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Castrezzato (BS) – Non prendeteci per pazzi. Siamo sulla pista di Franciacorta, l’Autodromo Daniel Bonara, per saggiare la leggendaria Mercedes-Benz Classe G. Stiamo parlando di una vera e propria leggenda su quattro ruote: prodotta dal 1979, ha sempre saputo mantenere inalterata la propria anima fuoristradistica, ben sapendo tuttavia leggere l’evoluzione dei tempi, curando maggiormente gli interni ed adottando tutte le più avanzate tecnologie di assistenza alla guida, sia meccanica che elettronica.
Di pari passo hanno iniziato a comparire versioni ipervitaminizzate, recanti in bella mostra il logo AMG, chiaro segnale del lavoro svolto dai tecnici di Affalterbach per rendere questo fuoristrada ancor più “mostruoso” ed inarrestabile.
Oggi, anche il pubblico di riferimento della Classe G è cambiato. Circa il 95% degli acquirenti ha dichiarato di non averla mai usata in fuoristrada nemmeno in una singola occasione. E noi, che ben ci ricordiamo lo spirito che ha contribuito alla nascita di quest’auto, abbiamo deciso di mettere a dura prova entrambe le sue anime: quella dura e pura, in grado di scalare le montagne, e quella pistaiola più moderna.
È proprio dalla pista che vogliamo cominciare. A nostra disposizione abbiamo una G 63 AMG, dotata di un propulsore V8 a benzina da 5.5 litri, 571 CV e ben 760 Nm di coppia massima. Le prestazioni sono di assoluto rispetto: da 0 a 100 km/h in 5,4 secondi per una velocità massima limitata a 210 km/h. Non male, se si considera il peso di 3.200 kg…
Ma non sono tanto le prestazioni brutali il focus della nostra prova, quanto l’agilità. Percorrendo uno slalom con velocità superiori ai 70 km/h, ci accorgiamo quanto una vettura simile sia stata realizzata con tutti i crismi e le accortezze del caso. Veloce, rapida e precisa – grazie anche ad un ESP davvero valido – la G 63 AMG si rivela una buona compagna di viaggio, anche se con qualche rollio imprescindibile per una vettura alta quasi due metri.
È quando finisce la strada che per la Classe G inizia il divertimento. E allora perché non lanciarci sui terreni fangosi ed impervi del vicino bosco?
Quando affondiamo il pedale del gas verso la scocca, poi, il V8 si produce in un rumore cupo e sordo. In un battito di ciglia veniamo scaraventati contro il sedile, inchiodati ad esso da un’accelerazione davvero importante per un’auto simile.
Ma, come recitano in Mercedes, è quando finisce la strada che per la Classe G inizia il divertimento. E allora perché non lanciarci sui terreni fangosi ed impervi del vicino bosco?
Il tempo di abbandonare la G 63 AMG per salire sulla G 500 e siamo pronti per lanciarci verso la vera avventura. Il terreno sotto i nostri piedi è letteralmente divorato: basta azionare il primo dei tre differenziali autobloccanti e siamo quasi inarrestabili. Quando la situazione si complica ulteriormente, costringendoci ad affrontare percorsi con inclinazioni laterali di oltre 40° e continui dossi sotto i nostri pneumatici, azioniamo il secondo stadio del differenziale e superiamo qualsiasi percorso senza alcun tipo di problema. Ciò che stupisce – e lo diciamo senza il timore di essere smentiti – è l’estremo comfort che si respira all’interno dell’abitacolo. La posizione rialzata ci consente di dominare il percorso, mettendoci nella condizione di vedere sempre e comunque ciò che abbiamo intorno a noi. Per le manovre più delicate, poi, basta azionare le telecamere esterne ed il gioco è fatto.
Ed il terzo blocco del differenziale? Per permetterci di meglio apprezzare anche questa feature tecnologica, i tecnici Mercedes hanno escogitato qualcosa di impensabile: l’Iron Schockl. Si tratta di una riproduzione in acciaio di una celeberrima Schockl, la montagna che sorge nelle vicinanze di Graz e che da sempre viene considerato il giardino di casa della Classe G.
Percorrere una rampa con pendenze di 45° a svariati metri d’altezza, è un’emozione davvero forte. Le inclinazioni che proviamo all’interno della Classe G sono davvero importanti e difficilmente ricreabili in altre condizioni. È qui che entra in gioco il terzo blocco del differenziale: in questa modalità, il nostro fuoristrada diventa pressoché un carroarmato inarrestabile, diventando tuttavia difficilmente gestibile in fase di curva. Quando pensiamo sia finita, però, arriva la sorpresa che non ci si aspetta: la Classe G è anche in grado di percorrere la rampa totalmente in retromarcia. E allora, chi ci ferma più?
La G rappresenta il punto d’arrivo per quanto riguarda tecnologia fuoristradistica per Mercedes. È un 4x4 fatto e finito, studiato per portare in tutta comodità gli occupanti anche attraverso i deserti più infuocati, le vette più impervie e le nevicate più mastodontiche. Il tutto con un comfort che nulla ha da invidiare alla Classe S.
Ci sarà un motivo se, dopo quasi 40 anni, è rimasta fedele a sé stessa, no?
Mercedes-Benz
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