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La sete di successo di casa Mazda sembra davvero implacabile. Il marchio giapponese infatti, dopo aver calato il sipario sull'era Ford, per certi versi controversa, è come se stesse vivendo una seconda giovinezza. I nuovi modelli, nati sotto l'ala del design Kodo e delle innovative tecnologie Skyactiv, hanno riscosso un grande successo mondiale, tanto che Mazda ha chiuso un 2014 da record (+ 5% le vendite nel mondo, + 16% in Europa, ndr). Ora però la Casa di Hiroshima si prepara a calare il vero asso nella manica, il nuovo SUV compatto CX-3. Un’auto che arriva proprio nel momento in cui il segmento dei piccoli Sport Utility sta esplodendo (+ 56% in Europa nel 2014!), pensata per arginare lo strapotere della Nissan Juke, ma anche per mettere i bastoni tra le ruote a Opel Mokka, Suzuki S-Cross, Renault Captur, Peugeot 2008 e, perché no, alle nuovissime Jeep Renegade e Fiat 500X.
Subito dopo il debutto europeo al Salone di Ginevra, abbiamo avuto la possibilità di guidarla in anteprima sulle strade di Barcellona, ma prima di cominciare è doverosa una premessa. Prima di tutto la commercializzazione in Italia comincerà soltanto a maggio per cui al momento non si conoscono ancora i prezzi di commercializzazione. E poi, trattandosi di un primo contatto, non è ancora possibile conoscere alcuni dettagli, come i livelli di allestimento e le versioni destinate al nostro mercato, in particolare per quanto riguarda le combinazioni tra motori, cambi e trasmissioni.
Dal vivo: com'è fuori
In ogni caso siamo già riusciti a farci un’idea chiara sul carattere di questo "suvvinio". La CX-3 è prima di tutto un’auto dalla disegnata per lasciare il segno. Siamo davanti forse alla migliore espressione del “Kodo Design - Soul of Motion” vista fino ad oggi. Ci sentiamo di fare veramente i complimenti agli stilisti giapponesi, che sono riusciti a realizzare proporzioni davvero ben riuscite e un insieme di linee veramente gradevoli e soprattutto molto personali. Il frontale evolve il concetto già visto sulle ultime Mazda, con la grande calandra centrale, davvero elegante con i suoi listelli cromati, e volumi ben bilanciati. Si fanno notare poi raffinati gruppi ottici full led (fendinebbia compresi!) adattivi, davvero una bella chicca per un’auto di questo segmento.
La fiancata è senza dubbio la zona più originale, grazie a linee che giocano a rincorrersi, creando grande dinamicità, mentre le vetture così rastremate rispetto alle porzioni di carrozzeria conferiscono alla CX-3 un carattere decisamente sportivo. Completano il quadro cerchi in lega da 18 pollici, almeno sul top di gamma (di serie ci sono i 16"), e il montante posteriore (C) che gioca a nascondersi grazie al colore nero. Molto curato anche il posteriore, con i gruppi ottici a sviluppo verticale e gli sfiziosi doppi terminali di scarico cromati.
Dal vivo: com’è dentro
Saliti a bordo si respira quel mix di sportività e raffinatezza già assaporato sui modelli più recenti della famiglia. Sensazioni molto piacevoli, già provate sulle nuove MX-5 e Mazda2, da cui CX-3 eredita fedelmente la configurazione e la grande qualità di materiali e assemblaggi. La strumentazione è davvero golosa, con un cockpit che si diverte ad ispirarsi al mondo delle motociclette. Al centro spicca un bel contagiri (sulle versioni top), affiancato da display digitali molto puliti nella grafica, ma ricchi di informazioni utili (consumi medi, km percorsi, temperatura esterna, ecc., ). Al centro della plancia, che esprime con forza il gusto giapponese per la razionalità, spicca invece un display centrale da 7 pollici in stile tablet, che si comanda esclusivamente attraverso la manopola Commander sul tunnel centrale. Come abbiamo avuto modo di scoprire già su Mazda6 e CX-5,il sistema multimediale MZD Connect di ultima generazione è semplice, intuitivo e dispone anche di alcuni servizi Internet per utilizzare web radio, Facebook e Twitter.
