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Terza generazione per Hyundai i30, la vettura del segmento C della casa coreana che cresce sotto molteplici aspetti. Al primo impatto, un modello adulto, che segna un passo tangibile in avanti rispetto alla versione precedente e che è pronta a invadere le nostre strade.
E' cresciuta, Hyundai i30. Non solo nella percezione di una prima occhiata o già nei chilometri iniziali percorsi a bordo, ma anche dal punto di vista della carrozzeria. Passa da 430 a 434 centimetri, aumenta anche la larghezza (da 178 a 180), mentre rimane pressoché invariata l'altezza. Abbiamo davanti agli occhi una vettura adulta, che si regala virtuosismi stilistici nell'anteriore, con una calandra particolare nella quale culmina un anteriore dinamico e munito, a livello di illuminazione, di gruppi ottici con tecnologia full led. Sinuosi, i fari spingono l'occhio lungo le fiancate, dove oltre ai cerchi da 17 pollici si notano l'ingresso keyless e un passo più che discreto, da 265 centimetri, visto il segmento della vettura. Dietro, il look è ripreso dal family feeling tipico delle ultime Hyundai, tanto che questa i30 appare come una piccola Tucson, con gruppi ottici stretti e ammiccanti, e un bagagliaio che si apre manualmente.
Dentro abbiamo invece un trionfo di sobrietà, a partire dalle plastiche abbinate alla pelle, per giungere sino ai colori grigi di cielo e sedili. Un driver nella media fatica a trovare nei alla posizione di guida, perché possiamo gestire in altezza e profondità il volante, ed elettricamente il sedile, sebbene non vi siano chance di memorizzare la posizione ottenuta. Un driver basso, invece, risentirà della seduta lunga del cuscino, mentre un driver abbondante e alto avrà nell'ampiezza del tunnel un piccolo ostacolo nel posizionamento del ginocchio destro. Sono però fatti marginali, così come la dimensione del piantone dello sterzo che costringe i più bassi a tenere il volante in posizione più elevata del solito. Una volta trovata la posizione, il driver si trova davanti agli occhi una strumentazione tradizionale con un piccolo ma efficace computer di bordo centrale, dove sono tra l'altro riprese le indicazioni del navigatore satellitare e dove troviamo la ripetizione dei segnali stradali, oltre all'avvisatore di stanchezza. Al centro invece è magnifico il tablet da otto pollici interfaccia del nostro sistema infotainment, quello classico che abbiamo già imparato a conoscere sulle vetture di Hyundai e di Kia. Il volante è ben organizzato, con il giusto numero di pulsanti compreso quello dell'attivazione vocale che però richiama necessariamente l'utente all'uso di Android Auto o Apple Carplay. Niente comandi vocali nativi sull'infotainment, quindi, ma in compenso finiture superiori alla media che parlano di grande praticità di utilizzo e di pochi fronzoli. A disposizione davanti ci sono moltissimi vani, e anche dietro gli occupanti, che godono di uno spazio più che sufficiente, possono manovrare le bocchette del climatizzatore pensate per loro. Il bagagliaio ha un'altezza di sponda superiore al previsto, ma offre quasi 400 litri di capacità, e oltre 1300 a sedili posteriori abbattuti.
Non abbiamo la versione da 1.0 litro benzina, e nemmeno quella da 1.4 litri. Abbiamo invece la declinazione più potente del propulsore da 1.6 litri diesel, che eroga 136 CV e una coppia di 280 Nm. Elastico, il motore riprende con velocità sufficiente anche ai bassi regimi, ma come tanti altri diesel sfocia nella rumorosità quando i giri salgono oltre i 2.700 circa. Ciononostante, in fase di marcia abbiamo una buona insonorizzazione dell'abitacolo, un fattore positivo anche quando andiamo a schiacciare con maggiore convinzione sull'acceleratore. Le prestazioni? Buone, perché acceleriamo da zero a cento in 10.2 secondi, e raggiungiamo una velocità di punto di 200 chilometri orari. Il motore diesel si conferma una certezza anche dal punto di vista dei consumi, perché riusciamo a percorrere 15-16 chilometri con un litro di gasolio in città, che diventano 18 a limite autostradale e salgono oltre quota 20 a 110 orari. Gli spazi di frenata? Particolarmente stretti, perché a fondo corsa c'è una grandissima aggressione che ci ferma in una manciata di metri senza che alla porta si presenti un beccheggio così pronunciato.
