Pensata per non passare inosservati e dotata di contenuti tecnici interessanti la coupè con una porta in più coreana arriva finalmente in concessionaria. Notevole l'equilibrio dinamico, contenuto il prezzo di listino
Hyundai non è del tutto nuova al segmento delle piccole sportive e già in passato era riuscita a farsi largo nel cuore degliappassionati con un prodotto che, non ce ne vogliano gli appassionati, non era nulla di eccezionale sotto il profilo motoristico e dinamico ma si proponeva con una linea decisamente aggressiva ed un prezzo relativamente contenuto: parliamo, naturalmente, della Tiburon e di tutte le successive nomenclature con la quale la compatta coupè è stata importata da Hyundai in Europa.
Rispetto a quel primo sorprendente e quasi inaspettato successo commerciale la nuova Veloster mantiene inalterati gli aspetti d'avanguardia legati al design - crediamo di non essere smentiti dicendo che si tratta di una vettura originale e personale sotto molti punti di vista - pur dimostrando una convinzione ed aggressività sotto i profili tecnici e di marketing del tutto paragonabili a quelli delle migliori aziende europee e nipponiche.
Come è fatta ed a chi è dedicata
Un risultato eccezionale che in Veloster si traduce in una vettura che sino a ieri non c'era, pensata per fare concorrenza a prodotti come Renault Megane o Astra GTC giocando sullo "stile fluido" che ha reso celebri ix35 e ix20 ma anche su prezzo di listino, su valori aggiunti come la garanzia di cinque anni a chilometraggio illimitato o sulla versatilità della terza porta, configurata in una curiosa modalità 3+1: in Hyundai la definiscono una coupè con una porta in più anche se in realtà non si capisce perchè, vista la piacevole integrazione di questo elemento alla fiancata destra, il plus non sia stato esteso anche a chi siede dietro al guidatore.
Lo stile della nuova Veloster è decisamente personale e ricco di dettagli interessanti, tra cui il logo ispirato a celebri loghi degli anni '60
Lunga 4.220 mm, larga 1.790 mm con 2.650 mm di passo, la Veloster è dedicata ad un pubblico giovane e prettamente maschile, anche se in Hyundai non negano che la vettura possa attrarre anche alcune donne che si vogliono distinguere: i numeri per farlo, infatti, ci sono anche in termini di motore dove la Veloster propone un modernissimo millesei ad inizione diretta GDI in grado di erogare la bellezza di 140 CV.
Un motore, due allestimenti
Contrariamente a quanto sta accadendo negli ultimi mesi il quattro cilindri è sì ridotto di cilindrata rispetto alla potenza che eroga ma non utilizza alcun tipo di sovralimentazione: questo fatto lascia da un lato la speranza di poter toccare presto con mano una versione hi-performance (200 CV?) e dall'altro ha consentito ai tecnici Hyundai di ottimizzare consumi ed emissioni, limitando la richiesta di carburante a 5.9 litri/100 km. Un valore molto basso, reso possibile anche dalla presenza della sesta marcia sul cambio manuale e sulla versione opzionale a doppia frizione.
Due gli allestimenti previsti in gamma: Comfort e Sport. Come da tradizione Hyundai la dotazione di serie è già molto completa e prevede 6 airbag, poggiatesta anteriori attivi, sistemi HAC (assistenza alla partenza in salita) e VSM (gestione della stabilità), volante rivestito in pelle cerchi in lega da 17” gommati 215/45, climatizzatore automatico, impianto stereo integrato con display da 7”, lettore CD+MP3 con comandi al volante, presa AUX-USB, specchietti esterni regolabili e riscaldabili elettricamente (con indicatori di direzione integrati).
La Sport comprende invece: cerchi in lega da 18” gommati 215/40, pedaliera sportiva in alluminio, sedili rivestiti in pelle e stoffa, Bluetooth, sensore accensione/spegnimento luci e specchietti laterali ripiegabili elettricamente.
