Mini 5 porte

Mini 5 porte
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La nuova Mini 5 porte diventa più versatile senza rinunciare a stile e tecnologia. Perde qualcosa nel feeling di guida, ma ora può puntare con forza al cuore del segmento, senza nessun complesso di inferiorità
24 ottobre 2014

È tutta nuova anche per noi. Questo è il claim con cui Mini ha accolto l'arrivo di una nuova versione a cinque porte che, in cinquantacinque anni di storia, era forse stata pensata ma mai realizzata in alcuna delle gestioni che hanno accompagnato lo sviluppo del brand inglese da metà degli anni '50 ad oggi. Insomma, un prodotto completamente nuovo, prima di oggi sostituito in parte da quella Clubman che in virtù della nuova nata dovrà rivedere il suo modo d'essere: da Mini con un bagagliaio più capiente e mezza porta in più, infatti, la Clubman strizzerà l'occhio ad un pubblico più vicino a quello delle station wagon mantenendo comunque un occhio di riguardo per l'essere cool ed allo stesso tempo andando a colmare e completare la gamma inserendosi, appunto, tra la nuova cinque porte e la più generosa Countryman.

Come cambia rispetto alla 3 porte

Una gamma più razionale, comunque coerente con il brand Mini per quanto concerne lo stile, che anche nella cinque porte rimane assolutamente in linea con quanto ci siamo a abituati a vedere dai primi anni 2000 in avanti. Rispetto alla normale tre porte le novità non sono tanto davanti, dove il look rimane sostanzialmente quello della tre porte, ma di fianco e dietro: il passo, innanzitutto è stato allungato di 72 mm (2.567 mm)per fare più spazio dentro mentre la lunghezza è cresciuta sino a 3.982 mm (+161) alla stregua dell'altezza che è cresciuta di 11. Invariata invece la larghezza mentre per quanto concerne gli interni i nuovi valori dimensionali non hanno portato in dote solo un nuovo look ma anche 72 mm in più per le gambe di chi siede dietro, 15 mm per la testa e 61 all'altezza dei gomiti. A crescere è anche il volume del bagagliaio, che con un +67 litri tocca ora quota 278 estendibile a 941 abbattendo progressivamente gli schienali posteriori con modalità 60/40. Un vano che è stato oggetto di attenzione da parte dei suoi progettisti anche in ambito di facilità d'uso visto che, come optional, è previsto uno speciale pack portaoggetti che include anche il piano del bagagliaio a fissaggio variabile.

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Il frontale rimane sostanzialmente identico alla tre porte

 

Come tutte le Mini di ultima generazione anche la nuova 5 porte offre la strumentazione analogica/digitale incastonata sul piantone dello sterzo e la strumentazione centrale con anello a led pensato per fornire indicazioni visive riguardanti lo stato di diverse funzioni ma soprattutto in grado di ospitare, in alternativa al display TFT a quattro righe, un più sofisticato display digitale da 6,5" (820 euro) o da 8,8" (2.120 euro) il cui software si controlla dal Mini controller installato sulla consolle centrale. Il bluetooth, invece, rimane a pagamento: 155 euro. Funzionalità (e prezzi) di stretta derivazione BMW che integrano funzioni di navigazione, entertainment e telefonia oltre a quelle previste da Mini Connected come la chiamata di soccorso intelligente o alcuni servizi specifici Mini accessibili attraverso la connessione 3G integrata nelle vetture dotate del top di gamma in termini di multimedialità. Tramite la connessione è possibile accedere anche alle informazioni in tempo reale sul traffico ma anche accedere ai social come Facebook, Twitter e molti altri senza passare per lo smartphone.

Fino al montante B la nuova Mini 5 porte è sostanzialmente identica alla terza generazione di Mini arrivata anch'essa quest'anno sul mercato

Tecnologia e meccanica: è raffinata

Non mancano alcune feature tecnologiche anch'esse già viste sulla nuova Mini 3 porte: l'head up display, il park assistant, la retrocamera di parcheggio e la regolazione attiva della velocità e del mantenimento della distanza di sicurezza possono essere parte della dotazione alla stregua del avviso di tamponamento/investimento pedone o della attivazione automatica dei fari e degli abbaglianti. Tra le tecnologie in dotazione alla nuova Mini 5 porte non ci sono solamente quelle relative al confort di bordo o alla sicurezza (airbag frontali, laterali, laterali a tendina, ISOFIX e controllo pressione pneumatici). Per assicurare un miglior feeling di guida all'avantreno con sospensioni McPherson e ad un retrotreno multilink si affiancano il servosterzo elettromeccanico, il controllo di stabilità e di trazione ed il sistema EDLC che nella Mini 5 porte Cooper S e Cooper SD simula la presenza di un differenziale autobloccante frenando la ruota soggetta a pattinamento per spostare la coppia dove invece c'è più grip.  Per chi volesse il massimo è disponibile anche il controllo elettronico degli ammortizzatori che lavora in simbiosi con i Mini Driving Modes (mid mode, sport o green) per variare le impostazioni base di servosterzo e risposta dell'acceleratore in funzione di una guida più sportiva o rilassata.