La fiancata è senza dubbio la zona più originale, grazie a linee che giocano a rincorrersi, creando grande dinamicità
Sicurezza: non manca niente
Completo anche il pacchetto dei sistemi di sicurezza i-Activesense, che sfrutta laser, radar e telecamere per aiutare durante la guida. Innanzitutto si può avere il cruise control attivo, ma anche la frenata automatica di emergenza in città (dai 4 ai 30 km/h) e i gruppi ottici ful led con abbaglianti adattivi, per non abbagliare mai nessuno ma avere allo stesso tempo il massimo della visibilità. Completano la famiglia il Rear Cross Traffic Alert, che individua veicoli in avvicinamento durante le manovre di retromarcia, il Lane Departure Warning, che avvisa attraverso un segnale acustico l’abbandono involontario di corsia e il Blind Spot Monitoring per il monitoraggio degli angoli ciechi.
Bagagliaio: non è piccolo in assoluto, però...
Lunga 4,27 m, larga 1,7 (2,04 se si contano gli specchietti) ed alta 1,53 la nuova CX-3 si colloca nel cuore del segmento B-SUV, proprio nel mezzo tra Nissan Juke (4,13 m) e Opel Mokka (4,27 m). Il passo di 2,5 metri garantisce un’abitabilità molto buona davanti, dove i passeggeri hanno a disposizione un abitacolo arios. Un po’ meno dietro, dove il taglio del tetto “quasi da coupé” ha tolto qualche centimetro. Intendiamoci, due adulti ci stanno senza nessun problema, mentre il terzo, come al solito, è un po’ più sacrificato, anche a causa di un piccolo tunnel sul pavimanto. In 4,2 metri però non si possono di certo fare miracoli, quindi lo spazio per le gambe per e la testa non è sconfinato, soprattutto se davanti si siede qualcuno di particolarmente alto. Mancano inoltre bocchette di ventilazione dedicate per chi sta dietro.
Aver scelto di esprimere forme così originali e dinamiche all’esterno ha avuto però inevitabili conseguenze anche sulla capacità del bagagliaio. I litri non sono pochissimi in assoluto - 350, doppio fondo compreso, un valore simile alla maggior parte delle competitor - ma l’accessibilità a portellone aperto non è eccezionale. Immaginiamo che un passeggino, per esempio, farà fatica ad essere sistemato con agilità in un vano di questo tipo. Abbattendo i sedili con frazionamento 60:40 in ogni caso si possono avere fino a 1.260 litri di capacità, ideali anche per qualche carico extra.
Ogni tecnologia è sviluppata in house da Mazda
Costruita in Giappone, la CX-3 nasce sul pianale della nuova Mazda2, opportunamente modificato per venire incontro alle esigenze tipiche di un’auto “a ruote alte”. L’avantreno può contare su sospensioni MacPherson, mentre al retrotreno troviamo un meno raffinato ponte torcente. Come sempre Mazda dimostra una particolare attenzione alla realizzazione del telaio, che combina diversi tipi di acciaio, anche ad alta resistenza, per garantire grande rigidità torsionale ma allo stesso tempo un peso il più possibile contenuto. In effetti sulla bilancia la CX-3 fa davvero una gran figura, con valori (a secco) che oscillano tra i 1.155 e i 1.295 kg della versione top di gamma diesel con cambio automatico e trazione AWD.
La CX-3 non è una di quelle auto che si diverte a giocare con l’aria da SUV, tutta immagine e niente sostanza
A proposito, la CX-3 non è una di quelle auto che si diverte a giocare con l’aria da SUV, tutta immagine e niente sostanza. E’ disponibile infatti una vera e propria trazione integrale AWD, sviluppata direttamente da Mazda, che può contare su 27 sensori per assicurare istante per istante la trazione migliore. In condizioni normali la CX-3 viaggia a trazione anteriore ma non appena viene rilevata una perdita di aderenza una frizione si occupa di inviare parte della motricità all’asse posteriore. Il sistema è derivato da quello della sorella maggiore CX-5, ma essendo costruito con componenti più piccole è riuscito ad abbattere il peso del 20%. Naturalmente per chi non ha particolari esigenze e viaggia principalmente in città sono disponibili anche versioni a trazione anteriore.
