Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Ce l'hanno rubata, mesi fa, e noi abbiamo pianto. Poi però l'abbiamo trovata, e abbiamo riso. Finalmente ora l'abbiamo provata. E' la nuova Mazda 6, in versione turbo diesel, una bestia per i grandi viaggi.
Linee filanti e scarsa resistenza all'aria. Sono le credenziali del biglietto da visita di Mazda 6, una tipica berlinona da quasi quattro metri e novanta, larga uno e ottantacinque, e alta meno di un metro e cinquanta. Se le dimensioni potrebbero suggerire una certa scomodità a bordo, scordatevelo: si sta comodi. Già a una prima occhiata si nota la particolare definizione del rosso Mazda che bene abbiamo imparato a conoscere nel tempo, e anche un certo equilibrio nelle proporzioni, a determinare quel Jinba Ittai che vi abbiamo già raccontato a lungo. Fuori colpisce il comparto anteriore con il grande emblema che nasconde il radar del cruise control adattivo e anche i fari full led che trasmettono chiaramente il DNA del produttore. In fiancata si notano le linee curate e morbide di una vettura che offre pneumatici da 19 pollici e un posteriore con doppi scarichi e un suggerimento implicito chiaro: scegliete sempre la telecamera per le manovre, perché con il lunotto così inclinato e un sedere particolarmente alto, avrete qualche difficoltà a parcheggiare.
Dentro si respira aria premium, e molto passa certamente dai sedili di pelle optional (2.000 euro insieme al tettuccio, di cui però si può fare a meno). E' vero, in plancia ci sono svariati materiali, ma tutto si fonde in un'armonia che colpisce già di primo acchito. La posizione del driver è impostabile elettricamente, e anche il volante ha una buona escursione sia in altezza sia in profondità. A piacere è la posizione di guida tipica da cockpit, con il tunnel particolarmente ampio che però non va a ostare la comodità dei driver, anche i più abbondanti. Lo spazio per la testa non manca, così come quello per le gambe e le ginocchia. Dietro rimangono centimetri sufficienti per un occupante non extralarge, mentre se davanti siede una persona "normale" certamente si riuscirà a salire in cinque. La linea filante di questa berlina suggerirebbe un piccolo problema per la testa degli occupanti posteriori più alti; in realtà ci si sta comodi... ovviamente con la station è tutto un altro viaggiare ma non ci si può lamentare. Il volante ha dimensioni adeguate, e ospita i comandi di un sistema infotainment che avrebbe bisogno di una svecchiata e di un display centrale più ampio o quantomeno più wide. Il cruscotto offre tachimetro, contagiri e un display LCD che però non offre particolari customizzazioni. Brutto l'head up display che riflette su un supporto in plastica, comodo il climatizzatore sdoppiato così come i tanti vani a disposizione per chi siede davanti. Il bagagliaio offre 480 litri di capacità, e c'è anche la leva per liberarvi dal baule nel caso vi rapisse un malintenzionato!
2.2 litri, 175 CV, 420 Nm di coppia massima leggermente più in alto di altri diesel (2.000 giri). Non ci si può lamentare di un motore come questo, perché offre elasticità e prestazioni di tutto rispetto. Riusciamo a percorrere 11 chilometri in città con un litro di gasolio, 16 a limite autostradale, 20 quando viaggiamo intorno ai 110 orari. C'è anche il motore 2.2 da 150 CV, ma noi gli preferiamo questo perché ci consente anche di trovare prestazioni degne di nota: acceleriamo da zero a cento in meno di otto secondi, e raggiungiamo una velocità di punta superiore ai 220 chilometri orari. Davvero niente male.
Non colpisce in negativo il cambio automatico classico a sei rapporti, sufficientemente intelligente anche se manca un selettore delle modalità di guida. Lo sterzo è sufficientemente diretto, o quantomeno in linea con le dimensioni della vettura, ha solo la pessima caratteristica di indurirsi molto quando andremo a fare manovre di parcheggio particolarmente veloci. Il rumore del diesel non entra in maniera penalizzante nell'abitacolo, e la tenuta di strada è ai massimi livelli. Solo la frenata di emergenza richiede, pur arrestando Mazda 6 in spazi contenuti, una pressione spasmodica al pedale del freno.
A disposizione abbiamo il cruise control adattivo che però non arriva all'arresto della vettura, ma non abbiamo la protezione dell'angolo cieco. Ottime notizie invece dalla frenata anticollisione in città, dalla lettura dei segnali stradali, e dall'assistente di corsia che interviene in maniera non invasiva correggendo la nostra traiettoria.
Imprescindibile la telecamera posteriore, anche se non ha qualità eccelsa, buone notizie dal climatizzatore sdoppiato, infotainment da rivedere ma comunque completo dal punto di vista dell'offerta. Lasciate perdere head up display e tettuccio apribile.
Nella nostra versione si parte da 35.400 euro e si arriva a poco più di 40.000, per un prezzo davvero niente male considerando la natura della nostra Mazda 6. Potremmo rinunciare a qualcosa, certo, ma il prezzo è così vantaggioso rispetto alle solite tedesche da consigliarci di mettere tutto quello che c'è. Cosa potremmo preferirle? Forse solo il modello station wagon, più in linea con i gusti europei.
Motore In prova
Cilindrata: 2.2 turbo diesel
Numero cilindri: 4 in linea
Potenza: 175 cavalli
Coppia: 420 Nm a 2000 giri
Cambio: automatico a sei rapporti
Trazione: anteriore
Consumo km/litro: 11 in città, 16 a 130, 20 a 110
Emissioni CO2 per km: 119 grammi
Prestazioni:
Velocità Massima: 223 chilometri orari
0-100: 7.9 secondi
Misure:
Lunghezza/Larghezza/Altezza in cm: 487/184/145
Passo: 283 centimetri
Bagagliaio: 480 litri
Pneumatici: 19 pollici
Peso: 1485 chilogrammi