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Gli interni, identici a quelli della tre porte, rimangono super tecnologici ed originali

Motorizzazioni e prezzi: per tutti i gusti

La nuova Mini 5 porte si presenta sul mercato con sei motori che vanno, come al solito, anche a declinare la gamma. Mini One 5 porte arriverà con il nuovo tre cilindri da 102 CV (1.198 cc, 180 Nm a 1.800 giri), Mini Cooper con l'unità da 136 CV (1.499 cc, 220 Nm a 1.250 giri) mentre Mini Cooper S sfrutterà il potenziale del quadricilindrico turbocompresso da 192 CV (1.998 cc, 280 Nm 1.250 giri). La gamma a gasolio, invece, parte dalla One D a tre cilindri da 95 CV (1.496 cc, 220 Nm a 1.500 giri) e sale sino ai 116 CV (270 Nm a 1.750) della medesima unità potenziata per la Cooper D. Sono 170, invece, i CV a disposizione della SD (1.995 cc, 360 Nm a 1.500 giri) che è stato sviluppato ex novo per soddisfare le nuove richiste di potenza dei clienti più attenti alle prestazioni ma anche ai consumi. Bassi i consumi dichiarati mediamente da Mini: si va da 5,9 a 3,5 l/100 km con emissioni da 136 a 92 g/km sia con i cambi manuali a sei marce proposti di serie sia con i nuovi Steptronic a sei marce disponibili per tutti ad eccezione della Mini One D. I prezzi per il mercato italiano partono da 19.100 euro della versione base a benzina One, per crescere sino ai 29.400 della più ricca Cooper SD a gasolio in versione Business XL.

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Sulla versione a cinque porte migliora la capacità del bagagliaio, che raggiunge i 278 litri

Dal vivo: com'è fuori

Se siete tra quelli a cui la terza generazione di Mini "suona strana" nella zona anteriore certamente quando vi ritroverete di fronte alla nuova 5 porte le cose cambieranno. Il nuovo frontale, più alto e voluminoso, assume tutta un'altra dimensione nella volmetria del nuovo modello che è stata allungata nella zona posteriore ma soprattutto allungata di passo per offrire più spazio ai passeggeri posteriori ed integrare al meglio la seconda coppia di porte. In buona sostanza, anche se la cosa è assolutamente non confermata da BMW, l'idea è quella che prima della tre porte sia stata disegnata la 5 porte o se non altro che i compromessi stilistici siano andati a "danno" della corta piuttosto che della lunga: un ragionamento industrialmente logico visto che, per quanto il concept originale sia a sole tre porte, il mercato delle B a cinque porte che il BMW Group ha voluto aggredire con Mini conta l'85% delle vendite nel segmento B...

Il due litri Mini spinge davvero forte e permette di assaporare le buone doti del telaio e delle sospensioni che rispondono ai comandi del volante (molto preciso) in maniera rigorosa e veloce

Dal vivo: com'è dentro

Fino al montante B la nuova Mini 5 porte è sostanzialmente identica alla terza generazione di Mini arrivata anch'essa quest'anno sul mercato. I riferimenti alla Mini originale, insomma, rimangono forti e molto presenti a partire dallo strumento circolare al centro della plancia che però, con l'avvento dell'ultima generazione, ha perso anche la classica funzione di tachimetro (inutilizzabile) per fare posto ad una multimedialità più spinta e ad una interfaccia di comunicazione macchina/uomo "sensoriale": la cornice, infatti, vanta un sistema di illuminazione a LED che cambia colore in base a diversi tipi di impostazione. Può ad esempio variare tonalità in base al regime del motore, suggerire se si sta guidando bene o male in funzione dei consumi e molto altro.