Motorizzazioni: finalmente arriva un piccolo diesel
La CX-3 porta con sé un’altra grande novità. Con questo modello (prossimamente anche su Mazda2) debutta ufficialmente il nuovissimo 1.5 Skyactiv-D, un turbo diesel sviluppato in house da Mazda, in grado di esprimere 105 CV e 270 Nm, che sembra cucito sulle esigenze della clientela europea (e soprattutto italiana). Un quattro cilindri di piccola cubatura piuttosto raffinato, che può contare su un turbo a geometria variabile e un basso rapporto di compressione (14.8:1). Una soluzione tecnica molto particolare, che segue l’esempio del fratello maggiore da 2.2 litri, pensata per migliorare l'efficienza. Al suo fianco si schiera il 2.0 Skyactiv-G, un benzina aspirato offerto nelle varianti da 120 e 150 CV. Un motore che segue la filosofia Mazda del rightsizing e che, nonostante la cubatura “importante”, promette di garantire consumi super contenuti e grandi prestazioni senza ricorrere a turbo e downsizing. Il segreto di questo motore sta non solo nell’iniezione diretta, ma anche nell’altissimo livello di compressione (14:1).
A fianco del classico manuale a sei marce non manca nemmeno un più raffinato automatico, offerto sia sui benzina che sul diesel. Si tratta del noto Skyactiv-Drive, un convertitore a sei rapporti, anche in questo caso sviluppato direttamente da Mazda, che abbiamo già potuto apprezzare su altri modelli della gamma recente. La trazione integrale infine è offerta solo sul benzina più potente e sul diesel, che comunque sarà proposto anche in una più accessibile versione anteriore (non è detto in ogni caso che tutte queste combinazioni di versioni/motorizzazioni vengano offerte sul mercato italiano).
Le nostre impressioni di guida
Abbiamo iniziato il nostro primo contatto scegliendo la CX-3 in versione diesel con cambio manuale e trazione integrale AWD. Troppo infatti era la voglia di mettere alla prova il piccolo diesel giapponese, che Mazda ha coraggiosamente sviluppato con le sue sole forze, senza stringere alcun tipo di accordo di partnership con altri Gruppi automobilistici. La prima, piacevole, sorpresa viene dai sedili anteriori, che si rivelano fin dal primo istante incredibilmente comodi e ben sagomati. Veniamo accolti da sedute davvero soffici, quasi “alla francese”, ma non per questo molli o capaci di farti sprofondare dopo i primi chilometri. Del resto i progettisti giapponesi ci hanno confessato di aver prestato particolare attenzione allo sviluppo dei sedili per compensare l’irrigidimento delle sospensioni, reso necessario su un'auto come questa, a baricentro alto.
Veniamo accolti da sedute davvero soffici, quasi “alla francese”, ma non per questo molli o capaci di farti sprofondare dopo i primi chilometri
Coccolati da queste vere e proprie poltrone diamo vita alla creatura che si nasconde sotto al cofano. Il quattro cilindri Made in Japan si anima, ma lo fa in maniera piacevolmente timida, senza far trapelare all’interno il borbottio tipico dei piccoli diesel di qualche anno fa. Il nuovo 1.5 Skyactiv-D si dimostra subito un motore con il giusto carattere: un buono spunto, grazie ai 270 Nm di coppia disponibili in maniera costante tra 1.600 e 2.500 giri/min e tutto il brio che serve per muoversi con agilità in città. Certo, non è un motore da scatto furioso al semaforo, ma non nasce nemmeno per questo, quanto piuttosto per regalare comfort e bassi consumi. Fino a 3.000 giri esprime il meglio del suo carattere, con un’erogazione bella corposa. Più in alto invece alza troppo la voce, con una rombasti non molto piacevole, e perde via via la grinta che lo contraddistingue. Meglio quindi farlo lavorare in basso, assecondandolo con il cambio manuale a sei marce, peraltro davvero ben riuscito, grazie a innesti precisi e una corretta escursione della leva.