Tra gli optional più interessanti, compresi nel pacchetto Advanced o Premium (disponibili in base all'allestimento) c'è il display da 7" di forte impatto scenico al centro della plancia
Optional: due pacchetti e doppia frizione
La gamma di accessori comprende per entrambe le versioni il cambio robotizzato doppia frizione a 6 marce (1.490 euro) e due pacchetti comprensivi di numerosi accessori. L'Advanced Pack, per la Comfort, prevede navigatore con display, sistema ISG (non disponibile in abbinamento alla trasmissione DCT), Premium Sound, sensori di parcheggio, bluetotooth, paraurti posteriore e griglia frontale con inserti tipo "Glossy Black". Il Premium Pack, invece, propone il sistema di navigazione display 7,0" con telecamera posteriore, l'avviamento "Start Button" con chiave intelligente, il Premium Sound, i sensori di parcheggio, il tetto elettrico panoramico, il paraurti posteriore e griglia frontale con inserti tipo "Glossy Black".
Dal vivo: non passa inosservata
Una vettura decisamente molto completa, insomma, con la quale bisogna fare i conti nel caso in cui si voglia passare inosservati, anche nella tinte più sobrie tra le sette disponibili. Merito o "colpa" della forte presenza scenica assicurata dall'incrocio "muscoloso" delle linee o dei dettagli estremamente evidenti come la coda sfuggente, i brillantissimi gruppi ottici anteriori o la generosa calandra esagonale: sta di fatto che, almeno stando agli sguardi di chi ci ha incontrato lungo la nostra prima presa di contatto, la Veloster non passa inosservata.
L'effetto "ah è una Hyundai" è certamente assicurato nei primi mesi di commercializzazione. E' indubbiamente un prodotto dedicato a chi non vuole passare inosservato
Più difficile, invece, che dopo averla notata un "signor Mario" qualsiasi associ la Veloster al suo brand: per questo ci vorrà tempo ed in Corea hanno numeri e pazienza a sufficienza per permettersi ancora per qualche tempo degli "ah, è una Hyundai". Prodotti come Veloster ed i30 hanno un ottimo potenziale da esprimere su quei giovani che oggi sono ancora "senza portafoglio" ma che nel giro di un paio di lustri penseranno al brand Hyundai per essere cool e avere prodotti di sostanza.
Dal vivo: pochi i dettagli fuori posto
Sostanza che si traduce in pochi dettagli fuori posto, come le finte prese d'aria sul cofano, o in interni disegnati in modo moderno e realizzati con materiali di discreta qualità ma precisione di assemblaggio degna dei migliori prodotti tedeschi.
Tutto questo senza dimenticare aspetti tecnologici e pratici che i più giovani apprezzeranno: oltre allo stile davvero futuristico della plancia, infatti, il sistema multimediale (anche quello standard) è ben fatto ed in grado di dialogare con gli smartphone di ultima generazione. Smartphone che potranno essere alimentati non da una ma da due prese 12V che curiosamente sono state integrate nel cassettino centrale appena davanti al cambio. Non si litigherà più tra fidanzati, insomma, per decidere quale dei due smartphone va caricato per primo...
L'optimum in termini di tecnologia, ovviamente, si raggiunge se si ordina il pacchetto opzionale comprensivo non solo dell'elegante display da 7 pollici ma anche di elementi utili come la chiave intelligente o indispensabili come i sensori di parcheggio con telecamera posteriore. La parola indispensabile non è certamente casuale: il taglio del finestrino posteriore l'andamento discendente del tetto, infatti, non facilitano certamente la vita in manovra a differenza di quanto accade davanti dove la visibilità è invece ottimale.
La terza porta è una buona idea ma alla resa dei conti è meno pratica di quanto ci si potrebbe attendere. L'apertura è molto stretta per via di ragioni stilistiche che hanno imposto abitacolo arretrato, forte "presenza" del passaruota e ridotta altezza del padiglione
Terza porta: buona l'idea ma...