Ideale per gli spostamenti in città ma anche per le gite fuori porta, Hyundai i30 ha un'ottima dinamica e lascia sensazioni di guida positive. Lo sterzo non è direttissimo e si declina in un volante dalle dimensioni sufficienti e ben servoassistito. Non si indurisce mai, e a velocità elevate non appare mai leggero. Anche il cambio, manuale a sei rapporti, non si impunta e offre innesti precisi, e oltretutto si dota pure di una frizione tutt'altro che pesante. Anche i lunghi viaggi non stancano, e sono solo i fianchetti pronunciati dei sedili anteriori a costringere i driver più abbondanti a stare più indietro del previsto con il sedile, una scelta che inevitabilmente toglie posto agli occupanti posteriori. Detto questo, però, abbiamo una buona insonorizzazione dell'abitacolo e si riesce a conversare anche a velocità sostenute, mentre l'assetto, abbastanza piatto e rigido, non scalfisce comunque la comodità degli occupanti a bordo.
Passi in avanti anche per Hyundai nella dotazione dei pacchetti di sicurezza attivi. Il safety pack, da 1100 euro, è certamente qualcosa a cui guardare con interesse, perché offre tra gli altri il lane departure assist, attivo sul volante ma con un avviso sonoro da rivedere, e la protezione dell'angolo cieco, che però si declina in un led fioco sugli specchietti retrovisori, e la frenata automatica d'emergenza con riconoscimento di veicoli e pedoni. Buona dotazione, quindi, ma con una certa pigrizia che può essere migliorata da un paio di punti di vista.
Tra gli altri optional, oltre ai fari full led dei quali vi abbiamo già parlato, ci sono la retrocamera posteriore con linee mobili e una buona definizione, i sensori di parcheggio anteriori e posteriori (un filo invasivi), il climatizzatore automatico bizona, e il sistema di navigazione che si declina nel buon display touchscreen da 8 pollici, munito pure di Android Auto e Apple Carplay.
Hyundai i30 parte da 18900 euro ma per comprare la nostra serviranno quasi 30000 euro. La nostra versione, infatti, parte da 27700 euro ai quali vanno aggiunti i 1100 del safety pack. Se poi volessimo il cambio automatico a sei rapporti doppia frizione, dovremmo sborsare altri 1500 euro. Ideale per le giovani famiglie o per le coppie senza figli, Hyundai i30 piace molto vista da fuori e solo piccoli miglioramenti potrebbero farle fare un ulteriore salto di qualità, già comunque presente e tangibile in questa terza generazione.
Motore In prova
Cilindrata: 1.6 turbo diesel
Numero cilindri: 4 in linea
Potenza: 136 cavalli
Coppia: 280 Nm
Cambio: manuale a 6 rapporti
Trazione: anteriore
Consumo km/litro: 15 in città, 18 a 130, 21 a 110
Emissioni CO2 per km: 102 grammi
Prestazioni:
Velocità Massima: 200 km/h
0-100: 10.2 secondi
Misure:
Lunghezza/Larghezza/Altezza in cm: 434/180/146
Passo: 265 centimetri
Bagagliaio: 395-1301 litri
Pneumatici: 17 pollici
Peso: 1338 chilogrammi
Hyundai
Via Giovanni Bensi, 1/1
Milano
(MI) - Italia
800 359 127
https://www.hyundai.com/it.html
Hyundai
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