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La Mini cinque porte diventa un'alternativa per chi non cerca una crossover come la Countryman

 

Tra le novità introdotte dalla terza generazione anche il selettore, alla base del cambio, della modalità di guida Driving Modes. Assemblata con cura, non eccezionale in termini di ergonomia (ma per mere questioni di stile) e costruita su materiali di buona qualità la Mini 5 porte è profondamente diversa dal montante B in poi: lo spazio per chi siede dietro non è certo quello della sorella maggiore Countryman così come l'accesso all'abitacolo che è vincolato da porte piccole e che non si aprono a 90° come altre competitor. In ogni caso, anche in considerazione del concetto originale di Mini e della dimensione della vettura, lo spazio posteriore si può considerare buono (in quanto utilizzabile da persone di corporatura normale) anche se per soli due passeggeri: il centrale, infatti, deve fare i conti con un mobiletto centrale davvero molto "presente". Niente male il vano bagagli: certo i 278 litri non sono il record della categoria ma non sono pochi (118 in più risptto alla prima Mini by BMW) e si possono espandere facilmente abbattendo gli schienali posteriori.

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La maggiore abitabilità è stata raggiunta allungando il passo di 72 mm

Su strada

Per la nostra prova abbiamo scelto la Cooper D, da 116 CV e la Cooper S da 192 CV. Una volta avviato il propulsore diesel ci si accorge sin dai primi metri di essere alla guida di un tre cilindri. Non che il sound sia particolarmente fastidioso o le vibrazioni siano eccessive, benchè superiori a quelle di un quadricilindrico di pari cilindrata, ma la timbrica è certamente qualcosa di atipico così come l'erogazione che sembra dare il meglio di sé ai regimi intermedi piuttosto che ai bassi (dai 1.000 ai 1.500) o agli alti (oltre i 3.500) regimi. Un motore comunque piacevole da guidare, grazie anche ad un cambio a sei marce ben tarato e molto gradevole da utilizzare. Rispetto alle Mini di precedente generazione il nuovo Cooper D offre un comando della frizione più leggero ed un feeling sullo sterzo che può cambiare: molto "maschio", come in passato, nella modalità più sportiva e decisamente più vicino alle esigenze del pubblico femminile nelle modalità Green e normale. Buono l'assetto che ci è sembrato un giusto compromesso tra sicurezza, prestazioni e confort di guida. Decisamente contenuti i consumi: viaggiando senza forzare si sta nei pressi dei 5 l/100 km.

Il nuovo progetto Mini hatchback è stato evidentemente pensato per essere davvero molto interessante nella versione a cinque porte

 

Decisamente più interessante, in termini prestazionali, la performance del Cooper S che proviamo in abbinamento al cambio automatico a sei marce (1.900 euro): un motore che fa sentire la propria voce all'avviamento sparendo nella normale marcia su strada quando si va a passeggio per poi riapparire quando si va a forzare col piede destro sul pedale del gas. Sopra i 3.000 giri il due litri Mini spinge davvero forte e permette di assaporare le buone doti del telaio e delle sospensioni che rispondono ai comandi del volante (molto preciso) in maniera rigorosa e veloce.  Lontani dal dichiarato, invece, i consumi: le medie senza esagerare sono nell'ordine dei 7,8 l/100 km contro i 5,4 dichiarati dalla Casa. 

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Ben fatti gli interni, che mettono in mostra materiali di alta qualità

 

Rispetto alla Mini standard la nuova 5 porte appare decisamente più a suo agio sul "veloce" mentre nello stretto si riesce comunque a divertirsi pur pagando qualcosa in termini di agilità rispetto alla sorella a tre porte: la differenza di peso ma soprattutto il passo più lungo, del resto, non potevano che portare a questo risultato. La fisica, dopotutto, è tale anche per Mini.

In conclusione

Il nuovo progetto Mini hatchback è stato evidentemente pensato per essere davvero molto interessante nella versione a cinque porte (che nel segmento B vale l'85% delle vendite) ed i primi riscontri - assicurano in Mini - sono davvero interessanti: del resto, senza nulla togliere al fascino unico della Mini tradizionale, i tecnici e gli stilisti di Monaco sono riusciti ad offrire quel quid di versatilità in più che sino ad oggi si ritrovava in parte nella Clubman e, passando ad una categoria (soprattutto di prezzo) superiore nella Countryman.

Pro

- E' costruita molto bene

- Motori: i tre cilindri diesel si "sentono" ma sono piacevoli da guidare
- Tecnologia: attinge a piene mani da BMW, oggi al top in questo settore
- Comfort e versatilità: non è una Countryman ma aggiunge a Mini quello che basta per essere considerata decisamente più comoda

Contro

- E' omologata per cinque ma dietro ci si sta in due

- L'ergonomia, per questioni di stile, non è al top
- Si guida bene ma passo e peso le hanno fatto perdere parte del go-kart feeling della Mini 3 porte
- Dotazioni: c'è di tutto e di più. Tra gli optional

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