Del resto il 1.5 Skyactiv-D è perfetto per viaggiare con un filo di gas, appena sopra ai 1.000 giri. Un motore che ti invita grazie alla buona coppia ad innestare subito il rapporto superiore, a tutto vantaggio dei consumi e della silenziosità di marcia. Ci ha convinto positivamente anche l’assetto che non si è mai rivelato eccessivamente rigido, un peccato in cui incappano troppo spesso questi “suvvini”. Le sospensioni lavorano bene e digeriscono quasi di tutto (solo sulle sconnessioni più aspre il retrotreno rivela qualche incertezza) e lo sterzo è davvero ben fatto, mai eccessivamente morbido e capace di far capire sempre bene dove si mettono le ruote. La CX-3 poi, grazie ad un telaio piuttosto raffinato e al peso contenuto, garantisce un’ottima agilità, con cambi di direzione repentini e trasferimenti di carico contenuti. Insomma sulla CX-3 si viaggia davvero bene. L’unico neo è semmai il climatizzatore che in certi casi ci è sembrato un po’ troppo in affanno nonostante la temperatura esterna non superasse i 20° C.
Skyactiv-G 150 CV: che bella sorpresa!
Anche se probabilmente non verrà molto considerato in Italia, vista la cubatura, abbiamo assaggiato anche il 2.0 Skyactiv-G a benzina. Un motore che per la verità ha finito per soprenderci molto di più del piccolo diesel. Questo quattro cilindri infatti dimostra una prontezza sconsciuta alla quasi totalità dei motori aspirati. Fin dai 2.000 giri è pronto, sveglio e reattivo, persino con le marce alte e rende la CX-3 perfino quasi divertente. Rispetto al diesel infatti qui c'è molta più grinta e un piglio quasi sportivo, grazie ad un'erogazione corposa, che comuncia in basso e aumenta la sua vigorosità all'aumentare del numero di giri.
Riuscirà la giapponesina venuta da lontano ad impensierire i mostri sacri del mercato europeo?
Consumi: bene il diesel, a bocca aperta con il benzina
La vera sorpresa però sono stati i consumi. Siamo partiti prevenuti nei confronti di questo motore e invece ci siamo dovuti ricredere perché al termine del test, senza esserci risparmiati troppo con il pedale del gas, abbiamo ottenuto una media di 6,2 l/100 km (dati computer di bordo). Un risultato sorprendente per un motore a benzina da 2.0 litri, per di più abbinato alla trazione AWD! Il piccolo diesel è riuscito a fare di meglio, certo, con una media di 5,8 l/100 km, ma a questo punto il benzina potrebbe essere un'opzione da valutare per chi fa pochi chilometri.
Conclusioni
Insomma la CX-3 ha dimostrato di avere proprio tutte le carte regola per mettere i bastoni tra le ruote e Nissan Juke, Peugeot 2008, Renault Captur e compagnia. Ma come al solito l'ultima parola ora spetta al mercato. Riuscirà la giapponesina venuta da lontano ad impensierire i mostri sacri del mercato europeo?
Pregi
- Sedili: comodità eccellente
- Stile: molto personale
- Motore 1.5 Skyactiv-D: è quello che ci vuole in Europa
- Qualità complessiva: davvero ottima per il segmento
Difetti
- Bagagliaio: è un po’ piccolo e poco sfruttabile
- Diesel 1.5 Skyactiv-D: un po' rumoroso sopra ai 3.000 giri
- Climatizzatore: non sempre efficace come ci si aspetterebbe
- Gamma motorizzazioni: poca possibilità di scelta rispetto alla concorrenza