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Tra le rivelazioni del 2018, nel campo delle pepate, non possiamo non citare la Hyundai i30 in versione N. Si sa, quando nasce una nuova sportiva, soprattutto se è una hot hatch, l’aspettativa è sempre alle stelle. Se, poi, per una casa è la prima volta la curiosità sale ancora di più e quando abbiamo saputo che la guerra sarebbe stata dichiarata a istituzioni come la Golf GTI, Megane RS e compagnia, ci è quasi venuta voglia di mangiare il laptop.
E una volta al volante, quello che ci ha colpito di più della i30 palestrata è stato il fatto che sono bastati pochissimi chilometri per rendersi conto del sublime lavoro svolto dai tecnici guidati da Albert Bierman. Avete già sentito questo nome, vero? Ebbene, il buon Albert è l’ingegnere che per anni si è occupato dello sviluppo della serie M di BMW. Un curriculum invidiabile. Di questo, però, vi abbiamo già parlato, come vi abbiamo già spiegato il significato della sigla che contraddistingue questa versione. La N sta per Namiang, la culla del progetto e anche per Nurburgring, la palestra dove la i30 si è fatta le ossa e anche i muscoli ovviamente.
Adesso, dopo 3000 unità vendute (dato parecchio indicativo), è arrivato il momento di rendere più accattivante anche la versione Fastback della i30, agghindandola con il pacchetto più performante, ovvero quello che può contare su 275 cv e quasi 280 Nm di coppia con overboost, stifness bar al posteriore, freni più grandi, cerchi da 19”, gommati Pirelli PZero (appositamente sviluppati), differenziale elettronico a slittamento limitato e scarico con variable exhaust valve, che regala all’auto un sound unico all’interno del segmento. Purtroppo, se la Fastback vi sta più simpatica della Hatch e quei 55 L di capacità del bagagliaio in più vi fanno gola (merito dei 445cm di lunghezza), non potrete averla in versione standard da 250 cv, l’intelligentissima anti super bollo.
Stavolta siamo sulle strade di Gran Canaria, dove mancano solo i cordoli in uscita dalle curve per fare invidia a tanti circuiti, e nonostante le condizioni meteo poco favorevoli, non passa molto prima che la i30 Fastback N ci faccia spuntare, di nuovo, quel sorriso a metà tra l’ebete e il compiaciuto. Se c’è una cosa che ci piace di quest’auto è la sua sincerità in fatto di intenti: mentre molte hot hatch sono impegnate a fare a pugni tra di loro, cronometro alla mano, sfidandosi per il primato sul ‘Ring (che vuol dire tutto e nulla), lei se ne frega e in mente ha un solo obiettivo, farvi divertire come bambini. Come ci riesca così bene e al primo tentativo, lo ricordiamo, non l’abbiamo ancora capito, ma, forse, non ce n’è nemmeno bisogno. Parte dell’esperienza si concentra sulle note che escono dallo scarico: secche, gutturali e profonde. Stareste ore ad accelerare e mollare il gas per farle fare quegli scoppi, che si presentano anche durante la cambiata, unici per uno scarico di serie all’interno del segmento C. Una cosa che ci piace meno, invece, è la presenza di tante, forse troppe, modalità di guida, visto che sono ben 5.
A noi sarebbe bastata la modalità ‘casa lavoro il lunedì mattina’ e quella ‘lavoro-casa il venerdì sera’, se capite cosa intendiamo. Comunque, ognuna di queste varia la risposta di motore, scarico e soprattutto assetto, dato che qui ci sono dei raffinati ammortizzatori a controllo elettronico. La più prepotente è la N, ma volendo potete optare anche per la Custom che vi permette di regolare separatamente ogni aspetto. Partendo dalla Eco, invece, per le mani sembra di ritrovarsi quasi una comune i30; silenziosa, discreta, vivibile sullo sconnessioni meno gentili e assai docile da poter essere lasciata anche alla mamma per la spesa. Molto bene, ma quand’è l’ultima volta che siete andati a fare la spesa? Appunto. A noi interessa quello che succede una volta dispiegata tutta la potenza assieme alla reattività di sospensioni e differenziale; quando ci si ritrova a bordo di un Jack Russel con la lingua al vento che schizza da una parte all’altra con voi che vi concentrate solo sulla curva in arrivo, con il posteriore che in ingresso si muove quel tanto che basta per rendere l’esperienza più frizzante. Le sensazione che arrivano dal volante sono chiare ma bisogna capire bene come lavora il differenziale elettronico prima di spingere e fidarsi.
L’assetto impressiona per come riesce a copiare bene il fondo e è appuntito quanto basta per non mettere in difficoltà i principianti. La ciliegina sulla torta, però, è il cambio: a nostro avviso il migliore su un’auto del genere; anche lui non diretto come quello di una Civic o tagliente come quello della Megane, ma intuitivo e piacevole come nessun’altro. Tanta sicurezza arriva poi dai freni, che bastano per tenere la situazione sempre sotto controllo. Niente da dire, quindi, l’ottimo lavoro sulla hatchback si riconferma su questa versione con il terzo volume e torniamo a complimentarci con il marchio coreano per l’impegno che sta mettendo in questo segmento, sperando che, al più presto, possa arrivare anche una versione della i20 con la stessa sigla. Fiesta ST, stai molto attenta.
Ovviamente l'ottimo comportamento dinamico è reso possibile da alcuni raffinati lavori di rivisitazione per la tecnica, soprattutto telaio e sospensioni. Questo ha 29 nuovi punti di rinforzo che lo rendono più rigido e più pronto a rispondere rispetto a quello della hatchback e le sosponsioni adesso un tampone di finecorsa più lungo di 6 mm e meno denso del 10%. Le molle anteriori sono più morbide del 5% e la barra anti-rollio ha un diametro di 22,2 mm. Il posteriore invece vede un'inedita asta di controllo per il camber, al fine di aumentare il grip e migliorare la rigidezza laterale in curva.
Per quanto riguarda i prezzi, saranno comunicati a fine mese e dovremmo essere attorno ai 39.000 euro. In centimetri in più e le modifiche tecniche si fanno pagare, mentre l’ambiente interno rimane invariato rispetto alla 5 porte, con una cura per assemblaggi e materiali adeguata ma non eccessiva, anche per non far lievitare troppo il conto. Il punto, quindi, è che se cercate qualcosa per il time attack è meglio fare qualche chilometro ancora più a est e rivolgersi a armi da taglio come la Civic Type R, ma se al centro per voi c’è il divertimento e il piacere di guida, la i30 ha qualcosa che le altre, magari troppo impegnate a limare decimi, non hanno. E non è una questione di potenza o caratteristiche tecniche, la ricetta è semplice, crediamo si tratti di una taratura che privilegia sensazioni e toglie ogni eventuale filtro dall’esperienza di guida.
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