l'accesso USB, ma a fare la differenza è il Mini Connected, alla stregua del sistema BMW dal quale deriva, è ancor oggi uno dei migliori in termini di ergonomia, facilità d'utilizzo e di interfaccia grafica. Visto il listino, quello di cui si inizia a sentire la mancanza - anche su Countryman - sono le tecnologie di sicurezza di ultima generazione che iniziano ad affacciarsi su alcune top di gamma anche nei segmenti inferiori: antitamponamento, cruise control attivo e lane assist non possono essere parte della dotazione, nemmeno a pagamento.
“Su strada è evidente come l'impegno dei tecnici del Gruppo BMW si sia focalizzato nell'offrire anche alla più generosa delle piattaforme Mini quel go-kart feeling che accompagna la Mini da cinquant'anni a questa parte”
Come si guida
Su strada è evidente come l'impegno dei tecnici del Gruppo BMW si sia focalizzato nell'offrire anche alla più generosa delle piattaforme Mini quel go-kart feeling che accompagna la Mini da cinquant'anni a questa parte. Certo, i kg in più rispetto alle Mini standard (pesa mediamente 1.300 kg) hanno l'effetto di plafonare leggermente le prestazioni dei motori, mentre in termini di equilibrio dinamico la Mini Paceman ha ben poco da invidiare ai modelli più compatti: il nuovo modello cambia direzione molto velocemente senza essere nervoso, è velocissimo a centro curva ma soprattutto è molto piacevole da guidare grazie ad uno sterzo perfetto nella tarature di servoassistenza e demoltiplicazione. Buono il confort di bordo, sia per quanto concerne l'insonorizzazione che in termini di risposta delle sospensioni, che risultano un po' rigide e secche solamente in abbinamento alle ruote da 19".
Motori: meglio Cooper S e SD
Per quanto concerne i motori quelli che abbiamo preferito sono naturalmente quelli al top di gamma: un assetto così, del resto, "chiama" cavalli e Cooper SD e Cooper S si sono dimostrate a loro modo ideali per far fronte a questa particolare esigenza. Entrambi noti nella gamma Mini il duemila SD a gasolio vanta consumi contenuti e prestazioni interessanti ai bassi e medi regimi mentre il millesei turbo benzina della Cooper S viaggia su medie comunque contenute (8l/100km) ma non si fa mancare davvero nulla dai mille ai cinquemila giri dimostrando, però, scarsa propensione a frequentare la zone prossime a quella rossa. Con lui, se possibile, è meglio usare una marcia in più.
Più equilibrata, invece, la prestazione della Cooper D: consumi bassi e buona disponibilità di coppia ai bassi regimi sono gli elementi chiave di un motore che non emoziona - 0 a 100 km/h in 10,8 secondi e 187 km/h - ma che può soddisfare le esigenze di chi utilizzerà la Paceman per gli spostamenti urbani di ogni giorno.
In conclusione
Piacevole nel look e molto interessante da guidare, in particolar modo nelle versioni più potenti, la nuova Paceman incontrerà i favori di tutti quei clienti per cui la Mini standard è troppo "young" e la Countryman troppo femminile. Mini ha dimostrato, con la cinque porte, di averci visto giusto nella volontà di crescere e per la Paceman il "rischio" è quello di andare ad oscurare le vendite della piccola Hatchback che, almeno fino all'introduzione del nuovo modello, ha poche armi su cui puntare per farsi notare.
Pregi
- linea personale
- tenuta di strada eccezionale
- sterzo perfetto
- sistema multimediale al top
- vano bagagli voluminoso
Difetti
- l'accesso posteriore è difficoltoso
- il design posteriore limita la visibilità
- con le ruote da 19" è sin troppo rigida
MINI
Via dell'Unione Europea, 1
San Donato Milanese
(MI) - Italia
02 51610111
https://www.mini.it/it_IT/home.html
MINI
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