Ottima è anche la posizione di guida, grazie alla possibilità di regolare il volante in profondità oltre che in altezza, e l'ergonomia di tutti i comandi tranne quelli degli alzacristalli: la stilosissima maniglia delle porte anteriori, infatti, rende "angusto" il passaggio delle mani di pilota e passeggero.
Meno felici, come su tutte le coupè o simil-tali, saranno invece i passeggeri della fila posteriore: le esigenze stilistiche, che prevedono un padiglione basso ed un abitacolo arretrato e quindi "compresso" dal generoso passaruota, rendono più stretto del previsto il passaggio offerto dalla porta: superato il metro e ottanta l'operazione di salita e discesa dalla vettura ricorda un po' quella necessaria per prendere posto nelle vetture da corsa dotate di roll-bar. Rimane, come su tutte le normali tre porte, la possibilità di passare dietro abbattendo lo schienale del guidatore.
Molto capiente, invece, il bagagliaio: il piano di carico non si può certamente definire "piatto" vista la paratia che separa il vano dall'ambiente esterno, ma considerando che la Veloster non nasce per andare a fare la spesa, c'è tutto lo spazio che serve per ospitare comodamente la borsa della palestra o per andare in vacanza con un paio d'amici.
Su strada: basterebbe un po' di motore in più
In termini di prestazioni la vettura segna un passo avanti notevole alla voce sportività per Hyundai. Il telaio appare sin dai primi metri molto "piatto", ben bilanciato ma allo stesso tempo reattivo, grazie anche ad uno sterzo decisamente diretto e tutto sommato ben fatto anche in termini di servoassistenza, che potrebbe essere considerata perfetta se solo si dimostrasse un po' meno cedevole alle medie velocità.
“La Veloster, sotto il profilo dinamico, è la Hyundai che non ti aspetti. E' molto precisa, divertente e sicura in ogni situazione. Tutte qualità che fanno passare in secondo piano la pur buona performance del millesei aspirato, che sarebbe perfetto se solo avesse il turbo... ”
Un dettaglio che non ci ha certamente impedito di goderci la Futa, dove la Veloster si è dimostrata in grado di divertire ma soprattutto pronta a prendere con sé nuove e più potenti motorizzazioni: per quanto buono sia il lavoro del quadricilindrico aspirato ad iniezione diretta da 140 CV, del quale filtrano nell'abitacolo solo le note piacevoli, c'è un po' di disparità tra la grinta degli alti regimi (oltre 7.000) e la pacatezza dell'erogazione tra i 1.000 ed i 3.500 giri, che costringe a qualche cambiata in più del previsto nel caso in cui si voglia andare alla ricerca delle prestazioni.
Cambiate che avvengono, in ogni caso, in modo piacevole: il comando risulta piacevole da azionare, non troppo lungo nella corsa della leva e ben spaziato quanto a rapportatura. Non abbiamo avuto modo di provare il nuovo doppia frizione, che arriverà nei prossimi mesi, ma siamo certi possa essere un plus interessante per la coupè coreana.
Buona la base di partenza
In conclusione possiamo tranquillamente affermare come la Veloster sia un'auto divertente e ben fatta sotto molti punti di vista, anche nell'ambito del bilanciamento dinamico. Di certo, però, per tenere il passo della concorrenza Renault, Opel e Volkswagen serve qualcosa in più alla voce motori, sia per quanto riguarda il vertice di potenza a benzina - stimabile attorno ai 200 CV - sia per quanto concerne la disponibilità di almeno un diesel: le buone caratteristiche di erogazione del millesette da 135 CV della i40, ad esempio, potrebbero dare vita ad un prodotto prestazionalmente ed economicamente interessante ed in grado di equiparare la proposta della Veloster a quella dei migliori prodotti europei del segmento C-Coupè.
Quanto costa?
Già ordinabile presso la rete commerciale Hyundai, la Veloster arriverà sul mercato a settembre ad un prezzo che partirà da 21.900 Euro, mentre la Sport sarà commercializzata a 23.500 Euro, tutti da intendersi come chiavi in mano, IPT esclusa, mentre con un aggiunta di 1.490 Euro si può avere il cambio DCT.
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